Titolo originale | Carbone |
Titolo internazionale | Carbon |
Anno | 2017 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Olivier Marchal |
Attori | Benoît Magimel, Gringe, Idir Chender, Laura Smet, Michaël Youn Dani, Patrick Catalifo, Gérard Depardieu, Moussa Maaskri, Fred Épaud, Jean-Philippe Mancini, Naomie Winograd, Carole Brana, Katherine Erhardy, Noam Amiel, Manuel Munz, Djessi Camara, Farid Larbi, Cedric Camus, Min Man Ma, Davia Martelli, Sarah Lazaar, Catherine Arditi, Antoine Cholet, Carole Fantony, Michel Ochowiak, Christophe Favre, Anne Lemoël, Raouf Bouhlal, Céline Bekerman, Micky Sébastian, David Van de Woestyne, Gary Gillet, Husky Kihal, Abdelkader Hoggui, Claire Morin. |
Uscita | giovedì 28 giugno 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 2,77 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 luglio 2018
Un uomo decide di organizzare una rapina per tentare di risollevare le sorti della sua attività. Ma le cose non saranno così semplici. In Italia al Box Office La truffa del secolo ha incassato 11,4 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Antoine Roca possiede un'impresa di trasporti di famiglia, ma la scarsità delle commesse e la tassazione eccessiva lo portano al fallimento. Il suo commercialista gli comunica l'unica buona notizia, riceverà 16000 euro vendendo quote di CO2 ad un'altra impresa meno virtuosa sull'emissione del gas nocivo. Vessato dal ricco suocero Aron Goldstein, anche a tavola, durante lo shabbat, di fronte a moglie e figlio, Antoine decide di elaborare il suo complesso piano delinquenziale a discapito del sistema fiscale francese ed europeo. Per salvare la propria situazione decide di aggirare lo stato sfruttando una scappatoia nel sistema di tassazione del carbone.
Antoine contatta due piccoli malviventi e la loro madre Dani, anch'essi di famiglia ebraica e tramite loro, il potente Kamel Dafri, spietato spacciatore di droga, che gli presterà 5 milioni di euro per iniziare la loro attività illecita.
Ma la truffa lo trascinerà in una spirale discendente di malavita, corruzione e tradimenti.
Dopo Gangsters, 36 Quai des Orfèvres e A Gang Story, Olivier Marchal torna con un nuovo polar, La truffa del secolo, dal titolo originale ben più interessante, Carbone. Ispirato alla storia vera di cinque uomini che tra il 2008 e il 2009, misero in atto una truffa miliardaria sulle tasse per le emissioni di CO2 ai danni dello Stato francese e altri paesi europei, La truffa del secolo racconta il disperato tentativo di un uomo qualunque di salvare la propria impresa dal fallimento e il folle piano criminale che lo porterà inevitabilmente alla sua stessa fine.
Il maestro del polar francese si serve ancora una volta della sua esperienza da ex poliziotto per indagare il mondo parigino della malavita, della criminalità organizzata e del marciume che in fondo accomuna tutte le classi sociali, le etnie, le professioni. Tuttavia, La truffa del secolo sembra più ispirato all'estetica del cinema poliziesco americano che all'esperienza personale del regista un tempo al servizio delle forze dell'ordine francesi. Non riuscendo ad eguagliare la potenza delle sue opere precedenti, il film di Marchal è un elegante e patinato noir dall'impostazione classica e la storia coinvolgente che però non apporta nulla di nuovo al paesaggio del polar francese.
"Un proverbio arabo dice che solo tre cose danno valore a un uomo: l'autorevolezza, la ricchezza e la sfortuna. Io sono stato sfortunato e fortunato da conoscerle tutte e tre. Non so se questo fa di me un uomo buono o cattivo, so soltanto che il denaro è inutile quando dobbiamo morire". Sulle parole di Antoine Roca si apre e chiude la narrazione che finisce per ripiegarsi su se stessa in un vortice nero senza alcuna possibile via di fuga. Sulle stesse note rap della canzone "Suicide Social" di Orelsan, si apre e chiude la storia di Antoine, interpretato da un brillante Benoît Magimel, che riesce piuttosto bene a dividere la scena con il ricco suocero dal volto di Gerard Depardieu.
