Anno | 2022 |
Genere | Horror, |
Produzione | Australia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Danny Philippou, Michael Philippou |
Attori | Sophie Wilde, Miranda Otto, Joe Bird, Otis Dhanji, Marcus Johnson Zoe Terakes, Chris Alosio, Harli Ames, Kelly Butler, Leeanna Walsman, Jacek Koman, Brian Godfrey, Mark Duncan. |
Uscita | giovedì 28 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Plaion Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,31 su 24 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 ottobre 2023
Un gruppo di amici apre per sbaglio un portale con il mondo degli spiriti mettendo così tutti in pericolo. In Italia al Box Office Talk To Me ha incassato 2,3 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Mia ha perso da poco la madre e ha un rapporto complicato con il padre. L'amica Jade e il fratellino di lei Riley hanno un rapporto di amicizia molto stretto con Mia e la ospitano a casa, come se facesse parte della famiglia. Intanto tra i coetanei di Mia e Jade si diffonde sempre più una serie di video che ritrae gli effetti di un gioco: una sorta di seduta spiritica, in cui il soggetto entra in contatto con gli spiriti dell'aldilà. Quando Hayley propone a Mia di sottoporsi alla sfida in questione e stringere la mano che apre un contatto con i non morti, la ragazza sorprendentemente accetta e vive un'esperienza sconvolgente.
Quale è o quale dovrebbe essere l'ingrediente principale di un buon horror? Spaventare, per quanto banale possa sembrare la risposta.
E quindi non si può che elogiare il lavoro fatto da Danny e Michael Philippou, dal momento che, senza ricorrere - finalmente, considerata la tendenza odierna del genere - a effettacci audio e trucchetti vari, Talk to Me garantisce diverse sequenze in cui allo spettatore non resta che chiudere gli occhi o vivere attimi di terrore puro.
I due registi al debutto non levano mai il piede dall'acceleratore, nemmeno di fronte a soggetti sensibili, come minorenni o minoranze etniche, con una libertà narrativa che nella media dei prodotti americani del genere è un lontano ricordo. A tratti in Talk to Me sembra di essere tornati agli anni 80 degli slasher che non guardavano in faccia a nessuno, che badavano alla sola sostanza di sangue e paura che dovrebbe contraddistinguere il cinema dell'orrore. Ma lo spirito di altri tempi si coniuga con una sensibilità contemporanea, che porta a contaminare maledizioni antiche e diavolerie moderne, visto il ruolo incarnato dai social network e dagli smartphone nella vicenda.
Di certo aiuta l'appartenenza alla provincia dell'Impero, ovvero l'Australia, rivendicata con orgoglio nello slang parlato dai personaggi. I Philippou ci mostrano la brutalità aussie ma anche l'armonia multietnica di un luogo sui generis e perennemente misterioso. Seppur non esplicitamente indagato, infatti, il dispositivo spiritico della mano maledetta rimanda al retaggio degli aborigeni australiani e ricorda da vicino l'osso puntato dagli sciamani in direzione della vittima designata.
Miti antichi che collidono con la malattia da riproduzione video virale che infesta la nostra società e che porta i giovani protagonisti della vicenda a filmare compulsivamente tutto ciò che accade. Quando non a farlo accadere, pur di poterlo filmare e diffondere. La tendenza degli ultimi anni, specie attraverso le produzioni Blumhouse, ha molto insistito sul potenziale horror di social e nuove tecnologie, ma l'approccio di Talk to Me predilige la sostanza al sensazionalismo, la sospensione dell'incredulità che conduce al jump scare, e non qualche espediente modaiolo sullo stile di Obbligo o verità. I nostalgici dell'horror semplice ma efficace sanno quindi a quale latitudine rivolgersi per rivivere emozioni dimenticate.
