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Ultimo aggiornamento giovedì 11 aprile 2019
I coniugi Loving decidono di sposarsi, la coppia interraziale sarà costretta a lasciare lo Stato, ma combatterà per la sua causa. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, 4 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a Spirit Awards, In Italia al Box Office Loving - L'Amore Deve Nascere Libero ha incassato 338 mila euro .
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Richard Loving vive in una zona rurale della Virginia americana. Sua madre fa la levatrice, lui è muratore, e si diletta a mettere mano ai motori delle automobili per farle vincere alle gare di strada. È innamorato di Mildred, ricambiato, e la porta a Washington per sposarla. Ma è il 1959 e la Virginia punisce con il carcere le unioni miste. Al bianco Richard e alla nera Mildred non resta che dichiararsi colpevoli e accettare un esilio di 25 anni in un altro stato. Grazie all'interessamento della lega per i diritti civili, il caso Loving versus Virginia arriverà fino alla corte Suprema.
Il bianco può essere un colore accecante e doloroso. È quello che sperimenta il personaggio di Richard Loving uscendo dal buio della notte e della cella e scontrandosi con l'abbagliante luce del sole e con la durezza dello sceriffo locale e della sua ideologia separatista.
Non lo sapeva ancora Richard, bianco tra i neri, ma, come Mildred (una donna del suo tempo, non certo una pasionaria), ne vede distintamente l'ingiustizia, la contraddizione con la natura stessa dell'amore.
Nelle argomentazioni dei detrattori del processo, che parlano di unioni contro il volere di Dio e di figli sbagliati, non è difficile sentir riecheggiare, oggi, argomenti di storia recente (negli Stati Uniti la Corte Suprema ha sentenziato da poco il diritto al matrimonio omosessuale), ma Loving non è un film a tesi e Jeff Nichols non è un regista interessato ad anteporre il fatto storico al dramma umano. Al contrario: il suo occhio rimane ancorato alla coppia, e in particolare al personaggio maschile, tanto nei rovesci che nelle schiarite, e il suo piede non esita a premere sul pedale della tensione e della minaccia incombente, anche quando non ce n'è reale necessità.
"Perché correvi a quel modo?" chiede Richard, angosciato, al cognato; "Io corro sempre a quel modo", è la risposta dell'altro, che si potrebbe attribuire a Nichols stesso. La sua consuetudine, però, non sta nella velocità ma nel procedere sgasando col freno a mano tirato, caricando di irrequietezza e paranoia le situazioni che mette in scena. Peccato che in Loving questa maniera del racconto non trovi un terreno adatto, come testimonia la scena-chiave dell'incidente del figlio, che suona stonata per non dire mal ideata tout court.
"Dio non ha certo messo gialli, bianchi e neri in continenti diversi perchè si mischiassero le razze". Poche, laconiche parole che, nei verbali processuali della Virginia di fine anni ’50, descrivono un reato, quello di amare una persona di una razza diversa dalla propria. Richard, bianco e schivo, e Mildred, di colore e solare, sono nati e cresciuti in Virginia, ma, quando decidono si sposarsi, devono [...] Vai alla recensione »
“Loving” (id., 2016) è il quinto lungometraggio del regista di Little Rock Jeff Nichols. “Sono incinta” sono le prime parole di lei a lui: i due sono seduti sul davanzale della casa dove abitano. Un piccolo giro di ripresa dal buio, un delicato fermo-immagine e la bocca che apre alla vita. Lui rimane frastornato per un attimo poi si avvolge a lei per renderla felice [...] Vai alla recensione »
La storia (vera) di un uomo bianco e di una donna nera che nella Virginia degli anni ’60 si amano e decidono di sposarsi, nonostante le legge dell’epoca in quello Stato lo vietassero. Scoperti e condannati per evitare il carcere sono costretti a lasciare l’amata (chissà perché) campagna della Virginia e trasferirsi a Washington.
