Titolo originale | Celda 211 |
Anno | 2009 |
Genere | Azione, |
Produzione | Francia, Spagna |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Daniel Monzón |
Attori | Luis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Marta Etura, Carlos Bardem, Manuel Morón Luis Zahera, Vicente Romero, Fernando Soto, Jesús Carroza, Félix Cubero, Manolo Solo, Josean Bengoetxea, Juan Carlos Mangas, David Selvas, Patxi Bisquert, Xosé Manuel Olveira 'Pico', Hilario Pino, Antonio Durán 'Morris', Jesus Del Caso, Suso Lista, Pedro Piqueras, Xavier Estévez. |
Uscita | venerdì 16 aprile 2010 |
Tag | Da vedere 2009 |
Distribuzione | Bolero Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,19 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 settembre 2011
Per fare buona impressione nel carcere dove ha appena trovato lavoro come secondino, Juan Oliver si presenta con un giorno d'anticipo sul primo turno di guardia. Il film ha ottenuto 2 candidature agli European Film Awards, In Italia al Box Office Cella 211 ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 593 mila euro e 237 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Per fare buona impressione nel carcere dove ha appena trovato lavoro come secondino, Juan Oliver si presenta con un giorno d'anticipo sul primo turno di guardia. Durante la visita al braccio di massima sicurezza, un frammento di intonaco cade dal soffitto e lo colpisce sulla testa. In attesa di poterlo soccorrere, gli altri guardiani lo distendono temporaneamente nell'unica cella libera, la numero 211. In quello stesso istante, ha però inizio una rivolta organizzata dal carismatico detenuto Malamadre, che costringe il giovane guardiano inesperto a improvvisarsi credibile galeotto per riuscire a sopravvivere alla situazione e riabbracciare la moglie al sesto mese di gravidanza.
Negli ultimi anni la Spagna si è costruita un passo alla volta una solida identità legata al cinema di genere. È una tendenza inaugurata qualche anno fa da Amenábar e poi portata avanti da Alex De la Iglesia, Jaume Balagueró e Juan Antonio Bayona, che dimostra come questi cineasti conoscano talmente bene le regole del gioco da saperle riorganizzare senza stravolgerle, da riuscire a trovare un nuovo percorso di senso all'interno di un reticolo fatto di cliché.
Cella 211 non ha a che fare con spiriti inquieti, case infestate o possessioni demoniache, ma con un altro dei luoghi cari al cinema popolare americano: il carcere, al cui interno Juan diviene il tipico "personaggio ordinario calato in un contesto straordinario". La nota formula hitchcockiana si declina qui a partire da un rovesciamento che vede il personaggio principale costretto a fingersi oppositore per sopravvivere, fino a scoprirsi capo carismatico e principale motore della rivolta carceraria. Una rivolta che, come accade nel miglior cinema di genere, ha una forte connotazione politica. Argomenti come le condizioni carcerarie e la denuncia della violenza istituzionale, le questioni diplomatiche con il governo basco e la gestione dei terroristi dell'ETA, oltre al ruolo fondamentale dei media sull'opinione pubblica, vengono messi in scena senza troppe indulgenze (anzi, calcando fin troppo sulla tragicità della vicenda), e mantenendo una componente spettacolare e una progressione drammaturgica invidiabili per una stessa produzione americana.
Se è vero che tastare il polso al cinema popolare aiuta ad avere un'idea sullo stato di salute dell'intera cinematografia di una nazione, Cella 211 racconta di un cinema estremamente vivace, avvincente e complesso, anche quando gioca secondo le regole.
Dopo un esordio che ritengo pressoché sconosciuto, Daniel Monzon ci ha regalato un vero gioiello, possente ed impetuoso, incastonato in una struttura narrativa semplice e lineare che si lascia seguire con facilità, dando corpo e voce ad una delle tante storie “assurde” che diventano realistiche proprio grazie a quella meravigliosa macchina dei sogni rispondente al nome di cinema.
