Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Edoardo Gabbriellini |
Attori | Margherita Corradi, Giorgia Frank, Alessandro Tedeschi (II), Alice Arcuri Alessia Giuliani, Flavio Furno, Margherita Cornali. |
Uscita | lunedì 23 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Europictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 24 ottobre 2023
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro. In Italia al Box Office Holiday ha incassato 5,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo un lungo processo e 22 mesi di prigione, Veronica torna in libertà; è stata infatti scagionata dall'accusa di aver ucciso la madre e il suo amante. Rivede la sua migliore amica Giada e, proprio nella sua prima sera fuori dal carcere, va con lei in discoteca. Sui social escono subito le foto. La ragazza cerca di tornare a vivere una vita normale ma quello che le è successo a ha lasciato dei segni che non si possono cancellare. Ha infatti spesso i giornalisti e i fotografi che la assediano ogni volta che la vedono ed è continuamente osservata se non pedinata, come il giorno in cui è andata al cimitero alla tomba della madre. Assieme a Giada ripercorre tutto quello che è accaduto prima e durante la sera della tragedia, dal rapporto conflittuale con la madre che era spesso severa nei suoi confronti e la svalutava per il suo aspetto fisico, al legame con un padre affettuoso ma assente, fino all'incontro con i ragazzi olandesi della squadra di beach volley che hanno pernottato all'hotel e che lei e Giada hanno frequentato proprio poco prima l'omicidio all'Hotel Holiday.
Chissà se Edoardo Gabbriellini ha mai visto Millennium Mambo di Hou Hsiao-hsien. L'inquadratura finale nel tunnel illuminato richiama direttamente l'apertura dello straordinario film del cineasta taiwanese.
È quello forse il primo, vero, spiraglio d'apertura di un film invece intenzionalmente chiuso, quasi soffocante, tra le stanze dell'hotel, l'assedio dei giornalisti e fotografi, gli insistenti sguardi addosso e l'impressione di essere sempre pedinati che esplode nella scena al cimitero. Holiday ricostruisce la cronaca di un massacro alternando il passato e il presente il prima e il dopo. Ma, proprio al contrario di La scuola cattolica di Stefano Mordini, i fatti diventano rilevanti solo nella parte processuale che è forse quella in cui si sente maggiormente il peso della scrittura anche se poi si libera in uno slancio quasi onirico nel momento in cui Veronica legge la sua lettera. Per il resto invece il film evita la ricostruzione visiva dell'omicidio e mostra soltanto i segni sui corpi dei cadaveri. Non ha importanza se Holiday è ispirato a un fatto realmente avvenuto oppure no. È solo uno dei possibili punti di partenza di un film a cui invece interessa mettere a fuoco le conseguenze nella vita di Veronica e della sua amica Giada, dove è efficace e naturale l'interpretazione di Margherita Corradi e Giorgia Frank. Certo, come nel secondo film diretto da Gabbriellini, Padroni di casa, l'inquietudine e la violenza sono sottotraccia. Ma emerge soprattutto un coinvolgente impeto nel mostrare desideri, turbamenti, apatie di Veronica e Giada, la voglia impossibile di fermare quel tempo, restare 'forever young' proprio come nel cinema di Luca Guadagnino, tra i produttori del film. Gabbriellini accompagna Veronica nei suoi pensieri, spesso con la sigaretta in bocca, fa venire progressivamente a galla (proprio come Padroni di casa) i conflitti irrisolti che sfociano in scatti di rabbia evidenti nel rapporto della protagonista con la madre, nel loro contrasto caratteriale e fisico, che esplode nella scena in cui la ragazza le sputa in faccia dopo che la donna si era avvicinata a lei dicendole: "Mi fai vomitare".
Basta anche un solo dettaglio per descriverla, come quello delle lenzuola bruciate dalle sigarette. Ma trova anche improvvisi slanci, come nel gran momento in cui Veronica e il padre sono in un bar, lei le chiede di andarsene e poi parte Listen to Your Heart dei Roxette, ancora un emozionante ping-pong con il cinema di Guadagnino (da cui Gabbriellini è stato diretto in Io sono l'amore e The Staggering Girl). Anche se a volte può rischiare d'incartarsi soprattutto per spiegare la crisi familiare e la distanza tra i genitori della protagonista e non tutti i personaggi sono messi a fuoco (l'amante e l'amica della madre), Holiday conferma non solo la maturazione di Gabbriellini regista evidente già da Padroni di casa ma dimostra anche che il suo cinema, anche rischiando, cerca strade diverse e non scontate. Per questo il lampo di Hou Hsiao-hsien è una rivelazione.
