Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Messico |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Michel Franco |
Attori | Naian González Norvind, Diego Boneta, Monica del Carmen, Dario Yazbek Bernal Javier Sepulveda, Sebastian Silveti. |
Uscita | lunedì 26 aprile 2021 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 2,77 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 agosto 2021
Un matrimonio tra ricchi viene interrotto dall'irruzione di un gruppo di persone di ceto sociale più basso. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Nuevo orden ha incassato 13,5 mila euro .
Nuevo orden è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO SÌ
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In una città del Messico dilaniata da sommosse e rivolte, la ricca Marianne Novelo sta per sposare il fidanzato Alan, quando un gruppo di popolani armati fa irruzione nella grande villa dei suoi genitori, portando caos, terrore e mattanza, con la complicità di parte dei domestici. La ragazza si salva fortuitamente dal massacro, ma finirà comunque nelle terribili prigioni dell'esercito rivoluzionario, dove verrà torturata e diventerà esca per la richiesta del riscatto.
Nel Messico distopico di Michel Franco, la disuguaglianza sociale ha raggiunto dimensioni spaventose e si è radicata al punto da divenire mostruosa normalità e da assetare di giustizia la maggioranza della popolazione, che vede nello spirito di questo tempo, populista e violento, il richiamo perverso di una rivoluzione possibile, fatta di odio, vendetta e imposizione di un nuovo, terroristico ordine.
La distanza che separa distopia e realtà è risicata, com'è sotto gli occhi di tutti, e lo scenario del film si potrebbe ritagliare anche altrove, in molte parti del mondo contemporaneo, per quanto il classismo strutturale e una polizia sempre più corrotta e violenta, facciano del Messico un caso tragicamente emblematico. Il messaggio di Franco è dunque spiattellato con forza e presunta autoevidenza, per tutti e ottantotto i tesi e concitati minuti del film: continuare ad ignorare il problema e a sopprimere le richieste di cambiamento sociale porterà ad uno stato delle cose peggiore del presente, in cui la classe popolare, una volta al potere militare, si comporterà come una massa di assassini, al soldo degli stessi vertici corrotti di sempre.
Ma, sotto la mano talentuosa della regia e il fascino dell'affresco corale, è anche un messaggio ambiguo e opinabile, che antepone le ragioni dello spettacolo ad un'analisi più lucida ed approfondita della situazioni che inquadra.
Con lo stile di un film di guerra, dichiarando di essersi ispirato al para-documentarismo de La battaglia di Algeri, il quarantenne messicano ribadisce il concetto dall'inizio alla fine, decapitando le sfumature e sfiorando, se non la caricatura, di certo la generalizzazione, nella fotografia dell'élite bianca ma soprattutto dei nativi messicani, che calano come primitivi tra le mura degli aguzzini.
Si possono trovare l'esibizione e l'eccesso trascinanti o ripetitivi, ma quel che è certo è che non è bastato a Michel Franco aprire sull'inquadrature di un grande pannello astratto per riuscire a scollare il film da un primo livello di lettura e conferirgli quell'astrazione che, Reygadas insegna, apre una crepa nel pensiero e lascia entrare domande e emozioni.
Anche l'idea della vernice verde, che vorrebbe mettere in cortocircuito verità e rappresentazione, arte e guerriglia, non va oltre un'intuizione iniziale che non si propaga e non ci contagia come dovrebbe.
First reaction: shock. Because… perché il film di Michel Franco vuole colpire come un pugno allo stomaco, su questo non ci sono molti dubbi. E ci riesce, pure. Perché è violento, ma soprattutto è disturbante, spiazzante.
Parte in un modo e si sviluppa in un altro, sembra un ritratto di borghesia in nero, poi apre scenari di guerriglia, di rivoluzione: ma una rivoluzione quasi astratta, con i suoi rivoluzionari che sembrano zombie, un esercito di zombie senza più niente di umano. È l’umanità che sparisce, che è assente in quasi tutti i personaggi. È questa mancanza lo shock più forte.
Nuevo orden, ora disponibile in streaming, è il sesto film da regista di Michel Franco. Lo scorso 12 settembre, alla Mostra del Cinema di Venezia – sembra passata una vita, eravamo in sala e sembrava di tornare alla normalità – vinceva il Gran Premio della Giuria.
