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domenica 23 marzo 2025
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piacevole visione
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Avevo visto la pellicola di Carpenter, il ormai cult " La cosa"( apprezzato ma con riserve) e avevo letto alcuni racconti ambienti ai poli(Poe- Lovecraft) quindi ero molto curioso di vedere questa pellicola di ben 70 anni fa diretto, a quanto pare, da un maestro del cinema classico come Howard Hawks, di cui avevo apprezzato il suo Scarface. E come allora mi stupisco come il film proceda in modo cosi diretto nella narrazione della storia, nessun tentativo di fare un cinema ricercato ma bensi la netta volonta di fare un cinema semplice, banale in apparenza. Cosi la storia dei nostri protagonisti: militari, scienziati, giornalisti procede senza intoppi, c'? umorismo, avventura, momenti di tensione e leggerezza.
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Avevo visto la pellicola di Carpenter, il ormai cult " La cosa"( apprezzato ma con riserve) e avevo letto alcuni racconti ambienti ai poli(Poe- Lovecraft) quindi ero molto curioso di vedere questa pellicola di ben 70 anni fa diretto, a quanto pare, da un maestro del cinema classico come Howard Hawks, di cui avevo apprezzato il suo Scarface. E come allora mi stupisco come il film proceda in modo cosi diretto nella narrazione della storia, nessun tentativo di fare un cinema ricercato ma bensi la netta volonta di fare un cinema semplice, banale in apparenza. Cosi la storia dei nostri protagonisti: militari, scienziati, giornalisti procede senza intoppi, c'? umorismo, avventura, momenti di tensione e leggerezza. Cosi, persino "la cosa" appare in linea con il registro scelto per la pellicola che altrimenti sarebbe risultata ridicola( tanto ? che viene considerata una carota spaziale...) che mi ha ricordato un personaggio della DC comics. Inevitabile il confronto tra Hawks-Nyby e Carpenter, questo ultimo fece un film barocco-estremo che poteva essere rifiutato(e cos? fu infatti) mentre Hawks fa un film divertente alla portata di tutti. L'unica pecca che posso trovare ? appunto questa: la sua mancanza di ambizione che forse l'avrebbe reso un film pi? importante ma forse meno piacevole da vedere.
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monfardini ilaria
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giovedì 23 maggio 2024
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una carota spaziale per un classico dello sci-fi
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“Attenzione al cielo! Dovunque, scrutate il cielo!”
Nel lontano 1938 lo scrittore di fantascienza statunitense John W. Campbell Jr. pubblica il suo romanzo Who Goes There?, giunto in Italia solo nel 1953 col titolo La “cosa” da un altro mondo. Chiunque sia un minimo appassionato di fantascienza, ma anche di horror, avrà senz’altro visto, e mi auguro più volte, il capolavoro di John Carpenter del 1982 La Cosa, fedele e più iconica trasposizione del romanzo di Campbell. Ma prima del papà di Michael Myers, a dirigere un film su questo racconto furono Christian Nyby e Howard Hawks, quest’ultimo accreditato solo come produttore e sceneggiatore, che nel 1951 fanno uscire nelle sale americane La Cosa da un Altro Mondo (The Thing from Another Wolrd).
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“Attenzione al cielo! Dovunque, scrutate il cielo!”
Nel lontano 1938 lo scrittore di fantascienza statunitense John W. Campbell Jr. pubblica il suo romanzo Who Goes There?, giunto in Italia solo nel 1953 col titolo La “cosa” da un altro mondo. Chiunque sia un minimo appassionato di fantascienza, ma anche di horror, avrà senz’altro visto, e mi auguro più volte, il capolavoro di John Carpenter del 1982 La Cosa, fedele e più iconica trasposizione del romanzo di Campbell. Ma prima del papà di Michael Myers, a dirigere un film su questo racconto furono Christian Nyby e Howard Hawks, quest’ultimo accreditato solo come produttore e sceneggiatore, che nel 1951 fanno uscire nelle sale americane La Cosa da un Altro Mondo (The Thing from Another Wolrd). Decisamente meno attinente al testo originale, la sceneggiatura scritta a sei mani da Hawks insieme a Charles Lederer e Ben Hecht rimane comunque molto avvincente, spesso ironica ed a tratti sottilmente inquietante, sebbene manchi tutta la parte della paura legata alla paranoia di non sapere chi è colui che si ha davanti, elemento caratteristico sia del romanzo che del film di Carpenter, dove l’alieno è, appunto, un mutaforma, e può prendere le sembianze di chiunque gli capiti malauguratamente a tiro.