Veronica, accusata di aver ucciso la madre e l'amante di lei, dopo due anni viene scarcerata: è innocente. Gabbriellini realizza un collage di istantanee, tra passato e presente. Indagai turbamenti di una giovane donna, adottandone il punto di vista, a discapito della ricostruzione dei fatti, tipica del dramma giudiziario. Un ibrido che esce dagli schemi, ma che arriva dritto al punto.
L'home movie in un digitale non completamente a fuoco di una vacanza al mare su un litorale di provincia viene soppiantato quasi senza soluzione di continuità dalle immagini prodotte dai tanti schermi Pc, smartphone e tablet e dalle ridondanti piattaforme social di due persone torturate e sgozzate nella piscina di un albergo tra i tanti di quella striscia di sabbia e sole, l'Holiday del titolo.
Good Day Today canta David Lynch sui titoli di coda di Holiday, mentre il pubblico in sala già si alza e quello che il film deciderà di vederlo sul piccolo schermo - disperdendo inevitabilmente l'atmosfera creata da Edoardo Gabbriellini - svogliatamente cambia canale; Send Me an Angel, Save Me chiede la voce del genio statunitense, in una implorazione deformata in tal modo dalla post-produzione digitale [...] Vai alla recensione »
Ne ha fatta di strada l'ex protagonista di Ovosodo Edoardo Gabbriellini, in sala per Europictures con Holiday, il suo terzo lungometraggio di finzione dietro la macchina da presa (presentato a Toronto e in concorso alla 18ma Festa del Cinema di Roma), che prosegue dopo B.B. e il cormorano (2003) e Padroni di casa (2012) un discorso non banale sulla provincia italiana e i suoi lati oscuri.
Il titolo è il nome dell'hotel in cui è ambientato il film, per tutti un luogo di transito, di passaggio, per Veronica e famiglia la casa, il focolare domestico, niente di quieto, di stabile, di loro. Ma è anche uno sberleffo, quel titolo, che in italiano si traduce "vacanza": Veronica è stata in carcere, accusata dell'omicidio di madre + amante, non condannata, ora rientrata, "vacanza" finita.
Holiday, scritto e diretto da Edoardo Gabbriellini, in concorso alla 18^ edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Progressive Cinema, è un film drammatico del 2023. La sceneggiatura porta la firma anche di Carlo Salsa e Michele Pallagrini, mentre la produzione è di Olivia Musini, Lorenzo Mieli e Luca Guadagnino. La vicenda, definibile come un dramma legale, vede protagonista Veronica [...] Vai alla recensione »
Una donna ed il suo amante vengono trovati morti con ferite multiple nella vasca per idromassaggi di un resort. Veronica, la figlia di lei, viene accusata del delitto e condannata. Uscirà dal carcere dopo due anni di pena grazie ad una revisione del processo. A distanza di undici anni dall'ultimo lungometraggio di finzione, l'interessante Padroni di casa (2012), Edoardo Gabbriellini torna dietro la [...] Vai alla recensione »
Fa una certa impressione pensare a Edoardo Gabbriellini. Un tempo icona, insieme gaia e ammalinconita, ma comunque speranzosa e affamata d'amore di una generazione ostinata ad affermarsi oltre la provincia, benché braccata dalle disuguaglianze sociali. Di quell'Ovosodo, che sfila, restaurato, alla Festa del Cinema di Roma (era il 1997) dove Holiday passa in concorso, oggi non c'è più traccia.
L'inizio è spiazzante, folgorante per certi versi. Vediamo delle istantanee di un albergo, di una località marittima e poi improvvisamente scatti di un corpo femminile insanguinato, uno due cadaveri, la scena di un delitto, una canzone in sottofondo che sembra venire da un altro tempo. È il corpo della madre dell'adolescente Veronica, uccisa in piscina con il suo amante.