damiano
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giovedì 12 marzo 2009
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film per riflettere
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Grande film dove fa riflettere come davvero può nascere una dittatura anche nei giorni nostri sapendo già quello che poi porterà. Film bello e bravissimi gli attori e molto belle sono le scene che cercano di raccontare come un gruppo di ragazzi possono essere attirati, catturati dall’idea di fare una cosa diversa, di credere un gruppo e di aiutarsi tra di loro, dove alle volte esagerando può portare ad una specie di dittatura.
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roby
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martedì 10 marzo 2009
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bel film
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...bel film, fa riflettere..come nasce un totalitarismo...e sull'imbecillità della gente "pecorona". In Italia ne sappiam qualcoa...
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(di gagaqwerty)
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para
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lunedì 9 marzo 2009
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film bellissimo, e terribile...
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Come è possibile che in una società europea del 1900 si sia potuti arrivare a un regime che ha sterminato milioni di persone e ha causato una guerra che ha devastato il mondo? Com'è possibile che dei regimi di ideali opposti a questo siano arrivati alle stesse conclusioni? Come è possibile che milioni di persone si siano riconosciute negli stessi terribili ideali? Oggigiorno la maggior parte della società giovanile, di cui io faccio parte e di cui tratta il film, e in generale tutta la società, afferma decisamente che nel contesto attuale una forma dittatoriale come quelle della prima metà del Novecento, non sarebbe possibile. Tutti noi, io stesso, quando siamo interpellati riguardo al nazismo, dopo un'espressione di disgusto, parliamo dei nazisti come degli animali, non degli esseri umani, che hanno commesso crimini orribili e innominabili, che noi non saremmo mai in grado di commettere.
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Come è possibile che in una società europea del 1900 si sia potuti arrivare a un regime che ha sterminato milioni di persone e ha causato una guerra che ha devastato il mondo? Com'è possibile che dei regimi di ideali opposti a questo siano arrivati alle stesse conclusioni? Come è possibile che milioni di persone si siano riconosciute negli stessi terribili ideali? Oggigiorno la maggior parte della società giovanile, di cui io faccio parte e di cui tratta il film, e in generale tutta la società, afferma decisamente che nel contesto attuale una forma dittatoriale come quelle della prima metà del Novecento, non sarebbe possibile. Tutti noi, io stesso, quando siamo interpellati riguardo al nazismo, dopo un'espressione di disgusto, parliamo dei nazisti come degli animali, non degli esseri umani, che hanno commesso crimini orribili e innominabili, che noi non saremmo mai in grado di commettere. Io ne ero sicuro fino a poco tempo fa. Il film dimostra che non è così. E' solo un film? No, si basa su degli esperimenti fatti che dimostrano chiaramente che la maggior parte dei nazisti (eccezion fatta ovviamente i pazzi: Hitler, Goebbels e gli altri) erano persone normali, come noi. Oltre all'esperimento trattato nel film, io sono a conoscenza di altri due esperimenti di questo tipo. A Palo Alto, in California, un amico di Jones (l'ideatore dell'esperimento dell'Onda), divise una delle sue classi in due gruppi, i carcerieri e i carcerati. Si accorse ben presto che molti dei carcerieri abusavano del loro potere e picchiavano sadicamente i carcerati, che erano nella realtà loro compagni di classe. Altro celebre esperimento è quello che vide degli scienziati, famosi e rispettabili, testare l'effetto dell'elettroshock su delle cavie umane. In realtà non sapevano che le vere cavie erano loro: le scariche di elettroshock erano false e le cavie erano degli attori che simulavano dolore. Il fine dell'esperimento era mostrare quanto a lungo potesse spingersi questa tortura. In nome della scienza, la maggior parte degli scienziati arrivò a somministrare la scarica più alta, quella che sarebbe dovuta essere mortale, alle cavie loro assegnate. Solo pochi scienziati dopo un po' si rifiutarono di continuare. Questi esperimenti, e quello del film, dimostrano che la nascita di un regime totalitario è possibile ancora oggi. Disciplina, obbidienza, identificazione in un gruppo, perdita della propria individualità. Queste sono le componenti che hanno causato la nascita del nazismo e dei regimi comunisti nell'Est. Persone come noi, che si sono identificate in un gruppo, con una loro divisa, un loro stemma, che hanno perso la propria identità e hanno seguito ciecamente gli ideali di quel gruppo. E sapete qual è stata la cosa terribile che io ho provato guardando questo film? La partecipazione. Anch'io mi sentivo un membro dell'Onda, anch'io percepivo l'adrenalina di quei ragazzi, anch'io odiavo le due ragazze che erano contrari all'Onda. Perché? Non lo so. Forse perchè ognuno di noi sente il bisogno di far parte di un gruppo. Però in ogni gruppo bisogna mantenere il rispetto per le differenze e soprattutto la propria individualità. Io guardando il film ho capito una cosa sconvolgente: fossi nato nella Germania degli anni '20, anch'io sarei potuto essere un nazista, e mi sarei potuto macchiare di crimini atroci. E penso che molte persone, come me, sarebbero incorse nello stesso, orribile errore. Ma questo non perchè siamo cattivi: è il contesto che modifica le persone.