Il capitano dell’aviazione americana Pat Hendry, in servizio in Alaska, viene inviato, dopo una strana segnalazione, presso un’installazione scientifica artica dove lavora un eminente scienziato. Qui Hendry e la sua squadra vengono messi al corrente della caduta dal cielo di quello che sembrerebbe essere un grosso aereo, che ha provocato una rumorosa esplosione non lontano dalla base scientifica. Gli uomini si mettono quindi in moto per raggiungere il punto dove è avvenuto l’impatto, ma giunti sul posto si accorgono che a precipitare non è stato un aereo, bensì un enorme disco volante! Emozionati cercano di liberarlo dalla spessa coltre di ghiaccio che lo imprigiona usando la dinamite, e così facendo lo danneggiano, ma si accorgono anche che l’esplosione ha fatto uscire dall’astronave uno strano essere umanoide che è ancora congelato. Decidono così di portare il loro trofeo al campo base tagliando il blocco di ghiaccio che lo trattiene, ma non sanno che, una volta giunti a destinazione, l’alieno, ancora vivo e vegeto, si libererà e comincerà ad esigere il suo tributo di sangue. Il professor Carrington, intanto, recuperatone un braccio staccatogli via dai cani, scoprirà che l’extraterrestre ha una struttura simile a quella di un vegetale, una sorta di carota spaziale, e che si rigenera e riproduce molto molto velocemente grazie all’assunzione di sangue. La terra è in pericolo, l’ospite, ovviamente, non viene in pace, e gli uomini dovranno ingegnarsi per trovare il modo di eliminarlo, nonostante le proteste del professore che vede così un duro colpo nei confronti della scienza.
Avendo visto prima, e più volte, La Cosa di Carpenter, ho fatto un po’ fatica ad apprezzare fino in fondo questo lavoro della coppia Nyby/Hawks. Ero abituata ad una Cosa senza fattezze particolari, che era ora un husky ora un uomo, e che confondeva i presenti, i quali sviluppavano una vera e propria paranoia gli uni verso gli altri, non sapendo se chi avevano davanti era un loro amico o l’alieno che aveva preso le sue fattezze. E non è tanto una contestualizzazione storica, sebbene la verbosa parte iniziale, così prolissa, potesse senza dubbio essere evitata, e non riscontri proprio il gusto moderno dello spettatore. L’idea di trasformare la Cosa in un grosso omone verde dalla forza inaudita, che utilizza la serra della base artica per i suoi obbrobriosi innesti sanguinolenti che vagiscono come bimbi appena nati, senz’altro banalizza un po’ tutto il busillis, e considerando che la pellicola, sebbene prodotta dalla famosa RKO Radio Pictures, ha avuto un budget decisamente modesto, mi chiedo come mai non ci si sia attenuti alla storia originale che era senz’altro più inquietante ed anche meno costosa da realizzare a livello di effetti o altro. L’eclettico Howard Hawks, candidato all’Oscar nel 1942 per Il Sergente York, deve aver pensato che per fare paura un mostro era più adatto, visto anche il grande successo che ottenevano in quegli anni i grandi mostri della Universal Pictures. Ma, col senno di poi, l’incertezza sul nemico che hai davanti è, a mio modesto parere, la cosa più spaventosa che possa capitarci. Tuttavia sembra che i produttori volessero evitare le discordie interne tra i personaggi, proponendo invece un modello di coesione virile cameratesco molto forte che rappresentasse gli ideali ed i valori del coraggio allora in voga.
Certamente non mancano i momenti di buona suspense, nel clima di costante attesa che si crea nell’avamposto scientifico, certi che stia per succedere qualcosa in mezzo a tutto quel ghiaccio candido, dove gli uomini danno l’impressione di essere topi in gabbia. Per sottolineare questa sorta di “sovraffollamento” in uno spazio chiuso ed angusto, fuori dal quale sono poche le vie d’uscita, si utilizza spesso la tecnica, a mio avviso un po’ fastidiosa, dell’overlapping, ovvero personaggi che parlano rapidamente sovrapponendo i propri discorsi gli uni con gli altri come a suggerire tanti animaletti in una piccola gabbia, che rumoreggiano tutti l’uno sull’altro. Se certamente tale tecnica di parlato non aiuta la comprensione, essendo stata mantenuta anche nel doppiaggio italiano, tuttavia centra appieno il risultato voluto.