A volte capita che il confine che separa coloro che si schierano dalla parte del bene (o credono di schierarsi) e coloro che invece hanno scelto, per varie vicissitudini, l'altra sponda, diventa così labile e trasparente tanto da non riuscire più a distinguere i primi coi secondi. E quello che succede al protagonista di questo film: un giovane con una moglie ed un figlio prossimo alla nascita, che, [...] Vai alla recensione »
Una situazione paradossale, resa estremamente credibile, è lo spunto per il claustrofobico thriller del regista spagnolo Daniel Monzon. Juan Olivier, un neoassunto in un carcere di massima sicurezza, ale presentazioni, viene coplito alla testa: è l’inizio di una rivolta carceraria sanguinosa. Altri agenti vengono feriti nel tentativo di arginare la sommossa.
Cella 211 è un film spagnolo che ha avuto grandissimo successo in patria e un discreto successo internazionale. Questo clamore attorno alla pellicola è più che giustificato dato che la trama di base è buona, anche se già vista, mentre ciò che rende il film davvero speciale è l’alto livello di suspense.
Un giovane ragazzo spagnolo ottiene un lavoro come secondino. Per fare buona impressione ai suoi superiori il giorno prima di prendere servizio si presenta per fare un po' il giro della struttura carceraria. Rimasto vittima di un banale incidente, il ragazzo viene temporaneamente messo in una cella libera per ricevere le cure del caso. Proprio in quel momento però lui perderà i sensi [...] Vai alla recensione »
Il cinema torna a raccontare,appassionato,della reclusione detentiva,dello spietato crudo e crudele inferno che ribolle entro le alte mura di cinta dei penitenziari e lo fa con due opere europee,Il profeta del francese Jacques Audiard e Cella 211 dello spagnolo Daniel Monzón: pellicole entrambe robuste,radicali,che nobilitano ulteriormente il nutrito genere del prison movie confermando quanto [...] Vai alla recensione »
Bel film. Chi si è fatto (giustamente) l'idea che il cinema spagnolo sia tutto minestroni manierati di Almodovar può ricredersi parzialmente guardando questo bel film. Molto ben recicato, realistico e credibile. Una vicenda che si svolge con degli sviluppi non scontati e ben orchestrati. Da vedere. Ottima presenza scenica quella del protagonista cattivo, il leader del detenuti.
Un film carcerario spagnolo del 2009 diretto da Daniel Monzon che si ispira per il soggetto ad un classico del genere, Brubaker di Rosenberg del 1980 con Redford. Protagonisti Luis Tosar e Alberto Ammann, i due antagonisti perfetti, anche fisionomicamente, l’uno, il prototipo del bravo ragazzo, fresco sposo con moglie incinta, al suo primo giorno di lavoro, l’altro, il criminale psicopatico rinchiuso [...] Vai alla recensione »
Juan Oliver è un giovane sposato, in attesa di diventare padre, che ha appena trovato un impiego come secondino; un giorno prima del debutto nel nuovo incarico si reca sul luogo di lavoro per far colpo sul direttore del carcere, ma la sua scelta si dimostrerà poco azzeccata in quanto proprio negli istanti in cui i veterani gli stanno spiegando come funziona l'attività penitenziaria, [...] Vai alla recensione »
Troppo costruito, nonché dimostrazione lampante che i premi nazionali sono la più grande masturbazione mentale (e non solo) dell'industria cinematografica (vincitore di 8 premi Goya). E' un problema tipico dei film tratti da libri, le storie che funzionano sotto l'aspetto "sospensione dell'incredulità" in un libro a volte non funzionano al cinema (uno [...] Vai alla recensione »
Mi ha colpito molto. Ci si immedesima in modo sorprendente. Bravissimo Luis Tosar, e anche la voce italiana è molto brava. E' un film ben realizzato. Da degustare.
ottimo film e riuscito a tenermi attaccato al divano
film sul carcere, o meglio sulla - giustizia - in carcere. Monzon punta l'attenzione su una prigione dove i poliziotti sono carogne a piede libero e, forse, nessuno di loro é migliore dei detenuti. Il messaggio é chiaro, credo: - potenzialmente, tutti gli uomini sono buoni e giusti e tutti sono aguzzini e ingiusti.
da vedere! film che per sceneggiatura, ritmo e suspance non ha nulla da invidiare alle pellicole americane dello stesso genere...riusciremo noi italiani a produrre film di genere di livello?