Una consacrazione, sì. Ma già da qualche anno Michel Franco si era ritagliato un posto fra i formidabili protagonisti del cinema messicano degli ultimi anni, fra Alfonso Cuaròn, Alejandro Inarritu, Guillermo Arriaga, Guillermo del Toro.
Più giovane di loro di una quindicina d’anni, Franco ha a casa già un bel po’ di premi: quello di Un certain regard a Cannes per Despuès de Lucìa nel 2012, il premio per la sceneggiatura sempre a Cannes, nel 2015, per Chronic. Ma è un bel po’ suo anche il Leone d’oro del 2015 per Desde allà (Ti guardo) di Lorenzo Vigas, primo film sudamericano a vincere a Venezia, e che Michel Franco aveva prodotto.
Ma lasciamo stare i premi, torniamo al film.
C’è un matrimonio di ricchi. Lei è bionda – è Naian Gonzáles Norvind, attrice di origine norvegese – lui è disinvolto e bello – è Dario Yazbek Bernal, il fratellastro di Gael Garcia Bernal. Ci sono decine di invitati, gli abiti delle donne color pastello, le tartine, i flutes di champagne, il lusso, la musica, i giovani che si imboscano, altri in una stanza a provare il peyote. Sono tutti “whitexican”, messicani bianchi e facoltosi. Sono scuri di pelle solo i servitori, come la governante silenziosa e fidata, che ricorda la custode dei film di Brad Pitt e Cate Blanchett in Babel di Inarritu, Adriana Barraza. O la dimessa, umile, preziosa Yalitza Aparicio di Roma.
La camera scivola fra loro, fluida, come in una danza fra gli invitati, come fosse un film di Altman. La luce è chiara, quanto di più lontano dal dramma si possa immaginare. Le perturbazioni dalla normalità che Michel Franco dissemina sono quasi impercettibili. Acqua che esce verde dai rubinetti del bagno. Un’auto sporca di vernice dello stesso colore. Qualcuno vuole guastare la festa, ma sempre di festa si tratta.
Poi un’altra frattura, nota dissonante nel minuetto mozartiano che sembra essere l’inizio. Un vecchio dipendente della ricca famiglia va a chiedere aiuto per pagare l’operazione al cuore della moglie: e lì, dove il denaro circola a fiumi, non trova empatia, trova elemosine che non gli bastano neanche per cominciare.
La molla è carica, e può solo esplodere: la rivoluzione non può attendere. E arriva. C’è una strana continuità fra questo film e la sequenza dell’irruzione dei rivoltosi nel negozio di arredamento in Roma di Cuaròn, come se Nuevo orden ne rappresentasse un sequel. Irrompono nella villa, e il film vira improvvisamente, entra in un’altra dimensione.
È il racconto dell’apocalisse, un’apocalisse pura, astratta, disumanizzata. Non ci sono discorsi, motivazioni, radici politiche. C’è solo violenza, come in un film di fantascienza, dove però tutto è filmato, raccontato, mostrato realisticamente, crudamente. Con echi, semmai, di molto cinema.
Lo shock prende le tinte del verde acceso nella parabola nichilista sulla rivolta di classe che Michel Franco mette in scena in Nuevo orden. Un verde che brucia le sfumature più neutre del décor alto-borghese che arredano la villa dei Novelo, a Città del Messico, e da lì traccia il collasso dell’ordine sociale di un paese intero nel segno di una violenza particolarmente brutale.
L’opera di Franco, che è stata presentata all’ultima Mostra del cinema di Venezia e ha portato a casa il Gran Premio della Giuria, è una visione intensa e spiacevole - questo dev’essere ben chiaro agli spettatori. Lo è di proposito, distillando una delle dinamiche più complesse della storia del capitalismo (la disuguaglianza economica e il suo impatto sulla stratificazione della società, i rapporti tra i potenti e il potere, e le soglie di tensione oltre le quali i lavoratori insorgono) in una rivolta “del popolo” contro i ricchi che ricorda i linguaggi del cinema horror e apocalittico.
