Titolo originale | Police |
Titolo internazionale | Night Shift |
Anno | 2020 |
Genere | Thriller |
Produzione | Francia |
Regia di | Anne Fontaine |
Attori | Omar Sy, Payman Maadi, Virginie Efira, Grégory Gadebois, Aurore Broutin Nagisa Morimoto, Tadrina Hocking. |
MYmonetro | 2,59 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 29 febbraio 2020
Tre poliziotti devono riportare un uomo al confine ma cominciano ad insorgere dubbi di coscienza.
CONSIGLIATO NÌ
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Tre poliziotti come tanti si dividono tra i turni in un distretto parigino e le circostanze della vita privata. Virginie è sposata e con un figlio, ma scopre di essere di nuovo incinta dopo una breve relazione con il collega Aristide. Allegro e scanzonato, quest'ultimo è un agente capace ma di certo non meticoloso, cosa che infastidisce Erik, il quale insiste per il rispetto delle regole e tiene dentro tutta la frustrazione di un matrimonio che va a rotoli. I tre si ritrovano una sera sulla stessa auto di pattuglia per una missione straordinaria: un prigioniero da scortare in aeroporto prima del rimpatrio in Tajikistan, dove andrà incontro a morte certa.
Due diversi modi di intendere il genere poliziesco si contaminano - a volte scontrandosi - nel film di Anne Fontaine tratto da un romanzo di Hugo Boris, che inizia come un'adeguata ma convenzionale storia corale di poliziotti da marciapiede per poi sfiorare temi e ambientazioni da stipendio di un paio di gradi più alto, con detenuti stranieri da rimpatriare su uno sfondo di torture e abusi.
Come ogni contaminazione che si rispetti, il risultato è migliore in spazi angusti, e Fontaine trasforma una struttura iniziale ariosa - fili narrativi che si riavvolgono da prospettive diverse, capitoli dedicati alla vita di ognuno dei protagonisti - in un serrato confronto nell'abitacolo dell'auto. L'occhio della regista è ben focalizzato sulle debolezze e le titubanze personali, anche se non manca una certa tensione sui possibili sviluppi di questo peculiare road movie a metà.
Tutto può succedere perché i personaggi sono i primi ad andare contro le regole, tanto quelle della divisa quanto quelle di genere. È una trama che non funziona mai appieno, e che come la serratura difettosa della porta promette sempre qualcosa di imprevisto. Anche il misterioso prigioniero (il celebre attore iraniano Payman Maadi, star di Una separazione) è confuso dal poliziesco "al contrario" in cui è stato trascinato, in cui gli agenti cercano di far scappare i criminali.
A risollevare in parte le sorti di Police ci sono fortunatamente Virginie Efira e Omar Sy, che abitano tanti stereotipi delle storie in divisa con grazia e freschezza particolari, importate direttamente dai rispettivi personaggi pubblici e dai ruoli più famosi (non a caso i ruoli ricalcano note dei film di Justine Triet per l'una e Nakache/Toledano per l'altro). Vero fulcro del terzetto è però Grégory Gadebois, caratterista che non si fa schiacciare e si prende la scena anche quando viene lasciato a borbottare in auto durante una pausa fast food.
Profondamente sbilanciato nelle sue componenti, nei livelli di qualità realizzativa e nei riferimenti di genere (pagando dazio al fatto che questo tipo di storie sono ormai di fatto prerogativa del dramma seriale), Police trova motivi di interesse proprio nella sua diversità, in una missione portata a termine per sbaglio; e con poliziotti come questi, non poteva essere altrimenti.
Il plot di Police si risolve in una storia d’amore tra poliziotti, un racconto essenzialmente intimista e romantico che la Fontaine tenta di coniugare, con effetti paradossali per l’inverosimiglianza del punto d’unione, alla denuncia umanitaria sul trattamento riservato dallo Stato ai profughi rifugiati per motivi politici in Francia. La ripetizione delle stesse scene, riprese da angolature diverse, [...] Vai alla recensione »
I poliziotti Virginie, Erik e Aristide accettano una missione: scortare all'aeroporto un rifugiato respinto per garantirne il rimpatrio. Ma la prima capisce che l'uomo, rientrato nel suo paese, rischia la morte. La regista nel preambolo individua i tre personaggi cardinali, li segnala con didascalia, ne mette in scena un brandello di quotidianità per restituirne la dimensione esistenziale, l'ambiente [...] Vai alla recensione »
Vi piace Virginie Efira? Sì, la 44enne attrice belga molto apprezzata in Francia e non solo, era in giuria alla scorsa Mostra del cinema di Venezia. Io la trovo magnifica, una che sa maturare bene e non disdegna le sfide audaci, anche sul fronte del nudo e delle scene di sesso. Ma non è questo il caso. Consiglio caldamente di vederla in "Police", appena arrivato su Sky grazie all'accordo con StudioCanal. È [...] Vai alla recensione »
Tutto si può rimproverare al cinema di Anne Fontaine tranne la curiosità di esplorare mondi distanti, di compiere percorsi di avvicinamento ai generi per lambirli e poi volare oltre. Un cinema fatto soprattutto di donne, di volti e corpi che si incontrano e si sfuggono continuamente, nella vana ricerca di una requie, concetto chiaro già dal titolo del primo lungometraggio diretto, Les histoires d'amour [...] Vai alla recensione »