Un bellissimo e coinvolgente film.............2 ore di fortissime emozioni senza pause con un ritmo incalzante e colpi di scena uno dietro l'altro che conducono ad un finale quanto drammatico e per certi versi triste tanto credibile e terribilmente realistico. Un film che fa anche riflettere sulla dura e difficile situazione carceraria a cui la nostra società assiste inerme ma soprattutto [...] Vai alla recensione »
Assolutamente un ottimo film, ben fatto, curato, e con degli ottimi attori. Da far vedere a tutti gli americani per far capire cosè il cinema europeo, film low cost ma di grandissimo impatto, zero effetti speciali e zero "americanate", ma un'ottima storia che regge fino alla fine, senza mai far capire come finirà e senza annoiare lo spettatore. Quasi 2 ore di film letteralmente volate.
Film piacevole...sul tema carcerario.... Storia avvincente, con un finale drammatico, ottime recitazioni e soprattutto una trama che che parte e si capovolge in continuazione.... Piacevole sorpresa!! Da vedere!!
E' di una durezza incredibile! Crudo e aspro di quelli che lasciano il magone alla fine della visione. Per me regista e attori erano tutti emeriti sconosciuti e devo dire che sono tutti piuttosto bravi e convincenti. A me è piaciuto molto, mi ha tenuto incollato allo schermo, e mi è piaciuta la costruzione col doppio punto di vista, rivoltosi e Polizia.
Mamma mia che bel film!!!!!!!!! che trama soprattutto!!! Un film che mette in risalto il potere della giustizia!
Fin dal primo minuto lo spettatore è catapultato dentro al carcere spagnolo, la situazione precipita e il carcere diventa un inferno. Man mano che la vicenda si dipana i carnefici diventano le vittime e viceversa, l'identità di Juan è l'unica certezza. Grande cinema spagnolo che riesce ad unire in modo perfetto cinema di genere e raffinata critica sociale: nel microcosmo del carcere si attivano le [...] Vai alla recensione »
Ho letto diverse recensioni su quest film e non tutte positive. Ho visto il film e devo dire che è stato un ottimo film! Azione,thriller e drammatico allo stesso tempo. Fatto davvero bene.Ottimo il cast senza nomi altisonanti ma ottime interpretazioni. Anche il finale nella sua drammaticità rende il film ancora migliore!Da vedere!
grazie al passaparola, non mi sono persa questo bel film verso cui è impossibile non rimanere indifferenti. che fastidio, che odio, che incazzature, che ingiustizie, quanta violenza, quanta stupidità, quanta menzogna, quanta pusillanimità.
Non avendo letto la trama lo immaginavo molto diverso, credevo fosse un film più "leggero" fatto di risse alla Vin Diesel. Sono invece rimasto piacevolmente sorpreso quando ho capito che invece stavo guardando un film più serio che porta a riflettere sulla vita nelle carceri. Bella la sceneggiatura e bravi gli attori. Vi terrà col fiato sospeso dall'inizio alla fine.
Manca quel qualcosina in più per farne un ottimo film.Finale troppo rapido,magari 30 minuti in più avrebbero giovato.Insomma finisce sul più bello!!!
Bello, bello, bello, bellissimo film...molto coinvolgente ed emozionante, umano e reale. Assolutamente da vedere..peccato che troppo spesso film come questo vengano poco pubblicizzati in Italia e che per vederli li si debba rincorrere in lungo e in largo dato che i multiplex solitamente ignorano tutto ciò che non è commerciale...Merita veramente di essere visto e merita veramente gli 8 premi goya che [...] Vai alla recensione »
MOLTO BELLO APPASIONATE IL FINALE E' TRISTE MA PRENE MOLTO
emozionante, coinvolgente, ben recitato e buona regia... forse pò esasperate le coicidenze negative per il protagonista.. ma il tutto non rovina la pellicola!
