L'esilarante avventura di due sorelle che devono salvare il matrimonio della terza sorella. E il rapporto con lei, malgrado i postumi di una sbornia. Espandi ▽
La sahti è una birra molto forte aromatizzata al ginepro, che si trova solo in Finlandia, e che si produce
preferibilmente in casa seguendo metodi secolari. Le due sorelle Taina e Pirkko ne sono apprezzate (e
invidiate) produttrici: ma quando la terza sorella gliene chiede cento litri per il proprio matrimonio,
iniziano i guai. Sensi di colpa inevasi, rivalità quasi letali con i vicini, beffe del destino e irresistibile
voglia di assaggiare il prodotto renderanno la fornitura dei cento litri una vera e propria odissea
tragicomica. Recensione ❯
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L'ampia narrazione della presa di coscienza di una donna e di un Paese che vive ancora con le sue contraddizioni. Drammatico, Francia, Tunisia, Italia, Qatar2024. Durata 123 Minuti.
Una ragazza ha l'occasione di cambiare vita. Ma il destino si mette di traverso. Espandi ▽
Aya ha quasi trent’ann è sopravvissuta a un incidente ma creduta morta, Aya trova inaspettatamente l’occasione per fuggire. Raggiunta Tunisi, affronta con coraggio una nuova vita con una nuova identità, ma non riesce in realtà a sfuggire al suo destino. Ispirata da un fatto di cronaca avvenuto dopo la rivoluzione del 2011, la vicenda porta dentro le contraddizioni della nuova società tunisina, finalmente libera dal giogo del dittatore Ben Ali ma ancora immersa in un clima d’oppressione e corruzione. Aïcha è la storia di una presa di coscienza, di un corpo che trova il coraggio di mostrarsi, di una società che trova la forza di ribellarsi. Lo stile è come da copione piano e classico, la narrazione ampia e meccanica nei suoi colpi di scena. Recensione ❯
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Dopo decenni di solitudine, una famiglia benestante che vive in una miniera di sale entra in contatto con una ragazza sconosciuta. Espandi ▽
Anni dopo una catastrofe climatica che ha estinto la vita sulla Terra, una famiglia di ex capitani d'industria vive ancora nel bunker sotterraneo. In un ambiente elegante e confortevole, la Madre, il Padre, un'amica di famiglia, il maggiordomo, il medico e una cameriera si occupano principalmente dell'educazione del Figlio, che ha una ventina d'anni e non ha mai conosciuto la vita di prima. L'arrivo di una ragazza da fuori, sopravvissuta al tentativo della sua famiglia di raggiungere il bunker, porta scompiglio. Come difendere, dunque, un mondo strenuamente costruito?
Joshua Oppenheimer, autore di uno dei documentari più scioccanti degli anni Duemila (L'atto di uccidere), esordisce nel cinema di finzione con un musical che immagina un'umanità oltre la fine del mondo, condannata a vivere senza prospettive. Immerso in atmosfere stranianti per eleganza e composizione figurativa, il film sfiora a più riprese il kitsch per come cerca di dare forma simbolica allo spirito millenaristico di cui è imbevuto.
The End è un film senza subbio coerente. E forse ci dice, non tanto chi saremo o chi potremmo essere, ma chi siamo. Recensione ❯
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Un film potente e audace che affronta l'ossessione per la bellezza. Horror, Drammatico - Gran Bretagna, USA2024. Durata 140 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna decide di aderire a un programma che le permette di essere a settimane alterne la versione più giovane di se stessa. Espandi ▽
La regista francese Coralie Fargeat torna a raccontare il femminile facendo leva su quello sguardo maschile che ha raccontato le donne al cinema (e le ha tenute in ruoli preconfezionati in ogni settore). L’egocentrismo di quello sguardo, che vuole le donne eternamente giovani e sorridenti e non dà alcun valore alla loro maturità, è stato completamente interiorizzato dalle due protagoniste, perché entrambe sono disposte a qualunque diavoleria per mantenere bellezza e gioventù, nonché il piccolo potere che ne deriva loro in un mondo gestito dagli uomini. Fargeat gestisce con lucidità e senso dello spettacolo la messinscena di questa storia estrema improntata all’esasperazione davanti ad una cultura che relega le donne in un ruolo funzionale al maschile. La regista stroppia, tira troppo in lungo la metafora, entra a gamba tesa nel trash e nel camp, sottolinea ogni dettaglio facendo di ogni smagliatura una sconfitta e di ogni centimetro di pelle tonica un punto d’onore: e ha il coraggio di creare momenti comici e satirici che più che al body horror sembrano puntare alla parodia di una società che mette una pressione insostenibile sul corpo femminile, e lo fa attraverso una costruzione filmica audace, solida e puntuale. Recensione ❯
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Un'opera attuale sulla difficoltà, o addirittura impossibilità, di un dialogo. Vincent Lindon sempre una garanzia. Drammatico, Belgio, Francia2024. Durata 110 Minuti.