Buone, quasi tutte, le prove attoriali. Tra tutti spicca senza dubbio il californiano Kenneth Tobey nei panni del capitano Patrick Hendry, specializzato in ruoli eroici militari. Altro volto interessante e pragmatico è quello di Robert Cornthwaite che veste i panni del dott. Arthur Carrington, unico, tra tutti, a voler difendere la Cosa, considerandola una grande opportunità scientifica. Lo ricordiamo, sempre nel ruolo di un dottore, in un altro grande classico della fantascienza, La Guerra dei Mondi di Byron Haskin del 1953, e nell’horror drama di Robert Aldrich del 1962 Che fine ha fatto Baby Jane? Non ho invece trovato particolarmente a suo agio nel ruolo l’attrice Margaret Sheridan, dalla carriera, infatti, breve e poco interessante: interpreta la segretaria della base scientifica Nina Nicholson, ma quel perenne sorriso sempre stampato sul volto, anche quando la Cosa sta seriamente minacciando la vita di tutti loro, è fastidioso e rende il suo personaggio decisamente poco poco credibile.
Il film è stato quasi interamente girato in studio, mentre per le scene all’aperto sono stati utilizzati i territori impervi del Montana, mantenendo, sia all’interno che all’esterno, un senso del ritmo ed una suspense notevoli. Qui, a differenza che nel film di Carpenter, nella base ci sono anche donne, mentre ne La Cosa la presenza femminile è assolutamente esclusa. Carpenter fa spesso ricorso a scene splatter e raccapriccianti, espediente che invece non ricercano assolutamente Nyby e Hawks, che cercano invece di creare la tensione col solo lavoro registico, alternando primi piani a totali all’interno di un contesto scenografico sempre più claustrofobico e minaccioso, dando così vita ad un vertiginoso climax di tensione che si scioglierà solo alla fine. Decisamente diverso, tra i due film tratti dallo stesso romanzo, è proprio il finale: un parziale happy ending qui, uno più disilluso e apocalittico là. Se la pellicola uscì nelle sale in b/n, è stata successivamente colorizzata, dandole quel tocco in più, soprattutto per quel che riguarda la raffigurazione dell’alieno. Belle e azzeccate le inquietanti musiche di Dimitri Tiomkin, compositore russo – ucraino che all’epoca aveva già realizzato importanti colonne sonore come La Vita è Meravigliosa di Frank Capra (1946) e Duello al Sole di King Vidor (1946). Letto come un’allegoria della Guerra Fredda e della fobia americana verso il comunismo, il film è tuttavia centrato sul conflitto etico tra ragione e scienza, tra volere per forza salvaguardare la razza umana senza pensare alla possibile valenza scientifica della scoperta di forme di vita aliene nell’universo. La sicurezza dell’umanità, coadiuvata dall’apporto militare, prevale sulla scienza. L’evidente conflittualità tra la mentalità scientifica e quella militare si ritroverà poi in tantissime pellicole fantascientifiche, una fra tutte La Città verrà distrutta all’alba del Maestro George A. Romero del 1973.
Nonostante gli evidenti limiti, quindi, La Cosa da un Altro Mondo può e deve comunque essere riconosciuta come una delle pietre miliari del fantahorror, una delle pellicole che ha buttato le basi per la maggior parte dei film successivi che si imperniano sulla lotta tra umani ed invasori arrivati dallo spazio, non solo il classico di Carpenter, ma lo stesso Alien di Ridley Scott. Cliché tipici del cinema e della letteratura dell’orrore come il vampirismo, la paura dell’uomo nero, ed il richiamo evidente al mostro di Frankenstein di Mary Shelley si uniscono agli stilemi della pura fantascienza, generando un mix archetipico che, sebbene oggi possa senz’altro risultare un po’ datato, deve comunque essere contestualizzato ed investito del valore cinematografico indubbio che si porta addosso ancora oggi.
