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Fino alla fine del mondo

Film 1991 | Drammatico, 150 min.

Regia di Wim Wenders. Un film Da vedere 1991 con Max von Sydow, Sam Neill, Solveig Dommartin, William Hurt, Jeanne Moreau. Cast completo Titolo originale: Bis ans Ende der Welt. Genere Drammatico, - Francia, Germania, Australia, 1991, durata 150 minuti. distribuito da CG Entertainment. - MYmonetro 3,57 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 6 giugno 2025

Un viaggio nel futuro tra azione e riflessione sulla visione.

Consigliato sì!
3,57/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,64
CONSIGLIATO SÌ
Wim Wenders riflette sul futuro immerso in spazi che rimandano alla preistoria.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 5 giugno 2025
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 5 giugno 2025

1999. Un satellite nucleare indiano è andato fuori controllo e rischia di cadere sulla Terra esplodendo e contaminando il pianeta. Claire Tourneur, che si sta spostando da Venezia a Parigi, si trova coinvolta con la fuga di due rapinatori che le affidano il loro bottino e incontra successivamente Trevor McPhee (così dice di chiamarsi) che è inseguito da un killer e le chiede un passaggio. I due finiranno per compiere insieme un lungo viaggio, (seguiti da Eugene, compagno della donna) che, passando attraverso l'Europa e l'Asia, avrà come meta finale l'Australia dove Trevor si ricongiungerà con la madre non vedente e il padre ricercatore sulle immagini.

Wim Wenders affronta molti temi a lui cari facendosi accompagnare dal top della musica sua contemporanea.

Chissà se Wim Wenders rimase sorpreso quando il neoeletto papa Francesco, dal balcone di San Pietro, parlò di sé come del vescovo di Roma venuto "dalla fine del mondo". Sicuramente all'epoca neppure sapeva che avrebbe realizzato uno dei più interessanti documentari (Papa Francesco - Un Uomo di Parola) su quel pontificato. Lui, artista laico che non ha mai smesso di interrogarsi sulle sorti dell'umanità. Come fa in questo film del 1991, ma la cui idea ha iniziato ad essere accarezzata anni prima come ebbe a dichiarare. "Non ho mai inseguito nessun progetto per un arco di tempo così lungo. Ho iniziato a lavorarci nel 1987 durante il mio primo viaggio in Australia. L'idea di partenza dunque è il mio incontro con questo continente". Come spesso capita con i progetti elaborati per lungo tempo la loro misura si dilata tanto che del film esiste anche una versione da 287 minuti divisa in tre parti.

Quella commercializzata si avvale di una colonna sonora che da sola potrebbe valere la visione e l'ascolto. Ci sono gli U2, i Talking Heads, Lou Reed, Julee Cruise, T-Bone Burnett, i R.E.M., Nik Cave, Neneh Cherry ed Elvis Costello. Ogni loro pezzo è funzionale ad un settore dell'amplissimo arco narrativo che, seppur, incapsulato nel genere fantascienza, in realtà ne attraversa molti come lo spettatore potrà verificare.

Il confronto tra le culture domina tutta la prima parte del film con un on the road in cui accadono eventi che possono poi anche essere lasciati alle spalle ma costituiscono i prodromi dell'approdo al continente australiano visto come la location ideale per una riflessione sul futuro immerso in spazi che rimandano alla preistoria. Sam Neill, che due anni dopo si troverà di fronte ai dinosauri nello spielberghiano Jurassic Park, qui ha il ruolo di colui che può rappresentare l'antidoto a una ricerca sulla visione dai possibili devastanti effetti. Non è un caso che Wenders prenda per i ruoli del padre ricercatore e della madre cieca due star come Max Von Sydow e Jeanne Moreau. Si tratta di due nomi che hanno contribuito, con le loro carriere, a conferire nobiltà all'arte del vedere su cui però Wenders non ha mai smesso di indagare.

Qui ci prospetta un futuro in cui l'immagine diventerà così pervasiva da creare assuefazione (non dimentichiamo che siamo nel 1991 e si sta ipotizzando un futuro sul crinale del millennio) e da poter mostrare addirittura i sogni. Coloro che frequentano la serie Black Mirror dovranno considerare come questo film ne costituisca un precursore ad alta densità di lettura filosofico esistenziale.