Il film è stato da subito molto controverso, sia nell’ambiente festivaliero che agli inizi del suo percorso distributivo. Del resto l’audacia con cui trasforma il tema in un’arma contundente è innegabile, e tanto più apprezzabile nella parte iniziale della storia, che può occuparsi di sconvolgere e impressionare senza dover ancora inseguire le profonde ramificazioni politiche della rivolta.
La realizzazione che qualcosa di terribile stia per accadere si mescola a un senso di nausea per l’opulenza un po’ ignorante delle vite dei protagonisti, impegnati a festeggiare il matrimonio della rampolla di famiglia.
Quelle evocate da Franco sono emozioni primordiali, istintive; per questo Nuevo orden appassiona e suscita polemiche in egual misura. Da gran furbacchione qual è, il regista di Las hijas de abril sa come toccare nervi scoperti a destra e a manca, tra chi lo accusa di aver dipinto una facile caricatura dell’”un percento” - ricchi e meschini, egoisti senza coscienza, incapaci di aiutare non solo il prossimo ma anche loro stessi - e chi si scaglia contro la sua problematica rappresentazione della massa in rivolta, spogliata di qualsiasi umanità e ridotta a un’orda di fantocci nelle mani di un potere oscuro.
Sta qui il fascino di Nuevo orden, specchio indecifrabile delle correnti della contemporaneità, cartina tornasole che si presta a letture opposte. Oscillando tra nichilismo e superficialità, assume valore per il modo in cui raccoglie il testimone da altri fenomeni cinematografici recenti. Come Parasite di Bong Joon-ho, o come Joker di Todd Phillips, film premiati ai festival più importanti e poi agli Oscar, e soprattutto opere travolte da una popolarità viscerale, difficile da immaginare al loro debutto sul grande schermo. Forse perché colgono la tensione e l’elettricità del nostro tempo, che ha riscoperto la facilità con cui può nascere un’insurrezione e ne ha moltiplicato i pretesti. Certamente perché hanno al centro quella lotta di classe che mai così assiduamente era stata in prima pagina a livello globale.
L' uomo dalle spalle curve si chiama Rolando. È l' unico a non essere in giacca e cravatta ed è venuto a chiedere un prestito alla famiglia che ha servito per anni. Sua moglie è malata, gli servono 200mila pesos (circa 8500 euro, non molto). I padroni però, dobbiamo chiamarli così, non hanno voglia di ascoltarlo. Stanno festeggiando le nozze della figlia, la villa è piena di bella gente, i servi servono, [...] Vai alla recensione »
Infine, un film che non lascia indifferenti è «Nuevo orden», nuovo lungometraggio del regista messicano Michel Franco arrivato sulla piattaforma IWonderfull.Dramma distopico ad alta tensione, «Nuevo orden» racconta uno sfarzoso matrimonio dell'alta borghesia messicana, che viene mandato improvvisamente a monte da una rivolta inaspettata, scaturita da un conflitto sociale che dà il via a un violento [...] Vai alla recensione »
"The Old Guard" è un film diretto da Gina Prince-Bythewood con Charlize Theron fra gli interpreti. E' disponibile su Netflix Gli accordi di distribuzione streaming si fanno sempre più intricati, lo spettatore ha il suo daffare per ricordarsi cosa ha comprato, cosa ha noleggiato, cosa scadrà e cosa resterà (sempre nell' ipotesi che cerchi proprio quel film e non si lasci distrarre dal primo che trova). [...] Vai alla recensione »
Avvertenza: "Nuevo Orden" è molto duro, per nulla una passeggiata, ma merita d'essere visto. "Finalmente un film da Leone" scrissi dalla Mostra di Venezia 2020, e un po' così andò: non beccò quello d'oro, andato a "Nomadland", ma quello d'argento sì. "Nuevo Orden", cioè "ordine nuovo", viene dal Messico e porta la firma di un cineasta 42enne, Michel Franco.
