Anno | 2022 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Italia, Germania, Gran Bretagna |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Abel Ferrara |
Attori | Shia LaBeouf, Cristina Chiriac, Marco Leonardi, Asia Argento, Vincenzo Crea Luca Lionello, Brando Pacitto, Salvatore Ruocco, Federico Majorana, Michelangelo Dalisi, Martina Gatti, Roberta Mattei, Ermanno De Biagi, Alessandro Cremona, Ignazio Oliva, Valeria Correale, Piergiuseppe Francione, Anna Ferrara, Riccardo Vicardi, Stella Mastrantonio, Alessio Montagnani, Phil Neilson, Carla De Girolamo, Michele Capuano, Zsuzsa Magyar. |
Uscita | giovedì 18 luglio 2024 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | RS Productions |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,14 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 luglio 2024
A San Giovanni Rotondo arriva Padre Pio evocando da subito un'aura carismatica tra i fedeli. In Italia al Box Office Padre Pio ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 16,5 mila euro e 7,4 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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San Giovanni Rotondo, 1920. Padre Pio si ritira nel convento in cima alla montagna e deve confrontarsi con gli incubi e le visioni che si frappongono fra la sua volontà di aderire al disegno divino e le sue debolezze di uomo. In paese i soldati sono rientrati dalla Prima Guerra Mondiale stanchi, mutilati, ma pronti a gridare "Viva l'Italia!". Ma c'è anche chi non è tornato, e chi invita i reduci a interpretare la vittoria come un successo solo per quei latifondisti che sfruttano la manodopera contadina. Le prime elezioni politiche libere avranno luogo a giorni. e i rappresentanti del Partito Socialista cercano di convincere i paesani a votare per loro. Ma i rappresentanti del potere, della proprietà e della Chiesa rispondono con aggressioni e minacce.
Apparentemente il travaglio spirituale di Padre Pio e quello esistenziale dei contadini sono in questa storia scollegati, anche logisticamente, ed in parte è davvero così, perché Pio si muove sui piani alti della Fede, invitando i paesani a seguirlo lungo la sua ascesi, ma non si prende concretamente cura della loro situazione terrena. In realtà il filo conduttore per entrambi sta nella reciproca ricerca del coraggio: quello di Pio nel farsi definitivamente carico della sofferenza dell'Uomo e abbracciare la propria vocazione, e quello dei contadini nel combattere le ingiustizie perpetrare nei loro confronti ed esigere un futuro migliore per la propria discendenza. In entrambi i casi, costi quel che costi.
Padre Pio di Abel Ferrara non è né un biopic né un santino televisivo, ma una parabola (laica) asciutta ed essenziale sulla necessità di portare le idee e le azioni fino alle loro estreme conseguenze, e conserva un'essenzialità espositiva di per sé radicale, resa più credibile dall'interpretazione scarnificata di Shia Le Boeuf, che racconta un calvario personale tangibile.
A dispetto del titolo, la maggior parte del tempo filmico non è riservata al santo di Pietrelcina e ai suoi tormenti, in una certa ottica persino solipsistici, ma agli ultimi del mondo, ammazzati dalla fatica, trattati come bestie da soma, abbandonati al loro destino da tutte le istituzioni, in primis quella Chiesa connivente e servile con l'estabilishment.
Pio rappresenta un'altra Chiesa, quella dello spirito, e la sua battaglia interiore è lo specchio di quella esteriore dei contadini che prendono graduale coscienza della loro condizione e combattono nel tentativo disperato di cambiarla. In questo senso Gesù e Marx sono simboli vicini, entrambi profeti contro l'oppressione sui più deboli. Padre Pio comunica una rabbia ancestrale verso un mondo ingiusto e ingrato: e se Pio auspica uno sguardo "da una prospettiva più alta", l'occhio della cinepresa di Ferrara resta appiccicato a quel popolo rurale e analfabeta che non può che combattere dal basso.
Dentro Padre Pio ci sono molti temi cari al regista: la ricerca della redenzione, la religione come dogma indiscutibile, la colpa, anche come compiacimento (Pio si rifiuterà di assolverà un pedofilo, geniale cammeo che non possiamo rivelare, che sembra discendere da quel cattivo tenente che faceva della chiesa il teatro eretico ed erotico delle sue perversioni). E l'ipocrisia opportunista di un clero che arriva a benedire le armi degli oppressori è collocata senza dubbi dalla parte dei cattivi.
Certo, qualche primo piano è da cartellone didascalico, e qualche scena d'azione sfiora il compiacimento autoriale, ma Padre Pio resta un film potentemente etico, viscerale e furibondo, curiosamente poco retorico nonostante la definizione manichea del Bene e del Male, attento ai dettagli, e sostenuto da un commento sonoro calzante da parte del fedele Joe Delia. E la sceneggiatura di Ferrara e Maurizio Braucci, già sodali per Napoli Napoli Napoli e Pasolini, trova una sintesi sobria fra il detto e il non detto, fra nuda realtà e visione delirante.
Il frate e mistico padre Pio, uno dei santi italiani del novecento, interpretato da Shia La- Boeuf, presta il suo nome a questa ricostruzione dramma- tica, appassionata ma faticosa, di Abel Ferrara. La storia di padre Pio è stranamente quasi messa da parte in un film che prova a bilanciare la sofferenza dell'estasi spirituale con gli eventi che accompagnarono le prime elezioni alla fine della prima [...] Vai alla recensione »
Padre Pio affronta il diavolo dai mille volti mentre l'Italia popolare, vessata dai potenti, si appresta alle prime elezioni. Ferrara trasforma la storia del nostro dopoguerra in un western fintamente epico, a dir poco approssimativo, fregandosene della correttezza storica, sulle note di «Avanti o popolo, alla riscossa, Bandiera rossa!» (titolo forse più azzeccato).
