Titolo originale | Cztery noce z Anna |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Polonia, Francia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Jerzy Skolimowski |
Attori | Artur Steranko, Kinga Preis, Jerzy Fedorowicz, Redbad Klynstra, Jakub Snochowski Barbara Kolodziejska, Malgorzata Buczkowska, Anna Lenartowicz, Urszula Bartos-Gesikowska, Anna Szawiel, Marcin Jedrzejewski, Zbigniew Konopka, Judyta Paradzinska-Górska, Witold Wielinski. |
MYmonetro | 3,00 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 18 marzo 2015
In una piccola città della Polonia, Leon Okrasa lavora in un ospedale. In passato ha assistito allo stupro di Anna, una giovane infermiera che lavora nello stesso ospedale, e da quel momento inizia a spiarla.
CONSIGLIATO SÌ
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Leon Okrasa è l'addetto all'inceneritore dell'ospedale di una cittadina di provincia situata nella pianura polacca. Abbandonato sin da bambino è stato allevato da una donna che ha sempre chiamato nonna. Affetto da un leggero ritardo mentale che lo ha spinto ad autorecludersi in una introversione estrema, Leon ha sviluppato un sentimento d'amore nei confronti di Anna, un'infermiera che vive di fronte alla sua misera abitazione. La donna in un passato recente è stata vittima di uno stupro del quale è stato accusato proprio Leon che ne è invece stato un sofferto testimone. In seguito alla morte della nonna l'uomo prende una decisione: invece di continuare a spiare a distanza Anna penetrerà di notte nella sua casa dopo aver fatto in modo che assuma inconsapevolmente dei sonniferi.
Jerzy Skolimowski is back, con una rinnovata voglia di fare cinema. Era dal 1992 (dopo il mediocre, come lui stesso lo definisce, 39 Door Key-Ferdyduke) che uno dei registi più importanti del cinema polacco si era ritirato a dipingere e scrivere poesie. Ora ha trovato una nuova ispirazione che si colloca però nella linea dell'autorialità del suo cinema.
Il regista di film come La ragazza del bagno pubblico e Moonlighting ha da sempre sviluppato un'estetica della disillusione nei confronti delle possibilità di comunicazione dell'essere umano congiunta però alla convinzione della persistenza di valori per quanto murati nel solipsismo dell'individuo.
Il personaggio di Leon Okrasa porta allo zenit questa sua lettura dell'umanità. Sepolto nella luce livida di una campagna polacca che sembra essere più oppressiva e disperante di una metropoli, l'uomo coltiva un amore monodimensionale. È lui solo ad amare e per poter entrare in intimità (non sessuale) con l'oggetto della sua passione ha bisogno di non essere visto, desiderando al contempo di potere essere scoperto grazie alle tracce che lascia. Skolimowski decide di collocarci al suo fianco, di farcene seguire le mosse, di farci vedere ciò che lui vede.
È una sorta di 'compassione' (nell'accezione alta del con-patire della lingua latina) quella che lo spettatore finisce con il provare nei confronti del protagonista e sarà quella che finirà per toccare anche la sensibilità di Anna. Ma Skolimowski non è uomo da lieto fine. Lampi di apertura possono squarciare la notte dell'animo come le luci di un elicottero venuto per catturarci ma l'essere umano sa sempre come erigere barriere per impedirne la vista.
Grande l'emozione per la inaugurazione della Quinzaine des Realisateurs con un'altra «zampata di Leon». Torna dietro la macchina da presa, e dentro un set casalingo, Jerzy Skolimowski, dopo quattordici film realizzati tra il 1964 e il 1991 (Ferdydurke, da Gombrowicz). L'ex boxeur polacco, ma in esilio dal 1967 fino alla fine della monarchia socialista, ha ritrovato il gusto del cinema, il piacere della [...] Vai alla recensione »
"Quatre nuits avec Anna" : le rêve ténébreux de Léon, âme errante et voyeur platonique Sans rien savoir de la suite, aux premières images, on pourrait croire aux prémices d'un film d'horreur. La photo est sombre, charbonneuse. Sale, trouble, Léon, le personnage dont la caméra suit les gestes suspects, achète une hache. Il travaille comme incinérateur de cadavres à l'hôpital de la ville, qui baigne [...] Vai alla recensione »
Jerzy Skolimowski è tornato. Si era rintanato nella sua casetta di Malibù a dipingere per almeno diciassette anni dopo l'ultimo dimenticabile Ferdydurke (1991). Poi la decisione di tornare in grande stile aprendo, con Quattro notti con Anna , la quarantesima edizione della Quinzaine des Realisateurs nell'edizione che celebra il '68. E Skolimoswki non poteva che esserne il padrino: sia per l'eccentricità [...] Vai alla recensione »