guidobaldo maria riccardelli
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mercoledì 1 giugno 2016
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sull'osservazione di secondo ordine
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Tra le opere più importanti ed esplicative di Michael Haneke, illustra alla perfezione la sua visione della realtà sociale, ed in particolare il rapporto che intercorre realtà e rappresentazione della stessa, proponendo un'ipotesi volta all'appiattimento di questa distinzione, una corrispondenza perfetta ed automatica tra le due strutture, sostanzialmente equivalenti.
Il giovane Benny, difatti, si muove in un ambiente, sia esso quello della sua stanza o quello dell'amata videoteca, nel quale l'ossevazione diretta è subordinata, e sostituita, ad una ripresa già mediata, e quindi non propria, non originale; il ragazzo, come logico, ha pienamente interiorizzato questo meccanismo, venendo continuamente cullato su di un mezzo che fa da sfondo alle sue attività, venendo, di fatto, a configurarsi come la sua compagnia più assidua e fedele, vero riferimento per la sua formazione.
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Tra le opere più importanti ed esplicative di Michael Haneke, illustra alla perfezione la sua visione della realtà sociale, ed in particolare il rapporto che intercorre realtà e rappresentazione della stessa, proponendo un'ipotesi volta all'appiattimento di questa distinzione, una corrispondenza perfetta ed automatica tra le due strutture, sostanzialmente equivalenti.
Il giovane Benny, difatti, si muove in un ambiente, sia esso quello della sua stanza o quello dell'amata videoteca, nel quale l'ossevazione diretta è subordinata, e sostituita, ad una ripresa già mediata, e quindi non propria, non originale; il ragazzo, come logico, ha pienamente interiorizzato questo meccanismo, venendo continuamente cullato su di un mezzo che fa da sfondo alle sue attività, venendo, di fatto, a configurarsi come la sua compagnia più assidua e fedele, vero riferimento per la sua formazione. Lo vediamo perciò impegnato in varie attività, con il consueto accompagnamento in sottofondo, tra analisi socio-politiche sulla guerra nei Balcani e fatti di cronaca, in un ascolto più o meno consapevole.
Nemmeno gli avvenimenti vissuti in prima persona sfuggono a questa logica, immortalati in filmati morbosamente amatoriali, pezzi di vita virtuali ma stimolanti, occasioni di sprone per Benny, per vedere l'effetto che fa. Replicati in prima persona (ma mostrati abilmente con il filtro della videocamera) questi non saranno fonte di particolare disagio per il giovane, incapace di fornirne una spiegazione quantomeno plausibile, almeno ad uno sguardo disattento: a ben guardare, al contrario, appare limpido come egli non afferri, non concependola, la distinzione tra realtà e finzione, e, di conseguenza, tra i protagonisti stessi dei due accadimenti.
Fermo e freddo, ammetterà candidamente l'assenza di un qualsivoglia disagio per la situazione, certo di poter prendere sonno senza remore alcune.
In seconda battuta, occorre rilevare come Haneke riproponga la sua critica alla famiglia borghese, già abilmente indebolita nel precedente, ed ottimo, Der Siebente Kontinent (1989): imperniata su logiche di apparenza, e legata da un'applicazione ritualistica di meccaniche sicure, finisce per rivelarsi come formazione debole e vuota, priva di connessioni sincere ed incapace di costruire relazioni di vicinanza affettiva; lo svilupparsi dei fatti nella pellicola sarà paradigmatico a riguardo.
Opera come detto sopra importante ed attuale, si avvale delle asciutte e precise interpretazioni del cast, facendone, senza dubbio alcuno, uno dei lungometraggi migliori del grande cineasta austriaco.
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brando fioravanti
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mercoledì 17 dicembre 2014
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difficile da vedere.
