Anno | 2024 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Francia |
Regia di | Céline Sallette |
Attori | Charlotte Le Bon, John Robinson, Damien Bonnard, Judith Chemla, Jesse Guttridge Radu Mihaileanu, Quentin Dolmaire, Virgile Bramly, Marie Zabukovec, Eric Pucheu, Grégoire Monsaingeon, Léo Dussollier, Xavier De Guillebon, Alain Fromager, Thomas Silberstein, Charles Templon, Maxime Saint-Jean, Hugo Brunswick, Romain Sandère. |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 24 maggio 2024
Una donna si trasferisce in Francia per dimenticare le difficoltà del passato ma non tutto andrà come sperava.
CONSIGLIATO SÌ
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Nel cuore di Niki si nasconde un segreto tremendo, un ricordo di violenza subita che continua a tormentare la sua mente. In ospedale psichiatrico prima, e a casa poi, scopre il potere terapeutico e liberatorio dell'arte. Così, tra un tentativo e l'altro, tra crisi di nervi e un litigio amoroso, riuscirà a diventare l'artista Niki de Saint Phalle.
È un film pieno di dolore, il raffinato biopic su Niki de Saint Phalle, diretto dall'attrice e regista Celine Sallette.
Il dolore attanaglia la vita della protagonista, che cresce custodendo - ma mai sopportando - un segreto inconfessabile. Una violenza indicibile subita da bambina, che continua a tormentarla da adulta. Questo le provoca crisi di nervi, freddo inspiegabile, e atteggiamenti sui generis. Come quando da adolescente fu punita per aver imbrattato con il rossetto le parti intime delle statue di un museo, provocando lo sdegno assoluto dei suoi severi genitori.
Da adulta Niki può contare sul sostegno di suo marito, l'autore americano Harry Mathews, che la accompagna in ospedale psichiatrico. Siamo negli anni 50, le pratiche sono più di contenimento che di cura, la protagonista conosce l'elettroshock e la ferocia di trattamenti che le vorrebbero soffocare l'istinto creativo. Un medico sembra intuirlo, e da allora tutto prenderà un'altra piega.
Ci tiene a raccontare bene il contesto, la regista Celine Sallette, per inquadrare al meglio il suo personaggio in crisi e la genealogia della sua psicosi, prima che delle sue opere. Finisce per mettere in scena uno spaccato di vita tormentata, nella quale l'arte, prima teatrale e poi pittorica, interviene come traduzione di emozioni primordiali, come espressione sofferta di segreti inconfessabili e come volano di riconoscimento sociale.
Riconoscimento che stenterà ad arrivare, Niki dovrà scontare la scarsa fiducia sulle donne dell'epoca, considerate sempre "mogli di", e l'invidia di colleghe maligne che bollano la sua arte come un "passatempo da moglie".
La protagonista Charlotte Le Bon tiene sulle spalle tutto il film, con una performance viscerale che ricorda a tratti Winona Ryder di Ragazze Interrotte, a tratti Marion Cotillard nelle sue scene più intense e malinconiche. Nel mezzo c'è Le Bon, nelle sue esplosioni di rabbia sempre sul crinale dell'over acting, e nei suoi sguardi colmi di pensieri e malinconie, interrotti solo talvolta dal calore emotivo dei suoi mariti (il secondo è lo scultore svizzero Jean Tinguely).
Restano immagini potenti e simboliche, come l'arsenale di coltelli nascosti sotto il letto. Resta un uso curioso dello split screen per alcune scene clou, a cui la regista sceglie di dare maggior ritmo e risalto.
Ai titoli di coda affida il racconto di chi diventerà veramente l'anima fragile di questo racconto, il cui solo difetto, a volerlo trovare, è rivelarsi monocorde, insistere cioè sempre sullo stesso punto, la centralità della (mancata) salute mentale della protagonista. Un'artista che verrà poi conosciuta in tutto il mondo per le sue opere di pittura e scultura, e per il meraviglioso Giardino dei Tarocchi italiano, ispirato - come racconta il film - dalla sua fascinazione per il Parc Guell di Gaudì a Barcellona.
La prima idea di Niki è venuta a Céline Sallette dopo che ha visto un'intervista di Niki de Saint Phalle del 1965. L'attrice francese, che si è fatta conoscere con il ruolo di Clotilde in L'Apollonide di Bertrand Bonello ed è stata diretta, tra gli altri, da Costa-Gavras, Cédric Kahn, Jimenez, André Téchiné e da Ginevra Elkann in Magari, ha realizzato il suo primo film come regista con lo scopo di [...] Vai alla recensione »