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slowfilm
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domenica 8 marzo 2009
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sulla natura conformista e violenta dell'uomo
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L’esperimento originale è del 1967 ed a Palo Alto: un professore (Ron Jones, che a distanza di quarant’anni tiene ancora conferenze sull’argomento) ha l’estemporanea idea di provare ad instaurare un regime totalitario nella sua classe; il successo è stato tale da dover interrompere tutto al quinto giorno, perché La Terza Onda si diffondeva e chi non aderiva veniva emarginato e/o pestato.
Die Welle è oggi in Germania, con tutte le ovvie e specifiche implicazioni storiche. L’atteggiamento iniziale dei liceali protagonisti è simile a quella parte di pubblico (pubblico critico e pubblico e basta, che tanto le differenze sono puramente di ruolo) che ha trovato il film didascalico, artefatto, puerile rispetto alla loro ineffabile consapevolezza.
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L’esperimento originale è del 1967 ed a Palo Alto: un professore (Ron Jones, che a distanza di quarant’anni tiene ancora conferenze sull’argomento) ha l’estemporanea idea di provare ad instaurare un regime totalitario nella sua classe; il successo è stato tale da dover interrompere tutto al quinto giorno, perché La Terza Onda si diffondeva e chi non aderiva veniva emarginato e/o pestato.
Die Welle è oggi in Germania, con tutte le ovvie e specifiche implicazioni storiche. L’atteggiamento iniziale dei liceali protagonisti è simile a quella parte di pubblico (pubblico critico e pubblico e basta, che tanto le differenze sono puramente di ruolo) che ha trovato il film didascalico, artefatto, puerile rispetto alla loro ineffabile consapevolezza. Attraverso l’applicazione di regole uniformanti, di disciplina e di segni distintivi facilmente acquisibili, il maestro crea un gruppo compatto, una forza superiore che amalgama le forze individuali ed ha bisogno di esprimere la propria energia, a scapito di chi al gruppo è alieno.
Rispetto all’esperimento carcerario di Stanford del ’71 (che ispirò un altro film tedesco, The Experiment, rispetto al quale L’Onda è più compatto e meno effettistico), che pure era più strutturato, qui è interessante vedere come L’Onda si propaghi spontaneamente, come alla base della prevaricazione non ci siano dei ruoli imposti e soprattutto non delle ideologie, ma semplicemente la voglia di sentirsi parte di un gruppo, uniformarsi alla maggioranza; ed il film di Gansel rende evidente quanto sia difficile, perché in qualche modo innaturale, scegliere di essere minoranza, voce dissidente. La maggioranza si dà delle regole istintive, basate sui rapporti di forza e sulla naturalezza del conformismo, e metterle in dubbio significa asserire l’esistenza di regole astratte superiori (morali?), indipendenti dal gruppo stesso, quindi sconvenienti, non ammissibili.
L’Onda rende bene l’evoluzione del "corpo", in un processo di adesione, che coinvolge inevitabilmente anche il professore/Herr Wenger, che non richiede conversioni o atti di fede, né tantomeno particolari predisposizioni o debolezze. Varrebbe la pena anche chiedersi, in un’ottica più ampia, quante delle nostre azioni e quanti dei nostri pensieri, non siano dettati da un’opportunità di gruppo o da un desiderio d’appartenenza.