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figliounico
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domenica 11 febbraio 2024
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la fantascienza come arte
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The Thing from Another World del ’58, regia di Howard Hawks, tratto dal racconto di Who Goes There? di John Wood Campbell Jr, è uno dei più bei film di fantascienza della storia del cinema. Contraddistinto dal ritmo frenetico dell’azione, che si svolge quasi tutta claustrofobicamente negli spazi chiusi di un centro ricerche al Polo Nord, e da dialoghi asciutti e serrati scritti dallo stesso Hawks e da Ben Hecht, racchiude sinteticamente nello spazio temporale di circa un’ora e trenta tutte le caratteristiche, rappresentate in modo esemplare, del sottogenere del cinema d’assedio. C’è suspense e mistero in un plot semplice basato sullo scontro epocale tra la mostruosa creatura aliena ed il gruppo di militari e scienziati asserragliati insieme ma dialetticamente contrapposti sulla strategia da adottare nei confronti dello straniero.
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The Thing from Another World del ’58, regia di Howard Hawks, tratto dal racconto di Who Goes There? di John Wood Campbell Jr, è uno dei più bei film di fantascienza della storia del cinema. Contraddistinto dal ritmo frenetico dell’azione, che si svolge quasi tutta claustrofobicamente negli spazi chiusi di un centro ricerche al Polo Nord, e da dialoghi asciutti e serrati scritti dallo stesso Hawks e da Ben Hecht, racchiude sinteticamente nello spazio temporale di circa un’ora e trenta tutte le caratteristiche, rappresentate in modo esemplare, del sottogenere del cinema d’assedio. C’è suspense e mistero in un plot semplice basato sullo scontro epocale tra la mostruosa creatura aliena ed il gruppo di militari e scienziati asserragliati insieme ma dialetticamente contrapposti sulla strategia da adottare nei confronti dello straniero. Prevale il buon senso unito all’ideologia guerrafondaia di un’America appena uscita vincente dal secondo conflitto mondiale. Grazie ai nostri grandi attori/doppiatori dell’epoca la versione italiana del film si può definire semplicemente come un’opera d’arte senza tempo.
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gianleo67
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giovedì 6 aprile 2023
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le carote aliene sono meglio cotte!
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Una squadra di avieri deve neutralizzare la minaccia di una pericolosa creatura aliena precipitata nei pressi di una isolata base artica. La ferma opposizione del team di scienziati intenzionati a studiare l'alieno e la coriacea fisiologia vegetale di quest'ultimo, renderà la missione dei militari più complicata del previsto. Tratto abbastanza liberamente dal classico della fantascienza neopositivista e nichilista di John W. Campbell (sotto lo pseudonimo di Don A. Stuart) e diretto da Christian Nyby con la supervisione del produttore Howard Hawks, è diventato negli anni un film di culto per la singolare commistione di horror e sci-fi che ne ha fatto il capostipite di un sottogenere particolarmente prolifico, ma anche un singolare e riuscito esempio di quella contaminazione narrativa che ha caretterizzato fin dagli esordi il genere fantastico-avventuroso delle numerose riviste di pulp-fiction che avevano invaso il mercato editoriale americano dal ventennio precedente e di cui lo stesso Campbell fu uno dei principali ispiratori come autore prima e come direttore della famosa 'Astounding Science Fiction' poi .
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Una squadra di avieri deve neutralizzare la minaccia di una pericolosa creatura aliena precipitata nei pressi di una isolata base artica. La ferma opposizione del team di scienziati intenzionati a studiare l'alieno e la coriacea fisiologia vegetale di quest'ultimo, renderà la missione dei militari più complicata del previsto. Tratto abbastanza liberamente dal classico della fantascienza neopositivista e nichilista di John W. Campbell (sotto lo pseudonimo di Don A. Stuart) e diretto da Christian Nyby con la supervisione del produttore Howard Hawks, è diventato negli anni un film di culto per la singolare commistione di horror e sci-fi che ne ha fatto il capostipite di un sottogenere particolarmente prolifico, ma anche un singolare e riuscito esempio di quella contaminazione narrativa che ha caretterizzato fin dagli esordi il genere fantastico-avventuroso delle numerose riviste di pulp-fiction che avevano invaso il mercato editoriale americano dal ventennio precedente e di cui lo stesso Campbell fu uno dei principali ispiratori come autore prima e come direttore della famosa 'Astounding Science Fiction' poi . Partendo dalle limitazioni