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Ultimo aggiornamento lunedì 18 maggio 2009
Griffin Mill è un produttore. È ai vertici di una compagnia cinematografica e la sua volontà è legge. Ha la Range Rover col fax, casa strepitosa, abiti Armani e decide quali copioni diventeranno film. Attorno a lui ruota il mondo del cinema. Il film ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes, In Italia al Box Office I protagonisti ha incassato 360 .
CONSIGLIATO SÌ
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Griffin Mill è un produttore. È ai vertici di una compagnia cinematografica e la sua volontà è legge. Ha la Range Rover col fax, casa strepitosa, abiti Armani e decide quali copioni diventeranno film. Gli sceneggiatori gli raccontano cinquantamila soggetti all'anno e lui realizza dodici film. Un giorno riceve una lettera anonima, viene minacciato di morte. E continua a riceverne. Risale, attraverso il computer, al nome di uno sceneggiatore che mesi prima aveva avuto delle promesse non mantenute. Lo cerca e lo trova a Pasadena che sta guardando Ladri di biciclette. I due si parlano ma l'altro, scontrosissimo, non sta al gioco. C'è una lite e lo sceneggiatore finisce ucciso, involontariamente. Griffin conosce la compagna del morto e ne diventa l'amante. Viene anche inquisito ma la testimonianza chiave si rivela infondata, anzi, quasi comica. Nel frattempo assistiamo a varie istantanee del mondo hollywoodiano. Uno è potentissimo e un'ora dopo non lo è più. Accade allo stesso Griffin. Un regista sembra assolutamente onesto e per fare il suo film accetta di essere sepolto dai compromessi. Ma qui tutto finisce bene. La moglie del produttore (che è sempre l'ex compagna dell'assassinato) saluta il maritino che arriva dal lavoro, lei è rosea e incinta. La coppia è felicissima. Tim Robbins e Altman sono stati entrambi premiati a Cannes. Il grande regista americano, dopo una serie di film che piacevano soprattutto a lui, "scende" nello spettacolare per manifestare ancora una volta la sua attitudine al suicidio e alla distruzione. E non è difficile distruggere l'ambiente del cinema, altri lo hanno fatto, e con molta suggestione, prima di lui; ricordiamo il celebrerrimo Viale del tramonto come archetipo. Il trionfo dei cattivi felici e sorridenti è comunque un passo avanti nel cinismo. Il fatto di divertire e fare sorridere mentre tutti i valori vengono capovolti non rende il film "meno cattivo". Ma si tratta comunque di un grande film. E c'è persino un esercizio di virtuosismo nel primo piano sequenza, di ben otto minuti, per chi ama il cinema da quell'ottica. Il budget non consentiva l'operazione di grandi star, ma il prestigio di Altman è altissimo e le grandi star sono apparse gratis. Fanno se stessi attori come Burt Reynolds, Julia Roberts, Bruce Willis, Malcolm McDowell, Cher, Susan Sarandon, Rod Steiger, Peter Falk, Jeff Goldblum, Nick Nolte, James Coburn e Jack Lemmon.
Altman gira un film su Hollywood e il cinema, e lo fa lucidamente e in maniera spietata. Il cinema che racconta se stesso può sembrare poco interessante, o perlomeno autoreferenziale, invece quella che ci propone Altman è una storia valida e fuori dagli schemi ma, allo stesso tempo, fedele a tutti i requisiti di un blockbuster - requisiti che vengono elencati proprio durante il film. Piace [...] Vai alla recensione »
Sono poco obiettivo quando si tratta di Robert Altman perché amo la sua forma filmica ancor prima di dover pazientare per i contenuti, ma qui non c'è distinguo. Nel raccontare quale sia il processo creativo di un film hollywoodiano, tra produttori inguainati nel loro cinismo in giacca e cravatta e segretarie che paiono i loro cani da guardia, il regista attua una mirabile destrutturazione [...] Vai alla recensione »
Le prime scene di "The players" ci regalano una carrellata, sottile ma non troppo, pungente ma non troppo, sul mondo produttivo e creativo (?) di Hollywood, secondo lo stile corale caro al regista di "Short cuts". Emerge quell'atmosfera mista tra satira sociale e thriller che pervaderà l'intera pellicola, ma senza la drammaticità dell'opera appena citata e l'umorismo del tanto bistrattato "Pret-a-porter". [...] Vai alla recensione »
La storia “attorno” a I protagonisti è interessante almeno quanto la storia “nel” film. Beninteso in termini di etologia del mondo del cinema. Riassumiamo la vicenda in venticinque parole, come Altman stesso raccomanda si faccia per ogni buon soggetto. “Regista già celebre e osannato, poi caduto in disgrazia, gira un film sulle perversioni del sistema holl~’woodiano, e Hollywood, oltre che il pubblico, [...] Vai alla recensione »
Hollywood non ama gli scrittori: si sentono tutti artisti, hanno in testa grandi idee, non capiscono che ciò che conta, nel cinema come in qualsiasi altra industria, è la capacità del prodotto di fare denaro. Quantità, non qualità. O meglio, una qualità giudicata con metri diversi da quelli dell'arte: ottima fattura, conoscenza di ciò che il mercato desidera, nessuna indulgenza verso le "fantasie autoriali" [...] Vai alla recensione »
«Ciak, si gira!»: la più celebre frase del cinema si sovrappone alla caricatura di un set, con il regista al di qua della macchina da presa e la diva al di là. È l'inizio di The Player, in italiano I protagonisti. In fondo, è lo stesso «Ciak, si gira!» con cui Robert Altman dà il via al suo film. Poi, una zoomata indietro allarga il campo. La caricatura è un quadro che domina l'intera parete di un [...] Vai alla recensione »