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Ultimo aggiornamento domenica 18 ottobre 2020
Un racconto inedito della vita privata e professionale dell'ex capitano della Roma. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Mi chiamo Francesco Totti ha incassato 660 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il giorno prima dell'ultimo atto da calciatore professionista Francesco Totti, campione del mondo 2006 e bandiera della Roma, ripercorre la sua vita e trova la forza di dire addio.
Il Francesco Totti che vediamo mentre inizia il suo racconto ha l'aspetto di quello del 2020, ma lo immaginiamo proiettato in un giorno critico di primavera del 2017. È solo una delle forzature narrative di un documentario spurio più che ibrido, in cui Alex Infascelli non intende raccontare per celebrare il campione, ma intende rivivere una vita esemplare, con lo spirito dell'uomo Francesco Totti. Semplice, all'antica, maledettamente umano nei trionfi come negli sbagli commessi.
Solo accettando il dispositivo fortemente soggettivo scelto da Infascelli e l'inevitabile portato retorico che reca con sé è possibile entrare in sintonia con Mi chiamo Francesco Totti e con una sceneggiatura letta ad alta voce dal protagonista stesso, pregna della sua indomita romanità.
A Totti non si può non voler bene, anche se non si è romanisti. Per le prodezze balistiche, che ci ricordano di cosa fosse capace sui campi da gioco, e per la spontaneità disarmante che lo accompagna, sia che si tratti del Totti "romanticone", come si autodefinisce, o di quello fumantino, che sputa o scalcia gli avversari. Su questa narrazione di borgata, del ragazzo di Torvaianica rimasto per sempre quello che centra le paperelle col pallone, Infascelli erige un'impalcatura supereroica che a volte stride e a volte no.
Guardare alla Roma antica è esercizio rischioso, ma il fatalismo assoluto che ammanta il racconto a ritroso del campione comunica proprio con quella filosofia pagana, più che con i simboli cristiani che talora Infascelli pericolosamente accosta a momenti chiave della storia. Il Destino pare quasi un amico imparziale e onnipotente, per Totti, una mano inesorabile che accompagna i momenti critici della sua vita. Il Tempo, invece, un nemico implacabile, che per comodità alla fine della storia veste i panni di Luciano Spalletti, ultimo allenatore del Pupone.
L'epilogo del film ha il retrogusto acre, come se in fondo il tempo fosse davvero il Crono di Goya, che si divora i campioni, talenti effimeri, caduchi tra i caduchi. Restano i rimpianti - le sirene del Real Madrid - e la nostalgia - le immagini dei momenti aurei di carriera - come una sgradita compagnia con cui coesistere, con l'unica consolazione che questo destino tocca a tutti noi e ci rende compagni di sventura. "Sto tempo è passato. Pure pe' voi però", dice Francesco. E più che ai posteri sembra parlare ad amici e nemici di tante battaglie, testimoni di un mondo, del calcio ma non solo, che non esiste più.
Alex Infascelli ci presenta la vita di Francesco Totti, una delle ultime bandiere del calcio moderno, rimasto sempre nella sua città e nella sua squadra del cuore: la Roma.La storia parte, come si confà, dalle origini. Quando un bambino timido e introverso di nome Francesco, dava i primi calci ad un pallone sulla spiaggia. Da lì, mostra il suo talento prima nel cortile della scuola e poi nelle scuole [...] Vai alla recensione »
Mi chiamo Francesco Totti è un video-diario narrato in prima persona che ripercorre gli highlights della vita dentro e fuori dal rettangolo di gioco del Capitano giallorosso. L’autore ha portato sullo schermo un ritratto biografico, un video-diario narrato in prima persona, come fosse un’auto-biografia scritta dallo stesso Totti, in cui il protagonista racconta e si racconta [...] Vai alla recensione »
Tutto finisce e tutto inizia quel 27 maggio 2017, una giornata in cui una città intera ha pianto uno dei suoi figli più amati. Solo un romanista può capire in profondità il legame d'amore tra Francesco e la sua città: si scrive Totti ma si legge Roma. Il resto del "mondo" con questo documentario autobiografico può ammirare una storia sportiva senza precedenti e destinata a rimanere unica nel suo genere. [...] Vai alla recensione »
Agiografia dell’ex capitano romanista narrata con la voce dello stesso Francesco Totti e girata dal cinquantatreenne Alex Infascelli, noto per numeosi videoclip e per altrettanti film non certo di cassetta ma che come Il siero delle Vanità e Almost Blue, furono favorevolmente accolti dalla critica. Questa volta Infascelli ci porta nel cuore della Roma giallo rossa e alla vigilia [...] Vai alla recensione »
Solitamente, calcio e cinema non si prendono. Sono rari i casi di pellicole, ambientate nel mondo del pallone, che non superino la soglia del ridicolo. Per questo, davanti a un documentario come Mi chiamo Francesco Totti, da poco visibile sulle principali piattaforme streaming, si rimane piacevolmente sorpresi, per non dire incantati, come davanti ad una delle numerose magie che hanno segnato il cammino [...] Vai alla recensione »
