Anno | 2025 |
Genere | Azione, Avventura, Commedia |
Produzione | USA |
Regia di | Anthony Russo, Joe Russo |
Attori | Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Devyn Dalton, Ke Huy Quan, Stanley Tucci Terry Notary, Martin Klebba, Patti Harrison, Adam Croasdell, Gabrielle Maiden, Woody Norman, Brooke Bloom, Cuyle Carvin, Alan Boell, Myles Evans, Angela Davis (II), Randy Havens, Jenny Slate, Giancarlo Esposito, Brian Cox, Billy Bob Thornton, Anthony Mackie, Jason Alexander, Greg Cromer, Art Newkirk, Jessica Luza, Camrus Johnson, Chris Castaldi, Bailey MB, Ryan Czerwonko, Antoinette LaVecchia, Rory Keane, Fawad Siddiqui, David Alexander (II), Ruben Vidal, Anthony J. Vorhies, Jerry Beharry, Melanie Kiran, Matan Friedman. |
MYmonetro | 2,34 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 marzo 2025
Un'avventura spettacolare dai registi di Avengers: Endgame ambientata in una versione alternativa e retro-futuristica degli anni '90.
CONSIGLIATO NÌ
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È il 1990 e gli automi che da quasi mezzo secolo svolgono i lavori più infimi e usuranti finalmente acquisiscono coscienza del loro posto nel mondo: la Robot Equality Coalition guidata da Mr. Peanut chiede il diritto all'esistenza, gli umani rispondono con la guerra. È il 1994 quando ritroviamo la giovane Michelle mentre si dà alla fuga assieme al robot Cosmo, in cerca del fratello creduto morto in un incidente stradale di qualche anno prima. I due hanno una meta, l'Exclusion Zone dove sono state rinchiuse le macchine dopo aver perso il conflitto, ma sulle loro tracce c'è Sentre, la multinazionale che controlla tutta la moderna tecnologia che tiene in piedi la società.
Cast all-star per un prodotto all-american: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Stanely Tucci, Giancarlo Esposito e Ke Huy Quan.
The Electric State è un accattivante - pure troppo - exemplum per scassinare l'attuale paradigma delle mega-produzioni hollywoodiane in generale e netflixiane in particolare: ci sono lo sforzo anacronistico di creare IP multimediali originali, l'indefinito stanziamento economico delle big tech e l'illusione di produrre una continua première globale, il tutto reso ancora più attrattivo da una scrittura in controluce che infila vari riferimenti alla contemporaneità politica e dalla nostalgia retrò che ogni cosa permea e patina. È riuscita, insomma, Netflix a sbattere in faccia all'immaginario collettivo un suo film, e sono riusciti i fratelli Russo a rimettersi in fila al botteghino dopo i fasti Marvel?
Forse un'altra volta - o quella dopo ancora. Bruciato qualcosa come 300 milioni di dollari, sfinito lo star power di Millie Bobby Brown e Chris Pratt, alienata la fanbase di partenza, The Electric State è l'epitome dell'attuale impossibilità del sistema-streaming di tirare su una (nuova?) forma compiuta di blockbuster, un prodotto-evento capace di massimizzare il capitale simbolico e commerciale, e questo nonostante il bicchiere sia mezzo pieno e non vuoto. Perché anche in questa ultima prova di Anthony e Joe Russo si tratta più di quello che è mancato e non di quello che non c'è stato.
The Electric State, infatti, innescava le sue pretese a partire dal materiale che ne sta alla base, la graphic novel dello svedese Simon Stålenhag (non a caso Prime aveva già prodotto Tales From the Loop); ambiva a diventare generazionale saldando insieme la retromania degli '80/'90 con l'adulthood di Millie Bobby Brown; strillava apertamente la propria costruzione metaforica con la diade automi/immigrati. Poco o nulla è sopravvissuto al processo produttivo netflixiano, stretto com'era tra la teoria del contenuto da fruire sul "secondo schermo" (tutto si può vedere in contemporanea allo smartphone) o la prassi della N-aestethic (tutto su Netflix sembra uguale).
Eppure i Russo (con i sodali Christopher Markus e Stephen McFeely) avevano visto giusto nel piazzare il motore della vicenda nel cuore dell'eccezionalismo americano con l'attribuzione della genesi dei robot a Walt Disney e al suo Disneyland, saldando l'autodeterminazione delle macchine con la fine del consumismo predatore e innescando così una guerra civile guidata non dalla xenofobia ma dal privilegio - che poi sono la stessa cosa, no?
Una società, quella di The Electric State, decelerata verso il retro-futurismo che agli sconfitti chiede ancora di produrre, o meglio, di ri-produrre (cioè scovare) i prodotti più triviali e quindi più riconoscibili della cultura popolare di massa, echi dell'imperialismo giapponese che dall'alto dell'I Ching si abbassa alla merce americana ne "L'uomo nell'alto castello" di Philip K. Dick, qui con mirabilie statunitensi come Cabbage Patch Kids o The Clapper - prodotti sconosciuti da noi tranne forse il Big Mouth Billy Bass che sguazzava negli incubi di Tony Soprano, sempre e comunque immaginario collettivo...
The Electric State, trasformando l'orizzonte fallito della fantascienza di Stålenhag in uno spettacolo all-american, ma non accelerando la sua premessa fino a farla implodere, si avvia mestamente verso il solito manuale-di-produzione netflixiano che tutto soffoca e tutto appiattisce, spegnendo anche la tenue fiamma di una Millie Bobby Brown in piena modalità "teen angst", dimostrando ancora una volta la perdita del focus dei Russo sempre più ossessionati dalla realizzazione del nuovo prodotto rivolta-paradigma. Non questa volta. E forse nemmeno quella dopo ancora.
l'idea di un passato distopico lascia molto a desiderare rendendo l'intero risultato estremamente evanescente
Bella la caratterizzazione estetica dei personaggi, forse non proprio originale perch? ricorda alcuni videogiochi, la storia ? tutto sommato banale. Restano per? delle belle immagini. Un film piacevole con i bambini.
Lo "stato elettrico" è quello per cui le particelle caricate elettricamente restano in qualche modo tutte connesse le une alle altre, o almeno questa è la metafora usata da questo script basato sul romanzo illustrato del 2018 a firma di Simon Stålenhag - lo stesso della serie Tales from the Loop, con cui The Electric State spartisce l'afflato retrofuturista, con i suoi anni 90 in cui la guerra contro [...] Vai alla recensione »
In un ucronico passato recente, l'umanità ha utilizzato per anni i robot come servi per far loro svolgere i lavori più umili e pesanti oltre che per l'intrattenimento. Almeno fino a che, come da copione, le macchine si sono rivoltate contro i loro creatori dando inizio a una guerra per la loro libertà. Gli uomini hanno reagito inventando una tecnologia in grado di controllare droni meccanizzati e domare [...] Vai alla recensione »
Dopo aver avviato con successo l'universo Citadel su Prime Video e in attesa del primo ciak del quinto capitolo sugli Avengers, Avengers: Doomsday, previsto a breve, Anthony e Joe Russo tornano ad unire le loro forze a quelle di Netflix (e ai suoi ingenti fondi) con The Electric State, uno sci-fi dispotico tratto dall'omonimo romanzo illustrato dello svedese Simon Stålenhag, pubblicato nel 2018.