Giovane secondino al primo giorno di lavoro, Juan Oliver si trova suo malgrado coinvolto in una sanguinosa rivolta carceraria, cui aderisce, fingendosi un detenuto, dapprima per istintivo spirito di sopravvivenza, poi per furiosa disperazione. Questa produzione del regista spagnolo Monzon, pluripremiata in patria, combina una storia efficace nella progressione drammatica e convincente nelle motivazioni [...] Vai alla recensione »
Bello per carità, avvincente e perfino emozionante. Sicuramente attrae e calamita l'attenzione anche grazie ad una suspence crescente e certamente ben costruita. Non mi convince però affatto la trama. E' una di quelle storie tirate per la giacca affinchè si adegui il meno peggio possibile, sennò il film finirebbe dopo trenta minuti. Troppe coincidenze più o meno verosimili che oltre ad accanirsi tutte [...] Vai alla recensione »
Genere inflazionato, film davvero ben fatto; assolutamente da vedersi. Lo so, critica stringata, come al solito, ma si sa: si fa quel che si può!
Appassionante e imprevedibile film completamente ambientato all'interno di un carcere, denso di metafore sul potere e sulla repressione. Bravissimo l'attore che interpreta Malamadre.
film spagnolo sul genere carcerario ben fatto e interpretato e che esce da quel clichè solito di altri films sul genere. certo il frasario e le scene di violenza ci sono, ma la pensata di coinvolgere una guardia carceraria in una rivolta di detenuti e un finale privo del solito buonismo, ne accresce l'originalità e l'interesse. Voto: 6,5
Il film è godibilissimo, anche se il genere è assai inflazionato! Buona la sceneggiatura e la prova degli attori protagoniosti.
Accettabile come film d'azione, inesistente sotto il profilo della verosimiglianza. I colpi di scena si susseguono e si incastrano perfettamente l'uno coll'altro per produrre il rovesciamento finale delle parti, tipico del polpettone all'americana. Quando mai un capo rivoltoso si sceglierebbe un luogotenente perfettamente sconosciuto e di incerta provenienza? Quando mai un poliziotto [...] Vai alla recensione »
Immagginate due uomini dalle diverse estrazioni sociali: il primo un "capo carismatico" e impulsivo,il secondo un neo-secondino apparentemente timido e insicuro ma dallo spiccato autocontrollo e intelligenza ; supponete ora di considerare come ambientazione un microcosmo carcerario,nel quale alberga violenza,caos e sopraffazione a seguito di una rivolta mossa dai detenuti; ipotizzate, infine, che il [...] Vai alla recensione »
Dato il tenore di recensioni e commenti m'aspettavo di più da questo 'Cella 211': sicuramente non mancano le idee, si avverte una certa tensione, gli attori sono credibili ... ma la qualità dell'insieme non regge il confronto con un certo tipo di cinema di genere USA. Anzitutto l'impianto visivo appare più vicino alla fiction televisiva che al cinema per [...] Vai alla recensione »
Il film parte grazie alla jiella di un secondino che anticipa di un giorno il suo insediamento, e scoppia il caos. Il racconto è scorrevole ma prevedibile, la sua drammaticità appare sbiadita, e per fortuna ci risparmiano il lieto fine.
Bel film, ottima sceneggiatura e cast, la storia però è alquanto irrealistica.
Film schietto,crudo ma...poco interessante per l'argomento trattato.La trama e' sufficente come l'interpretazione.Nel complesso un film piu' che discreto ma poco sorprendente.Voto 6+
Al cinema, capita molte volte di raccontare storie di innocenti, presunti colpevoli o sorvegliati speciali finiti in carcere per un errore o un eccesso di giustizia. Molto più raro è vedere questi stessi innocenti costretti a fingersi valenti criminali per la propria sopravvivenza. Da questo rovesciamento di posizione e da un ribaltamento dell'ordine costituito all'interno di un carcere di massima sicurezza dopo l'esplosione di una rivolta, si costruisce Cella 211.
Vero che il "film carcerario" non è mai stato un filone per educande: però Cella 211 entra a farne parte con una crudezza e una violenza così estreme da scavalcare tutti i precedenti. Juan, giovane secondino, giunge nel carcere di massima sicurezza proprio nel momento in cui un gruppo di prigionieri prende il controllo di un "braccio". Spacciatosi per un nuovo detenuto, riesce a salvare la pelle.