Loving e' una piccola perla e Jeff Nichols si dimostra come sempre uno dei registi piu' promettenti e interessanti.Tratto da una storia vera , quella dei coniugi Loving che nel 1959 , una volta sposi , devono combattere contro le leggi razziali americane.Una storia semplice di razzismo raccontata e filmata con una grande delicatezza. Semplice nel senso che a differenza di altri film che trattano temi [...] Vai alla recensione »
Con lo stile asciutto che lo caratterizza, Jeff Nichols porta sullo schermo la storia vera dei coniugi Loving, traendo spunto da un documentario di Nancy Buirski (The Loving Story), che racconta la travagliata vicenda di Richard e Mildred Loving: lui bianco e lei nera, in America, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, innamorati prima e innocentemente sposati poi.
Non dovrebbe stupire l’ondata di questa serie di film ambientati tra la fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 (Diritto di contare, Jackie, Loving) che riesumano un periodo di battaglie per i diritti civili (donne, neri e altri). Con tutti i disordini e sparatorie, avvenute in USA negli ultimi anni, tra poliziotti bianchi e neri e ora con le enunciazioni razziste di [...] Vai alla recensione »
Richard e Mildred si sposano, non nel loro stato, la Virginia, ma a Washington DC. In Virginia, infatti, i matrimoni interrazziali sono proibiti dalla legge e severamente perseguiti. Siamo nel 1958, non nel 1800, e in alcuni stati americani le leggi razziali sono ancora in vigore. La determinazione di Mildred, assecondata da Richard, fa sì che un movimento per i diritti civili collegato a Bob [...] Vai alla recensione »
Usa, Stato della Virginia, 1957. Richard Loving (Joel Edgerton) vive in una piccola città in un quartiere abitato in maggioranza da persone di colore. E’ una persona semplice: un grande lavoratore che fa il muratore con perizia e determinazione. E’ innamorato di Mildred (Ruth Nigga), una timida afroamericana figlia di un amico.
Sequenze brevi, quanto efficacissime, in questo"Loving"(Jeff NIchols, anche autore di soggetto e sceneggiatura, 2016t)a partire da un fatto reale, un episodio di razzismo nel 1958 in Virginia(stato, appunto, azzista, erde della tradizione"sudista"degli States...)quando un operario bianco e la sua fidanzata di colore decisono di sposarsi, finendo in guai giudiziari tali per [...] Vai alla recensione »
Già ho visto un film di questo regista, (il precedente Fuga di Mezzanotte), e lasciai lo stesso commento. Scene mute e attese infinite, come se i spettatori dovessero in qualche modo spingere gli attori a dire qualcosa. Ok nei film western i silenzi fanno scena ma quando se ne abusa è troppo. Il film racconta una storia coinvolgente, tragica e allo stesso tempo bellissima per come va [...] Vai alla recensione »
Il regista americano disegna con encomiabile misura le sommesse e tormentate scene da un matrimonio, che non s’ha da fare nell’America segregazionista di allora. Tra la Storia grande e la piccola però, Nichols privilegia soprattutto la seconda, lasciando sullo sfondo figure e cliché del tipico dramma razziale per illuminare l’amore solido e perseverante di due persone [...] Vai alla recensione »
Ho avuto la fortuna di vedere questo film in anteprima: attori formidabili, messa in scena impeccabile, una storia che toglie il fiato per la sua intensità! Un film che ha soprattutto il merito di aver portato sul grande schermo la vicenda dei coniugi Loving, una storia poco nota ma che tutti dovremmo conoscere.
Aspettavo l'uscita del film in sala da quando l'ho visto a Cannes in anteprima. Lo proporrò a tutti i miei amici, alla mia famiglia e a chiunque perchè si tratta di una storia incredibile che deve essere nota a tutti. I Loving mi hanno emozionato: il film è intenso, coinvolgente e appassionante! in particolar modo vorrei sottolineare l'interpretazione di Ruth Negga [...] Vai alla recensione »
Le vere sorprese di Loving non provengono dalla messa in scena o da particolari scelte in sede di regia. Chi ha lamentato l'eccessiva convenzionalità di Jeff Nichols nel realizzare un classico film democratico tratto da una storia vera, ha forse sottovalutato alcuni aspetti presenti piuttosto nel lavoro di scrittura, curata come al solito dall'autore medesimo. La situazione di partenza è quella di un uomo bianco circondato da persone di colore. Fin dall'inizio, insomma, ci troviamo di fronte a un'anomalia, di cui nessuno pare accorgersi perché nessuno la considera inaccettabile. Vuoi per l'appartenenza allo stesso ceto sociale (la condivisione di classe può fare miracoli), vuoi per la sincerità dell'amore tra Richard e Mildred, il matrimonio e la decisione di metter su famiglia era - ed è - conseguenza naturale.