Pierre, operaio nelle ferrovie, ha due figli uno dei quali, il maggiore, si avvicina a gruppi di estrema destra che rappresentano l'esatto contrario dei principi del padre. Espandi ▽
Pierre, ferroviere cinquantenne, alleva i suoi due figli da solo. Quando Louis, il più giovane, lascia casa per studiare alla Sorbona di Parigi, Fus, un po' più grande e non molto bravo negli studi, diventa sempre più riservato. Affascinato dalla violenza, si ritrova coinvolto in gruppi di estrema destra, antitesi dei valori di suo padre. Recensione ❯
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Un film corale e multiforme che accoglie volentieri i contrasti e i dibattiti sulle varie concezione di amore. Commedia, Italia2024. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tratto dall'omonimo spettacolo di Franca Rame e Dario Fo, è un film sul desiderio di felicità. Un'esplorazione sulle modalità e le forme dell'amore nel mondo contemporaneo. Espandi ▽
Antonia riceve una singolare proposta dal marito: aprire la coppia a nuove frequentazioni. Dal palcoscenico alla realtà Chiara Francini, che interpreta Antonia, si confronta con il macro-tema del poliamore, venendo a conoscenza di nuovi mondi e modi di praticarlo, senza risparmiarsi dibattiti anche accesi. Un film multiforme, aperto, quasi spalancato, quello che dirige Federica Di Giacomo. Interessante come pochi nella sua determinazione a raccontare, secondo linguaggi, stili e contesti continuamente diversi, una tematica immensa come il poliamore.
Funziona l’idea di questo film corale in tutti i sensi, in cui si incrociano persone e personaggi, visioni e vissuti, in un costante dibattito a più voci che accoglie volentieri il contrasto e lo mostra a chi guarda come interessante spunto di riflessione La cinepresa riprende teorie e tesi contrapposte: chi la pensa in un modo, chi un altro, ognuno è libero di vivere l’amore (e il poliamore) come vuole e il film ha la capacità e l’intenzione di raccontare ogni punto di vista dando la medesima dignità a ciascuno. Recensione ❯
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Due infermieri cinici e annoiati rompono la monotonia degli interminabili turni notturni scommettendo sulla resistenza di un anziano paziente. Espandi ▽
Angelo e Salvatore, due infermieri del Santi Martiri di Napoli, condividono tutto. Quando la notte di Ferragosto arriva un paziente in coma, l’ottantenne signor Caputo, i due scommettono sulla sua vita. In palio ci sono 200 euro e una settimana di ferie tra Natale e Capodanno. Per vincere la scommessa i due infermieri faranno qualsiasi cosa. È una commedia nera profondamente cinica, il nuovo film firmato da Giovanni Dota. Protagonisti assoluti dal primo all'ultimo minuto gli ottimi Carlo Buccirosso e Lino Musella, nei panni di due infermieri che portano avanti le incombenze quotidiane come possono e si raccontano nel mentre le proprie vite. Senz'altro valida l'intenzione di raccontare con feroce ironia uno spaccato troppo spesso edulcorato al cinema come in televisione, vale a dire il variegato microcosmo umano degli ospedali e in particolare di chi ci lavora, con turni massacranti, pochissimi mezzi e ancora meno soddisfazioni. Perché in certe notti gli ospedali diventano terre di nessuno, dove il confine tra legittimo e illegale è assolutamente labile e rischia di confondersi e far confondere. Recensione ❯
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Un padre e una figlia investono un unicorno. Si rivolgono a una grande azienda farmaceutica per salvarlo. Espandi ▽
Elliot, dirigente vedovo di un'azienda farmaceutica, si reca con la figlia Ridley nella fastosa tenuta del suo capo, Odell Leopold. Guidando a gran velocità per il grave ritardo accumulato, Elliot finisce per investire un animale che si era fermato in mezzo alla strada: solo che non si tratta di un animale qualsiasi, ma di un unicorno. Quando la famiglia Leopold comprende che il sangue degli animali magici ha delle proprietà curative, pensa di sfruttare la scoperta a scopo commerciale. Nessuno però ha fatto i conti con l'ira di mamma e papà unicorno, assetati di vendetta.
