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Ultimo aggiornamento martedì 14 giugno 2016
Dal regista di Drive e Solo Dio perdona, un film originale che unisce il dramma all'horror. In Italia al Box Office The Neon Demon ha incassato 200 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Jesse è una sedicenne che dalla Georgia raggiunge Los Angeles per tentare la carriera di modella. La sua bellezza e la sua innocenza si fanno immediatamente notare suscitando l'attenzione di colleghe ben più navigate (Gigi e Sarah) le quali si avvalgono di Ruby, una truccatrice che le si presenta come amica, per attrarla in un gioco che per lei si farà sempre più pericoloso.
Capita a volte che dinanzi a registi che tornano periodicamente ad affrontare i temi che stanno loro più a cuore ci si trovi a chiedersi se non sarebbe giunto per loro il momento di cambiare registro. Questo non è sicuramente un rimprovero che si possa rivolgere a NWR (come ora ama presentarsi sullo schermo il regista con una grafica che ricorda quella di Yves Saint Laurent). Refn è colui che si era costruito una fama come narratore di storie dure e violente che avevano come protagonisti uomini la cui esistenza veniva portata a confrontarsi con un mondo in cui la redenzione totale era impossibile. Lo troviamo ora intento a sperimentare la strada dell'horror cercando, come afferma, di girare un "horror senza horror". Così come dichiara di essere sempre stato attratto dall'idea di fare un film sulla bellezza.
Il problema nasce dal fatto che ora quel film lo ha girato ma ne è stato così ammaliato dal finire (novello Narciso) con l'annegarci dentro. Perché l'estetica da video installazione che ne permea quasi ogni inquadratura a partire dalla prima gli impedisce di accorgersi che sta solo assemblando modalità di sguardo che altri in precedenza avevano elaborato con ben altro spessore e profondità. Tanto per non fare nomi è sufficiente citare Brian De Palma e David Lynch come tracce visive ricorrenti. Ciò che però maggiormente infastidisce non è tanto la ricerca di un estetismo e di simbolismi spesso fini a se stessi quanto piuttosto la misoginia che sottende l'intero evolversi della vicenda che (va sottolineato) Refn ha girato in ordine cronologico, concedendosi quindi la possibilità di apportare quotidiane variazioni alla sceneggiatura. In questo sta la possibilità di salvezza per Mary Laws e Polly Stenham che quella sceneggiatura l'hanno scritta con lui. Perché altrimenti resterebbe la domanda su come due donne abbiano potuto concepire una storia così profondamente innervata da una disaffezione così profonda nei confronti delle appartenenti al proprio sesso.
Se gli uomini dei primi film non si vedevano concedere la possibilità di una redenzione, qui si è dinanzi a una negatività priva di qualsiasi complessità tanto che la strega di Biancaneve, che chiedeva allo specchio chi fosse la più bella del reame, farebbe, nei confronti di Ruby, Gigi e Sarah, la figura della dilettante sprovveduta. La stessa Jesse finisce con il farsi attrarre da un mondo che NWR descrive come demoniaco ma che gli ha offerto (si leggano in proposito i titoli di coda) la più ampia collaborazione. Misteri del marketing.
Parto con una premessa: ma chi ci hanno mandato a Cannes a fare i giudici? Refn è sicuramente conosciuto per la sua principale caratteristica di dividere il pubblico, come da lui stesso affermato se non riuscisse in questo vorrebbe dire che il film non è riuscito. Secondo il mio modesto parere, il cinema deve suscitare emozioni, e se questo film lo si valuta sotto questo punto [...] Vai alla recensione »
Per alcuni aspetti The Neon Demon rimanda a Fear X ma è sul piano meramente qualitativo che il nuovo film di Refn appare un passo indietro, specie se si prende in considerazione quale sia l'equilibrio perfetto tra immagine/scrittura e la capacità di eludere ogni prevedibilità attraverso scarti narrativi che si apprezzano in Bronson, Drive e in Only God Forgives.