Totti secondo Totti. Ovvero come un regista diviso tra fiction e documentari (suo il notevole "S is for Stanley" sull' autista-factotum di Kubrick) è riuscito a trasformarsi in ventriloquo. Tracciando, più che un parziale ma fedele ritratto del campione, un suo paradossale "autoritratto". L' impresa era spericolata come i gol del bomber giallorosso, tanto più che il calcio, mitologia già solida e ramificata [...] Vai alla recensione »
28 maggio 2017. Francesco Totti gioca la sua ultima partita. Prima è lì, da solo. Nei suoi occhi scorre tutta la vita. È proprio uno dei giocatori simbolo della storia della Roma a raccontarla in prima persona, rifacendosi anche al libro Un capitano scritto da lui stesso con Paolo Condò. Ridà vita al suo passato: dal filmino in spiaggia a Porto San Giorgio nel 1977, quando aveva un anno, allo scudetto [...] Vai alla recensione »
Voi che siete cresciuti con migliaia di selfie, e peggio ancora quelli che erano già su Instagram prima di cominciare le elementari, non conoscete le gioie di certi filmini. Rari, preziosi, con la gente che faceva "ciao" con la manina e balzava nell' inquadratura, mentre la giovane promessa del calcio giocava le prime partite. Francesco Totti a due anni stava appena in piedi e già in spiaggia cercava [...] Vai alla recensione »
La vita, la storia, il passato, il presente e il futuro di uno dei più grandi calciatori italiani di sempre: Francesco Totti. Raccontato in prima persona dalla voice over dello stesso giocatore, il documentario di Alex Infascelli garantisce tutti gli ingredienti classici dei biopic sugli atleti, comprese le puntuali immagini d'archivio familiare quando sui campetti della periferia romana e della Lodigiani [...] Vai alla recensione »
Con queste parole si chiude il trailer di Mi chiamo Francesco Totti. Con queste parole non si chiude invece il film, anche se all'interno del concetto si racchiudono tutta la forza e il coraggio del documentario di Alex Infascelli. È la notte del 27 maggio 2017. L'indomani, il capitano della Roma si appresta a giocare la sua ultima partita di calcio professionistico.
"Quello che Dio ha congiunto l' uomo non separi": è il 19 giugno del 2005, Francesco Totti è all' altare con Ilary Blasi, ma il montaggio delle attrazioni di Alex Infascelli associa le parole del sacerdote al ventilato passaggio del capitano della Roma al Real Madrid. È la scena più bella di Mi chiamo Francesco Totti, documentario in prima persona singolare che vuole riflettere proprio la relazione [...] Vai alla recensione »
Non è necessario andare a recuperare qualche riflessione pasoliniana per verificare come il calcio rivesta ancora la capacità - e l' immaginazione - per federare il sentire di soggetti separati fra loro da questioni di classe, reddito e aspirazioni. Il calcio, cosa evidente anche a chi ne mastica pochissimo o affatto, è un luogo narrazione che produce non solo racconti e mitologie, ma offre anche chiavi [...] Vai alla recensione »
Una sagoma incappucciata nei sotterranei in penombra dello stadio. Proprio come nel migliore film italiano dell' ultimo decennio si materializza sullo schermo una sorta di assorto e accigliato nume tutelare della capitale, ma il suo nome non è quello fantasy di Jeeg Robot bensì quello del protagonista di «Mi chiamo Francesco Totti», l' evento clou della Festa di Roma che scocca una freccia nel cuore [...] Vai alla recensione »
Un omaggio, un monumento a tre anni e mezzo dopo il ritiro dalle scene. Alex Infascelli ha scelto di raccontare la carriera di Francesco Totti attraverso i suoi sobri racconti. Seguiamo i passaggi della carriera attraverso la sua voce fuori campo e le immagini di repertorio, pubbliche e private, dall' infanzia nei campetti fino all' arrivo alla Roma nel 1989.
Francesco Totti. Dalla F alla T. Sulla scia dell'apologia mediatica nazional-popolare che ha preso il via dal 28 maggio 2017, giorno in cui il suo addio al calcio giocato ha fatto il giro del mondo, Alex Infascelli (da profano auto-dichiarato) realizza Mi chiamo Francesco Totti. Documentario che prende le mosse da Un capitano (libro scritto "con" Paolo Condò, edito da Rizzoli nel 2018, dal quale è [...] Vai alla recensione »
Mi chiamo Francesco Totti. Un'affermazione di sé. La creazione e narrazione di un'identità fino a farla diventare immagine. Icona. Il documentario su Francesco Totti di Alex Infascelli è Francesco Totti. E non solo perché è la voce fuori campo dell'ex calciatore della Roma a scandire il racconto, né perché la fonte è lo stesso libro che il campione ha scritto insieme al giornalista Paolo Condò uscito [...] Vai alla recensione »
È la notte che precede il suo addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell'uomo. Come già era riuscito a fare con S is for Stanley, Alex [...] Vai alla recensione »
Il Capitano ha il suo "Ben Hur": il paragone con l'epica kolossal è appropriato per "Mi chiamo Francesco Totti", documentario oversize scritto, diretto, montato e musicato persino - in minima parte - da Alex Infascelli in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Cancellato l'incontro col Capitano, che ha perso il padre in questi giorni, resta il film.