Titolo originale | The Color of Time |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Edna Luise Biesold, Sarah-Violet Bliss, Bruce Thierry Cheung, Gabrielle Demeestere, Alexis Gambis, Brooke Goldfinch, Shripriya Mahesh, Pamela Romanowsky, Tine Thomasen, Virginia Urreiztieta, Omar Zúñiga Hidalgo |
Attori | James Franco, Mila Kunis, Jessica Chastain, Zach Braff, Henry Hopper Bruce Campbell, Giavani Cairo, Jamie DeKelaita, Kimberly Harsch, Jann Hight, Vince Jolivette, Gabriel Kahaian, Evan Kole, Lauren Kole, Robert Langley, Tiffany Lanier, Jordan March, Demetrios Anastasiow, Kimber King, Nina Ljeti, Kathi J. Moore, Ingrid Mortimer, Sharron Nelson, Vincent Pelligrino, Ziam Penn, Joshua Saba, Mia Serafino, Lauren Mae Shafer, Nurah Stanley, Paul Toliusis, Zachary Unger, Danika Yarosh, Noah Zipser. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 8 maggio 2017
Uno sguardo alla vita del poeta C.K. Williams attraverso esperienze, incontri e opere realizzati nel corso di 40 lunghi anni.
CONSIGLIATO SÌ
|
La vita e la poetica di C. K. Williams, vincitore nel 2000 del premio Pulitzer per la poesia, vista attraverso il lavoro comune di dodici registi esordienti, studenti di cinema della New York University.
Utilizzando la produzione poetica di Williams, il produttore e interprete di Tar James Franco, assieme ai giovani cineasti coinvolti, cerca di restituirci il mondo intimo, e partendo da questo biografico, di uno dei massimi poeti americani viventi. Quello cui assistiamo, nonostante l'occhio e la penna dei numerosi registi, tutti coinvolti anche nella sceneggiatura, è un omogeneo e ricercato approccio registico che cerca di imprimere su pellicola la poetica di Williams attraverso un procedere non lineare, pregno di suggestioni. Evocativi frame che rimandano al mondo interiore dello scrittore utilizzando salti temporali e diversi attori che incarnano Williams e la sua visione della memoria. Elemento questo che appare continuamente ridisegnato in rapporto al contingente, a un presente (che fa perno sulla figura di Franco e la moglie di Williams interpretata da Mila Kunis) che non può fare a meno di essere trasformato, anch'esso costantemente riscritto, da un passato e da un corollario di determinanti figure, amori ed esperienze del proprio vissuto. Su tutto domina la costante certezza della caducità dell'esistenza, della perdita, dell'essenza delle cose ormai fuggite e colte solo a posteriori. Ciò che appare evidente nella visione di Tar è che Terence Malick ha fatto scuola: la forma filmica del regista texano, disegnata soprattutto con i suoi ultimi The Tree of Life e To The Wonder, hanno fornito una calligrafia per immagini congeniale per tentare di scolpire ed imbrigliare l'assoluto, o schegge di esso. Tar si affianca a quell'esperimento traducendo in cinema la poesia di C. K. Williams attraverso ellissi, frammentarietà delle sequenze, quadri, foci off, trama suggerita per associazioni, movimenti di macchina e fluidi flussi di coscienza. E all'apparire di Jessica Chastain nel ruolo della madre di Williams, il rimando/omaggio a Malick sembra inequivocabile. Una sensazione di déjà vu pur nella parziale riuscita del progetto: raffinato, elegante e stilisticamente efficace in rapporto agli intenti.