Questi l'hanno visto in DVD, non sanno assolutamente cosa voleva dire vederlo al cinema, non lo capiscono, non lo amano, non ne scorgono la possente originalità,
perché parlano di questo film, di django può parlare solo chi ha vissuto in quegli anni, solo chi amava questi film come fossero la sua intera vita, C. lo realizzò per loro, per quelli che lo andavano a vedere da soli, un giorno, e lo vedevano due, tre volte, e poi tornavano il giorno dopo, e ne rimanevano entusiasmati,
per quelli che tra una ragazza e django non avevano alcun dubbio ... django !!!
una ragazza non poteva vedere un film come questo, un film da uomini !!! per questo mi piacevano così tanto i western italiani;
oggi non si deve dare il giudizio che si sarebbe dato allora, si dà il giudizio valutando oggi il film con senno retrospettivo, valutandolo storicamente,
lo si vede adesso, e poi si ripensa a come lo si vide allora, e si comprende che film come questo sono assoluti capolavori in confronto allo sporco degrado determinato dalla televisione commerciale, e oggi lo considero, lo sento come un capolavoro, mentre allora anche se mi mandò in visibilio, non l'avrei giudicato tale;
ma bisogna averlo visto due volte, oggi e allora;
sul Giorno gli diedero due **, ed era il giudizio giusto, D. non arrivava a ***;
scrisse P. Bianchi che il film era esagerato, privo di equilibrio, irreale e assurdo nelle scene di violenza condotte al parossismo e coniò la formula 'sado-masochista', si andava al film per vedere la violenza e nel contempo per farsi del male, e io facevo proprio così;
colpiva l'assenza di psicologia dei personaggi o comunque una psicologia accattona, c'era l'umorismo sarcastico di Leone ma qui condotto all'umorismo nero assurdo 'non avete capito? non importa ciò che conta è che state per morire', 'vado bene per tombstone, sto portando questa bara a un cliente',
sparatorie di secondo grado, arrivano i messicani catturano la donna poi i kluksklan del maggiore e li fanno fuori poi arriva D. e fa fuori loro, ma si arrivò alle sparatorie di terzo ° nel primo Sartana, arrivano i messicani ammazzano i passeggeri della diligenza poi arrivano gli scherani di Kinsky e fanno fuori i messicani poi arriva Gianni Garko e fa fuori gli scherani; solo per sentire sparare con quel classico suono che avevano nei western italiani una specie di suono sordo tuggiùù;
C. spiegò in un forum dell'Europeo, nel 66, in cui c'erano Mario Soldati, Carlo Ponti, e altri che non rammento 'noi giochiamo a fare il western e lo spettatore si diverte di più che a vedere Gary Cooper che va a piangere dalla Grace perché stanno arrivando in tre e passa un'ora e tre quarti ad affrontarli quando Eastwood, Gemma, F. Nero, Garko, Steffen impiegavano due secondi a stenderli',
epperò la struttura del film è ottima, la sceneggiatura è molto ben scritta, tutte le persone che non amavano il W. e che lo hanno visto in DVD riconoscevano che D. ha una bella struttura drammatica ed è così ed è questo il valore del film;
D. supera in brutalità ogni altro W. e fu questa l'idea, già nel 66 il 'filone' stava giungendo all'esaurimento, la povertà di contenuto di questi W.non ne permetteva lo sviluppo verso un piano più profondo, e quindi C. ci diede dentro con la violenza più assurda - la frustate alla povera Loredana Nusciack (che pezzo di f ... a mio modesto avviso), il taglio dell'orecchio a Diberti (brutta questa, nel 72 lo tagliarono la prima volta a Paul Getty jr., e poi a un ragazzo sequestrato con la madre ... non ricordo il nome ... e i riscatti vennero pagati, poi lo tagliarono in Belgio al barone Empain ma la magistratura belga dispose il blocco del patrimonio, il riscatto non venne pagato e i sequestratori vennero catturati il mos italicus non funzionò) ... le mani di D. spappolate col calcio dei fucili e siccome non bastava gli fecero passare sopra i cavalli... 'e ora Django come farai? un pistolero per quanto abile ha bisogno delle mani',
alla fine il film uscì a Milano nel maggio del 66 sbandieranno l'avviso più bello che un film poteva vantare 'severamente vietato ai minori di 18 anni',
l'essenza di D. fu tutta ma tutta tutta qui;
fu girato in quattro e quattr'otto, verso la fine di quell'anno C. uscì con un altro film con Sorel di cui non ricordo il titolo, a un certo punto si vede Diberti che apre una porticina e in lontananza si vedono i grattaceli di cinecittà, in 'viva la muerte tua' si vedono le auto,
era quel che era, un gioco, C. non ne fece altri così violenti, anche 'il grande silenzio' potè vantare ai 18 ma era notevolmente attenuato, il film non sfondò, l'estate era alle porte e nessuno si accorse che D. fosse un capolavoro,
so benissimo che non lo è, ma allora vivevo di film come questi, che avrei fatto molto molto molto meglio a non andare a vedere e a darmi un pò più da fare con le ragazze.
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