La storia dell’horror cinematografico ha una caratteristica ricorrente: il meglio viene spesso da piccole produzioni che prendono vita da zone che sono geograficamente o produttivamente, anche se spesso le due cose coincidono, lontane dagli studios delle grandi case di produzione. Ci sono le eccezioni (“L’esorcista”, per esempio), ma spesso i cult di questo genere nascono [...] Vai alla recensione »
La totale (o quasi) assenza di paura chimica scaturita da jumpscare privi di senso e una regia indovinata e tecnicamente ricercata, portano questo "piccolo" film ad una consistenza inaspettata. La prima metà è praticamente perfetta nella costruzione narrativa e nell'introduzione alla storia, senza mai fornire il classico spiegone che tranquillizza lo spettatore, ma nemmeno [...] Vai alla recensione »
Esordio alla regia dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou. Horror adolescenziale che esce fuori dai canoni tipici del sottogenere grazie alla scelta del casting di ragazzi dalla faccia normale come protagonisti piuttosto che i soliti ragazzotti bellocci e le piccole fotomodelle in erba. Per il resto, la Mano della Gloria al posto della tavoletta Ouija per stabilire un contatto con l’aldilà [...] Vai alla recensione »
Debutto del duo australiano,youtubers già noti in patria per i loro corti e co-produttori di "Babadook".Un horror che a dispetto dello spunto non approfondito a dovere ed un tantino forzato non solo trova in esso innegabile fascino e la capacità di rinnovare il classico tema della possessione e dei pericoli dell'aldilà,ma sorprende anche per la cupezza davvero inusitata [...] Vai alla recensione »
Sapete quando guardiamo un film e non riusciamo a capire il senso che lega le varie scene, quando la narrazione si sfilaccia in mille rigagnoli e con salti temporali, possibili tagli nel montaggio, incoerenza di avvenimenti e recitazione, alla fine abbiamo la sensazione di essere di fronte ad un gran pasticcio? Bene, questo film e' esattamente il contrario di cosi', tutto gira come in un meccanismo [...] Vai alla recensione »
il film parte bene, il plot è originale e ben realizzato, alla lunga però inizia a sapere di già visto, il finale è carino e salva il tutto, vedibile
..dai commenti e recensioni. Si lascia guardare, ma nulla di speciale, di emozionante, da ricordare.
Non si comprendono le positive recensioni per questo filmaccio sconclusionato e confusivo, che impasta spiritismo con una storia di problematici rapporti familiari. Voto zero, soldi buttati
Sicuramente uno dei migliori film horror realizzati, depurato da tutte le scene telenovela che caratterizzano molti film, vedi in ultimo l esorcista il credente (brutto brutto).
Australia, una ragazza, postuma da una crisi depressiva, partecipa insieme ad un gruppo di amici ad una seduta spiritica con una mano mozzata ricoperta di ceramica. Attraverso una candela, una stretta di mano e un paio di frasi specifiche si evoca lo spirito che prende possesso della persona. Tutto però entro un tempo limitato sennò si rischia l’irreversibile e lo spirito rimarrà nel corpo del posseduto. [...] Vai alla recensione »
Un "horror" che fa paura e che in più ha anche delle cose "da dire": la voce degli antenati segno dell'esperienza coloniale che ha obliterato la cultura aborigena. D'accordo: questo e il sottotesto neanche tanto nascosto di quello che è - comunque - un film genuinamente impressionante e con punte di ferocia molto interessanti. I due fratelli gestiscono la tensione con sagacia da consumati veterani [...] Vai alla recensione »
È un piccolo horror sorprendente quello diretto dagli Youtuber Danny e Michael Philippou. "Talk to Me" sembra arrivare direttamente dagli slasher degli anni '80 ma con una attualissima rivisitazione in chiave social. Il filone è quello della "possessione", la tavoletta Ouija è sostituita da una reliquia di ceramica a forma di mano: toccandola e accendendo una candela, si apre un varco con il regno [...] Vai alla recensione »
Di «Talk to me» tutti ne parlano fin da quando è stato presentato al Festival di Berlino di quest'anno. Pur mantenendo tutti i principi cardine di un teen horror che deve tenere «incatenati» i ragazzi alla poltrona a colpi di terrore, il film nasconde molti messaggi che fotografano la nostra società. L'Australia raccontata dai Philippou è fatta di giovani che per sballarsi non hanno più bisogno di [...] Vai alla recensione »
Un canguro giace a terra, su una strada isolata, sanguinante e agonizzante. È un presagio di morte. Una sequenza breve, dal forte valore simbolico. A scoprirlo saranno una ragazza 17enne Mia (la protagonista) e il 14enne (fratello della sua migliore amica) Riley. Lui vorrebbe porre fine alle sofferenze dell'animale, investendolo con la macchina, lei invece turbata e paralizzata dalla visione sterza [...] Vai alla recensione »
Vogliono solo divertirsi, questi giovani australiani di periferia. Annoiati, soli, connessi. Serve una mano? Ce n'è una finta, che riesce a collegarli all'oltretomba: la si stringe, si dice: «Parlami», si dà il consenso («ti lascio entrare») e lo spettro di un defunto s'impossessa di te. Un match come un altro, uno speed date con la morte. Che dura quanto una storia di Instagram.
