steffa
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giovedì 27 giugno 2024
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1/3 di capolavoro
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credo che il capolavoro finisca quando Marlon Brando viene sparato ed esce di scena portandosi via tutto il suo fascino, di seguito il film diventa davvero un filmetto con la faccia da pesce lesso di Al Pacino
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steffa
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giovedì 27 giugno 2024
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versione estesa
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visto oggi per la prima volta in assoluto, vista la versione da 3 ore includente i tagli del film originale, devo dire che pur essendo ben realizzato a livello di fotografia, regia e recitazione, la storia di per se non è nulla di che, un po scontata, violenta e pessimista
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fabio 3121
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domenica 28 febbraio 2021
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michael succede al padrino a capo della "famiglia"
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il film è l'adattamento cinematografico del romanzo "Il Padrino" di Mario Puzo qui coosceneggiatore insieme al regista Francis Ford Coppola. La storia è ambientata a New York nel 1945 ed inizia con una grande festa nella villa di Don Vito Corleone "il Padrino" (Marlon Brando) per il matrimonio della figlia Connie. Il Padrino, che concede la sua amicizia a tutti coloro che gli chiedono favori in cambio di riconoscenza assoluta, è a capo di una delle famiglie malavitose di italo/americani che fanno affari illegali soprattutto nel campo delle scommesse clandestine. Don Vito ha 3 figli maschi naturali: Santino (James Caan), Fredo e Michael (Al Pacino) più un figlio adottivo Tom Hagen (Robert Duvall) suo avvocato consigliere.
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il film è l'adattamento cinematografico del romanzo "Il Padrino" di Mario Puzo qui coosceneggiatore insieme al regista Francis Ford Coppola. La storia è ambientata a New York nel 1945 ed inizia con una grande festa nella villa di Don Vito Corleone "il Padrino" (Marlon Brando) per il matrimonio della figlia Connie. Il Padrino, che concede la sua amicizia a tutti coloro che gli chiedono favori in cambio di riconoscenza assoluta, è a capo di una delle famiglie malavitose di italo/americani che fanno affari illegali soprattutto nel campo delle scommesse clandestine. Don Vito ha 3 figli maschi naturali: Santino (James Caan), Fredo e Michael (Al Pacino) più un figlio adottivo Tom Hagen (Robert Duvall) suo avvocato consigliere. Dopo aver rifiutato di entrare in un grosso affare di droga con Sollazzo, affiliato alla famiglia Tartaglia, Don Vito è vittima di un un attentato ma resta gravemente ferito e, dopo una lunga degenza in ospedale, torna a casa. Michael decide di vendicare il padre uccidendo in un ristorante Sollazzo e il capo della polizia corrotto dopodiché si rifugia in Sicilia a Corleone dove si sposa con la giovane Apollonia. Dopo la morte si quest'ultima in un un'attentato e la morte di Santino in un imboscata, Michael ritorna a New York, sposa la sua precedente fidanzata Kay, e dopo la morte per infarto di Don Vito gli succede diventando il nuovo Padrino della famiglia Corleone. La pellicola dura 3 ore ma la sceneggiatura è talmente ricca di situazioni emozionanti che coinvolgono pienamente lo spettatore senza un attimo di pausa. Ottimi sono i dialoghi cosi come la scenografia e la fotografia della pellicola che si avvale di una colonna sonora diventata oramai un "cult". La regia è magistrale, sia con diversi lunghi piani sequenza che con dei primi piani degli attori, anche secondari, che danno grande intensità nelle loro interpretazioni, oltre alle realistiche scene d'azione dei vari attentati. Se per Marlon Brando si trattava di una conferma della sua bravura aumentata dalla caratterizzazione del viso un pò gonfio e dalla voce bassa e pacata tipica di un boss, la vera rivelazione del film risulta la prova di Alfredo "Al" Pacino, giovane attore sconosciuto alle case di produzioni cinematografiche ma che il regista volle a tutti costi, preferendolo ad attori già famosi, per il suo volto di italo/americano essendo realmente figlio di un italiano siciliano emigrato negli Stati Uniti. Il successo imprevisto del film con record di incassi, 3 premi Oscar, darà vita a 2 successivi sequel. Si tratta di un capolavoro del cinema mondiale che va visto, rivisto e consigliato alle nuove generazioni. Voto: 10/10.