di budget particolarmente evidenti nel rilievo di fondali posticci e di una mostro un po' Frankenstein un po' vampiro (un baccellone umanoide che si nutre di sangue umano e si riproduce per gemmazione!) che non complicasse troppo le lineari dinamiche nell'angusto spazio della base artica, Hawks concepisce un film alla sua maniera, tutto azione e suspense ma con diverse concessioni al rilievo ironico del cameratismo virile ed alla immancabile sottotrama sentimentale. Le ansie claustrofobiche e paranoiche dell'originale tema da classico rompicapo biologico rappresentato dall'alieno mutaforma sono qui riconvertite nella più grossolana rappresentazione di un umanoide vegetale che la regia tiene sapientemente fuori campo per la maggior parte del tempo, ma facendo più di una concessione alla tenzone da cinema di frontiera in cui alla già citata solidarietà machista si contrappongono gli epigoni di un confronto tra l'illuminato autoritarismo marziale in tempo di guerra fredda ('Keep watching the skies!' è uno slogan che ha fatto scuola) e l'oscurantismo scientista pronto a sacrificarsi ciecamente per il bene della conoscenza; invertendo così i termini di una ottusa fiducia in una tecnica scientifica che deve servire prima di tutto a salvare il mondo; quel che avanza ce lo si farà bastare forse per il microscopio. Una morale che lo accomuna senz'altro al finale del soggetto letterario cui è ispirato (anche là si farà giusto in tempo con la fiamma ossidrica e l'arco voltaico) a sua volta memore della lezione di Lovecraft di due anni prima (Alle montagne della follia) nella quale la hybris positivista si cimentava con l'abominio dell'informe che va oltre l'umano e con l'innobinabile plasticità di una morfogenesi aliena (a favore di Campbell va però citato Frictional Losses che è quasi coevo del romanzo del solitario di Providence). Tutto molto più semplice nel film di Hawks, che oltre alle summenzionate contaminazioni di genere ed all'overlapping dialog suo peculiare marchio di fabbrica, ne approfitta per una sapida frecciatina alle nuove mitologie post Roswell (con l'aviazione che si affretta a smentire nelle comunicazioni protocollari degli uffici stampa e le prove inconfutabili di un vero incontro ravvicinato che vanno letteralmente in fumo) ed alla sessuofobica morale puritana che fa dire allo scienziato come sia molto più casta e senza problemi la riproduzione asessuata del vegetale straniero (in terra straniera), mentre la sua segretaria (una avvenente ed esordiente Margareth Sheridan assunta dal produttore H.H. all'uopo e con un cachet 'maggiorato') si industriava in uno spassoso giochino sadomaso con l'aitante capo della fazione opposta; una scena purtroppo tagliata nella versione di soli 80' che mi è capitato di vedere. Direi che per il cinema del tempo sono proprio cose dell'altro mondo!
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paolp78
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sabato 1 gennaio 2022
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efficacissimo, benché datato
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Grande classico dell’horror fantascientifico tratto dall’omonimo racconto dello scrittore John W. Campbell, uno dei più famosi e prolifici autori di questo genere letterario.
Nonostante sia una pellicola che risale agli inizi degli anni ’50, resta ancora capace di avvincere ed emozionare.
Ovviamente non risulta spaventoso come i film moderni dello stesso genere, prevalentemente perché all’epoca non erano ancora stati messi a punto tutti quegli espedienti che sono utilizzati oggi per accrescere l’ansia e la suspense, come l’uso della musica ed il ricorso a sequenze in cui viene esasperata l’attesa facendo crescere la tensione; deve dirsi però che se queste mancanze rendono poco godibile un film come questo ai moderni appassionati, dall’altro lato la pellicola depurata di alcuni eccessi ne guadagna in genuinità, presentandosi più onesta e convincente.
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Grande classico dell’horror fantascientifico tratto dall’omonimo racconto dello scrittore John W. Campbell, uno dei più famosi e prolifici autori di questo genere letterario.
Nonostante sia una pellicola che risale agli inizi degli anni ’50, resta ancora capace di avvincere ed emozionare.
Ovviamente non risulta spaventoso come i film moderni dello stesso genere, prevalentemente perché all’epoca non erano ancora stati messi a punto tutti quegli espedienti che sono utilizzati oggi per accrescere l’ansia e la suspense, come l’uso della musica ed il ricorso a sequenze in cui viene esasperata l’attesa facendo crescere la tensione; deve dirsi però che se queste mancanze rendono poco godibile un film come questo ai moderni appassionati, dall’altro lato la pellicola depurata di alcuni eccessi ne guadagna in genuinità, presentandosi più onesta e convincente.