È la legge dei bianchi a estirpare il proprio simile alla comunità nera e a ricollocarlo dove secondo loro dovrebbe stare. A un certo punto, il rappresentante della legge arriva persino a "perdonare" Richard, comprendendo il suo scarso livello di istruzione: avendo passato troppo tempo con "gli altri", nessuno gli aveva spiegato che non era il caso di convivere con loro.
L'impostazione di Loving, insomma, è inedita, e riguarda il corto circuito tra legge e inclinazione naturale. In una costituzione, come quella americana, dove è garantita l'aspirazione alla felicità, e dove le leggi nazionali possono non trovare applicazione locale, si dimostra che il razzismo è un fatto culturale. Non si tratta di barbarie, né di ritorno all'animalesco, perché l'animale non è razzista. Come ha notato chiunque abbia osservato bambini piccoli nelle classi multietniche degli asili nido o delle scuole per l'infanzia, il cucciolo d'uomo non ha alcuna preclusione verso il prossimo, e non pone nessuna distinzione.
La diversità compare quando alla natura si sostituisce la cultura, che tuttavia si appella alla natura stessa per giustificare le proprie leggi: è per seguire i comandamenti del Signore e per dividere ciò che la natura ha diversamente colorato, che la Virginia possiede leggi contro il matrimonio interrazziale. Saranno poi altre leggi a rovesciare le prescrizioni sudiste, dichiarandole illegittime e incostituzionali. La lotta per i diritti civili è quasi sempre una conquista da tribunali, seguita a ben più sanguinose disobbedienze civili, o a esempi portati alle estreme conseguenze, come nel caso di Richard e Mildred.
Al centro della poetica di Jeff Nichols, lo sceneggiatore e regista americano appena 38enne, c'è il rapporto con le donne come elemento fondante nella definizione di ciò che fa di un maschio un uomo. È un'affermazione impegnativa, ma calza in pieno a quello che la rivista "Wired" ha definito "il prossimo autore di blockbuster" per la sua capacità di combinare rigore artistico e appeal commerciale. Come pochi altri registi americani contemporanei, infatti, Nichols riesce a raccontare le donne senza angelicarle, descrivendo il loro istinto di sopravvivenza come una potente forza vitale e contemporaneamente un vettore con il quale la controparte maschile, assai più fragile e smarrita, deve confrontarsi per ridefinire il proprio ruolo e la propria identità.
C'è una scena in Loving, l'ultimo, magnifico lungometraggio diretto da Jeff Nichols, apparentemente semplice e in realtà ricco di livelli di lettura, che riassume perfettamente questo concetto: al culmine di una lunga battaglia per vedere riconosciuto il proprio matrimonio interrazziale nella Virginia di fine anni '50, battaglia in cui l'afroamericana Mildred Loving combatte in prima linea mentre suo marito resta in trincea, Richard Loving scoppia a piangere dicendo: "Volevo solo proteggerti".
La capacità degli uomini di proteggere le proprie compagne, e il senso di inadeguatezza che deriva loro dal non poterlo (o saperlo) fare, è al centro di tutta la filmografia di Nichols: non a caso il primo film che ha portato il regista all'attenzione del mondo, dopo l'esordio con Shotgun Stories, è stato Take Shelter (letteralmente: "trova rifugio", metaforicamente "corri ai ripari"), il cui protagonista, interpretato dall'attore feticcio di Nichols, Michael Shannon, cercava disperatamente di costruire un bunker per proteggere moglie e figlia da un'apocalisse imminente, di cui solo lui aveva (pre)cognizione. In quel film l'uomo trovava nella propria moglie l'ostacolo al suo progetto poiché lei, con tipico pragmatismo femminile, dubitava del senno del marito. La frase finale del film, che non riveleremo per non fare spoiler, è l'essenza di quel rapporto coniugale, e più in generale del rapporto fra maschile e femminile delineato da Nichols.
