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Ultimo aggiornamento mercoledì 26 febbraio 2020
Roma, Maggio, domenica mattina. L'ultima partita del campionato di calcio della categoria allievi. Claudio Bulla è un allenatore che nella vita non ha vinto nulla. Oggi si gioca il titolo. La sua occasione. In Italia al Box Office La partita ha incassato 5,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Una domenica di maggio, alla periferia di Roma, si gioca una finale di calcio su un campo povero e sterrato. Lo Sporting Roma, squadra che non vince mai, ha l'opportunità di regalare all'allenatore Bulla quel trofeo inseguito da una vita. Col passare dei minuti, però, diventa chiaro che la stella della squadra, Antonio, non sta rendendo come dovrebbe. Attorno al campo, sia il padre del ragazzo che il presidente della squadra, Italo, guardano ansiosi al tabellone, mentre lo spettro della combine e delle scommesse clandestine mette in crisi i destini dei protagonisti.
L'esordio nel lungometraggio di Francesco Carnesecchi, confezionato allargando le linee di gesso di un corto dallo stesso titolo, inizia come una commedia pallonara sulla scia de L'arbitro ma si trasforma lentamente in una parabola nichilista sulla perdita dell'innocenza.
Il tutto con i piedi ben piantati all'interno del campo sportivo sulla cui terra (e sotto di essa) vanno a infrangersi sogni di vittoria e di rivalsa. In principio fu dunque il campo, che con una certa ambiguità di fondo viene elevato tanto a monumento di un calcio autentico e romantico, in via di estinzione, quanto al simbolo tragico dell'impossibilità di evolversi. Benché La Partita non sembri avere pieno controllo su tale ambivalenza, ciò non fa che rendere ancor più duro lo sviluppo della storia, che tiene legati una manciata di personaggi attraverso la rete metallica che circonda il campo, e raggiunge spesso livelli di pathos notevoli perché compressi in un micro-universo. La Roma che assiste agli eventi, distante e disinteressata, è figlia di un passato mitizzato, con greggi di pecore che pascolano sul ciglio della strada. L'eco del mondo viene solo dalle radioline, che evocano una contemporanea lotta scudetto lontana da qui.
Trovare una chiave cinematografica al materiale calcistico è compito storicamente ingrato in cui hanno fallito registi ben più esperti di Carnesecchi. L'azione sul rettangolo verde (o meglio, grigiastro) è narrativamente vispa e sostenuta da una colonna sonora incalzante, ma racconta la magia del pallone in una successione di cariche individuali piuttosto che in una trama di squadra. La partita diventa quindi una via crucis per il corpo sacrificale del calcio giovanile, il piccolo Antonio che sotto gli occhi esasperati di Pannofino, quelli disperati di Alberto Di Stasio, e quelli bramosi di Giorgio Colangeli (tre bravi caratteristi dall'impegno sempre lodevole) ha novanta minuti per decidere che uomo sarà.
La Partita non è il solito film sportivo. Per struttura narrativa è un flusso di coscienza dove in 90 minuti (la durata di una partita di calcio) i personaggi si ritrovano a fare il percorso di una vita. Un vero e proprio film d'autore che attraverso il ritmo incalzante della musica e del montaggio, tiene lo spettatore incollato allo schermo fino ad un finale che non è il solito [...] Vai alla recensione »
Dio c'è! Avevo quasi perso la speranza. Dopo non so quanti tentativi fallimentari, finalmente un film che racconta la vera essenza di questo sport. La terra, i compagni, i sacrifici, lo schifo che c'è dietro, ma soprattutto i sogni. Il calcio prima del business, prima delle televisioni e degli autografi. Il calcio di 22 ragazzini che corrono dietro ad un pallone con unico scopo: [...] Vai alla recensione »
Devo ammetterlo, l'ho visto con tutti i pregiudizi del caso detestando il calcio da sempre, ma sono stata rapita dalla sua poesia. Non è un film sul calcio ma sulla lotta quotidiana che tutti noi facciamo per dare un senso a questa vita. DA VEDERE!
Cosa si cela sarà forse nascosto per molti ma non per chi ha vissuto e vive ogni giorno la periferia di Roma. Chi ha avuto modo di frequentare i campi da calcio di allievi di piccole squadre di periferia che seppur piccole nascondo grandi sogni e speranze. Carnesecchi in modo impeccabile svela tutto questo a chi non conosce questa realtà.
Devo ammettere di non essere nè tifosa, nè di seguire il calcio. Ho visto questo film, praticamente costretta dal mio ragazzo e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Una storia universale che attraverso una partita di pallone trasmette una serie di emozioni che ti riempiono e spezzano il cuore ripetutamente. Un viaggio meraviglioso e cinico verso un destino che può cambiare in [...] Vai alla recensione »
Questo film è semplicemente immenso. Per significato, intrattenimento e imprevedibilità. Un'amara ricostruzione della società di oggi attraverso il sacrificio di un giovane ragazzo che si ritrova, non per sua scelta, all'interno di un gioco più grande di lui e che dai suoi piedi dipende il destino di molti. Una struttura narrativa insolita per un film sportivo, specialmen [...] Vai alla recensione »
Questo film è semplicemente una bomba!
Ho letto pareri discostanti su questo film e dopo averlo visto, posso dire con certezza che il problema non è il cinema italiano ma il pubblico italiano. Tenetevi Baby e Il campione, chi critica questo gioiellino non può andare oltre. Non gli dò 5 stelle solo perché (a tratti) si vede che è fatto in scarsa economia (mi chiedo perché?) per tutto il resto giù [...] Vai alla recensione »
Ne avevo sentito parlare quando uscì al cinema, ma purtroppo non sono riuscita ad andare in tempo a causa del covid. L'ho visto solo ieri sera su Netflix e sono rimasta molto sorpresa. Rude e poetico allo stesso tempo, mai banale e per nulla scontato. Lo consiglio.