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mr.rizzus
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mercoledì 10 febbraio 2021
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arte pura
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salvatore01
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mercoledì 17 luglio 2019
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il più classico dei classici
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La pellicola americana per eccellenza, la migliore interpretazione di Al Pacino e il ruolo che ha consegnato Marlon Brando alla Storia, nell'Olimpo dei grandi del cinema.
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noia1
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lunedì 24 giugno 2019
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l’amore (per la famiglia) ai tempi della mala.
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Le vicende della famiglia Corleone: gli usi mafiosi nell’affresco delle mille vicende umane che fanno da fulcro.
Il talento di Francis Ford Coppola ora come ora è risaputo, certo che ai tempi – pur già con una certa esperienza alle spalle – deve aver colpito forte e ben in fondo un po’ a tutti con quest’opera. Un’opera al cardiopalma dove sì spesso il ritmo è scandito da tempi tesissimi e prolungati ma dove, anche, la trama non dà respiro nel susseguirsi degli eventi, un po’ come un’esperienza sulle montagne russe, piena di ribaltamenti senza limiti: che sia il tirare la corda fino al colpo di scena, che in cinque minuti cambia le carte in tavola, o che sia l’azzardarsi di mostrare la violenza fino all’insopportabile; non ci sono proprio limiti.
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Le vicende della famiglia Corleone: gli usi mafiosi nell’affresco delle mille vicende umane che fanno da fulcro.
Il talento di Francis Ford Coppola ora come ora è risaputo, certo che ai tempi – pur già con una certa esperienza alle spalle – deve aver colpito forte e ben in fondo un po’ a tutti con quest’opera. Un’opera al cardiopalma dove sì spesso il ritmo è scandito da tempi tesissimi e prolungati ma dove, anche, la trama non dà respiro nel susseguirsi degli eventi, un po’ come un’esperienza sulle montagne russe, piena di ribaltamenti senza limiti: che sia il tirare la corda fino al colpo di scena, che in cinque minuti cambia le carte in tavola, o che sia l’azzardarsi di mostrare la violenza fino all’insopportabile; non ci sono proprio limiti. Questi soggetti loschi e feroci come pochi ci si aspetterebbe di vederli con la bava alla bocca, furibondi per la sete di sangue, ne “Il Padrino” invece sono sempre a capo chino, solennemente combattuti tra il cieco amore per la propria famiglia e la fredda spietatezza di dialoghi incentrati su come ammazzare il Pinco Pallino di turno, dialoghi durante incontri che iniziano tra pacche sulle spalle e che spesso finiscono con un massacro. Soggetti loschi tutt’altro che ortodossi, sottomessi a regole personalissime, ammazzano la gente dopo aver preso i pasticcini come fosse una delle tante azioni componenti la normale quotidianità, persone che nelle loro fastose stanze stanno come stanno i vampiri delle favole: sempre in penombra, in un inquietante religioso silenzio.
“Il Padrino” è considerato uno dei film più belli della storia, ma cos’ha in più rispetto a tanti altri che trattano gli stessi temi? Quando nomini Coppola c’è poco da chiedersi dato che non butta via un’inquadratura; le scene epiche – entrate nell’immaginario collettivo in maniera preponderante – parlano da sole; già queste due cose basterebbero a giustificarne il successo, eppure questo film fa anche di più: mostra la persona praticamente nuda. Tra soldi ed assassinii c’è il padre pacato; i fratelli (quello ribelle, quello distaccato, quello fedele e quello scemo); la sorella, donna maltrattata dal marito; ed i vari personaggi che entrano in affari con i Corleone, dall’accondiscendente all’orgoglioso, dal debole al traditore. Una descrizione che va quasi oltre la rappresentazione della società, la deviata società mafiosa forse più vicina a noi di quanto non crediamo dal punto di vista umano, la rappresentazione che si vuole fare punta più in fondo, quasi fosse l’uomo stesso quello che il regista aveva in mente di rappresentare. Morti e drammi a mettere insieme i pezzi di una famiglia intera per una storia che vuole raccontare molto di più, vuole andare in fondo grazie ad attori di sicuro ben diretti (che poi nel tempo han saputo inoltre riconfermare più volte le loro capacità) ma anche accompagnati da quei toni da tragedia greca, toni forse più utili allo spettatore che alla qualità stessa della pellicola, un invito a cercar di capire quell’analisi profonda dell’uomo che stava nelle intenzioni del regista; ecco cos’è a parer mio questo film.