Si chiamavano davvero Loving, lui Richard e lei Mildred. Non è un'invenzione dello sceneggiatore - che qui coincide con il regista Jeff Nichols - per aumentare il tasso di melodramma. Tipico caso di dettaglio fedele alla realtà ma inverosimile. Capita: le storie davvero accadute vanno per conto loro, non sono obbligate a seguire le regole della drammaturgia.
Lei dice «Sono incinta» e lui, dopo breve esitazione, replica sorridendo «Bene». Siamo sul finire degli Anni 50 nella rurale contea di Carolina; e se la notizia è davvero bene per il biondo Richard Loving che teneramente ama la ragazza nera Mildred Jeter, non altrettanto si può dire per lo stato di Virginia dove una legge schiavista risalente al 1924 vieta matrimoni interraziali.
Da noi il nome di Jeff Nichols risuona poco. Alcuni dei suoi film non sono neppure usciti sui nostri schermi; o si sono visti a stento. Eppure al trentottenne regista americano sono bastati pochi titoli (Take shelter, Mud, Midnight special) per rivelare una personalità tra le più interessanti dell'ultimo decennio. Sarebbe ora, dunque, che il pubblico italiano lo "scoprisse"; e l'occasione è Loving, [...] Vai alla recensione »
Loving può essere un aggettivo (amorevole), un gerundio (amando) o un infinito sostantivato (l'amare). Tutte e tre queste declinazioni sono presenti in Loving di Jeff Nichols, tratto da una storia vera. Ne aggiungiamo una quarta più prosaica: un cognome. I Loving sono Richard Perry e Mildred Dolores. Lui è un muratore bianco e lei una casalinga nera.
Il bianco Richard sposa la nera Mildred. Al giorno d'oggi, non ci farebbe caso (quasi) nessuno. Nel 1959, invece, in Virginia, si finiva in carcere per un'unione mista. In un primo momento, emigrano in un altro stato Usa, poi fanno causa, arrivando alla corte Suprema. Un fatto vero che Nichols, paradossalmente, descrive quasi marginalmente, in punta di piedi, dando priorità al dramma di coppia.
L'anno è il 1958. La legge, il Racial Integrity Act, un proclamo della Virginia inteso a preservare la purezza della razza bianca, che impediva matrimoni interrazziali, varato negli anni venti e ancora in vigore alla soglia della grande rivoluzione per i diritti civili. Mildred e Richard Loving, una casalinga parte indiana parte afroamericana e un muratore bianco, arrestati per essersi sposati illegalmente [...] Vai alla recensione »
"Nome omen", con un cognome del genere la giovane coppia formata dalla nera Mildred e dal bianco Richard non poteva che giurarsi amore eterno. A ostacolarli è una bastarda legge razzista in vigore nella Virginia fra gli anni Cinquanta e Sessanta, una regola talmente feroce e radicata nella popolazione da relegare nell'oblio quella federale, che invece (già) permetteva i matrimoni misti.
Corse in macchina, rock 'n' roll, blues e country sui sentieri polverosi della Virginia anni Cinquanta. E da qualche altra parte, sulla strada, c'è già Jack Kerouac sull'orizzonte rotolante. L'America della libertà? Macchè. Roba tostissirna amarsi o, peggio, sposarsi per il bianco Richard Loving e l'afroamericana Mildred secondo le leggi della virginiana Contea di Caroline che vietano i matrimoni interrazzi [...] Vai alla recensione »
L'incredibile storia vera dei coniugi Richard e Mildred Loving, due cittadini dello Stato americano della Virginia che nel 1953 vennero arrestati e condannati per aver «osato» sposarsi nonostante lui fosse bianco e lei di colore. Iniziò così una battaglia legale che si concluse solo nel 1967 con il riconoscimento dei loro diritti. Da TV Sorrisi e Canzoni, 14 marzo 2017
Il razzismo verso i neri dell'America armi 60 e quello per gli extraterrestri di Alien Nation, 1980. Il cortocircuito poteva scaturire solo nella mente di Jeff Nichols, uno dei registi più interessanti e meno controllabili del cinema Usa. Figlio di Little Rock, Arkansas, classe 1978, si è fatto notare con un paio di film, Shotgun Stories e Take Shelter, ambientati nel Sud degli Usa.