Nuevo Orden, ovvero il terzo capitolo del nuovo vincente e avvincente filone distopico. Il primo a volgere in fiction le metafore dell' ordine mondiale sconvolto dai collassi sociali è stato Joker e il secondo Parasite, due cult movie differenti nello stile e la struttura narrative, ma omogenei nel manovrare fatti e personaggi senza paraocchi ideologici o remore redentoristiche: adesso è la volta del [...] Vai alla recensione »
Messico. Si sta celebrando un matrimonio tra ricchi quando, improvvisamente, un gruppo di persone di basso ceto sociale irrompe e fa una strage, rubando tutto. La sposa, che si era allontanata, viene presa in ostaggio dall'esercito rivoluzionario e costretta a subire violenze fisiche; i suoi pagheranno il riscatto? Premiato a Venezia, il film distopico di Michel Franco vuole suggerire che tra realtà [...] Vai alla recensione »
È un film "saggio", tutto è manifesto, esibito, sottolineato, estenuato, fino alla ridondanza. Ma tutto è funzionale al teorema sul potere che Michel Franco dispiega con lucidità e autenticità, non dimentico della sua provenienza geografica. Il Messico è uno dei paesi con la maggiore disparità sociale al mondo, oltremodo palese nella sua capitale dove Nuevo orden è ambientato.
Un colpo di stato durante il matrimonio di una rampolla dell'aristocrazia messicana. La servitù è parte del complotto. I ricchi vengono falcidiati senza pietà. La promessa sposa, che si era allontanata per portare dei soldi all'anziano domestico che ne ha bisogno per un intervento chirurgico, finisce nelle mani delle forze dell'ordine che approfittano della situazione per ricattare le famiglie dei [...] Vai alla recensione »
A Città del Messico è scoppiata la rivoluzione. Inattesa, imprevedibile, inarrestabile. Invade improvvisamente la festa di matrimonio su cui si apre Nuevo orden di Michel Franco, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia appena terminata. La magione sfarzosa dove il ricevimento si tiene diviene un teatro di macellerie, un campo di gioco dove si sperimenta l'utopia/distopia dell'insurrezione sociocultura [...] Vai alla recensione »
Lo sposo, la sposa, gli invitati, la servitù, i regali, le auto, i vestiti, il denaro, le danze. Il matrimonio sfavillante fra due rampolli dell'alta società messicana viene bruscamente interrotto da un violento sommovimento popolare, una rivolta degli strati più bassi della popolazione che inaspettatamente irrompono sulla scena, assetati di sangue.
Un sontuoso banchetto di nozze in una villa, un colpo di stato e l'irruzione dei rivoluzionari nell'alta società. Quello di Franco è un Messico distopico e ferino, un mondo marcio non così distante dalla lacerata realtà della nazione. In questo quadro di primordiale feudalesimo si mette in scena una lotta di classe ridotta ai minimi termini che condurrà a un ordine solo ironicamente nuevo, perché la [...] Vai alla recensione »
Diretto. Senza pietà. Definitivo. Nuevo Orden (in concorso) di Michel Franco, astro nascente del cinema messicano e già produttore di Desde allà di Lorenzo Vigas (che vinse il Leone d'Oro a Venezia nel 2015), è un cazzotto tirato con forza al corpo dello spettatore. Racconta una storia che esprime tutto nello svolgimento dei fatti, senza un'elaborazione successiva, e senza nemmeno una particolare ricerca [...] Vai alla recensione »
Regista freddo e a volte eccessivamente intellettuale, Michel Franco sa come torturare il pubblico e chi compra il biglietto per vedere un suo film ne è perfettamente cosciente. Una ricca famiglia messicana è massacrata mentre festeggia un matrimonio. Ma è solo un episodio di un'ampia rivolta che porta a un colpo di stato e all'instaurazione di un potere non migliore di quello che l'ha preceduto.
