Titolo originale | Pee Mak Phrakanong |
Anno | 2013 |
Genere | Horror |
Produzione | Tailandia |
Regia di | Banjong Pisanthanakun |
Attori | Mario Maurer, Davika Hoorne, Nattapong Chartpong, Pongsatorn Jongwilak Wiwat Kongrasri, Kantapat Permpoonpatcharasuk, Sean Jindachot, Mahboub Hosseinzadeh. |
MYmonetro | 3,15 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 aprile 2014
Mak invita a casa quattro commilitorni per fargli conoscere la moglie. In paese si dice però che la moglie sia morta e sarebbe rimasto solo il suo fantasma.
CONSIGLIATO SÌ
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Mak ritorna dalla guerra insieme ai suoi commilitoni e trova la moglie Nak ad aspettarlo con il piccolo Dang. Gli abitanti del villaggio, terrorizzati, avvertono Mak del fatto che Nak sia ormai un fantasma ma Mak non presta loro ascolto. Ma gli amici si accorgono che qualcosa non va in Nak e Dang.
Per i thailandesi la leggenda Mae Nak Phra Khanong della povera Nak, abbandonata dal marito in guerra, ma che non smette di amarlo dopo la morte, vanta una popolarità tale da essere stata trasposta su schermo più di quaranta volte. Mai prima d'ora in chiave farsesca, però: ci pensa Banjong Pisanthanaku, forse il regista più famoso dell'horror thai (Shutter, Alone) con un'operazione dissacrante, una sorta di Scary Movie su un "testo sacro" della cultura nazionale. Pregi e difetti sono i medesimi di Scary Movie, persino degli episodi più riusciti. Reggere più di novanta minuti sulla commedia degli equivoci tra vivi e morti, uomini e spettri, sarebbe un'impresa ardua anche per una sceneggiatura scritta da Billy Wilder e Pee Mak prevedibilmente arranca nella parte conclusiva. Ma restano le buone impressioni di una comicità istintiva, merito di un quartetto (il numero magico della comicità, come dimostrano i fratelli Marx) ottimamente assortito, quasi clownesco nella gestualità: ci sono lo stolto, il codardo, lo scaltro e l'arrapato, in ruoli a volte intercambiabili o sovrapposti. Calcando la mano sui tratti caratteriali e sul ridicolo di situazioni imbarazzanti, come nella sequenza del gioco dei mimi o quella irresistibile nel luna park, quello che emerge è un meccanismo comico ben oliato, dovuto al fatto che non si tratta del debutto per i personaggi di Aey, Ter, Shin e Puak. I quattro erano già comparsi negli episodi girati da Pisanthanaku negli omnibus 4bia e 4bia2, proseguendo una tradizione ormai tipica del cinema thailandese, che con Yuthlert Sippapak e Petchtai Wongkamlao ci ha iniziato ai piaceri dello humour politicamente scorretto e privo di freni inibitori. Pisanthanaku privilegia un approccio più discreto, meno disturbante, attento anche al lato horror, e riesce ad accontentare un target più vasto, portando Pee Mak a un poco prevedibile ma meritato successo presso il pubblico locale.