Anno | 2022 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Regia di | Claudio Amendola |
Attori | Massimo Ghini, Gianmarco Tognazzi, Lucia Ocone, Alessandro Sperduti, Claudio Amendola Sonia Bergamasco, Emanuel Caserio, Piero Pelù, Edoardo Leo, Massimo Dapporto, Alessandro Benvenuti, Antonello Fassari, Simone Mariani. |
MYmonetro | 2,11 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 marzo 2022
Black comedy che racconta in modo cinico, ironico e scorretto, ma anche con molto sentimento, la storia di una famiglia che gestisce un'impresa di onoranze funebri.
CONSIGLIATO NÌ
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I quattro fratelli Pasti hanno ereditato dal padre l'impresa di onoranze funebri presso cui lavorano: Giovanni, il maggiore, gestisce la clientela, sempre attento alle spese; Maria intesse relazioni con i vedovi, soprattutto se piacenti; Marco è il truccatore ufficiale dei defunti; e Matteo si occupa della comunicazione social. Tutti e quattro sono in qualche modo vincolati all'eredità paterna, di cui beneficia soprattutto la loro madre, che spende e spande senza farsi troppi problemi. Un giorno il cantante rock Gabriele Arcangelo, idolo di Maria, viene a mancare, e la sua manager Maddalena decide di affidarne le esequie proprio ai Pasti. Ma la figlia del cantante, Celeste, vuole ottenere il massimo dalla popolarità paterna, e anche i Pasti e Maddalena intravvedono il potenziale commerciale della salma, dalla quale i fan non vogliono separarsi.
I cassamortari è il terzo film da regista di Claudio Amendola, autore del soggetto insieme a Francesca Neri e coautore della sceneggiatura con Roberto Iannone, Kissy Dugan e la collaborazione di Luigi Di Capua, e rappresenta un altro tassello in una filmografia davvero anomala, dopo La mossa del pinguino e Il permesso - 48 ore fuori.
Qui l'ispirazione è la commedia all'italiana alla Dino Risi, intenta a mettere alla berlina una galleria di mostri: il patriarca Pasti, la vedova e i quattro figli, ma anche il cantante rock e sua figlia, e in qualche misura la sua manager. Sono tutti campioni di cinismo, ma anche tutti vittime di qualche ferita interiore, la cui origine è iscritta nella caratterizzazione del personaggio.
Mosca bianca nel panorama cinematografico italiano contemporaneo, I cassamortari ha il coraggio, e il pregio, di affrontare di petto due argomenti scomodi: la morte e il corpo come oggetto di sfruttamento mediatico. E la crudeltà con cui questi argomenti vengono trattati non esclude una pietas per chi, immerso nella nostra cultura dell'esibizione e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, è agito prima ancora di agire: la temerarietà di Amendola, nel panorama asfittico della commedia italiana attuale, merita di essere premiata a prescindere.
Il film si confronta con l'attualità in modo intelligente e anche produttivamente furbo, basti pensare al product placement di due imprese reali di onoranze funebri, una delle quali è probabilmente stata di ispirazione quanto a capacità di confrontarsi con l'attualità facendo umorismo su ciò che normalmente è considerato tabù, alla faccia della political correctness.
Funziona meno l'agilità delle battute, che non hanno la necessaria ferocia della commedia (nera) all'italiana, sia perché gli sceneggiatori si sono (purtroppo) tenuti un passo indietro rispetto alla capacità di essere oltraggiosi tipica invece della commedia "funeraria" anglosassone (vedi Funeral Party), sia perché non tutti gli interpreti sanno gestire con maestria i tempi comici indispensabili. Su tutti spicca Giuliana Lojodice, in un felice ritorno al grande schermo, seguita da Lucia Ocone e Massimo Ghini. A Sonia Bergamasco tocca invece il personaggio più drammatico, e a Piero Pelù, che interpreta con autoironia Gabriele Arcangelo ed è autore delle musiche originali del film, quello della salma più volte riesumata.
Solo nello scambio di battute finale, davvero esilarante, I cassamortari raggiunge la cifra comica che avrebbe dovuto attraversare tutta la narrazione. La sfrontatezza di non "lasciar stare i morti" e l'ardire di parlare delle storture della contemporaneità attraverso il prisma della commedia sociale sono comunque una gradita sorpresa, e un incoraggiamento per Amendola a proseguire su questa strada oggi poco battuta.
