Anno | 2024 |
Genere | Giallo |
Produzione | Italia |
Regia di | Milena Cocozza |
Attori | Stefano Fresi, Francesca Inaudi, Blu Yoshimi, Marco Palvetti . |
MYmonetro | 2,32 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 ottobre 2024
Nel campo del giallo, Kostas Charitos si potrebbe definire il corrispettivo greco del nostro amato Montalbano.
CONSIGLIATO NÌ
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Kostas Charitos, commissario della sezione omicidi di Atene, è in vacanza con la moglie Adriana, la figlia Caterina e il fidanzato di lei, quando un terremoto porta alla luce i resti di un uomo, probabilmente vittima di un delitto. Questo evento e l'uccisione di una coppia di albanesi riportano Kostas al lavoro e, oltre alle indagini, lui dovrà occuparsi anche della giornalista Ghianna Karaghiorghi che collega i misfatti ad un probabile traffico di bambini. Queste sono solo le anticipazioni di casi che si riveleranno sempre più intricati e complessi e che affondano le radici nelle vicende storiche e politiche della Grecia degli anni Settanta quando il padre di Kostas, anche lui poliziotto, era in servizio durante la dittatura dei colonnelli.
In una Atene prossima alla crisi economica del 2009, la serie Kostas, diretta da Milena Cocozza e tratta dai romanzi di Petros Markaris (che fa anche una breve apparizione nel ruolo di se stesso), unisce il giallo ad intrighi, corruzioni politiche e fatti storici che, dall'attualità, ritornano alla rivolta del politecnico del 1973.
La fiction, suddivisa in 8 puntate, in onda su RAI 1 dal 12 settembre per quattro serate, con una produzione Palomar e Rai Fiction, ottiene un buon consenso del pubblico.
La serie presenta una struttura narrativa che si dipana attorno a tre indagini che si svelano ogni due/tre puntate e che sono accompagnate dalle vicende famigliari di Kostas nei duetti apprensivi con la moglie, da quelle sentimentali della figlia Caterina, dai conflitti e dalle alleanze con il superiore Ghikas e la sua squadra, ed infine dal tema affettivo centrale rispetto alla figura del padre poliziotto, con le sue implicazioni durante la dittatura. L'intreccio si presenta ben costruito, i casi sono complessi e interessanti per le ricadute più o meno importanti anche sul piano politico e c'è equilibrio tra gli aspetti personali del protagonista e quelli polizieschi.
In un'epoca con una forte espansione tecnologica, inoltre, è interessante il carattere riflessivo del commissario, che pensa attraverso l'uso delle parole e della loro etimologia nella lettura del dizionario. Molto positivo anche il personaggio di Klio, segretaria con delle doti intuitive che si fanno sempre più evidenti con il procedere della serie, anche se colleghi e superiori del commissariato vorrebbero relegarla al ruolo di segretaria di bella presenza "capace solo di fare il caffè" (come cita lo stesso personaggio) con una critica e una riflessione rispetto al maschilismo in certi contesti.
Ciò nonostante l'impressione complessiva è che il tutto cominci a funzionare davvero solo verso le ultime due puntate. Vi sono alcuni elementi che frenano una completa catarsi nell'evoluzione della trama e dei personaggi, come se nel passaggio dalla sceneggiatura alla realizzazione ci fossero state delle leggerezze. Ad esempio nella seconda puntata, dopo aver individuato il colpevole dell'omicidio della giornalista, nella ricostruzione del delitto la dinamica degli eventi risulta poco congruente con le inquadrature iniziali sul ritrovamento della vittima. Sono presenti anche alcune soluzioni molto prevedibili rispetto alla reazione dei colpevoli.
Lo scenario greco poi è reso da un lato molto bene con le riprese dall'alto di Atene, vittima anch'essa di una gentrificazione, con le sue contraddizioni tra antico e magico e un moderno trafficato e sporco (in una scena Kostas non riesce quasi ad uscire dalla macchina per i numerosi sacchi della spazzatura in strada); dall'altro non si comprende la scelta di dare un'inflessione straniera ad alcuni personaggi secondari mentre quelli principali recitano in italiano. Nella fiction Brennero una soluzione simile serviva a distinguere gli italiani e dagli italo-tedeschi nel contesto altoatesino mentre in questo caso crea un effetto poco armonico e disorientante.