Sull'avvenimento principale attorno a cui ruota il debutto di Alex Scharfman il titolo lascia pochi dubbi, forse consapevole che l'effetto sorpresa sia garantito in ogni caso dall'estrema singolarità del soggetto. Il film non è una commedia né un horror, bensì un ibrido dei due generi, di quelli cari alle produzioni A24.
Gli effetti cgi, discutibili ma volutamente camp, non aiutano ad alzare il livello di coinvolgimento, che si limita all'apprezzamento per un casting pregevole - Ortega sempre più goth queen, Poulter che riprende il ruolo di spregevole cafoncello di Midsommar (benedice Ari Aster tra i produttori) - seppur parzialmente sprecato. Recensione ❯
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Il dramma di una famiglia in difficoltà che deve affrontare una gravidanza inaspettata. Espandi ▽
Mona Ortiz ha un figlio che soffre di un ritardo mentale, Joel. Quando Joel mette incinta la ragazza di cui è innamorato, Ocèane, che è a sua volta disabile, Mona vede la sua vita futura complicarsi ulteriormente, e in un impulso del momento porta Joel a fare una gita, dicendogli che andrano in Antartide, ovvero dove Joel pensa che abiti quel padre che non ha mai conosciuto. Sarà per entrambi un viaggio alla scoperta dei propri limiti e possibilità.
Il film trova la sua forza nella straordinaria Laure Calamy, che sa passare senza sforzo apparente dalla leggerezza della commedia allo strazio del dramma.
Un esordio davvero promettente, che è la storia di ogni rapporto madre-figlio diventato una co-dipendenza e che fa tesoro dell'esperienza documentaria della sua autrice in termini di attenzione ai dettagli e di fedeltà alla complessità del reale. Recensione ❯
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Un film introspettivo e fortemente attuale, che mostra come il silenzio possa diventare un'arma contro gli abusi. Drammatico, Belgio, Svezia2024. Durata 97 Minuti.
Una stella del tennis decide di non testimoniare contro il suo allenatore indagato. Espandi ▽
Julie è una giocatrice di tennis di talento, la più forte del suo club. Un giorno apprende della morte di una giocatrice e il suo allenatore finisce sotto indagine. Tutti le fanno domande e la incoraggiano a parlare, ma Julie decide di mantenere fino all'ultimo un silenzio assoluto sulla vicenda.
Un film introspettivo e fortemente attuale, che mostra come il silenzio possa diventare un'arma per scagliarsi contro gli abusi sessuali nel mondo dello sport.