Ahhh... bene.... una buona commedia "nera" italiana basata sulle varie "depravazioni" nazionali e sulle "depressioni" familiari. Sempre in tiro e nella parte la grandissima Loiodice, un po' meno la Ocone che poteva osare di più visto il personaggio. Tognazzi poi: anche lui nella solita condizione di sfigato tout-court, stavolta relegato a parlare [...] Vai alla recensione »
Ahhh... bene.... una buona commedia "nera" italiana basata sulle varie "depravazioni" nazionali e sulle "depressioni" familiari.Sempre in tiro e nella parte la grandissima Loiodice, un po' meno la Ocone che poteva osare di più visto il personaggio.Tognazzi poi: anche lui nella solita condizione di sfigato tout-court, stavolta relegato a parlare solo con i morti! Proprio gli mancava.
Ho trovato niente male questo film del regista Caludio Amendola. Tutti gli attori sono ben calati nei loro ruoli, mentre la trama del film tratta un'argomentazione inusuale ma particolarmente originale. Molto meglio questo tipo di pellicole anziché le orripilanti commedie di Natale che fortunatamente da diversi anni a questa parte non le vediamo più al Cinema
Amendola... ma perchè fare un film così? Brutto, brutto, ma veramente brutto!!! Di una bruttezza gratuita, oltretutto.... Come ha fatto un gruppo di attori così affermati a girare una cosa così scombinata è veramente un mistero....... Non sta in piedi NULLA!
La trama interessante poteva offrire spunti davvero interessanti per ridere...della morte. Purtroppo nn si ride...ma si piange per battute di infima categoria e per recitazione scadente della maggior parte degli attori. Visto su piattaforma streaming solo primo tempo poi...ho lasciato...non ce la facevo a vedere tanta tristezza tutta in una volta...
La trama interessante poteva offrire spunti davvero interessanti per ridere...della morte. Purtroppo nn si ride...ma si piange per battute di infima categoria e per recitazione scadente della maggior parte degli attori. Visto su piattaforma streaming solo primo tempo poi...ho lasciato...non ce la facevo a vedere tanta tristezza tutta in una volta...
Film molto carino con un buon cast in cui primeggia un grande Massimo Ghini,ma anche gli altri non sono da meno. La morte viene presentata come strumento di spettacolo pur di far soldi....Per fortuna alla fine prevale il buon senso....anche se poi si ricomincia!!
Film molto carino con un buon cast in cui primeggia un grande Massimo Ghini,ma anche gli altri non sono da meno. La morte viene presentata come strumento di spettacolo pur di far soldi....Per fortuna alla fine prevale il buon senso....anche se poi si ricomincia!!
Film mediocre sotto tutti i punti di vista. Storia noiosa, i soliti dialoghi con sospiri all'italiana, monologhi che spezzano il ritmo e battute agghiaccianti. Delusione totale. Se volete raccontare storie di vita ridateci film come Basilicata coast to coast . Unica cosa che si salva la musica...
Tempi duri per i Pasti, famiglia di cassamortari romanissimi e cinici che hanno fatto loro il motto del patriarca Giuseppe (Leo, in cameo d'apertura) «tutti devono morì, ma solo in pochi ce guadagnano». Il nero sepolto da decenni riemerge e il fisco bussa alla porta, costringendoli a misure disperate, come il funerale show di un cantante tossico marcio, ma testimonial della lotta alla droga (Pelù, [...] Vai alla recensione »
Non è la prima volta che al cinema si ironizza sul tema delle pompe funebri. Dalla black comedy in stile anglosassone sul becchino Pinuccio Lovero di Pippo Mezzapesa al Marcello Santilli interpretato da Enrico Brignano in Ci Vediamo domani: lo spunto del nuovo film di Claudio Amendola non è originale. E neanche la comicità tipicamente romana, come quella di Brignano.
«Tutti devono morì, ma solo in pochi ce guadagnano» è il motto della famiglia Pasti per la loro agenzia di pompe funebri. Dopo la morte del padre, la gestiscono i quattro figli, molto diversi tra loro. Quando l'azienda finisce in guai finanziari, la morte di un rocker famoso potrebbe risollevare i conti. Finendo per esagerare tra sepolture e riesumazione.