Titolo originale | The Wonder |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Thriller |
Produzione | Irlanda, Gran Bretagna, USA |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Sebastián Lelio |
Attori | Florence Pugh, Niamh Algar, Ciarán Hinds, Tom Burke, Toby Jones Elaine Cassidy, Dermot Crowley, David Wilmot, Brían F. O'Byrne, Mary Murray, Kíla Lord Cassidy, John Burke, Stephen Ball, Ruth Bradley, Abigail Coburn, Josie Walker, Caolan Byrne, Graeme Coughlan, Darcey Campion, Peadar Cox, Carla Hurley O'Dwyer, Juliette Hurley O'Dwyer, Carly Kane, David Maine, Bryan Moriarty. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | 3,52 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 novembre 2022
Nel 1862 un'infermiera inglese tormentata dal passato si reca in un remoto villaggio irlandese per indagare sul presunto digiuno miracoloso di una ragazzina. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, 12 candidature e vinto un premio ai British Independent, Il film è stato premiato a National Board,
CONSIGLIATO SÌ
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Un'infermiera di guerra inglese viene inviata nelle Midlands irlandesi a sorvegliare una bambina che non mangia da quattro mesi.
Non siamo nulla senza storie. È il messaggio con cui Sebastian Lelio sceglie di aprire il film, mostrando subito la finzione della storia che sta per raccontare. Una finzione cinematografica: Il prodigio si apre negli studi, sul set una voce fuori campo avvisa il pubblico che i personaggi della storia che sta per vedere credono ciecamente nella loro, di storia.
È un film sull'ostinazione a "credere", la nuova opera dell'autore di Gloria e Una donna fantastica.
Lelio prosegue nei suoi potenti ritratti femminili e nell'esplorazione di psicologie femminili stratificate e profonde, mettendo in scena un dualismo scioccante. Da una parte la fede cieca, interpretata da una bambina santa che digiuna affinché l'anima del compianto fratello si risparmi le pene dell'inferno. Dall'altra il lecito dubbio scientifico, a cui dà voce e corpo la sempre convincente Florence Pugh, nei panni di un'infermiera di guerra inglese inviata appositamente a sorvegliare per quindici giorni nelle Midlands irlandesi questa bambina.
Attorno a lei si è creato un caso, a cui fa riferimento il prodigio del titolo: quattro mesi senza mangiare è impossibile per chiunque, l'infermiera lo sa e deve capire come dimostrarlo. L'impalcatura narrativa, tratta dal romanzo ominimo di Emma Donoghue, è così ben strutturata che nel confronto serrato tra fede e ragione, superstizione e scetticismo, fanatismo e scienza, il mistero si infittisce, anziché dipanarsi. È complicato scorgere un barlume di verità in mezzo a una nube di integralismo religioso, in cui sembra più conveniente credere a una bambina miracolosa che individuare il prodigio in ogni bambino comune.
"Il mondo è troppo affamato", recita la voce fuori campo, e in effetti quello in cui è ambientato il film è un mondo antico, costretto a patire la fame e la superstizione (siamo nel 1862, poco prima della Grande Carestia). Ci si affida piuttosto alla leggenda della "manna dal cielo", la sola di cui dice di cibarsi la piccola Anna O'Donnell, interpretata da una straordinaria Kila Lord Cassidy.
Santa o impostora, vittima o carnefice, chi guarda è sospeso sul filo di una narrazione mai banale e mai scontata, propendendo ora per l'una, ora per l'altra ipotesi. L'interpretazione di Pugh è misurata, attraverso la lente del suo tormentato dubitare la narrazione procede verso uno smascheramento doloroso per tutti. In primis per lei, lacerata dal ricordo di una maternità stroncata sul nascere e di un abbandono precoce. La affianca un giornalista deciso a fare chiarezza sulla vicenda, interpretato da Tom Burke. Che entrambi riescano a mantenere la giusta lucidità per capire davvero come stiano le cose è tutto da vedere, Lelio gioca con i suoi personaggi, si diverte a muoverli come pedine da confondere continuamente per depistare chi guarda, come a dire che la verità non è mai una sola e non ci si arriva mai percorrendo la via più facile.