Altra importante differenza con i film dell’orrore moderni è data dall’assenza di quella ricerca ossessiva del grottesco, espressa con il ricorso a numerose scene splatter raccapriccianti; al contrario in questa pellicola, come in tutte quelle dell’epoca, le parti della storia che prevederebbero risvolti truculenti non vengono messe in scena.
La regia è dello statunitense Christian Nyby, di cui non si ricordano altre opere, ma deve dirsi che un importante apporto venne dato dal grande Howard Hawks che della pellicola fu il produttore.
Il cast non annovera nomi di particolare richiamo, ma tutti gli interpreti ben figurano dando, luogo ad un’apprezzabilissima performance corale.
Molto ben girate e pregevoli tecnicamente le sequenze del tentativo di recupero dell’oggetto volante finito sotto i ghiacci del Polo Nord; suggestive le inquadrature dell’aereo che vola basso sopra il Polo e quelle della squadra di recupero che si pone a cerchio nel punto in cui è sprofondata la nave spaziale.
Non del tutto convincente il trucco, con l’alieno mostruoso che viene rappresentato in modo poco originale, sembrando quasi una brutta copia della creatura di Frankenstein.
Nel 1982 John Carpenter realizzerà una nuova trasposizione cinematografica del racconto di Campbell, restandovi più fedele rispetto a questa pellicola di Nyby.
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onufrio
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martedì 28 aprile 2020
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la cosa
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Un fantasy-horror stracolmo di dialoghi ed analisi sulla "Cosa" con rarissimi e non fenomenali effetti speciali, tanto da ridurre l'elemento alieno in una sorta di Frankenstein ossigenato. Carpenter decenni dopo ha saputo valorizzarne maggiormente il racconto, ma questo film del 1951 rimane comunque un cult per gli amanti del genere fantascientifico.
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contrammiraglio
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venerdì 25 novembre 2016
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capolavoro
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Semplicemente un capolavoro.
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superpicche
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domenica 10 novembre 2013
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una pianta da non mettere nel ... vasetto
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Alcuni componenti della base scientifica USA in Antartide si imbattono nel disco volante "sorbettato" nel ghiaccio. Considerato il rilievo scientifico della scoperta, la distruggono a suon di bombe per estrarvi l'abitante, anch'esso in sorbetto. Scoprono a loro spese che il vegetale a sembianze umane (perlomeno quelli cattivi) ha fame ed è molto irascibile. Ma gli scienziati appronteranno una doccia elettrica di fortuna e salveranno l'umanità. Film osceno per contenuti, dialoghi martellanti e morale. E' un cult nel suo genere quindi imperdibile
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(di contrammiraglio)
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demonlater
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mercoledì 28 settembre 2011
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watch the skies, don't watch the italian dvd!!!
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Questo capolavoro della fantascienza americana degli anni 50 ha tutte le caratteristiche del cinema di Howard Hawks: velocità e ritmo, dialoghi e situazioni cameratistiche tra gli uomini , per molti con sottofondo omosessuale ( come nel caso di "Red river") ma in realtà giocate al filo con una certa ambiguità di situazioni tipicamente da camerata, e piccanti tra uomo e donna come la stupenda scena di seduzione tra il capitano e la assistente dello scienziato quando lui legato e seduto su una sedia si sottopone ad un sensuale interrogatorio di lei in piedi di fronte a lui.
Non voglio dilungarmi con cose già scritte e riscritte da critici e cultori di questo film tante volte, ma voglio parlarvi dello sfregio compiuto dall'unica edizione dvd italiana esistente in Italia, che ha tagliato alcune sequenze imprescindibili del film come, ad esempio, la stupenda scena di seduzione sopracitata!
Perchè mai nessuno evidenzia il problema delle edizioni in dvd scorrette di capolavori e film che hanno fatto la storia del cinema?
Qui di seguito voglio riportarvi esattamente le scene tagliate dalla edizione dvd italiana ad opera della ELLEU e distribuito dalla MHE- Mondo Home Entertainment:
Minutaggio dalla edizione italiana registrata dalla RAI della durata di 82:27
da04:28 a 04:59 un militare entra dal generale portando il bollettino meteorologico,da30:32 a 32:42 il sergente bob chiede aiuto per sistemare l’aereo -scena successiva il capitano si rade la barba mentre chiacchiera con un collega e il giornalista-entra il sergente bob che chiede al capitano di parlargli in privato, da 33:40 a 36:39 scena della seduzione tra il capitano e la assistente dello scienziato, da 56:50 a 57:44 lo scienziato spiega agli altri colleghi che l’alieno si serve dell’uomo solo come fonte di cibo.