Le musiche poi non evidenziano in modo così chiaro i momenti di suspense e ciò, insieme alla recitazione del protagonista, contribuiscono a rendere la serie poco dinamica. Nel ruolo di un burbero e implacabile Kostas, Stefano Fresi sembra, infatti, poco a suo agio mentre Francesca Inaudi risulta più credibile nel ruolo di Adriana, offrendole un carattere definito e vivace.
La serie ha sicuramente il pregio di riportare alla memoria alcune vicende storiche importanti, legate alla dittatura o alle rivolte degli anni Settanta, propone delle riflessioni sulle dinamiche di potere e corruzione della politica, sulla speculazione edilizia, sul cambiamento delle procedure di indagine legate ad internet e anche sulla ricerca di maggiore riconoscimento e autonomia delle donne nel campo del lavoro in maniera intelligente e leggera. Peccato risulti però spesso come una dichiarazione di intenti.
Non sono neppure una delle superappassionate dei libri con Charitos (ne ho letti e dimenticati un paio), ma nonostante ciò mi sento di dare il minimo sindacale a questo scadentissimo prodotto di cui sono riuscita a guardare solo i primi 15 minuti. Fresi è pure simpatico, la Inaudi di solito ottima, ma il resto sarebbe adeguato - forse- ad una di quelle ennesime fiction tv all'italiana [...] Vai alla recensione »
Già dai titoli di testa butta male: sembra di entrare in un film dei Vanzina, con tanto di musichetta stupidìna. poi fin dalle prime sequenze si capisce quanto sia desiderabile cambiare canale. Una serie in classico stile Rai, tipo usa e getta, con ambientazione ad Atene ma con tutti gli interpreti che parlano con perfetto accento romanesco.
Stefano Fresi bravissimo, anche l'attore che interpreta Lambros, i restanti pessimi, soprattutto le donne, tipica recitazione da serie televisiva italiana inguardabile. Peccato perche' i polizieschi da cui e' tratta la serie sono belli. Completamente fuori luogo come e' stata caratterizzata la moglie rispetto al testo originale, anche la figlia non funziona e Manos pure.
Le storie e i casi sono ottimamente scritti, d?altronde sono opera dello scrittore greco Petros Markaris, i cui gialli sono notevoli con personaggi ben delineati, coerenti e perfetti. Il lavoro di adattamento dei romanzi alla TV non ? male, a onor del vero. Per? il problema ? la scelta degli attori (delle attrici, a essere proprio sincera).Le vicende si svolgono in Grecia e i protagonisti sono greci: [...] Vai alla recensione »
Opaca da tutti i punti di vista,attori protagonisti scarsissimi,unica a salvarsi la figlia.Fresi ingessato e pochissimo credibile nel ruolo,non parliamo della Inaudi caricaturale nel ruolo stereotipato di moglie piovra.Insomma il tutto artificioso e bruttino in maniera imbarazzante.
Una serie che nonostante a volte l'apparente banalità delle storie, mi ha appassionato tanto da ritrovarmi a vedere le puntate perse su rai play. I riferimenti storici rendevano giustizia alla scarsa informazione anche di noi italiani. Buone le intuizioni sul predominio maschile nel ruolo di poliziotto.
La serie è passabile, delle modifiche introdotte al testo di Markaris, alcune sono comprensibili : introdurre un personaggio come il padre di Karitos per ricollegarsi all'epoca dei colonnelli, avendo scelto di posticipare gli accadimenti nel primo decennio del 2000; alcune sono incomrensibili: spostare la sede degli studi universitari della figlia da Salonicco a Patrasso, La più [...] Vai alla recensione »
Le storie avrebbero meritato un trattamento migliore, belle le location e le riprese....i personaggi, purtroppo vengono rappresentati in maniera poco credibile, Fresi è proprio inadeguato così come la moglie e la figlia...in generale tutti sembrano delle caricature, unica eccezione il medico che e' credibile nel ruolo; Fresi tutto può rappresentare ma non il commissario capo [...] Vai alla recensione »
Secondo il mio parere è una buona trasposizione di un giallista molto rinomato, gli onori della scena sono tutti per Fresi stupefacente nell'interpretazione di questo commissario greco. Al momento non da ricordare la performance della Inaudi, mancano le spalle ( o non sono pienamente convincenti), ovvero i personaggi che ruotano intorno al commissario, che devono crescere nelle prossime [...] Vai alla recensione »