Una storia comunque onesta, il regista non sbaglia una scelta per quanto riguarda la messa in scena soprattutto in certe scelte molto (giustamente) fastidiose, sì perché se la vicenda umana è forte e se l’affresco è solenne, comunque si stanno trattando temi di malavita; per cui quando si muore lo si fa veramente e come dei cani per di più – che siano i buoni o i cattivi, quello figo o il pezzente – chi muore lo fa sempre e comunque come un cane: questa dissacrazione dell’antieroe, assieme alle musiche a dir poco epiche e a tratti inquietanti, rendono questa un’opera impeccabile.
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fabio
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venerdì 1 marzo 2019
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un classico del cinema americano
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Il film che non ha bisogno di presentazioni. Tutti lo conoscono anche quelli che non l'hanno visto.
Rimane un riferimento del cinema di genere. Indimenticabile interpretazione di Brando.
Oggi potrebbe sembrare un film superato, la mafia non è più quella di Don Corleone e anche il modo di raccontare il fenomeno è cambiato. Tuttavia c'è un aspetto più profondo che và a toccare nell'intimo. La famiglia, l'onore e il rispetto di uomini in una terra straniera. La semplicità delle origini contadine e i legami di sangue e fedeltà sopra tutto.
L'orgoglio di gente abituata alla vita dura.
Tutto questo si respira per tutto il film.
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Il film che non ha bisogno di presentazioni. Tutti lo conoscono anche quelli che non l'hanno visto.
Rimane un riferimento del cinema di genere. Indimenticabile interpretazione di Brando.
Oggi potrebbe sembrare un film superato, la mafia non è più quella di Don Corleone e anche il modo di raccontare il fenomeno è cambiato. Tuttavia c'è un aspetto più profondo che và a toccare nell'intimo. La famiglia, l'onore e il rispetto di uomini in una terra straniera. La semplicità delle origini contadine e i legami di sangue e fedeltà sopra tutto.
L'orgoglio di gente abituata alla vita dura.
Tutto questo si respira per tutto il film.
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alejazz
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lunedì 18 febbraio 2019
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un "must" del cinema internazionale
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New York anni '50 (secondo dopoguerra). L'America riscopre un periodo fiorente fatto da successi, boom economici e riprese dopo la cristi del '29 e i due conflitti mondiali. Ma tra un successo ed un altro, la criminalità organizzata proveniente dai più profondi latifondi siciliani viene importata nel Nuovo Continente. Don Vito Corleone (Marlon Brando) è a capo di una numerosa famiglia composta non solo dalla moglie e dai suoi 4 figli (3 maschi, Sonny, Michael e Fredo e 1 femmina, Conny) ma anche da altri membri "acquisiti" come Tom e Clemenza.
Nella prima parte "Il padrino" narra le vicende della potenza dei Corleone, dell'assassinio (mancato) di Don Vito e quindi dell'ascesa di Michael per rivendicare il tentativo di far fuori il padre (che tra l'altro è oramai anziano e avanti con l'età).
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New York anni '50 (secondo dopoguerra). L'America riscopre un periodo fiorente fatto da successi, boom economici e riprese dopo la cristi del '29 e i due conflitti mondiali. Ma tra un successo ed un altro, la criminalità organizzata proveniente dai più profondi latifondi siciliani viene importata nel Nuovo Continente. Don Vito Corleone (Marlon Brando) è a capo di una numerosa famiglia composta non solo dalla moglie e dai suoi 4 figli (3 maschi, Sonny, Michael e Fredo e 1 femmina, Conny) ma anche da altri membri "acquisiti" come Tom e Clemenza.
Nella prima parte "Il padrino" narra le vicende della potenza dei Corleone, dell'assassinio (mancato) di Don Vito e quindi dell'ascesa di Michael per rivendicare il tentativo di far fuori il padre (che tra l'altro è oramai anziano e avanti con l'età).
