Titolo originale | Arthur Newman |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Dante Ariola |
Attori | Emily Blunt, Colin Firth, Peter Jurasik, Kristin Lehman, David Andrews, Sterling Beaumon Anne Heche, Phillip Troy Linger. |
Uscita | giovedì 5 settembre 2013 |
Distribuzione | Videa |
MYmonetro | 2,48 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 aprile 2015
Un passato da eliminare e un nuovo amore da costruire. Dante Oriola, dal videoclip al suo esordio al lungometraggio. In Italia al Box Office Il mondo di Arthur Newman ha incassato 206 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Wallace Avery, in crisi di mezza età, con un figlio adolescente che non vuole neppure vederlo, una fidanzata di cui non è innamorato e un lavoro all'opposto della sua passione, sborsa una discreta cifra e acquista un nuovo passaporto e una nuova identità. Lanciato verso Terre Haute, nell'Indiana, per ricominciare da capo come Arthur Newman, golfista professionista, incontra nella piscina di un motel una ragazza di nome Michaela, che pare condividere con lui il desiderio di essere chiunque fuorché se stessa.
Debutto nel lungometraggio dell'apprezzato regista pubblicitario Dante Ariola, Arthur Newman indovina i protagonisti, due personaggi schivi come gli attori che li interpretano, che solo nell'intimità della coppia superano le timidezze e regalano a tratti allo spettatore la sensazione di assistere a qualcosa di privato e segreto, che sfugge agli altri abitanti del film e a chi non è in sala. Allo stesso modo, lo squarcio sull'America delle mille facce, quella delle stazioni deserte e dei bus a lunga percorrenza, che ad ogni momento possono strapparti per sempre un affetto, ma anche quella dei passatempi dei ricchi bianchi, dal barbecue al golf, è uno squarcio interessante, che avrebbe forse meritato uno spazio maggiore.
Purtroppo, invece, la sostanza della storia soffre di una sindrome del già visto che non dà tregua. Il divorziato silenzioso e incompreso di Colin Firth, mosso segretamente al suo interno da un fuoco che non ha mai smesso di bruciare, è un bel personaggio nelle mani di un grande attore (il primo e l'unico a cui il regista abbia sempre pensato per il ruolo di Arthur), ma non ha mai il suo momento: si rimane in attesa di un'azione liberatoria che non arriva. E lo stesso accade con la Mike di Emily Blunt, sorta di dark lady alla Qualcosa di travolgente, però più triste e tormentata, che si trascina lungo il film passivamente e si trasforma sbrigativamente da ciclone indomabile a figlia ubbidiente. A ben guardare, infatti, il punto debole del film sta proprio nella timidezza della sceneggiatura, che, volendo lavorare di sfumature ed evitare di scivolare nel melodrammatico, finisce per sottrarsi al confronto con i punti nodali della vicenda: la presunta morte di Wallace è accolta dalla famiglia senza impatto alcuno, le incursioni dei protagonisti nelle case degli altri, in cerca di sempre nuove identità per fuggire dalla propria banalità, non solo ricordano pericolosamente da vicino Ferro 3, ma, non prevedendo ostacoli, non lasciano mai veramente il segno. Le ferite dei personaggi sono date per acquisite in partenza ma non sanguinano mai, negandoci il soccorso emotivo e l'empatia.
Film in cui si narra di un uomo (Colin Firth) il quale decide, in seguito a molte delusioni personali e ad una vita conseguentemente poco soddisfacente, di cambiare radicalmente la propria esistenza, arrivando a costruirsi, simulando addirittura un suicidio, una nuova identità, col nome appunto di Arthur Newman. Nel corso del suo viaggio verso una nuova città, egli incontra una [...] Vai alla recensione »
Questo film è la provaprovata che non bastano due attori famosi e una buona professionalità per fare un bel film .. Se l' idea di partenza , certo non particolarmente originale , del voler sparire simulando un suicidio può creare un interesse , il seguito non mantiene le promesse e il regista le prova tutte per coinvolgere lo spettatore .
Arthur Newman in passato non è riuscito ad entrare nel circuito professionistico del golf, e si ritrova così in un presente che lo ha portato sempre più verso una deriva esistenziale che ha visto naufragare il suo matrimonio ed il rapporto con il figlio adolescente che lo ignora come se non esistesse, un lavoro impiegatizio inappagante ed una fidanzata che lo fa sentire piuttosto [...] Vai alla recensione »
Il mondo di Arthur Newman è la visione personale di ogni persona che sogna una vita alternativa a quella che ha. Siamo tutti un po’ Wallace (il suo vero nome) abbiamo tutti almeno una volta sognato di avere un'altra identità; un po’ per scappare dalla monotonia quotidiana delle nostre giornate oppure più profondamente per scappare dalle piccole delusioni che la [...] Vai alla recensione »
Due degli attori che stimo maggiormente interpretano personaggi difficili e contorti. La trama è piuttosto scontata, ma viene trattata in fretta e furia, cadendo nella superficialità e, in alcune scene, anche nella banalità. Ci sono punti del film poco espressi: la morte del "marito"/"padre" sembra non sconvolgere nessun componente della famiglia, non dando [...] Vai alla recensione »
Tema attuale che va fuori gli schemi della cultura italiana. Poteva senza dubbio essere sviluppato meglio. Ma va apprezzato per il suo coraggio.
Film non completamente riuscito. L'idea è intrigante ma lo sviluppo del film non è sempre all'altezza delle premesse. Colin Furth si dimostra un attore maturo .Emily Blunt invece non è sempre convincente. Un film che si può vedere ma che avrebbe potuto essere migliore.
Il mondo di Arthur Newman un film terra terra non complcato ma che ultimamente se ne vedono pochi! semplice e divertente.
Un uomo vicino alla mezza età decide di cambiare improvvisamente vita e di diventare Arhur Newman, scompare dalla circolazione fingendosi per morto, lasciando i propri documenti vicino all'oceano su di una spiaggia dove era andato in campeggio solitario; all'inizio di questa nuova avventura incontra Mike, ragazza problematica anche lei con scambio d'identità; i due instaurano [...] Vai alla recensione »
concordo a pieno con la recensione di Marianna Cappi: un film con una buona base di partenza per poter elaborare qualcosa di molto più dinamico e, soprattutto, coinvolgente, rispetto a quanto invece realizzato. Si assiste seduti in poltrona aspettando quel momento che non arriva mai; peccato, l'idea era buona e i protagonisti anche
Un film carino, molto dolce e a tratti divertente. Una parabola "on the road" di due adulti che ricercano se stessi, perchè insoddisfatti della loro vita monotona, divertendosi ad assumere atteggiamenti, stili di vita e identità che non sono le loro. In questo viaggio impareranno a conoscersi, ad aiutarsi a vicenda e poi anche ad amarsi.
Assolutamente mal fatto condotto da un regista che Ci auguriamo valga qualche cosa in più come pubblicista. Noioso , dialoghi assurdi, zero per la fotografia colonna sonora scenografia. La storia se fosse stata ben costruita non sarebbe stata male, ma purtroppo è" stata distrutta da tutto quanto detto.. Eravamo in 4 persone e tutte dello stesso parere.