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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 luglio 2019
CONSIGLIATO N.D.
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Negli anni Cinquanta nasce l'Italia moderna. + il decennio del miracolo economico. C'è lavoro per tutti, torna la fiducia nel futuro, il paese viene spinto in avanti dalla forza della speranza. + una radicale trasformazione per la mentalità e i consumi degli italiani, per i loro modelli di comportamento e i loro valori. Il luogo privilegiato di questo racconto si trova al centro di Milano, è un grande magazzino, conosciuto da tutti come Il Paradiso delle Signore. Lì è possibile trovare vestiti e oggetti di qualità a prezzi giusti, è lì che avviene una rivoluzione del gusto che mette alla portata di tutti la bellezza e il lusso, fino a quel momento appannaggio di pochi. + lì che si avviano con successo le nuove forme per presentare e vendere quei prodotti di largo consumo che sono il frutto del talento e della creatività italiana e che permetteranno di inserire l'Italia all'interno della rete degli scambi internazionali. Il Grande Magazzino è nato grazie all'intuizione e alla capacità d'azzardo di un pioniere, Pietro Mori, uno di quegli uomini che sognano il futuro e lo sanno realizzare. Un uomo dalla vita misteriosa, vissuto per un periodo negli Stati Uniti e tornato in Italia con una visione innovativa del commercio e della comunicazione. Ma sono soprattutto donne quelle che ci lavorano, nel grande pianoterra pieno di vetrine. Le commesse del grande magazzino sono tutte belle, affabili, sempre sorridenti, emanano un fascino nuovo, che colpisce profondamente la città, tanto che lavorare come commessa lì è una sorta di status symbol. Una in particolare si staglia sulle altre: Teresa Iorio, una bellezza del sud, piena di vitalità, di speranze e di fiducia che ha avuto il coraggio di ribellarsi a una vita predestinata e giorno dopo giorno affronta e sfida il presente in un ambiente che all'inizio le appare tanto affascinante quanto ostile.
E' raro anzi, è l 'unica occasione in cui faccio commenti ad una fiction. Ottima fiction, ottimi interpreti. La ragazza rappresentata da Nicoletta non ha mai goduto della mia simpatia.Infantile, piena d'autocommiserazione, una santocchia. E la famiglia? tutta apparenza e poca sostanza. Tolleranti per se ma, intransigenti con gli altri.
Le emozioni dei personaggi per le cose autentiche, mi hanno regalato ore di assoluta serenità. Quel pizzico di ingenuità e l'entusiasmo con cui negli anni 60 si affrontavano gli eventi, sono stati egregiamente rappresentati nella fiction. Sono stati una boccata d'ossigeno fra lo squallore di programmi ( in particolare U & D Cla [...] Vai alla recensione »
Essendo stato un ragazzo negli anni 60, la prima cosa che ho notato, a parte panoramiche di piazza Scala senza traffico, che fu tolto intorno agli anni 70 , è stato il linguaggio sbagliato o inadeguato, se preferite. Negli anni 60 nessuno diceva assolutamente si o assolutamente no. Questa stupida e inutile usanza (è un po' come severamente proibito) è nata solo dopo il 2000. [...] Vai alla recensione »
Ho seguito fin dalla prima serie "Il paradiso delle signore " e mi è piaciuto da subito.Spero che possano mandarlo ancora avanti.Mi piacerebbe anche che potesse rientrare nel cast Giusy Buscemi (Teresa) e magari potesse essere il nuovo ma anche "antico" amore di Vittorio Conti.
Definirlo "capolavoro" da parte mia è in rapporto alla totalità di altre fiction che mi hanno ingenerato noia e rifiuto quasi immediati tali da abbandonarne la visione . il "Paradiso" che seguo con crescente interesse mi appare ben costruito con cast eccellente salvo un paio di eccezioni nei ruoli femminili ( la statica Marta e la legnosa Beatrice).
Inoltre mi piace l idea di confrontare il modo di festeggiare allora le stesse ricorrenze e eventi di oggi ,facendo coincidere la programmazione delle puntate con le date attuali.Ad esempio il Natale o il Festival di S.Remo con i loro protagonisti ,giovanissimi e magari tuttora in attività. Ne risulta un confronto illuminante per chi quelli anni non ha vissuto e una rievocazione affettuosa [...] Vai alla recensione »