Luis Tosar, signori. Tre Goya già vinti: fragile disoccupato (I lunedì al sole), amante violento (Ti do i miei occhi) e, semplicemente, Malamadre in Cella 211 di Daniel Monzón, thriller carcerario di grande potenza. Quando un giovane secondino al primo giorno di lavoro viene coinvolto suo malgrado nella rivolta dei detenuti del penitenziario, proverà a farsi passare per uno di loro.
Il film carcerario è un sotto-genere nobilissimo che ha, soprattutto nel cinema americano, una grande tradizione. È molto interessante che arrivi un epigono dalla Spagna, dove il tema «rivolta in prigione» acquista connotazioni politiche forti. Nel carcere di Zamora, i detenuti comuni più pericolosi si impadroniscono di un braccio dell'edificio tenendo come ostaggi tre militanti dell'Eta al cui destino [...] Vai alla recensione »
Per convenzione, il genere carcerario al cinema appartiene agli americani. Ma alcuni film recenti, Il profeta del francese Jacques Audiard e ora Cella 211 dello spagnolo Monzon, ci dimostrano che l'Europa sta recuperando terreno. Cella 211 narra la storia di un guardiano che, al suo primo giorno di lavoro, resta coinvolto in una rivolta capitanata dal feroce Malamadre (Luis Tosar, il miglior attore [...] Vai alla recensione »
Un secondino neoassunto che smania per indossare la divisa perché ha una tenera compagna incinta da mantenere, si presenta al lavoro con un maledetto giorno d'anticipo. Uno stramaledetto calcinaccio in caduta libera lo ferisce. I colleghi lo abbandono nella cella del titolo per cercare aiuto. Ma nella prigione spagnola scoppia una maledettissima rivolta feroce: lui si riprende, nessuno lo conosce, [...] Vai alla recensione »
Il film, tratto da un romanzo di Francisco Pérez Gandul, racconta di un secondino che al suo primo giorno di lavoro si trova coinvolto in una rivolta dei detenuti. Daniel Monzàn ha diretto con polso, ritmo, nervi, suspense e complessità emotiva questa storia di eroici perdenti, di guardiani della legge che scoprono con terrore, dolore e sangue quanto è facile trovarsi in un momento dalla parte sbagliata. [...] Vai alla recensione »
Visitant une prison la veille du jour où il doit venir y travailler comme gardien, Juan est blessé par accident. Placé dans la cellule 211 pour se remettre de ses émotions, il se réveille en pleine mutinerie. Coupé de l'extérieur, il n'a d'autre issue que de faire croire au meneur du quartier de haute sécurité (effarant chauve sanguinaire) qu'il vient d'être incarcéré.
Un secondino (Alberto Ammann) non ha ancora preso servizio in un carcere di massima sicurezza quando si ferisce. Ignoto ai detenuti, viene preso per uno di loro quando scoppia la rivolta. In Cella 211, presentato alla Mostra di Venezia 2009, si vedono situazioni classiche del genere penitenziario americano. Ma il film è spagnolo ed è piaciuto in Spagna, forse proprio perché sembra americano.
Alla vigilia di entrare in servizio, il secondino Juan rimane intrappolato in prigione dallo scoppio di una rivolta e per salvarsi si finge un detenuto. E l’inizio di un incubo che il regista Daniel Monzòn traduce in robusto film carcerario, pluripremiato campione di incassi in Spagna. Ottimamente ambientato (in un ex penitenziario) e recitato, Cella 211 è anche forte di una sceneggiatura dai risvolti [...] Vai alla recensione »
Alla vigilia di entrare in servizio, il secondino Juan rimane intrappolato in prigione dallo scoppio di una rivolta e per salvarsi si finge un detenuto. È l'inizio di un incubo che il regista Daniel Monzòn traduce in robusto film carcerario, pluripremiato campione di incassi in Spagna. Ottimamente ambientato (in un ex penitenziario) e recitato, Cella 211 è anche forte di una sceneggiatura dai risvolti [...] Vai alla recensione »