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bandy
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domenica 8 marzo 2009
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non convince
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Mi aspettavo di piu'da questo film,sotto certi aspetti non è male,ma alla fine che significato puo'avere?scontato direi!E'stato girato qualche anno fa sempre in germania il film the experiment di Oliver Hirschbiegel,anche questo tratto da una storia vera.I tedeschi hanno la mania sembra di effettuare esperimenti sociali.
[+] the experiment
(di mary22)
[ - ] the experiment
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andreas
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sabato 7 marzo 2009
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dissento
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Probabilmente non sarà ricordato come un capolavoro dal punto di vista strettamente cinematografico (in alcuni momenti si riecheggiano meccanicismi degni dei B-movie like Americans high school),tuttavia si tratta di un film importante perche è importante la domanda che pone fin dall'inizio e perché è importante continuare farsi questa domanda.Può rinascere una dittatura in Germania? Ovviamente questa è una domanda che deve estendersi a tutte le democrazie(a proposito : in Italia è possibile fare questa domanda ? ) e a tutte le dittature, non solo il nazismo. Il tema , grazie a molta della cinematografia di quest'ultimo anno ( tutta straniera : poteva essere diversamente?) è stato ricorrente e naturalmente le solite polemiche (direi quasi "i soliti sospetti" ) sono immediatamente pronte al varco.
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Probabilmente non sarà ricordato come un capolavoro dal punto di vista strettamente cinematografico (in alcuni momenti si riecheggiano meccanicismi degni dei B-movie like Americans high school),tuttavia si tratta di un film importante perche è importante la domanda che pone fin dall'inizio e perché è importante continuare farsi questa domanda.Può rinascere una dittatura in Germania? Ovviamente questa è una domanda che deve estendersi a tutte le democrazie(a proposito : in Italia è possibile fare questa domanda ? ) e a tutte le dittature, non solo il nazismo. Il tema , grazie a molta della cinematografia di quest'ultimo anno ( tutta straniera : poteva essere diversamente?) è stato ricorrente e naturalmente le solite polemiche (direi quasi "i soliti sospetti" ) sono immediatamente pronte al varco. Credo invece che il film non abbia voluto esprimere un giudizio morale o storico su questa o quella dittatura ma che sia riuscito con il suo linguaggio semplice(di qui la sua importanza) ad andare dritto al punto, al "cuore nero" della questione , e a rispondere alla domanda , e la risposta è: Si.
Si è possibile ricreare una dittatura perché questa è (anche) un esigenza che deriva dal "basso" , dalla massa critica composta da insoddisfazioni, timori e immaturità di una comunità ; una comunità che può ad certo punto della sua storia incontrare un imbonitore, un istigatore capace di convogliare (forse anche a suo malgrado) paure e insoddisfazioni della stessa. Si è possibile perché siamo gregari : un comportamento all'origine della sopravivenza della nostra specie nelle savane ma che inibisce le capacità critiche individuale. Si è possibile perché il "dittatore" può essere(anzi spesso lo è) una persona affascinante e che stimiamo , che ammiriamo, in cui ci identifichiamo. Si è possibile perché grazie al dittatura possiamo assumere ruoli e funzioni a cui diversamente non potremmo aspirare mai. Si è possibile perché comunque vada non vogliamo essere mai "l'altro" : quello che viene escluso o esiliato o picchiato e forse infine ucciso. Molto piu simile a The Experiment (un altro film tedesco...un caso ovviamente) "L'Onda" ci ricorda che la democrazia non è un'acquisizione definitiva ma piuttosto una condizione instabile , fragile, costosamente raggiunta e costantemente minacciata da derive prima anarcoidi ed infine autoritarie, in cui rituali paradossali (grazie Giacomo che hai ricordato il "Signore delle Mosche") si sostituiscono allo stato del diritto.
Il film ci ricorda infine quale sia il valore del dissenso in una democrazia(vedi le due ragazze e la compagna del prof.) , anzi ci ricorda che esso stesso è un "valore" nella democrazia(a proposito di valori mi viene in mente il "Lila" di Robert M. Pirsig ); che la "pratica del dissenso" è "funzionale" alla democrazia stessa e non banalmente stigmatizzabile dalle sirene del pensiero unico. Pertanto io dissento.