Wenders aveva già sottolineato il rapporto tra letteratura e cinema ne Il cielo sopra Berlino e qui torna sull'argomento con un esito che invita alla riflessione. La sua è una visione pessimistica che più di 30 anni dopo continuerà a far parte del bagaglio speculativo di un autore che non smette di occuparsene come si può esperire in Room 999.

Il titolo del film (che si apre con una possibile fine nucleare annunciata) finisce con l'assumere una valenza polisemica che, per la sua complessità, finisce per lasciare la decodifica allo spettatore che non può restare passivo.

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Recensione di Adriano De Carlo

Come un puzzle, la vicenda ha una partenza disagevole, che trova la sua logica narrativa nella seconda parte. Una giovane donna incontra due rapinatori di banche. Con uno di loro stabilisce uno strano legame dal quale non è escluso l'interesse. Conosce un giovane misterioso del quale si innamora: l'uomo fugge, inseguito dai servizi segreti di una superpotenza, portandosi appresso uno strano marchingegno con il quale cattura immagini che intende consegnare alla madre affetta da cecità e che potrà vedere tali immagini. L'inventore dell'apparecchio è il padre stesso del giovane. Ma il vecchio scienziato è in aperto dissidio con il figlio a causa di una diversa visione dell'esistenza. La madre potrà vedere le immagini e morirà. L'evento scatena alterne reazioni tra chi era presente all'esperimento. Ciascuno oppresso da un diverso destino e con un futuro carico di incognite. Costato 23 milioni di dollari, il film è un kolossal dell'anima. Wenders lo dissemina di inidizi e personaggi che conducono in un vicolo cieco. La prima parte è un rompicapo nel quale ogni sequenza non è la conseguenza della precedente. In seguito tutto sembra assumere un tono più solenne e nobile. Ma l'ermetismo delle metafore di Wenders ha come traguardo la sua ossessione per l'olocausto che attende l'umanità. Tuttavia una fastidiosa scenografia di stampo teutonico dà l'impressione che il film sia stato realizzato in un grande magazzino tedesco. La colonna sonora raccoglie il meglio della scena musicale rock (U2, R.E.M., Lou Reed, Talking Heads e molti altri). William Hurt si aggira per il film con aria assente facendo forse rimpiangere che Wenders non sia riuscito a convincere Sam Shepard e Willem Dafoe, ai quali il regista aveva chiesto di interpretare il ruolo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 10 luglio 2011
Writer58

"Fino alla fine del mondo", qualcosa più di un film. Un desiderio, un progetto di futuro, una visione dei rapporti e del pianeta alle soglie del millennio morente. Una vicenda che parte da Venezia, una Venezia onirica piena di megaschermi, ampi saloni colmi di persone, bambini che non dormono mai, palazzi immemori del corso del tempo e si snoda tra il sud della Francia, Parigi, Berlino, Lisbona, [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 settembre 2009
Marco Padula (scrittore)

Non è semplice dire se si tratti di un film bello o di un film brutto. Di certo, "Fino alla fine del mondo" è un film molto particolare. Anzitutto la sua visione richiede una certa cultura cinefila nonchè cinematografica, in quanto è farcito di continui rimandi, citazioni ed autocitazioni. Questo è un genere di film diciamo appartenente alla categoria delle opere "impegnate" che non può esser [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 luglio 2011
ariel999

Sì, ci sono tanti punti di questo film che contribuiscono a renderlo unico e che meriterebbero decisamente di essere trattati, ma io mi voglio soffermare su un aspetto particolare: quello del sogno. Fëdor Michajlovič Dostoevskij nel suo capolavoro "Le Notti Bianche" studia approfonditamente il sogno ed il sognatore; durante la Seconda Notte il protagonista racconta se [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 dicembre 2011
fedeleto