Dopo Pasolini e Dominique Strauss-Kahn (Welcome to New York), Padre Pio: la linea biografica abbracciata negli ultimi dieci anni da Abel Ferrara (cui eccentricamente appartiene anche Tommaso) si arricchisce del suo episodio più intenso e anche sconcertante. IL FRATE di Pietrelcina (interpretato benissimo da Shia LaBeouf) viene colto nel suo arrivo al convento dei cappuccini di San Giovanni Rotondo [...] Vai alla recensione »
Ferrara ha praticato la mistica del peccato e della redenzione, con la trilogia Il cattivo tenente, Occhi di serpente e The Addiction - Vampiri a New York, e anche con Fratelli, ma ultimamente frequenta santi(ni) laici: Pasolini, Tommaso e Siberia. Percorso comprensibile, che non merita giudizio, né ironia, come pure Shia LaBeouf che, oltre a una conversione al cattolicesimo, si è conquistato un'incolpevole [...] Vai alla recensione »
Padre Pio trentenne è Shia LaBeouf. Gran barba, fervore mistico, preveggenza degli orrori futuri - i morti della Seconda guerra mondiale, i Satnam Singh, l'Ucraina - e autorevolezza rafforzata (in originale) dall'inglese forbito che stride con quello zoppicante dei ricchi e poveri di San Giovanni Rotondo, 1918-1920. Eppure le masse occupano più spazio, diventano, come in Novecento, protagoniste della [...] Vai alla recensione »
C'è una qualità che non difetta a Ferrara: la determinazione. Da anni all'inseguimento della sua versione della vita di Padre Pio, contro tutto e tutti riesce a portare a casa il film tanto agognato. Incentrandosi sugli albori della vocazione del frate, mentre si fa largo il fascismo, Ferrara tenta un affresco impressionista (contraddizione in termini inevitabile) nel quale rivivono sia la memoria [...] Vai alla recensione »
Un sole opaco inghiottito dal grigio delle nuvole e, sotto di esso, una figura maschile avvolta da un saio e in sella ad un asino che ha il passo quiete e pietoso del Balthazar di Robert Bresson. In sottofondo la voce off profonda e sussurrata dalle viscere, che interiorizza e trascende il rapporto di esclusività-sacrificio-espiazione con un Dio così lontano e cosi vicino.
In un'intervista realizzata da Michele Sardone ai tempi di Pasolini, Abel Ferrara disse: «Quando filmo cerco di andare oltre il limite della mia immaginazione, non cerco di ottenere un risultato, cerco un'esperienza». Da Fratelli in avanti i suoi film prendono la forma di jam session sbrindellate sprofondate nel fondo della notte. Così accade anche per Padre Pio, non un biopic, ma un lavoro pauperistico, [...] Vai alla recensione »
Purtroppo "Padre Pio" (Giornate degli Autori) conferma come Abel Ferrara resti da tempo un grande regista (anche qui vi è traccia) che non sa più fare grandi film. A parte l'uso dell'inglese di Shia LaBeouf (e di tutti), che stona immediatamente, il parallelo con gli eventi italiani del Sud Italia dopo la I Guerra mondiale è pretestuoso, la ricostruzione storica banale e la figura del tormento del [...] Vai alla recensione »
Padre Pio, chi era costui? Abel Ferrara non torna al santo, ma all'uomo: "Questo non è un film di miracoli, ma di un uomo, nato Francesco Forgione a Pietralcina, borgo contadino fuori Napoli, visionario fin dall'infanzia, una giovinezza travagliata che si interroga e lotta per trovare la sua vera vocazione e il suo posto agli occhi del Signore". In cartellone alle Giornate degli Autori, Padre Pio [...] Vai alla recensione »
Eccolo, il film che Abel Ferrara inseguiva da anni. La sua versione di Padre Pio da Pietrelcina, il santo delle stimmate e dei miracoli, dei profumi di incenso e di giglio. Venerato in vita, poi beatificato e canonizzato a furor di devozione popolare. Ma anche un personaggio controverso, irascibile, dai modi sbrigativi, messo in discussione dagli scettici e criticato dai cospirazionisti.
Pier Paolo Pasolini, Dominique Strauss-Kahn, Padre Pio, sono queste le personalità attorno alle quali Abel Ferrara ha costruito, ad oggi, la sua personalissima via al film biografico, governata non tanto e non solo da una identificazione con tali personaggi, quanto da un discorso sulla corporeità: un corpo senza vita ma che ancora genera cinema (a partire da quello di Ferrara) per il primo, un corpo [...] Vai alla recensione »
Si è già discusso molto, da ben prima della sua presentazione ufficiale nelle Giornate degli Autori della 79a Mostra del Cinema di Venezia, su questo Padre Pio, biopic che Abel Ferrara ha voluto dedicare al cosiddetto santo di Pietrelcina; una figura iconica e tuttora discussa per molta cultura cattolica (e non solo) italiana. Si è speculato sulla rappresentazione cinematografica di un personaggio [...] Vai alla recensione »