onufrio
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giovedì 19 dicembre 2019
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un amore epistolare
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Tra le commedie maggiormente apprezzate nella storia del cinema, ambientata a Budapest per lo più in un negozio il cui proprietario è il signor Hugo Matuschek e tra i suoi dipendenti vi è Alfred (James Stewart), il quale da tempo intrattiene una conversazione epistolare con una misteriosa donna, entrambi attendono con ansia di incontrarsi. Tra sentimentalismo e qualche risata, Lubitsch gioca con maestria sguazzando in quel che meglio gli riesce. Una commedia stilisticamente perfetta.
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ares84
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giovedì 13 giugno 2013
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un'eleganza a cui siamo, purtroppo, disabituati.
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Il Sig. Lubitsch non delude mai! Film targato 1940 che risulterebbe ancor oggi originale e straordinariamente piacevole se venisse proiettato nelle sale. Un'eleganza degli attori riflesso di un'epoca, ahimè, così lontana, ineguagliabile, soprattutto in tema di commedie pseudo-sentimentali. Il termine pseudo è volto ad indicare che siamo in presenza non solo di una storia d'amore e di scoperta ma di un più grande e caro tema sociale: la solidarietà! Essa si manifesta sia nei rapporti che intercorrono tra i commessi del negozio e sia nella figura del proprietario dello stesso che, sebbene attento (come è giusto) al profitto, riconosce la schiera dei suoi dipendenti come la sua vera famiglia.
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Il Sig. Lubitsch non delude mai! Film targato 1940 che risulterebbe ancor oggi originale e straordinariamente piacevole se venisse proiettato nelle sale. Un'eleganza degli attori riflesso di un'epoca, ahimè, così lontana, ineguagliabile, soprattutto in tema di commedie pseudo-sentimentali. Il termine pseudo è volto ad indicare che siamo in presenza non solo di una storia d'amore e di scoperta ma di un più grande e caro tema sociale: la solidarietà! Essa si manifesta sia nei rapporti che intercorrono tra i commessi del negozio e sia nella figura del proprietario dello stesso che, sebbene attento (come è giusto) al profitto, riconosce la schiera dei suoi dipendenti come la sua vera famiglia. Questo film mi ha rasserenato, mi ha trasportato in un mondo ideale orientato al rispetto e alla tutela della persona e del lavoro. Tralasciando la crisi economica, l'abbruttimento della nostra società è dovuto anche alla rara trasmissione, sulle reti nazionali, di film come questo.
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claudus
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lunedì 14 febbraio 2011
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the shop around the...world
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Film di una pulizia filmica e trasparenza straordinaria.
In un'ora e mezza Lubitsch ci mostra quanto sarebbe bello se un luogo di lavoro fosse così pregno di sentimento come il negozio in cui lavorano i protagonisti.
Un proprietario severo ma onesto, comprensivo e autoritario insieme.
Spettacolare ed elegantissimo ( E GIOVANISSIMO ! ) James Stewart che con notevole serietà costruisce il suo carismatico protagonismo.
Del tutto sprovvisto di noia grazie alla geniale trovata che anticipa di 70 anni le chat ! E le baracconate di "Facebook" infonde un calore raro ai nostri giorni.
Peccato, basterebbe poco, ce lo mostra il film.
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Film di una pulizia filmica e trasparenza straordinaria.
In un'ora e mezza Lubitsch ci mostra quanto sarebbe bello se un luogo di lavoro fosse così pregno di sentimento come il negozio in cui lavorano i protagonisti.
Un proprietario severo ma onesto, comprensivo e autoritario insieme.
Spettacolare ed elegantissimo ( E GIOVANISSIMO ! ) James Stewart che con notevole serietà costruisce il suo carismatico protagonismo.
Del tutto sprovvisto di noia grazie alla geniale trovata che anticipa di 70 anni le chat ! E le baracconate di "Facebook" infonde un calore raro ai nostri giorni.
Peccato, basterebbe poco, ce lo mostra il film...Uno spettacolo di pura nobiltà .
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clavius
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martedì 29 settembre 2009
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lubitsch maestro di leggerezza
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Film sorprendente!! Lubitsch è un vero maestro di leggerezza, capace in questo caso di scovare una brillante sceneggiatura teatrale e di riportarla sul grande schermo con sobrietà e sense of humor. Da uno spunto semplice, quasi banale prende il via una giostra sensazionale, molto divertente, piena di allusioni garbate e a tratti anche crudele. Il lieto fine è d'obbligo. Ma Lubitsch inserisce lo stesso qua e là note e appunti critici sull'animo umano attraverso una selva di personaggi di contorno delineati magistralmente. Tutto girato in interni, il film non stanca mai, mai una caduta di tono, mai un facile sconfinamento nel grottesco. Una lezione di cinema di genere. Impossibile non rimanere sorpresi per l'efficace congegno comico sulle gioie e i dolori del cuore che a distanza di tanti anni funziona ancora benissimo.