Seducente e a volte eccessiva, però, è la rappresentazione del protagonista e del suo universo, che risultano a tratti inverosimili. Troppo velocemente Antoine cresce nella scalata sociale che si misura con le nuove macchine di lusso, gli abiti pregiati, la nuova casa con vista sulla Tour Eiffel. Altrettanto eccessivi appaiono i comportamenti dello spacciatore, Kamel, e dei suoi affiliati, che per quanto utili allo sviluppo della trama, avrebbero potuto essere approfonditi meglio da un regista esperto che ha un'ottima conoscenza del mondo della criminalità organizzata.
Marchal, dunque, mette in secondo piano le dinamiche della truffa per concentrarsi piuttosto sul personaggio di Roca e sulla sua lenta ma inevitabile rovina. Roca non è un criminale di professione o per vocazione, ma lo diventa per rabbia, per dimostrare al suocero di non essere un fallito. Ma alla rapida ascesa corrisponde una altrettanto rapida caduta nel vuoto. La truffa del secolo è una riflessione su come la sete di denaro e potere logorino l'animo umano contaminando gli affetti e le relazioni più profonde. È dunque la rete familiare su cui si muove il thriller che rende coinvolgente la storia dal ritmo incalzante. Inoltre, colpisce come Marchal utilizzi il noir per mettere alla berlina l'imprenditore, la famiglia ebrea, gli spacciatori arabi e i delinquenti cinesi in una comune storia di criminalità che diventa un affresco nero di un'umanità perduta. Dagli ebrei che si riuniscono in sfarzose feste dell'alta società ai sottomondi urbani delle gang arabe, la malavita accomuna tutti, neanche la polizia ne esce immune. La Parigi di Olivier Marchal, dunque, si tinge dei grigi di un mondo fosco e dei blu di un regista disilluso.
Marchal mostra di essere uno dei più interessanti interpreti del genere; ne conosce perfettamente le regole, ed è ogni volta capace di stravolgerle per consegnare allo spettatore opere spesse e attuali, senza utilizzare le scorciatoie classiche: basti considerare la profonda pietà con cui mette in scena la violenza. Anche La truffa del secolo è una storia di fallimento; [...] Vai alla recensione »
“La Truffa del Secolo”, la nuova opera cinematografica del regista francese Olivier Marchal, è un film noir/poliziesco dove ovviamente predomina la lotta tra il bene e il male e dove ogni personaggio è composto di luci ed ombre insieme, riunendo così un po’ in sè entrambi gli estremi della suddetta dicotomia.
La sceneggiatura di Emmanuel Naccache e Olivier Marchal si basa su fatti di cronaca accaduti nel 2008, risalenti ad una truffa sul mercato delle emissioni di anidride carbonica, ai danni del fisco francese e all' U.E.Antoine Roca è un imprenditore in difficoltà economiche, costretto a dichiarare il fallimento dell' azienda di trasporti ereditata dal padre.
Il titolo italiano un po' svia. Perché Carbone è nero come nell'originale e si inserisce bene nel solco del polar in cui i francesi sono maestri. Marchal è più interessato a raccontare atmosfere di alcune famiglie ebree che ruotano attorno al protagonista (Benoit Magimel) che, per non perdere l'azienda di famiglia, si inventa una truffa contro il fisco.
Come in ogni thriller del "colpo grosso" di raggiro internazionale ci si appassiona più al come che al perché. Una gamma di computer per spostamenti di soldi, travestimenti con barbe e tinture, società nei paradisi fiscali, i fondi in prestito da delinquenti arabi minacciosi. A capo di tutto questo c'è un imprenditore ebreo incensurato costretto al fallimento (Magimel poco delinquente molto perbene), [...] Vai alla recensione »
La storia era nei giornali qualche anno fa. Un gruppo di malviventi si è accorto che il traffico delle quote carbone permette, tramite una serie di matriosche finanziarie, di frodare lo Stato. Conto del raggiro: 8 miliardi di euro (di cui 1,6 in Francia). Il resto è una fiction che scimmiotta il cinema americano, senza valore aggiunto. Olivier Marchal è noto per essere un ex poliziotto, un «flic». Vai alla recensione »