Anno | 2002 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Paolo Genovese, Luca Miniero |
Attori | Gianni Ferreri, Marina Confalone, Clelia Bernacchi, Serena Improta . |
MYmonetro | 2,71 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 dicembre 2012
Che succede se una bambina col nome di Assuntina, nata regolarmente a Napoli da genitori rigorosamente napoletani, si mette a parlare milanese? Una divertente "sceneggiata" sull'integralismo napoletano. Ha vinto un premio ai David di Donatello,
CONSIGLIATO SÌ
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Immaginatevi una famiglia napoletana, di quelle che più napoletane non si può: che succede se, per uno strano scherzo del destino, la loro primogenita (che ovviamente non può che chiamarsi Assuntina) parla solo milanese? E rifiuta la pastiera, i babà, il capitone perchè preferisce il risotto allo zafferano? Invano il padre (Gianni Ferreri) cerca di farla "guarire": nemmeno la vacanza-studio a Torre Annunziata, a casa degli zii che parlano un dialetto tale che non si capiscono neanche tra loro, sortisce alcun effetto. Piacevole commedia che tende a stravolgere tutti i luoghi comuni sulla "napoletanità", è la prova d'esordio di due bravi registi di "corti", Paolo Genovese e Luca Miniero. L'affresco comico e surreale è ben sorretto anche grazie ai due attori principali, Gianni Ferreri e Marina Confalone. Una curiosità: la famosa pasticceria Scaturchio, quella della pastiera napoletana per intenderci, ha inventato, in onore del film, un nuovo dolce che mescola la tradizione partenopea ad un pizzico di milanesità.
La trama è molto semplice: in una famiglia di fieri napoletani "da cinque generazioni", all'inizio degli anni '20, nasce Assuntina, una bambina milanese. A raccontarlo è lei stessa, che ormai ottantenne ripercorre la sua storia, mostrando la sua vita di bambina e di giovane donna, mentre gli altri personaggi raccontano il loro punto di vista in stile di intervista, mentre si cimentano in ruoli caricaturali. [...] Vai alla recensione »
un interessante film, con una ricerca stilistica originale
visto in dvd, per puro caso, ma che bello ... un raffronto nord sud davvero geniale
piccolo grande film, capolavoro di originalità. Il limite nell'acerbità della confezione. Pregi e difetti delle opere prime.
Film terribile, con uno spunto del genere lo spettatore si aspetterebbe una commedia, ma non fa ridere, ma anzi si prende terribilmente sul serio, sconfinando nella peggiore sceneggiata napoletana (vedi il padre che diventa isterico davanti a tutti dicendo che la figlia è una "Pu..ana"). Inutili gli intermezzi comici dei parenti che non aggiungono nulla al film che per il resto è un'opera assolutamente [...] Vai alla recensione »
È possibile che una bambina nata a Napoli da una coppia di napoletani veraci, appena comincia a parlare si esprima in milanese e, cresciuta, alla pastiera, al capitone e al babà preferisca il panettone e il risotto con lo zafferano. Naturalmente no, tuttavia Paolo Genovese e Luca Miniero, esordendo nel lungometraggio sulla base di un corto con titolo e argomento eguali realizzato da loro nel 1997, [...] Vai alla recensione »
Pastiere, sfogliatelle, babà, vermicelli, cozze, capitone, caffè, pizza e mandolini. E poi naturalmente "bassi", vicoli, scalinatelle, belle giornate di sole, lungomare e Vesuvio. Nel film Incantesimo napoletano, diretto a quattro mani da Paolo Genovese e Luca Miniero, nessun luogo comune su Napoli viene risparmiato allo spettatore. "Ma il nostro gioco -spiegano i due registi, entrambi esordienti - [...] Vai alla recensione »
All’origine c’è un corto, dallo stesso titolo. Ma all’origine c’è anche l’Italia di oggi, che qualcuno vorrebbe dividere nel nome di grotteschi progetti etnico-politici. All’origine c’è un’antica dicotomia che il cinema ha raccontato molte volte, e in modo spesso mirabile (una scena per tutte: l’arrivo di Totò e Peppino alla stazione Centrale di Milano, in Totò Peppino e la malafemmina).
Lo sciovinismo partenopeo alla prova del fuoco: una figlia che parla milanese. Raccontata da due zii che girano il ragù nel mito della lentezza napoletana e della cucina tradizionale, e dalla protagonista ormai ottantenne, è la storia della famiglia Aiello che respinge e poi accetta Assunta, neonata che dice "mamy" al posto di mammà, che adora il panettone e aborre la pastiera, disegna il Duomo e vuole [...] Vai alla recensione »