Il Padrino è un film appartenente al ceppo gangster dove le sparatorie e le acciuffatine si susseguono una dietro l'altra. Ha però una particolarità: attira un pubblico variegato che non necessariamente ama questo genere. Il segreto sta proprio nella bravura di Coppola ad aver progettato una trama intrigante rifacendosi all'omonimo romanzo di Puzo; ma il noto successo è dato anche dalla strepitosa bravura e interpretazione di alcuni pilastri fondamentali del cinema internazionale come Marlon Brando, Al Pacino e Caan (Impressionante lo sguardo penetrante di Al Pacino).
Non c'è da stupirsi se una pellicola ben tenuta, che regge a dei ritmi forti e sostenuti, guidata da un cast d'eccezione, sia riuscito ad aggiudicarsi diversi premi Oscar tra cui miglior film , miglior sceneggiatura e migliore attore.
In conlusione....
Consigliato?? Sì, assolutamente e rivolto a un pubblico +14
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chiara
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mercoledì 16 gennaio 2019
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il potere della famiglia corleone
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Il Padrino parte I ha un posto in classifica tra i migliori film di sempre. Le ragioni di questo primato sono numerose e avendo visto di recente la pellicola posso capirne il perchè. Innanzitutto l'indiscutibile regia di Francis Ford Coppola che, rende le scene e le situazioni realistiche e verosimili, poi la mirabile bravura degli attori che, si rivelano autentici e ben calati nella parte. Oltre ovviamente a Marlon Brando che impersona il leggendario Vito Corleone, colpisce il talento di Al Pacino, a quell'epoca attore non ancora famosissimo che, nei panni di Michael Corleone risulta pienamente convincente. Si tratta di un personaggio assolutamente affascinante che, subisce un' evoluzione rispetto all'inizio della storia.
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Il Padrino parte I ha un posto in classifica tra i migliori film di sempre. Le ragioni di questo primato sono numerose e avendo visto di recente la pellicola posso capirne il perchè. Innanzitutto l'indiscutibile regia di Francis Ford Coppola che, rende le scene e le situazioni realistiche e verosimili, poi la mirabile bravura degli attori che, si rivelano autentici e ben calati nella parte. Oltre ovviamente a Marlon Brando che impersona il leggendario Vito Corleone, colpisce il talento di Al Pacino, a quell'epoca attore non ancora famosissimo che, nei panni di Michael Corleone risulta pienamente convincente. Si tratta di un personaggio assolutamente affascinante che, subisce un' evoluzione rispetto all'inizio della storia. Un romantico militare innamorato della bella ed elegante Diane Keaton prima, successivamente un individuo spietato e calcolatore che, mette a frutto la propria abilità e l'intelligenza a servizio della "famiglia". Il Padrino è un film corale che, racconta le vicende di una famiglia mafiosa di origini siciliane impiantata in America e della bramosia di potere che, è in grado di distruggere le vite degli uomini. Michael, il figlio più piccolo di Don Vito Corleone è il prediletto del padre e decide di abbandonare prima gli studi e poi l'esercito per salvare il potere di Don Vito, gravemente ammalato. Il ragazzo decide a questo punto di entrare a far parte degli "affari di famiglia" dai quali fino a quel momento si era tenuto volontariamente in disparte e dimostrando di essere più scaltro rispetto ai suoi fratelli, diventa il nuovo "padrino" , prendendo il posto di Don Vito. Il film è sicuramente curato nei minimi dettagli, con una colonna sonora indimenticabile. Particolarmente suggestiva risulta la parte ambientata in Sicilia, dove Michael si reca per nascondersi e viene "fulminato"dalla bellezza di Apollonia, giovane ragazza corleonese. Del film colpisce la sicilianità che, fa da protagonista. Atteggiamenti e modi di parlare, perfino cenni del capo che sono riprodotti con grande naturalezza. Lo ritengo un vero capolavoro, anche se bisogna stare ben attenti a non idealizzare i personaggi della pellicola facendone quasi degli "eroi". La finzione cinematografica va relegata alla sfera dell'arte, la vita reale è un'altra cosa.
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chrisnolan
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lunedì 4 settembre 2017
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capolavoro
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Uno dei più grandi film della storia
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