Il film è molto lento, sicuramente non adatto al grande pubblico, proprio a causa del suo più grande pregio: l'ossessiva ricerca in ogni inquadratura di esprimere la Bellezza. Quasi tutti i fotogrammi del film potrebbero essere esposti in mostre fotografiche, grazie a un superbo lavoro del regista (e proprio per questo le inquadrature durano svariati secondi, per permettere di cogliere la bellezza [...] Vai alla recensione »
Refn è un provocatore, e per questo attira critiche e controversie come pochi. Ma prima che un provocatore è un regista, e quindi bisogna parlare dei suoi film per valutarli, non di quel che vi aleggia attorno. Tanto per cominciare classificare The Neon Demon come un film dell'orrore è a dir poco sbagliato, per quanto la pellicola giochi molto con le atmosfere che ne sono [...] Vai alla recensione »
"Morte a Videodrome. Gloria e vita alla nuova carne". La storica citazione del capolavoro firmato David Cronenberg, non è poi così errata e fuori dal proprio contesto, quanto lo farebbe pensare l'opera in questione e, sopratutto la mente dietro al tutto. Tra tossicodipendenti, guerrieri irascibili, stuntman innamorati, poliziotti in pensione - dalle metodiche discutibili [...] Vai alla recensione »
La bellezza non é tutto,é l'unica cosa. Questa é la frase chiave del film; Refn gira un film sulla Potenza della bellezza,l'importanza e l'impatto che questa ha nella nostra societá. Tutti noi diciamo che la bellezza fisica non conta e che l'importante é quello che si ha dentro,,ma in realtà non é vero, perche come dice lo stilista [...] Vai alla recensione »
The Neon Demon è una gioia visiva, un'esplosione di colori ed immagini tecnicamente perfette e ben studiate, trucco, fotografia, luci e riprese confezionano un opera patinata di perfezione assoluta. Certo, se ci si sofferma sulla trama, la sceneggiatura è molto scarna e poco curata, tante scene con poco senso, o più che altro con vari sensi d'interpretazione per lo spettatore, [...] Vai alla recensione »
Jesse è come il protagonista di "Drive": è eterea, seppure in un senso completamente diverso; Al tassista del film citato, probabilmente, nessuno avrebbe voluto assomigliare. E' solo, ai margini, tanto che alla fine sceglie la strada -anche letteralmente, forse- di un "non eroe "solo. , Jesse, invece, è un 'eroina, [...] Vai alla recensione »
N.W REFN si dimostra un autore molto interessante, continuando quel tipo di cinema che aveva proposto con Solo Dio Perdona. Dove pero' quest'ultimo peccava di una trama eccessivamente banale, composta di messaggi e contesti difficili da interpretare e soprattutto cogliere, The Neon Demon invece trasmette i suoi concetti in modo diretto e arrogante, sfruttando a pieno le immagini ultra ricercate, [...] Vai alla recensione »
Thriller-horror discontinuo, ibrido e frastornante, il film parte discretamente ma dopo la prima ora si fa sempre piu’ confuso e bizzarro, passando da minuti di pura noia (come nella lunghissima, per nulla bella e totalmente superflua scena della sfilata, durante poco meno di 5 minuti e che si sarebbe potuta tranquillamente tagliare per intero, con gran beneficio della pellicola) a bruschi cambiamenti [...] Vai alla recensione »
Appena arrivata a Los Angeles per intraprendere la carriera di modella, la giovane Jesse viene ingaggiata da un famoso guru della moda, entrando nelle mire di tre inquietanti colleghe morbosamente attratte dall'ideale di candore e di bellezza che la ragazza sembra incarnare. Oggetto un pò misterioso di una disinvolta ambizione festivaliera, questa ennesima riproposizione del [...] Vai alla recensione »
L'eterea Jesse è una giovanissima ragazza con il sogno della moda. A tale scopo, si reca a Los Angeles e riesce a farsi reclutare da un magnate del settore. Sotto la guida dell'ambigua truccatrice Ruby, fra luci psichedeliche, flash e set fotografici, la ragazza scoprirà a sue spese quali famelici demoni accende la sua diafana bellezza e la sua virginea innocenza.
Ci aveva stupiti con “Bronson” (2008), che lanciò il talento di Tom Hardy, e folgorati con “Drive” (2011), indimenticabile l’interpretazione di Ryan Gosling. Nicolas Winding Refn lo abbiamo atteso per le prove successive con aspettative alte e giustamente motivate ed è arrivato “Solo Dio perdona” (2013), deludendo tuttavia i più. Confuso, ambizioso, autocompiaciuto.