Ma come si fa a dire che è il solito film italiano!? Ditemi un solo film sportivo italiano, anzi internazionale, con linee temporali che si incrociano ripetutamente durante una singola partita. Purtroppo è un paese pieno di pregiudizi, se fosse stato fatto in Korea si urlerebbe al capolavoro, invece è stato fatto da uno che si chiama Carnesecchi allora è il solito film italiano. [...] Vai alla recensione »
Un'altalena di emozioni. Si ride, si piange e soprattutto si corre. Finale bellissimo e non scontato.
Non si sentiva il bisogno di un (altro) film come "la partita". Un (altro) film che fumettizza la periferia degradata, i suoi personaggi e le sue logiche quasi animali di sopravvivenza. Ma davvero nella periferia di Roma sono tutti così feroci, isterici, violenti, corrotti e pronti a menare le mani al minimo sbalzo di pressione? Se fossi romano, mi sentirei infastidito se non offeso [...] Vai alla recensione »
«A pa'... la terra è morta!», dice il figlio cocainoane del Presidente lanciando un pezzo d' erba sintetica al padre. Vorrebbe trasformare lo storico campetto polveroso del club del Quarticciolo in tanti manti verdi artificiali per patiti del calcetto. Il rapporto tra i due è la cosa più bella de La partita, storia di calcio e calci alla vita, sguaiato al punto giusto con finale della coppa di quartiere [...] Vai alla recensione »
La prima didascalia a caratteri bianchi su ampio sfondo ner ode La partita, l'opera prima metaforicamente sportiva di Francesco Carnesecchi, recita: «Lo Sporting Roma è stata una squadra di calcio della periferia romana». La seconda, correggendo il tiro, in tutti i sensi: «In tutta la sua storia non ha vinto mai un c***o». L'inizio è dunque folgorante, anche perché prende in contropiede lo spettatore [...] Vai alla recensione »
Periferia romana, una domenica di maggio. Si gioca l'ultima partita del campionato della categoria allievi. L'allenatore Claudio Rulla (Francesco Pannofino) è convinto di poter vincere il primo titolo e la prima coppa della sua carriera: nella sua squadra milita un ragazzino che ha la stoffa del fuoriclasse e che può fare la differenza. In campo però il campionino non rende come dovrebbe, scisso com'è [...] Vai alla recensione »
È la partita dove ci si gioca tutto. In campo e fuori. Campetto di calcio scalcinato della periferia romana, una domenica mattina di fine stagione che, si sa, oltre che di partite decisive, è periodo di comunioni. Fuori, erba incolta e vecchi palloni sgonfi. Dentro, polvere e ragazzi che si affrontano senza esclusione di colpi. Quelli dello Sporting Roma sono sotto, nonostante la foga del loro mister [...] Vai alla recensione »
Quella accalcata attorno al polveroso rettangolo di terra cuore pulsante de La partita è una rapace umanità che "non ha mai vinto un cazzo". Un prisma dai mille volti e dagli occhi arrossati da alcolismo e sogni infranti che all'interno di quel campo dissestato proietta la migliore estensione di sé, quella che qualche desiderio ancora riesce a immaginarselo davanti.
Su un campo di calcio si può decidere non solo il destino di un campionato, ma la vita di coloro che hanno deciso di dare una svolta alla propria esistenza. Mentre fuori dal terreno di gioco il mondo continua la sua corsa, durante una partita il tempo è come se si fermasse. In una domenica di maggio, a Roma, si disputa l'ultimo match della stagione.
Per il suo debutto alla regia sul grande schermo, Francesco Carnesecchi, è partito da un corto realizzato quattro anni fa, ambientato su un campo da calcio. Il risultato è "La partita", al cinema dal 27 febbraio con Zenit Distribution. Ma il titolo del film non si riferisce solo alla finale del campionato della categoria allievi che due squadre della periferia romana stanno per disputare.
A Roma, due squadre giovanili di calcio si sfidano per la finale del campionato. Al di là della vittoria, attorno al match si decidono anche i destini di molte persone, fuori e dentro il campo. Come Claudio (Pannofino), il mister che non ha mai vinto niente, o Antonio, il suo bomber, che quel giorno è stranamente condizionato. Sullo sfondo, lo spettro delle scommesse clandestine.
Tutto ruota attorno i novanta minuti di gioco, in particolare al secondo tempo della partita. La squadra di calcio è lo Sporting di Roma che, da come ci viene presentata, non ha mai vinto niente. Il film d'esordio di Francesco Carnesecchi è un racconto corale che segue le vicende dei personaggi coinvolti nel centro sportivo di periferia. La partita sembra come tante altre eppure in ballo c'è qualcosa [...] Vai alla recensione »
Non c'è rimedio che tenga quando alla pigrizia dell'immaginazione si accompagna quella della scrittura. Si finisce con il rimettere mano a qualcosa di pre-esistente come nel caso de La partita, l'opera prima di Carnesecchi che estende gli orizzonti narrativi e drammaturgici dell'omonimo corto del 2016. Come già accaduto con L'arbitro di Zucca, anch'esso ambientato nel polveroso, anarchico e infernale [...] Vai alla recensione »
Durante il lasso di tempo di una partita di calcio, la finale di un trofeo giovanile a Roma, scorrono le vite complicate e piene di affanni dei suoi protagonisti. Una partita dilatata ben oltre i suoi confini naturali, in cui Carnesecchi prova a condensare tutto: la criminalità di borgata, il guanciale al posto della pancetta, la maternità dopo i 40, genitori che non valgono la metà dei propri figli, [...] Vai alla recensione »