Titolo originale | Acide |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Just Philippot |
Attori | Guillaume Canet, Laetitia Dosch, Patience Munchenbach, Marie Jung, Martin Verset Valentijn Dhaenens, Adèle Sierra, Céline Groussard, Sara Stuckens, Wito Geerts, Blandine Lagorce. |
Uscita | giovedì 4 luglio 2024 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,65 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 3 luglio 2024
Una famiglia si trova a dover scappare da una pericolosa pioggia acida. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Acid ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 33,2 mila euro e 21,7 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
|
Michal è finito in libertà vigilata dopo aver aggredito il suo datore di lavoro durante una sommossa operaia. Fidanzato con una collega gravemente malata, è padre della quindicenne Selma, avuta dall'ex moglie Élise, con la quale ha un rapporto spesso conflittuale. Il fragile equilibrio della famiglia dell'uomo è messo ulteriormente in crisi dall'arrivo di una perturbazione di pioggia acida che colpisce l'Europa. Costretti a condividere un drammatico viaggio verso la salvezza, Michal, Élise e Selma dovranno trovare il modo per convivere e mettersi in salvo.
Un eco-thriller che sfrutta le ansie contemporanee legate al cambiamento climatico e le unisce al dramma di una famiglia in crisi, divisa dall'odio ma unita dall'istinto di sopravvivenza.
Il cinema di genere contemporaneo (thriller, horror, catastrofico) flirta sovente con la fine
del mondo. È solo una questione di tempi e modi scelti dai singoli autori: Just Philippot,
regista fattosi notare nel 2022 con Lo sciame, dove già affrontava lo scontro fra uomo e
natura in chiave sia spettacolare sia intimista, ha scelto una perturbazione di pioggia acida
che dal Sud America risale verso nord e colpisce la costa atlantica europea.
Per rendere ancora più simbolico l'evento, usa la cornice del dramma familiare per
osservare le conseguenze morali di una situazione che avvicina l'umanità alla possibilità
dell'estinzione.
Divisi soprattutto dal diverso approccio nei confronti della figlia Selma (lei
l'ha iscritta a una scuola privata che lui avversa, lui disprezza il cognato benestante che si
occupa della retta della nipote, lui lascia alla figlia le libertà che la madre le nega...), nel
momento dell'emergenza, mentre la gente cerca riparo accalcandosi ai valichi d'ingresso
delle zone chiuse, Michal ed Élise si ricompattano nel nome dell'amore per la loro figlia.
Se in questo senso la costruzione del dramma è piuttosto scontata (nella prima parte la
notizia della perturbazione è un semplice rumore di fondo di tv e radio, poi viene accolta
con scetticismo e infine giunge in tutto il suo orrore), la scelta di Philippot è quella di
mettere da parte l'elemento spettacolare della vicenda e di puntare invece sul suo
inaspettato intimismo.
Acid diventa così soprattutto una storia di sacrificio, in cui l'amore di un padre e una madre
per la figlia dona una speranza all'umanità. Tale aspetto diventa evidente quando nel
corso della fuga (soluzione narrativa un po' tirata per i capelli, visto che non si può sfuggire
a una pioggia e nessuna zona è veramente salva...), i protagonisti incontrano una famiglia
speculare alla loro, con una madre che fa di tutto per proteggere il figlio malato, e qui, di
fronte all'immagine della propria morte, trovano la forza di andare avanti.
Visivamente Acid è immerso in una luce grigiastra che ne accenta il presunto realismo. Fin
dall'iniziale uso del (finto) found footage con le immagini della sommossa che porta Michal
all'arresto, il film punta su un'immediatezza che fa nasce il thriller-horror nel cuore della
società francese e dei suoi conflitti tensioni (Michal potrebbe essere un gilet jaune, mentre
Èlise viene da una famiglia benestante).
Gli evidenti limiti di budget fanno il resto per
creare un tono minimalista che al tempo stesso guarda allo Spielberg di La guerra dei
mondi per le scene di massa, senza per fortuna provare a imitarlo fino in fondo.
Il risultato è un film ambizioso nei temi, ma piuttosto modesto nei risultati, specie se
paragonato ad altri due film del Festival di Cannes dello scorso anno che cercavano
ugualmente di unire cinema d'autore e di genere: The Animal Kingdom e Vincent deve
morire. Philippot ha però dalla sua l'umiltà di un artigiano, sa maneggiare una materia
risaputa ma delicata e lo fa affidandosi soprattutto al carisma dei suoi interpreti: Guillaume
Canet nella parte del duro Michal ed Laetitia Dosch in quella di Élise.
La minaccia del surriscaldamento globale e la devastante concretizzazione , è il tema del film di Just Philllipot , che invita a una riflessione che si fa sempre più urgente, un ammonimento a prendersi cura dell'ambiente in cui viviamo, prima che la natura si ribelli con accanimento sconvolgente. E' ciò che accade in Francia , nei pressi di Lilla, nubi tossiche provenienti [...] Vai alla recensione »
Film dal prologo interessante e tavola bianca per esprimere al massimo la capacità creativa del regista, delusione totale, il solito dramma adolescenziale che dipinge le nuove generazioni come incapaci di agire reagire e comprendere. Se è davvero così povero futuro della razza umana. Rimanendo sulla pellicola, dialoghi scadenti e trama senza una vera direzione, si perde gia al [...] Vai alla recensione »
La verità è che fa persino strano ormai incasellare come "fantascienza" un film come Acid. Molto meglio perciò rievocare, come ha fatto più d'uno, un sottogenere come l'eco-vengeance, poiché la minaccia profilata dal film descrive una realtà già in atto, con buona pace dei negazionisti del cambiamento climatico, anche se con il dovuto ridimensionamento (ma neanche troppo: ad esempio, il diossido di [...] Vai alla recensione »
Questo film catastrofico parte da un disastro ambientale che si traduce in fatali piogge acide. La minaccia diffusa e incolore è la cosa migliore di Acid, ma anche la scrittura fa la sua parte. Prima d'innescare la catastrofe Philippot costruisce i personaggi con cura e la fuga di una famiglia attraverso l'apocalisse corrisponde anche al tentativo di rimettere insieme i pezzi della loro vita.
Una volta si chiamavano eco-vengeance: i film dell'orrore in cui la Natura si ribella contro l'uomo, davanti alle umiliazioni inflitte decide di reagire e colpisce duro. Film come - a titolo di esempio - Frogs di George McCowan del 1972, cult dimenticato sulla rivolta delle rane assassine. Oggi le cose sono cambiate, nel senso che c'è una nuova apocalisse climatica non in divenire, ma già in atto; [...] Vai alla recensione »
Ha un sapore sempre più veterotestamentario il cinema di Just Phillipot, un'atmosfera confermata da questo Acid, secondo tassello di un ciclo non ufficiale che prova a incrociare l'ecologia con un'idea di disaster movie dall'impronta quasi biblico-millenarista. Così se nel precedente Lo sciame, l'umanità doveva contrastare un'invasione di aggressive cavallette, qui un padre diviso tra la nuova compagna [...] Vai alla recensione »
L'inizio sembra rimandare ai blockbuster "politici" in prima linea, di barricate contro la polizia e assalto rabbioso alle istituzioni, con tanto di immagini in bassa risoluzione a filmare l'incursione di un gruppo di operai all'interno di una fabbrica. E infatti Acid è un film "politico" ma ovviamente di "genere", che ben presto però abbandona il suo incipit sociale per incanalarsi, mantenendo la [...] Vai alla recensione »