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Film sorprendente!! Lubitsch è un vero maestro di leggerezza, capace in questo caso di scovare una brillante sceneggiatura teatrale e di riportarla sul grande schermo con sobrietà e sense of humor. Da uno spunto semplice, quasi banale prende il via una giostra sensazionale, molto divertente, piena di allusioni garbate e a tratti anche crudele. Il lieto fine è d'obbligo. Ma Lubitsch inserisce lo stesso qua e là note e appunti critici sull'animo umano attraverso una selva di personaggi di contorno delineati magistralmente. Tutto girato in interni, il film non stanca mai, mai una caduta di tono, mai un facile sconfinamento nel grottesco. Una lezione di cinema di genere. Impossibile non rimanere sorpresi per l'efficace congegno comico sulle gioie e i dolori del cuore che a distanza di tanti anni funziona ancora benissimo. Splendido.
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nisia domeniconi
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domenica 4 maggio 2008
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scrivimi fermo posta
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AMORE E SUSPENCE,FILM CON QUESTI SOGGETTI E CON QUESTI ATTORI NON SE NE VEDONO PIù,VI RINGRAZIO PERCHE' IL VOSTRO LAVORO E' PERFETTO, NON C'E' UN FILM DA ME CERCATO CHE NON ABBIA TROVATO. GRAZIE DI ESISTERE!!!!!!!
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cristina
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giovedì 20 settembre 2007
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tocco lubitsch doc, una gioia per gli occhi
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E' il mio film preferito tra tutti quelli che ho visto in vita mia. Grandissima prova d'attori, cimentati in un testo più teatrale che cinematografico; ambientazione, sceneggiatura, atmosfera perfette. Si parla tanto di "tocco Lubitsch" riferendosi ad altre commedie considerate maggiori di questa: Ninotchka, Mancia competente o Vogliamo vivere; e invece è senz'altro questa "Shop around the corner" la vera quintessenza della magia del cinema di Lubitsch, il suo manifesto, il suo film più brillante e riuscito nella sua prodigiosa semplicità. Non mi stanco mai di rivederlo, nel doppiaggio italiano o nell'originale audio inglese: la sensazione di appagamento e di felicità che dallo scrigno del film si sprigiona non si appanna, anzi, si esalta ad ogni visione, spingendo lo spettatore a ricercare ogni volta nuovi dettagli apparentemente insignificanti, nuove minime sfumature, per arricchire il proprio godimento.
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E' il mio film preferito tra tutti quelli che ho visto in vita mia. Grandissima prova d'attori, cimentati in un testo più teatrale che cinematografico; ambientazione, sceneggiatura, atmosfera perfette. Si parla tanto di "tocco Lubitsch" riferendosi ad altre commedie considerate maggiori di questa: Ninotchka, Mancia competente o Vogliamo vivere; e invece è senz'altro questa "Shop around the corner" la vera quintessenza della magia del cinema di Lubitsch, il suo manifesto, il suo film più brillante e riuscito nella sua prodigiosa semplicità. Non mi stanco mai di rivederlo, nel doppiaggio italiano o nell'originale audio inglese: la sensazione di appagamento e di felicità che dallo scrigno del film si sprigiona non si appanna, anzi, si esalta ad ogni visione, spingendo lo spettatore a ricercare ogni volta nuovi dettagli apparentemente insignificanti, nuove minime sfumature, per arricchire il proprio godimento. Questo film è una gioia per gli occhi e una magia senza età che non cessa mai di produrre i suoi effetti. Altro che Tom Hanks e C'è posta per te!
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crociato
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domenica 15 luglio 2007
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grande film
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Questo è un grande film, tra i film romantici è il mio preferito; riesce ad attrarre lo spettatore in un modo incredibile.
Altro che remake di qua e di là, con tutto il rispetto per "c'è posta per te" (godibile).
Non c'è niente da fare, il cinema del passato, trionfa sempre.
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edera
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giovedì 17 maggio 2007
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prima di parlare, guardatelo
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Si continua a parlare del brutto "C'è posta per te" come del remake dell'ottimo "Scrivimi fermo posta". Chi afferma questo, vuol dire che non li ha visti entrambi. In "C'è posta per te" c'è un unico passaggio (lo "scontro" al bar) che ricalca quello di "Scrivimi fermo posta". Per il resto, non c'entra nulla.
Guardatelo, il film di Lubitsch, poi ne riparliamo.
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