Con i suoi capelli arruffati, gli occhiali tondi e gli immancabili baffi, Maurizio Nichetti è definito «il Woody Allen italiano». Il suo cinema, sospeso tra comicità e fantasia, si distingue per il forte legame con la tradizione del burlesque classico. Regista innovativo, sceneggiatore, attore e produttore, ha saputo creare un universo surreale e poetico, mescolando humor e invenzione visiva in opere sperimentali che hanno lasciato il segno.
I primi anni
Figlio di un ragioniere impiegato nell'amministrazione scolastica, nasce a Milano l'8 maggio 1948 in una famiglia della piccola borghesia. Sua madre, appassionata di cultura, lo portava spesso nei musei, trasmettendogli sin da piccolo l'amore per l'arte. Debutta sul palcoscenico a soli 10 anni, esibendosi come imitatore durante una festa del PCI in un cortile di Calvairate, dove si giocava al «Musichiere». Dopo il liceo scientifico, si iscrive al Politecnico di Milano e nel 1975 si laurea in architettura. Parallelamente agli studi, inizia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Nel 1971 entra a far parte della Bruno Bozzetto Film come sceneggiatore, mentre al Piccolo Teatro di Milano lavora anche come attore e frequenta un corso di mimo tenuto da Marise Flach, allieva di Étienne Decroux. La sua passione per il palcoscenico lo porta a fondare la compagnia Quelli di Grock, dove affina il suo stile mimico e surreale, elementi distintivi della sua carriera.
Il successo cinematografico
Nel 1979, debutta alla regia con Ratataplan, un film a episodi realizzato con mezzi limitati ma con straordinaria creatività. Girato con Quelli di Grock, omaggia i grandi maestri del muto come Chaplin, Buster Keaton e Jacques Tati. L'assenza di dialoghi rende il film universalmente fruibile, permettendone la distribuzione in tutto il mondo senza bisogno di doppiaggio. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il lungometraggio riceve l'apprezzamento di pubblico e critica. Un momento memorabile è l'incontro con Alberto Sordi, che lo prende sottobraccio e gli sussurra: «Bravo, ho riso per un'ora e mezza». Il successo si consolida l'anno successivo con Ho fatto splash, che racconta le disavventure di un giovane ingenuo e sognatore che fatica a integrarsi nella società moderna. Nel 1989 esce Ladri di saponette, operazione di metacinema acclamata dalla critica e vincitrice del Festival di Mosca. Gli anni Novanta si aprono con Volere volare, fiaba contemporanea in tecnica mista, girata alla Martesana, con la quale trionferà al Festival di Montreal. Luna e l'altra, commedia del 1997 che esplora lo sdoppiamento della personalità, gli vale la vittoria al Festival del Cinema Fantastico di Bruxelles e una candidatura al Golden Globe come miglior film straniero. Dodici mesi dopo, Nichetti è membro della giuria alla Berlinale e, nel 1999, a quella del Festival di Cannes. Il nuovo millennio segna un maggiore impegno nel teatro e nell'insegnamento. Nel 2025, esce AmicheMai, un road movie con la storica musa Angela Finocchiaro, che rappresenta la sua undicesima regia, a distanza di un quarto di secolo da Honolulu Baby. Il titolo di quest'ultimo è una citazione di Stanlio e Ollio ne I figli del deserto.
La rivoluzione in tv
Tra gli '80 e i '90, si dedica al piccolo schermo creando programmi originali e innovativi, come il varietà Quo vadiz? Su Rete 4, lo show per ragazzi Pista! Per Raiuno e Fantasy Party, programma del primo canale in cui ripropone i migliori cortometraggi di animazione. Dirige inoltre oltre 150 spot pubblicitari.
L'attività di docente
Nel corso degli anni, Nichetti ha svolto attività didattica presso il Centro sperimentale di cinematografia (CSC) sezione Animazione di Torino, l'Università Cattolica di Milano e la Civica Scuola di Cinema di Milano, che ha diretto nell'anno accademico 2009/'10. Attualmente è docente di regia presso il corso di laurea magistrale di Televisione, Cinema e New Media dell'Università IULM.