Titolo originale | La Pie voleuse |
Anno | 2024 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Robert Guédiguian |
Attori | Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Grégoire Leprince-Ringuet . |
Uscita | giovedì 17 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Officine Ubu |
MYmonetro | 3,44 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 dicembre 2024
Una badante ruba i soldi ai suoi assistiti per aiutare il nipote. Quando viene scoperta si genererà il caos.
CONSIGLIATO SÌ
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Maria ama le ostriche, la musica classica e il suo nipotino, che dimostra un talento precoce per il pianoforte. Decisa a farne un pianista ad ogni costo, ha noleggiato un piano verticale e assoldato il maestro migliore di Marsiglia per dargli lezioni private. Ma Maria non ha i mezzi per sostenere queste spese e come la "gazza" di Rossini ruba la vita che luccica e fa la cresta sulla spesa dei suoi clienti, persone anziane di cui si occupa amorevolmente. La devozione la spinge però un po' troppo lontana, firmando assegni che non potrà restituire. Un accidente scopre il suo gioco ma sotto il sole di L'Estaque qualcuno la ama e la solleva dai guai. All'estremo nord di Marsiglia, in riva al mare, sorge come un sole il villaggio di L'Estaque, oggi 16° arrondissement della città.
Décor di molti film di Robert Guédiguian, l'autore resta indelebilmente legato alla città di Marsiglia, al suo cast di attori, che invecchiano davanti alla sua macchina da presa, e ai destini del peuple de gauche nell'inverno politico che ha seguito l'effervescenza degli anni '70.
Ed è questo senso di lealtà incrollabile che rende la sua filmografia così avvincente. Anche i temi restano gli stessi, la precarietà economica e sociale, la solidarietà confrontata ai drammi della vita, la ricerca della luce in fondo al tunnel, l'umanesimo luminoso malgrado la violenza delle società umane. La gazza ladra non fa eccezione ma come il film precedente, E la festa continua!, cede a una morbidezza mai conosciuta prima. Se Rosa (E la festa continua!) doveva decidere se perseverare nel suo impegno civico o iniziare il processo di disimpegno, votandosi a un nuovo amore, Maria rilancia aggiungendo a quell'esitazione una nota gaudente, quasi inedita in Guédiguian. Dal principio il suo cinema si muove seguendo impulsi opposti, uno politico, l'altro lirico, non sempre conciliabili, da qui la malinconia che gli è consustanziale. Quella malinconia, che prende una piega tragica dentro melodrammi senza scampo (La casa sul mare, Gloria Mundi), infestati dalla morte, dal fallimento e da un senso di disastro sociale, si converte in una brezza leggera che soffia dal Mediterraneo, linea di fuga di ogni appartamento che lo scorge, anche il più modesto.
Fermamente intenzionato a non lasciare spazio alla disperazione, l'autore raddrizza la barra e dona a La gazza ladra la forma, affatto patetica o funerea, di una cronaca ordinaria che si sposta da un luogo e da una situazione all'altra, da un problema alla sua risoluzione. Una sorta di sfarfallamento della narrazione che svolge una sitcom marsigliese o addirittura un 'dramma giocoso' come quello rossiniano, mescolando elementi drammatici e buffi con esiti lieti. Il cuore della storia è sempre Ariane Ascaride, nonna affettuosa e 'attivista' del quotidiano, eroina e compagna, musa e icona popolare che è stanca della fatica ma non smette di praticarla per godersi un piatto di ostriche e sognare il nipote concertista dentro un abito di gala. Intorno gravitano i volti familiari di Gérard Meylan e Jean-Pierre Darroussin, affiancati dalle nuove generazioni che navigano tra amori e intrighi familiari inciampando sulla lotta sociale. Guédiguian non è interessato a ricostruirla fedelmente e la rappresenta con la nobiltà di una grande narrazione. La gazza ladra è il risultato della volontà di re-incantare la realtà, di filmare i cambiamenti sociali e lo scorrere del tempo, lasciando (grande) spazio al respiro e all'insignificanza. Il film assume volentieri il puro artificio e la scrittura tagliente che gli conferisce quell'aria da opera (quella del titolo) dove la 'condannata' viene sottratta in extremis alla 'pena capitale'. Questo approccio apertamente svagato sfiora il carosello poetico e dimostra una volta ancora che il capitalismo e il 'ciascuno per sé' non hanno avuto la meglio sull'ottimismo dell'autore. Coerente, morale e solare, La gazza ladra risplende di vita, di note, è pieno di cose familiari e di rotture di tono, mentre assistiamo all'eterna ridistribuzione delle carte tra gli stessi giocatori e all'aggiornamento di una cronaca, di uno sguardo. Circondato dai suoi indefettibili alleati, Guédiguian realizza un film su la forza dei legami, ripetendo che la lotta non è mai vana se è preziosa per qualcuno e si combatte per chi è prezioso al cuore. Robert Guédiguian sceglie la luce, in senso letterale e figurato. Il sole di Marsiglia magnifica e sembra stilizzare i suoi personaggi, che riposano su una complicità instaurata nel tempo con lo spettatore a colpi di umanesimo, cultura, solidarietà e tanta consolazione. Un solido programma di educazione popolare.
Robert Guédiguian ha ormai trovato, nella piena maturità artistica, una levità di tocco non comune, la sua filmografia si rimpingua al costante ritmo di un film ogni due anni (questa volta è passato solo un anno, però, da E la festa continua!) e si fa testimone di una città, Marsiglia, che è porzione di territorio conosciuta ed esplorata in modo da narrare la Francia tutta, i suoi rivolgimenti sociali, [...] Vai alla recensione »
Ancora Marsiglia. Ancora un film sul tempo perduto e su quello che ancora si può creare. Ancora una comunità ferita dalla crisi e allo stesso tempo ostinata a vivere, nelle sue debolezze umane e nei suoi slanci sentimentali. Avevamo lasciato Robert Guédiguian, in E la festa continua!, alle prese con l'utopia di un mondo sociale e umanista a cui credere ancora, con quello che era probabilmente uno dei [...] Vai alla recensione »
È difficile dire qualcosa di negativo su Robert Guédiguian, il grande regista francese che, indefesso e fiero, continua a comporre il suo mosaico di vita marsigliese. Uomo del Novecento che non si barrica nelle illusioni perdute ma, anzi, s'incarica di affrontare falle e complessità della contemporaneità nella speranza che, prima o poi, il sol dell'avvenire possa sorgere ancora, Guédiguian è uno di [...] Vai alla recensione »