Iniziamo da Michel Franco, regista messicano che solitamente si accasa a Cannes, con il suo cinema greve e spesso di puro accanimento. Stavolta il suo "Nuevo orden" si scatena in una interminabile sequenza di esecuzioni, iniziando da un massacro perpetrato da un commando di indios in una villa dell'alta borghesia dove si sta festeggiando un matrimonio, per finire alla presa di potere dei militari, [...] Vai alla recensione »
Se c'è un elemento centrale che permette di leggere la selezione della settantasettesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, lo si può rintracciare nella volontà espressa attraverso le immagini da molti dei film presenti di indagare una realtà sociale che a livello mondiale è sempre più disgregata, con le élite politiche ed economiche che si arricchiscono a dismisura e il proletariato [...] Vai alla recensione »
Azione, fantascienza, distopia, horror: questi mondi, Michel Franco li conosce bene e in Nuevo orden li ritroviamo tutti. Il loro prodotto è una sorta di poltiglia verde che attraversa cromaticamente buona parte della pellicola. Nel terribile destino a cui il regista sottopone i suoi personaggi, possiamo leggere una sorta di riflessione a posteriori sulle turbolente vicissitudini che tuttora sconvolgono [...] Vai alla recensione »
Non è da meglio Michel Franco, regista segnalatosi in varie vetrine festivaliere, che configura sullo schermo l' immaginario (però possibile) scenario di una Città del Messico dove una scatenata folla di disperati semina il terrore, facendo strage dei ricchi e saccheggiando le loro lussuose roccaforti. La morale è amara - altro che Nuevo orden, come sempre il caos si dimostra la carta vincente del [...] Vai alla recensione »
Il film del regista messicano Michel Franco Nuevo Orden in concorso ci ha fatto ricordare i tempi in cui la critica cinematografica definiva «autoritari» e quindi inaccettabili i film che senza lasciare spazio alla pluralità dei piani di racconto e alle argomentazioni, ai sottotesti, passavano per manifesti politici. Nuevo Orden non vuole neanche esserlo, dotato di etichetta di film fantascientifico, [...] Vai alla recensione »
Sa d' infelice, potente verità il ritratto d' un possibile domani di violenza sociale e soluzioni militari di "Nuevo Orden" di Michel Franco, ambientato a Città del Messico per sembrare ogni megalaopoli del pianeta. Potrebbe essere il Leone d' oro sensato di una Mostra condizionata dal Covid in un mondo dove la pandemia solleva paura, traccia l' aggressività, aumenta e provoca vistose differenze [...] Vai alla recensione »
Diretto. Potente. Senza pietà. Definitivo. Il folgorante «Nuevo Orden» (Nuovo Ordine) conferma la vitalità assoluta del cinema messicano, così ricco di talenti registici da aggiungere l'astro nascente Michel Franco a stelle stabili del firmamento come Gonzâlez Inárritu, Cuàron e Del Toro, tutta gente che al Lido ha raccolto allori. La trama: mentre sono in corso le sfarzose nozze di una rampolla dell'alta [...] Vai alla recensione »
Se fossi alle corse mi giocherei la camicia su un tris 'piazzato' di titoli. Non saranno da soli, ma tra i Leoni, sabato sera, di certo li ritroveremo. Punto a scatola chiusa su "Nomadland" di Chloè Zhao, che chiuderà ( strategicamente ) il concorso ed è già in odore di nomination per gli Oscar. Non so in quale casella, ma ci sarà la "Miss Marx" di Susanna Nicchiarelli.
Il cinema di Michel Franco conosce un'unica soluzione: portare lo scompiglio nel realismo della messinscena e osservare a distanza, un po' cinicamente, il decorso di un cambiamento e la sua successiva normalizzazione. La quotidianità incontra l'orrore, ne viene sconvolta, vi si adatta e infine lo incorpora. C'è un prima, un durante e un dopo. Non a caso, Después de Lucía, «dopo Lucia», era il titolo [...] Vai alla recensione »
Dall'asetticità di Chronic alla furia incontrollata di Nuevo orden, il cinema di James Franco crea un inganno nella sua apparente mutazione. Il malato terminale in questo caso è il Messico in una visione distopica. Il divario sociale ed economico è sempre più ampio. Ed è per fronteggiare a questa disuguaglianza che mostra una violentissima rivolta. Si comincia con i manifestanti feriti che vengono [...] Vai alla recensione »
Vernice verde. Pistolettate in testa. Nuevo Orden di Michel Franco gioca sin dai titoli di testa su un ribaltamento a specchio, su un'apocalisse che parte dal basso e che finisce per favorire la militarizzazione corrotta di un intero paese. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad un'evoluzione de La zona di Rodrigo Plá (che proprio qui a Venezia, nel 2007, vinse il Leone del Futuro): uno sfarzoso matrimonio [...] Vai alla recensione »