Ogni qual volta che esce nelle sale cinematografiche un'opera di Nicolas Winding Refn si solleva subito un gran parlare o, comunque, della polemica per l'originalità e la spregiudicatezza del suo modo di fare cinema. E puntualmente così è avvenuto quest'anno all'ultimo Festival del Cinema a Cannes con la presentazione del suo ultimo film "The Neon [...] Vai alla recensione »
Senza la Bellezza, scriveva Dostoevskij, l'umanità è perduta. Ciò che sgomenta maggiormente di questo film algido, perfetto nelle forme, ammaliante e repellente ad un tempo, è la precisione con cui racconta la più grande tragedia della contemporaneità: la perdita della capacità di tollerare la bellezza, la spinta consumistica ad appropriarsene, a [...] Vai alla recensione »
"La bellezza è tutto" ecco la frase, che nel film viene pronunciata dallo stilista, nella quale si potrebbe riassumere il film del regista danese Nicolas Winding Refn. Questa affermazione potrebbe avere una doppia valenza. Nella prima sicuramente ci fa pensare alla nostra seducente protagonista, una giovane sedicenne orfana di nome Jesse che decide di trasferirsi a Los Angeles per conquistare le passerelle [...] Vai alla recensione »
Solo merito per quei registi che li riconosci ad ogni singolo fotogramma, che sono rassicuranti tanto quanto prevedibili. Si chiama Stile, dicono. E la versione degenerata dello stile si chiama Marchio, dico. NFR, piazzato sotto al titolo The Neon Demon (lo si cita solo per completezza d’informazione), dà lo stesso esito degli abiti esposti nella vetrina di un negozio: sai già che quello che vedi è [...] Vai alla recensione »
Visionario e conturbante, si narrano le traversie di una giovane modella alle prese con le attenzioni e le invidie del seducente mondo della moda. Una pellicola dalla patina cupa e surreale, una storia torbida che si perde nell'ossessiva ricerca della percezione estetica, un insieme di sequenze controverse che si smarriscono in un vortice di sottogeneri stroncati sul nascere da un ritmo così tedioso [...] Vai alla recensione »
Condivido il giudizio, pessimo, sul film. Non condivido lo stupore per tanta condivisa misoginia e non mi illudo affatto che le sceneggiatrici, perché donne, non ne siano colpevoli. Anzi. Lo stesso mi sembra ingenuo lo stupore per il marketing sotteso. Il modo della moda vive di negatività e ne fa uso da sempre. Il film da questo punto di vista è del tutto COMPLICE di quanto vorrebbe [...] Vai alla recensione »
Non mi sono informato particolarmente su questa pellicola e come amante di refn avevo paura di restare deluso, cosa che non è successa.questo film segna un'ulteriore evoluzione di refn che si è ispirato ad Argento, Lynch, Brian de Palma per dare la sua personale idea del mondo della moda attraverso immagini simboliche, disturbanti ma al tempo stesso di una bellezza unica
Refn provoca, divide il pubblico (che poi è il suo obiettivo). Il film riesce, impossibile staccare gli occhi dallo schermo, delle immagini meravigliose. Semplicemente bellissimo.
Estetica fine a se stessa, visivamente fanstico, scene cult, colonn sonora immersiva e affascinante ma pecca di quel qualcosa che rende godibile il viaggio all'interno di questa caotica e corrotta los angeles.
SCRIVO QUESTA OPINIONE UN PO' A FATICA.. E ONESTAMENTE A DISTANZA DI QUASI UN MESE DALLA VISIONE.. IL FILM NEL COMPLESSO E' "TECNICAMENTE" BELLO.. LE ATMOSFERE AMBIENTALI.. LA FOTOGRAFIA.. COLONNE SONORE E SAPIENTE USO DEL CONTRASTO DI LUCI MISTO A CAPACITA' NELL'USO DELLA TELECAMERA.. BELLISSIME DONNE (CAPACI ANCHE DI MOSTRARE SUFFICIENTI ORE A CORSI DI RECITAZIONE.
Ottimo film, bravi attori, bella fotografia e magnifici costumi.