Del film fuziona soprattutto il nobile intento di raccontare come non esista un tempo per denunciare, ognuno si prende il suo e fa quello che sente, specie le vittime di abuso costrette a fronteggiare una serie di traumi e di fantasmi. La denuncia allora, come sa bene Julie, rappresenta l'ultimo atto, quello estremo, quando si implode di silenzio e senso di ingiustizia, quando fare finta non basta, quando è troppo tardi per reagire ma si può ancora agire, provando a fare la cosa giusta. Per sé e per chi non ha avuto la forza di sopravvivere, come la compagna di squadra di Julie. Recensione ❯
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Jazz e decolonizzazione s'intrecciano e riscrivono un episodio della Guerra Fredda. Espandi ▽
1960: sedici Paesi africani vengono ammessi alle Nazioni Unite, scatenando un terremoto politico. Per mantenere il controllo sulle ricchezze dell'ex Congo belga, Re Baldovino trova un alleato nell'amministrazione Eisenhower, che teme di perdere l'accesso alle forniture di uranio, vitale per la produzione di bombe atomiche. In veste di ambasciatore, il jazzista Louis Armstrong si trasforma inconsapevolmente nel paravento per il primo colpo di Stato post-coloniale in Africa, mentre altri artisti come Nina Simone, Duke Ellington e Dizzy Gillespie si trovano di fronte a un gravoso dilemma: come rappresentare un paese in cui vige ancora la segregazione razziale? La guerra fredda raggiunge l'apice quando il leader sovietico Nikita Kruscev denuncia all'Assemblea Generale la complicità delle Nazioni Unite nella destituzione di Lumumba. Un magistrale racconto a più voci e a ritmo sincopato su come è stata minata l'autodeterminazione africana negli anni '60. Recensione ❯
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Un biopic sportivo dedicato alla figura di Marty Reisman. Espandi ▽
Ebreo newyorkese classe 1930, Marty Reisman scoprì il ping pong a soli 12 anni, giocando nel lower East Side. Divenuto professionista, vinse numerosi titoli, tra i quali uno all'età di 67 anni, che gli valse il record di vincitore più anziano in una competizione nazionale. Soprannominato "Ago" per il fisico sottile, amava vestirsi in modo eccentrico con abiti dai colori vivaci, cappelli panama e accessori sgargianti. Recensione ❯
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Un uomo reagisce con violenza all'arrivo di tre nuove persone all'interno del suo villaggio. Espandi ▽
Siamo in Inghilterra alla vigilia della cosiddetta rivoluzione industriale. L’arrivo di un cartografo incaricato di mappare il territorio, di un trio di sgraditi stranieri, e di un signorotto cittadino che reclama il dominio su quel feudo, è destinato a cambiare le cose per sempre. Per il suo quinto lungometraggio, Athina Rachel Tsangari attinge al romanzo omonimo del britannico Jim Crace, che torna a un periodo lontano e poco esplorato della storia del paese: il passaggio dall’agricoltura di sussistenza alla logica del profitto per inscenare un apologo sul potere (e l’altra faccia dello stesso, l’impotenza) e denunciare una rivoluzione senza rivoluzionari. Sfortunatamente, nell’adattamento per lo schermo, il racconto da poetico si fa confuso e tematicamente caotico. Le istanze ambientaliste si sovrappongono a quelle sociali e antropologiche. Proposto come un western anticapitalista, Harvest appare piuttosto come una parabola atemporale e scontata, che manca della dose minima necessaria di ironia, e sottomette il pensiero al potere dell’immagine. Recensione ❯
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Matthias sembra essere perfetto ma la sua vera sfida è essere se stesso. Presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 81. Espandi ▽
Un fidanzato da portare con te il weekend se non desideri che i vecchi amici ti credano ancora single? Un figlio che ti faccia fare bella figura a una cena aziendale e magari ottenere una promozione? Un compagno per andare a teatro o anche solo per fare conversazione? Matthias è il candidato perfetto per tutti questi ruoli e altri ancora. Basta noleggiarlo, pagare, e si può stare certi che tutto filerà liscio.
L'opera prima di Bernhard Wenger affonda in un humus riconoscibile, lo stesso del suo conterraneo Seidl (più che altro formalmente, nella predilezione di inquadrature fisse) ma anche del norvegese Trier (in particolare La persona peggiore del mondo) e poi, su tutti, dello svedese Ostlund, il cantore dell'ipocrisia della borghesia intellettuale contemporanea; anche se quest'ultimo resta più un modello aspirazionale che altro, una citazione da un piano inferiore.
Tutto è performance, anche l'esaurimento nervoso. Tutto è spettacolo, perché lo spettacolo è (ormai) nell'occhio di chi guarda. Recensione ❯
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Un artista ripensa la sua vita e la sua arte dopo un incontro casuale. Espandi ▽
Jean-Yves Machond, un artista concettuale in crisi, lascia Bruxelles e va a Étretat, la località della Normandia nota per le falesie immortalate da Claude Monet. L'incontro con un pittore locale, ovviamente figurativo, lo porterà a ripensare non solo la sua arte, ma anche la sua vita. Recensione ❯
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