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everyone
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venerdì 6 marzo 2009
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un film anzi due per riflettere
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due film usciti quasi in contemporanea "THE READER"e appunto "L'ONDA" trattano dello stessso tema ovvero come la mente unmana sia facilmente plagiabile quando accetti supinamente una volontà superiore che le faccia credere che ciò che le propone sia la scelta migliore.Questo è ciò che capita nell'ONDA agli studenti oggetto di un esperimento didattico pedagogico che pure dovrebbero avere disponibili strumenti culturali conoscitivi adeguati per potersi opporre come pure era capitato nella realtà parecchi anni prima ad una giovane priva di cultura e quindi indifesa ovvero la protagonista di "THE READER".Il ripetersi di questo fatto deve far riflettere noi spettatori su quanto fragili noi tutti ci si possa rivelare in determinate condizioni di pressione psicologica.
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ale
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giovedì 5 marzo 2009
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l'escalation del conflitto
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il film rappresenta in modo impeccabile le teorie sulle fasi dell' "escalation" del conflitto e della violenza.
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ororor
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giovedì 5 marzo 2009
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un film per capire i meccanismi della storia
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ottimo film, tema, immagini, musica soprattutto! l'insegnamento e le riflessioni che induce sono significative; una osservazione mi preme tra le altre: a dissentire e percepire la china che l'esperimento sta prendendo, sono tre donne (nessun uomo)una per ideologia politica, una più matura per cultura e sensibilità la terza per intelligenza ed indipendenza di giudizio. Sarà un caso, non lo credo però, niente nel film è casuale; mi piacerebbe chiederlo al regista
"sono una donna naturalmente"
[+] giusto
(di maricris)
[ - ] giusto
[+] la via di damasco
(di andreas)
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trama
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mercoledì 4 marzo 2009
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riflettere sul concetto di colpa
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Oggi , in Europa, si potrebbero ricreare le condizioni che hanno permesso l'ascesa del nazismo o comunque di un'analoga manifestazione di dispotismo ? "L'onda" , cerca di dare una risposta a questo interrogativo.Ci introduce nel variegato mondo di un classe di giovani liceali tedeschi. Il modello è quello del gruppo annoiato di sè che cerca l'evasione attraverso lo "sballo". Finchè non si crea l'occasione di accedere ad un altro modello. In sei giorni, durante il seminario sul concetto di "Autocrazia", i ragazzi guidati/manipolati dal loro Prof , danno vita ad un gruppo che rispecchia fedelmente il modello autocratico, quindi è : autocostituito, autosufficiente, organizzato secondo una logica di tipo paramiltare, fa proprio il concetto di estraneità del diverso , fa uso di mezzi di propaganda, assume un atteggiamento di aggressività e violenza in nome e per conto del gruppo, isola i dissidenti, si individua attraverso una divisa, acquisisce un proprio saluto e SOPRATTUTTO, accetta con coerenza : ordini, punizioni, incarichi .
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Oggi , in Europa, si potrebbero ricreare le condizioni che hanno permesso l'ascesa del nazismo o comunque di un'analoga manifestazione di dispotismo ? "L'onda" , cerca di dare una risposta a questo interrogativo.Ci introduce nel variegato mondo di un classe di giovani liceali tedeschi. Il modello è quello del gruppo annoiato di sè che cerca l'evasione attraverso lo "sballo". Finchè non si crea l'occasione di accedere ad un altro modello. In sei giorni, durante il seminario sul concetto di "Autocrazia", i ragazzi guidati/manipolati dal loro Prof , danno vita ad un gruppo che rispecchia fedelmente il modello autocratico, quindi è : autocostituito, autosufficiente, organizzato secondo una logica di tipo paramiltare, fa proprio il concetto di estraneità del diverso , fa uso di mezzi di propaganda, assume un atteggiamento di aggressività e violenza in nome e per conto del gruppo, isola i dissidenti, si individua attraverso una divisa, acquisisce un proprio saluto e SOPRATTUTTO, accetta con coerenza : ordini, punizioni, incarichi .
Direi che il film dovrebbe indurci a riflettere sulla colpa di non riconoscere il "dispotismo" già dai suoi esordi o meglio sulla colpa di non modificare il contesto in cui il dispotismo può attecchire. Occhi aperti quindi, sempre e comunque. Sprattutto chi attraverso la sua professione può stabilire un contatto formativo ed informativo con i giovani ha la delicata responsabilità di evitare che il "conformismo" con la sua efficienza anonima riduca il singolo a oggetto e strumento di apparati.
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