Sono passati circa 12 anni da quando Wim Wenders(l'amico americano,lo stato delle cose,paris texas) aveva in mente il progetto FINO ALLA FINE DEL MONDO.Ora finalmente riesce a dirigere questo mastodontico progetto.Un satellite nel 1999 minaccia di cadere e cosi l'america decide di abbatterlo creando seri problemi alla terra,ma in tutto questo ,una donna si sveglia a venezia ed e' alla [...] Vai alla recensione »

mercoledì 29 gennaio 2025
LucaGuar

"Fino alla fine del mondo" è un film complesso e impegnativo, dove Wenders ci presenta la storia di una giovane donna che ha nella sua natura il gusto del viaggio e dell'avventura e che un giorno, in Francia, si ritrova per caso invischiata con dei criminali che le chiedono di portare del denaro a Parigi. Nel frattempo conoscerà un altro uomo, anch'egli coinvolto in [...] Vai alla recensione »

venerdì 28 agosto 2009
Hal 9000

Ambientato nel 1999 senza nessuna trovata particolarmente originale "Fino all fine del mondo" è un road-movie indubbiamente ricco di fascino quanto però a tratti confuso e francamente noioso. Colpa anche di una sceneggiatura che si sforza troppo di cercare battute memorabili e frasi visionarie, perdendo di vista la logica narrativa per dare una spiegazione (poco) soddisfacente solo negli ultimi minuti. Tro [...] Vai alla recensione »

mercoledì 12 dicembre 2018
robusa

Appartiene certamente alla tipologia  "opere grandiose"  anche se non tutto fluisce im modo scorrevole e piacevole, ma daltronde  8 1/2  è un film scorrevole ? Resta  comunque una sintesi mnagnifica della poetica  di Wenders.

venerdì 10 aprile 2020
piero

I link per vedere il film sono sbagliati. Puntano a un documentario con lo stesso titolo di Morgan Bertacca

giovedì 28 giugno 2012
Starbuck

Si possono dire tante cose di questo film. Wim Wenders è un regista particolare, può piacere molto ma anche risultare indigesto. Io l'ho apprezzato sino ad un certo monento, penso che ormai abbia finito da tempo di dire ciò che aveva da dire. "Fino alla fine del mondo " racchiude un po' tutta la psicologia e la tecnica di Wenders.

mercoledì 2 settembre 2009
Marco Padula (scrittore)

Inizialmente, il film di Wenders è caratterizzato da vari nonsense e appare carente di una sua logica narrativa interna. Si bassiste ad una pletora di immagini e di spunti narrativi che si aggrovigliano, soprattutto nella prima parte della pellicola. La questione filosofica che Wenders pare voglia trattare nella storia narrata è che ciò che minaccia il piacere della visione delle cose (della vita?) [...] Vai alla recensione »

mercoledì 1 giugno 2011
Gildo

Ce l'ho fatta, infine, ad arrivare sino ai titoli di coda. Ma è un film che non ho capito. Cosa racconta il regista ? Una storia d'amore ? Fantascienza ? Un thriller ? E ancora: la fine del mondo è una trovata narrativa per trasmettere qualche tipo di messaggio ?

Frasi
Divennero tutti come dei drogati: vivevano per vedere i loro sogni, e quando dormivano sognavano i loro sogni.
Una frase di Eugene Fitzpatrick (Sam Neill)
dal film Fino alla fine del mondo
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

È un oggetto strano Fino alla fine del mondo, di Wim Wenders. Viene voglia di lodarne la colonna sonora (Talking Heads, U2, Depeche Mode e molti altri), oppure di magnificarne le ambientazioni (soprattutto nella seconda parte, tra gli incredibili paesaggi australiani), oppure ancora di soffermarsi sulla magia delle immagini ad alta definizione del finale.

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

L’occhio e i suoi pericoli, il piacere e il terrore del vedere: sembra questo il tema dell’ultimo, apocalittico film di Wim Wenders. La sua «fine del mondo» potrebbe anche essere la «fine del cinema», il limite estremo dell’arte che più d’ogni altra s’affida all’occhio, al piacere o al terrore di vedere. Difficile riassumere la storia di Fino alla fine del mondo.

venerdì 15 marzo 2024
Dario Boldini
Sentieri Selvaggi

Parte dei dialoghi di questo film sono in talian, una lingua brasiliana ufficialmente riconosciuta nel 2014 e formata dall'incontro tra il portoghese e le lingue degli immigrati del nord Italia, arrivata in Brasile nel XIX secolo Appare quasi fosse una sorta di disclaimer. A raccontare realtà condivise, seppur separate; a indirizzare - anche simbolicamente - una pellicola che fa di vicinanza e distaccamen [...] Vai alla recensione »

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