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Questo capolavoro della fantascienza americana degli anni 50 ha tutte le caratteristiche del cinema di Howard Hawks: velocità e ritmo, dialoghi e situazioni cameratistiche tra gli uomini , per molti con sottofondo omosessuale ( come nel caso di "Red river") ma in realtà giocate al filo con una certa ambiguità di situazioni tipicamente da camerata, e piccanti tra uomo e donna come la stupenda scena di seduzione tra il capitano e la assistente dello scienziato quando lui legato e seduto su una sedia si sottopone ad un sensuale interrogatorio di lei in piedi di fronte a lui.
Non voglio dilungarmi con cose già scritte e riscritte da critici e cultori di questo film tante volte, ma voglio parlarvi dello sfregio compiuto dall'unica edizione dvd italiana esistente in Italia, che ha tagliato alcune sequenze imprescindibili del film come, ad esempio, la stupenda scena di seduzione sopracitata!
Perchè mai nessuno evidenzia il problema delle edizioni in dvd scorrette di capolavori e film che hanno fatto la storia del cinema?
Qui di seguito voglio riportarvi esattamente le scene tagliate dalla edizione dvd italiana ad opera della ELLEU e distribuito dalla MHE- Mondo Home Entertainment:
Minutaggio dalla edizione italiana registrata dalla RAI della durata di 82:27
da04:28 a 04:59 un militare entra dal generale portando il bollettino meteorologico,da30:32 a 32:42 il sergente bob chiede aiuto per sistemare l’aereo -scena successiva il capitano si rade la barba mentre chiacchiera con un collega e il giornalista-entra il sergente bob che chiede al capitano di parlargli in privato, da 33:40 a 36:39 scena della seduzione tra il capitano e la assistente dello scienziato, da 56:50 a 57:44 lo scienziato spiega agli altri colleghi che l’alieno si serve dell’uomo solo come fonte di cibo.
Vogliamo rendere giustizia a questo film facendo uscire una versione completa?
In America esiste la bella edizione, anche nella confezione cartonata, della warner uscita nel 2003 col film completo. Ma ad oggi anche all'estero esistono svariate edizioni con il film tagliato e questo perchè la Turner Entertainment che ora detiene i diritti del film lo ha modificato sia nella versione colorizzata, sia per la messa in onda televisiva decurtata a seconda dei divieti nei vari stati d'America.
Allora io vi dico questo: attenzione al cielo, ma attenzione anche al dvd italiano e a chi non rispetta le opere cinematografiche soprattutto se si tratta di capolavori come in questo caso!
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il cinefilo
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lunedì 28 marzo 2011
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prezioso ma datato classico della fantascienza
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Howard hawks(qui regista insieme a Christian Nyby)è stato un"asso"in una molteplicità di generi cinematografici che spaziano dallo western alla commedia,dal gangster movie alla...fantascienza.
L'ultimo genere citato è quello appartenente al film in questione che può vantare,ed essendo del 1951 è ancora più interessante,una capacità di amministrare le scene di tensione abbastanza sorprendente nella sua efficacia...peccato però che il mostro,a vederlo oggi,fa soltanto ridere.
Ad essere interessante è anche l'evidente conflittualità tra la mentalità scientifica e quella"militare"che si dibatte sul destino dell'orrenda creatura tra chi vuole averlo vivo per analizzarlo e chi invece vuole,legittimamente,eliminarlo.
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Howard hawks(qui regista insieme a Christian Nyby)è stato un"asso"in una molteplicità di generi cinematografici che spaziano dallo western alla commedia,dal gangster movie alla...fantascienza.
L'ultimo genere citato è quello appartenente al film in questione che può vantare,ed essendo del 1951 è ancora più interessante,una capacità di amministrare le scene di tensione abbastanza sorprendente nella sua efficacia...peccato però che il mostro,a vederlo oggi,fa soltanto ridere.
Ad essere interessante è anche l'evidente conflittualità tra la mentalità scientifica e quella"militare"che si dibatte sul destino dell'orrenda creatura tra chi vuole averlo vivo per analizzarlo e chi invece vuole,legittimamente,eliminarlo...il lieto fine sarà anche inevitabilmente prevedibile ma rimane comunque piuttosto emozionante.
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[+] la supercarota
(di mencio)
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