Un gruppo di ragazzi viene in possesso di una misteriosa mano che permette a chi la stringe di mettersi in contatto con i defunti. Nasce così una challenge social, con i giovani che si fanno possedere dagli spiriti che incontrano per postare i video online. Mia, la cui madre si è da poco suicidata, la riconosce come una delle anime che incontrano nei loro rituali.
Il punto di partenza è come in altri casi il gioco, quello praticato fra ragazzi che cercano l'esperienza al limite, rappresentata in questo caso dallo stringere una mano di ceramica (che sembrerebbe celare l'arto mozzato di una medium) per comunicare con i morti (da cui il titolo "parla con me"). Di seguito arriva il permesso ("ti lascio entrare") perché gli spiriti possano impadronirsi dei loro corpi [...] Vai alla recensione »
Funziona così. La mano mozza di una medium permette il contatto con gli spiriti. La stringi, chiedi allo spirito (non sai chi ti capiterà) di parlare, lo autorizzi a "entrare" e iniziano le visioni. Alcuni adolescenti con la mano si dilettano: per il gusto del brivido, quindi postano i video su TikTok. Ma un contatto si prolunga oltre i 45 secondi di sicurezza e le cose prendono una piega atroce.
Non è un horror che spaventa, ma, sicuramente, è un bel modo di reinventare, a misura di generazione Z, un tema inflazionato me quello delle possessioni. Una mano imbalsamata, che apparteneva a una medium, permette, con la frase del titolo, di vedere i morti e, volendo, di farsi possedere. Quando si superano i 90 secondi, però, succede l'irreparabile.
«Talk to me», il film d'esordio dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou in sala da giovedì, è un horror atipico che utilizza l'espediente della paura per affrontare un argomento ben più profondo: quello della solitudine degli adolescenti di oggi, ragazzi e ragazze che scelgono di rifugiarsi nei propri alter ego digitali per sfuggire alla noia delle proprie vite reali.
Com'è noto, uno degli universi prediletti dal genere dell'horror è l'adolescenza. Non fa eccezione Talk to Me, buon esordio in lungometraggio dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou, che ripercorrono una consueta sovrapposizione tra coming of age e truculenze varie. È un cinema che spesso cerca di dialogare ad altezza-spettatore, allineando le età al di là e al di qua dello schermo - storie [...] Vai alla recensione »
Una storia di ragazzi che vogliono giocare oltrepassando l'ipotetica porta dell'aldilà. A dar loro una mano arriva proprio una mano, che sembra in grado di stabilire, afferrandola come in una stretta d'affetto o di saluto, un contatto con i morti, ai quali viene dato l'invito a entrare (ricordate il magnifico "Lasciami entrare"?). Le sedute sono ovviamente tutte riprese dai cellulari.
Il piano sequenza iniziale è buono e, anche se dura relativamente poco, è molto interessante per come è girato e per cosa mostra. Un omicidio-suicidio sotto la luce di tanti smartphone avidi di qualcosa da raccontare, da far vedere. Giovani adulti annoiati, alla ricerca di un perenne giocoso stordimento. Nel caso del nostro film, Talk To Me, le cose vanno male e, come dicevamo, è solo l'inizio.