Il risultato è un viaggio colmo di emozioni e introspezione, nel quale tra colpi di scena, confessioni e disvelamenti occorre tenere salda la bussola della razionalità, per non confondersi nella spirale di sofferenti deliri religiosi. Potente, ben scritta, interpretata e diretta, Il prodigio è una storia di coraggio e determinazione, di maternità scelta e cura di un corpo abusato, ma soprattutto di fame da saziare.
Fame di verità, come di miracoli (o manne) dal cielo.
La pellicola del regista cileno Sebastian Lelio rappresenta lo scontro eterno, ancora attuale, tra religione, superstizione, fede e scienza che ricorda molto nelle atmosfere evocative IL SIGNOR DIAVOLO di Pupi Avati, anche nell'ambientazione della campagna irlandese, simile con la presenza dei canali e degli spazi disabitati agli sfondi rurali della natura padana.
l'ho trovato estremamente noioso, forzato, manieristico, leggermente stucchevole, c'è solo uns storia curiosa, inoltre l'inizio dagli studios manda completamente in frantumi la magia del cinema
"Non vi è probabilmente un villaggio che si raccolga per piangere la sua perdita e si penta dei suoi peccati di omissione; non una singola nazione. Forse che, in tutto l'impero, non vi sono bambini lasciati a patire e a morire in fossi e canali ogni notte dell'anno? È questo mondo afflitto e dolente a essere troppo affamato per scorgere il prodigio in qualunque comune bambino".
Siamo nell'Irlanda del 1862, una decina d'anni dopo la fine della grande carestia che provocò più di un milione di morti. L'infermiera londinese Lib (Florence Pugh) arriva in un remoto villaggio per sorvegliare una ragazzina di undici anni che, a quanto si dice, non mangia da quattro mesi. L'ha assunta un comitato di anziani del villaggio preoccupati dall' attenzione destata dalla ragazza.
Il patto narrativo è quell'accordo implicito stipulato tra l'autore e lo spettatore, il cui fondamento essenziale consiste nella completa immedesimazione di quest'ultimo nella finzione narrativa escogitata. Una promessa solenne, atto di fede, che richiede la sospensione momentanea di incredulità, affinché ci si possa mettere a disposizione delle dinamiche scaturite dal racconto.
C'è un gran bel film da vedere su Netflix dal 16 novembre scorso. Si chiama "Il prodigio", è scritto e diretto dal regista cileno Sebastián Lelio, classe 1974, quello di "Gloria" e "Una donna fantastica", nasce da un romanzo della scrittrice irlandese Emma Donoghue pubblicato anche in Italia, è naturalmente parlato in inglese nella versione originale che di gran lunga raccomando (certo con l'aiuto [...] Vai alla recensione »
A un decennio dalla Grande carestia che ha affamato l'Irlanda, una ragazzina (Kíla Lord Cassidy) sostiene di non toccare cibo da quando, quattro mesi prima, ha ricevuto l'eucaristia. Mentre il caso solletica gli appetiti sensazionalistici locali, sul posto sono convocate una suora e un'infermiera (Florence Pugh): in rigorosa par condicio di ragione e sentimento (religioso), osserveranno a turno il [...] Vai alla recensione »
Irlanda, 1862. Una bambina smette di mangiare ma sopravvive miracolosamente, e anzi prospera in salute. L'infermiera inglese Lib Wright viene assunta dalle persone in vista - il parroco, il medico, il sindaco del villaggio - per "osservare" l'undicenne Anna O'Donnell e stabilire la veridicità delle parole dei fedeli che la riconoscono come santa. La bambina è infatti assediata da compaesani, turisti [...] Vai alla recensione »