Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Regia di | Davide Marengo |
Attori | Guido Caprino, Roberta Giarrusso, Valeria Valeri, Jane Alexander (II), Paolo Ricci (II) Rosanna Gentili, Paolo Proietti, Lucia Ocone, Augusto Fornari, Bruno Gambarotta, Mario Tribastone, Luis Molteni, Giulietta Revel, Massimo Andrei, Daniela Morozzi, Luca Calvani, Eleonora Mazzoni. |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 3,33 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 novembre 2015
CONSIGLIATO SÌ
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Ricorda un po' Serpico, ma anche Tomas Milian, nei panni dello sbirro, Guido Caprino (Vento di ponente e, al cinema, I Viceré e Il regista di matrimoni) che veste i panni del commissario Luca Manara.
Approdato al commissariato di un paesino di campagna, con referenze di sciupafemmine e alle calcagna un questore che non condivide il suo modo di lavorare "senza regole", Manara: giubbotto di pelle, jeans, capello lungo e occhiale a goccia, ha poco del commissario, a parte la pistola. Inizialmente sospettosi, gli agenti impareranno a fidarsi di lui che, anche senza giacca e cravatta, il suo mestiere lo sa fare, distratto sempre dalle donne che sono letteralmente rapite dal suo fascino.
Affiancato dalla bella ispettrice Lara Rubino, l'attrice Roberta Giarrusso (Carabinieri, Don Matteo 6), che con Manara ha qualche sospeso nel passato e una certa complicità nel presente, il commissariato è, altresì, animato da una serie di personaggi interessanti: il celebre Bruno Gambarotta che contribuisce al buon livello interpretativo della fiction, insieme alla simpatica Valeria Valeri, alla comica Lucia Ocone, ma anche alla divertente Daniela Morozzi, che stavolta interpreta la padrona scostumata di un albergo.
E se il paesino, con i suoi colori, non fa pensare a nulla di brutto, in realtà di fatti nefasti ne accadono, ma Manara interviene prontamente, soprattutto quando a essere coinvolta è una bella donna. Se l'incipit del film non è dei più originali (l'ingresso al commissariato è un po' simile a quanto già visto, più volte, nel celeberrimo Distretto di polizia), la fiction è divertente, accostando la commedia a casi drammatici con il preciso intento di alleggerire questi ultimi, grazie al contributo, ribadiamo, della zia Valeri, una sorta di "signora in giallo", ma anche dell'agente Gambarotta, dalla spiccata ironia. Manara si diletta tra videogiochi e sax, trascura i formalismi, odia la campagna e ambisce ad andare a lavorare in città, questore permettendo.
La fiction si distingue da quelle già esistenti non solo per la sua ambientazione, il commissariato stavolta non è in una grande città, ma anche per come riesce a coniugare sorrisi e delitti, operazione garantita dalla buona interpretazione degli attori e, soprattutto, dal fascino di Manara che, con il suo modo di fare, riscuote di certo simpatia. Ed è proprio questa la formula vincente della serie ovvero una narrazione ben sceneggiata, che non ha il solo intento di parlare di fatti di cronaca, ma anche quello di far divertire.
Verrebbe da chiedersi inizialmente perchè questa fiction non si sia intitolata "L'ispettore Rubino" visto che Lara, la secchiona della scuola di polizia, ha davvero tutte le carte in regola per essere una degna epigona di Sherlock Holmes: razionale, meticolosa, esperta di scene del crimine, arriva molto spesso alla verità rubando quasi la scena al suo "odiosamato" commissario.
La storia di questa fiction è bella peccato che gli attori non sanno recitare