Il film di esordio dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou è un horror avvolto su una storia di perdita. Tra- smette una sensazione di tristezza che nessun mostro e nessuno squartamento possono cancellare completamente. Talk to me dee molto alla performance in continua evoluzione di Sophie Wilde nei panni di Mia, un'adolescente che ha perso da poco la madre.
Talk to Me, l'horror d'esordio dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou, è davvero un ottimo esempio di come ravvivare vecchi schemi di genere con idee nuove. Il film è una specie di racconto di formazione, un teen movie dai tratti drammatici che sa sapientemente mischiare urla e sangue a momenti di calma deputati all'emergere di sfumature psicologiche.
Una stretta di mano, e ti trovi nel regno dei morti. Non per anime deboli, perché dopo l'apertura canonica della crisi familiare e del passaggio in casa di un'amica della protagonista, questo esordio horror dei fratelli Philippou scatena una libera composizione di suspense e terrore. Dicono gli esperti del genere che era tempo... Si torna "felicemente" al tenore infuocato anni '80, di cui i registi [...] Vai alla recensione »
A dispetto di qualsiasi ragionamento che potrebbe scaturire dalla sempre più centrale politica distributiva del A24 e in generale del nuovo mercato dei generi, si può raccontare Talk to Me dei fratelli Philippou come l'ennesimo caso di cult istantaneo nei nuovi sobborghi del horror indipendente. E già dai tempi di Babadook di Jennifer Kent che l'iconicità dei prodotti australiani hanno in parte cambiato [...] Vai alla recensione »
In un panorama horror che sembra ormai dividersi equamente tra la ghost story d'impostazione più mainstream e teen oriented (quella del Conjuringverse di James Wan - di cui abbiamo appena visto il recente The Nun II - e di molti prodotti Blumhouse) e un cinema dal taglio più adulto e autoriale (spesso prodotto dall'ormai mini-major A24) qualche volta può arrivare un prodotto di più difficile catalogazione, [...] Vai alla recensione »
Se esistono due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, se tra questi due luoghi è stato posto un confine da non oltrepassare con tanto di Cerbero a fare da guardia, un motivo vi sarà. Eppure, il desiderio di migrare da uno spazio all'altro pare insopprimibile. I morti tornano tra i vivi assumendo varie forme, dal fantasma allegro o dispettoso, a quello angelico o demoniaco.
Oggi se vuoi scoprire un talento devi cercarlo nell'ambito del cinema di paura. È successo con Jordan Peele, si è ripetuto con Ari Aster e ora tocca a una coppia di gemelli australiani, Danny e Michael Philippou, che esordiscono nel lungometraggio dopo serie di successo su YouTube con lo pseudonimo RackaRacka. Presentato al Sundance, Talk to me sta riscuotendo consensi ovunque.
Uno dei più bei film del 2023 comincia così: fratellone va a recuperare fratellino sballatosi a una festa. Quello non solo rifiuta l'aiuto ma, mentre tutti filmano beffardamente l'alterco, improvvisamente trafigge il petto del parente responsabile e poi si infila il coltello tra gli occhi. I cellulari degli astanti si spengono e partono le urla. È l'inizio fulminante di Talk to me dei fratelli gemelli [...] Vai alla recensione »
L'horror della stagione cinematografica? A giudicare dagli incassi oltreoceano di Talk to Me dei gemelli australiani Danny e Michael Philippou sembrerebbe che tale possibilità sussista davvero. Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica, come recita l'antico detto. Talk to Me parte da una premessa narrativa davvero esile e molto sfruttata, maggiormente adatta ad un cortometraggio rispetto ad un lungo. [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di adolescenti. Una mano infestata da stringere per risvegliare un altrove. Un gioco tanto eccitante, quanto incontrollabile. In casa A 24 la via dell'horror, dopo X- A Sexy Horror Story, ha ora i volti e la cinepresa di Danny e Michael Philippou, debuttanti fratelli youtuber che sul loro canale hanno già raccolto la bellezza di 2 miliardi di visualizzazioni con i loro video.