Non ricordo di aver mai visto nulla del genere,nel Genere. Esteticamente quest'opera è di valore assoluto,laddove immagini e musica sono di abbacinante accuratezza,onanistica ricerca del bello. A restare due passi indietro è,quasi inevitabilmente,il coinvolgimento. Il film è freddo e distante,poco commestibile,ma resta un opera d'arte per forme,colori,luci ed ombre. [...] Vai alla recensione »
Il capolavoro di Nicolas Winding Refn è un'immersione totalizzante in un mondo onirico, surreale, orrorifico. Il trionfo della coesione tra forma e sostanza, dove l'estetica in quanto tale diventa essa stessa contenuto. Uno dei migliori film degli anni 2000
Refn gira un pò la versione nel mondo della moda di "Le streghe di Salem".Che però aveva il pregio,lo si apprezzi o meno(io l'ho apprezzato),di non perdere di vista la trama.In questo caso il regista si lascia prendere la mano dall'estetica.Per quanto bellissime ed impeccabili come la confezione in generale e le attrici,le sequenze visionarie prevalgono eccessivamente [...] Vai alla recensione »
Il regista ammanta la pellicola d'imperscrutabilità e psicologismo, anche con l'aiuto delle musiche. Il nocciolo della trama è uno ed uno soltanto: la bellezza. Parafrasando il discutibile slogan juventino (a tal proposito sarebbe curioso sapere se qualcuno l'abbia fatto notare al movie director) per cui "vincere non è importante, è l'unica cosa che [...] Vai alla recensione »
Tempo perso in tutto e per tutto,sto film non vale manco la pellicola su cui e' stato impresso,una noia mortale una trama che manco il gabibbo poteva scriverla,insomma il nulla assoluto!!!
una cagata pazzesca, ah, però, chiedo scuna alle cagate (----------------------------------- *)
Volevo leggere la trama, invece ho letto una recensione / giudizio scusatemi ma potreste fare distinzioni tra Recenzioni e Trame perche altrimenti si finisce col essere tuttuno....
Film visionaro artistico, orrendo per la maggior parte della gente, guardatelo solo se vi piace il genere.
Tra cinema e moda i frequenti rapporti sono giustificati non solo dalla condivisione di uno spirito rappresentativo e trasformativo nei confronti della società e dell'individuo, ma anche dalla similitudine delle due industrie creative. Esse - legate anche da una storia di resistenze da parte delle élite culturali rispetto al loro statuto artistico - trovano nell'innovazione culturale e nell'ispirazione sulle identità un ruolo fondamentale, nel Novecento e ancora oggi.
The Neon Demon è un film sulla moda? Difficile dirlo. Certamente è ambientato nel mondo delle modelle e della fotografia di moda di Los Angeles, e dunque - che Nicolas Winding Refn lo voglia o meno - dobbiamo osservare il suo film anche da questo punto di vista.
La moda del resto trova nel cinema, e oggi sempre di più, un repertorio impareggiabile di ispirazione. Basti pensare al mondo di Wes Anderson, cineasta che meglio di tutti sembra declinare in questi anni una relazione densa e produttiva con le fashion house e con la storia della moda e del design. Interessa forse di più a Refn quel rapporto tra icona, corpo e abito, capace di trascinare con sé forme carismatiche di estetica cinematografica. Dal ricorso al modello neorealista per le campagne "siciliane" di Dolce & Gabbana alle collezioni di Jean Paul Gaultier, Valentino e Alexander McQueen ispirate a Il cigno nero di Darren Aronofsky (il film contro cui The Neon Demon sembra ingaggiare una propria lotta personale), fino a quelle di Thom Browne chiaramente influenzate dalla saga di Hunger Games, gli ultimi anni hanno visto moltiplicarsi le occorrenze - e non parliamo ovviamente di tutta la produzione "a margine", più o meno direttamente gestita dalle case cinematografiche: t-shirt, accessori, gadget, abiti per bambini e così via, legata per lo più ai blockbuster.
Spaccato del mondo privo di anima della moda, ritratto di una società ossessionata dal culto della bellezza, The Neon Demon di Nicolas W. Refn dovrebbe esprimere sdegno morale; e, del resto, immaginare la Los Angeles della fashion come un microcosmo popolato di vampiri e cannibali rappresenta una condanna in sè. In realtà il film non sferra l'emozionale pugno allo stomaco che vorrebbe, e tuttavia come [...] Vai alla recensione »
Epifenomeno della purezza fìsica tra le armi letali del professionismo delle top model e dell'entourage pompato di agenti e fotografi, l'innocente sedicenne Jesse (una Fanning-Alice) si lascia conquistare dal potere che un perverso senso della perfezione le riconosce e desidera vampirizzare. Atmosfera lugubre, battute sentenziose tra il sublime e la stupidaggine, e il morboso amore narcisista di NWR [...] Vai alla recensione »
A Cannes l'hanno fischiato. Male, malissimo. Perché il regista danese Nicolas Winding Refn, un rebus già nel nome, ha fatto un capolavoro. Di umorismo, purtroppo per lui involontario. A Los Angeles una slavata sedicenne vuole diventare top model. Finisce al laccio di una truccatrice lesbica, che, respinta, si consola all'obitorio a cavalcioni di una defunta.