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Un ragazzo appassionato di video violenti uccide una ragazza e si riprende mentre lo fa. I suoi genitori faranno sparire il corpo di lei e faranno di tutto per occultare il fatto. Impossibile immedesimarsi nel ragazzo e difficile anche in quello dei genitori. Il film è una sofferenza fino alla scena finale dove si intravede una luce di razionalità e di buon senso. Nonostante sia un film quasi amatoriale i risultati sono più che efficaci. Sconvolgente l'omicidio. Haneke grazie alle sue conoscenze in psicologia sa sempre come turbare lo spettatore e già dagli inizi dimostra buone capacità di regia
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pb80pb80
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giovedì 16 gennaio 2014
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una "provocazione" troppo forte anche per haneke
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Immaginiamo un regista che pensa che il Male sia qualcosa di bellissimo, talmente bello che deve essere diffuso nella società, deve essere infuso nella mente delle persone. Questo regista non è appassionato di film horror, questo regista sarebbe IL PROTAGONISTA IDEALE DI UN FILM HORROR (e non in senso ironico). Il film preferito di questo regista immaginario, è quel film nazista in cui si vede prima morire un topo, e poi un ebreo. In effetti si tratta di un regista violentemente antisemita (del resto è Austriaco come Hitler), ma dal momento che non può fare un film che inneggia all'antisemitismo, decide di andare oltre. Infatti, se è praticamente illegale fare un film che inneggia all'antisemitismo, fare un film che inneggia all'ANTIUMANISMO (cioè al disprezzo di qualsiasi forma di vita umana), non lo è.
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Immaginiamo un regista che pensa che il Male sia qualcosa di bellissimo, talmente bello che deve essere diffuso nella società, deve essere infuso nella mente delle persone. Questo regista non è appassionato di film horror, questo regista sarebbe IL PROTAGONISTA IDEALE DI UN FILM HORROR (e non in senso ironico). Il film preferito di questo regista immaginario, è quel film nazista in cui si vede prima morire un topo, e poi un ebreo. In effetti si tratta di un regista violentemente antisemita (del resto è Austriaco come Hitler), ma dal momento che non può fare un film che inneggia all'antisemitismo, decide di andare oltre. Infatti, se è praticamente illegale fare un film che inneggia all'antisemitismo, fare un film che inneggia all'ANTIUMANISMO (cioè al disprezzo di qualsiasi forma di vita umana), non lo è. Non è ironico? Non si può inneggiare all'uccisione degli ebrei, ma si può inneggiare all'uccisione dell'intero genere umano. Benissimo, allora decide di sostituire il topo con un maiale, e l'ebreo con una ragazzina qualsiasi. Il suo fine è mostrare che la vita umana vale meno di quella di un maiale, e che la morte di una ragazzina non è per nulla più importante. Il suo sogno sarebbe uccidere quella ragazzina davvero, filmare tutto e poi trasmetterlo in una sala cinematografica: anzi, il suo sogno sarebbe fare proprio un CASTING DELLA MORTE, uccidere una ragazzina in ogni provino, e poi scegliere quella che è morta meglio. E' un regista molto perfezionista. Purtroppo anche questo non si può fare, perché la morale “borghese” che lui odia tanto non è abbastanza matura per accettare sacrifici umani nel nome dell’Arte. Quindi si accontenta di uccidere davvero un maiale, e lo fa per ben tre volte: a differenza di Hitler che si dice amasse gli animali, lui disprezza quelli altrettanto quanto gli uomini. Poi sceglie una ragazzina, ma questa ragazzina deve avere un “qualcosa” che assomigli al maiale, perché l’accostamento possa essere più efficace. Questo regista, inventa poi un eroe, un ragazzino in cui lui si identifica, un ragazzino che fa quello che lui avrebbe voluto fare. Del resto, in un’opera d’arte l’artista parla sempre di se stesso. Questo ragazzo uccide il maiale, poi uccide la ragazzina, e filma tutto. Poi fa in modo che i suoi genitori vengano incolpati. Il regista ci gode tantissimo nel fargli uccidere quella ragazzina come se fosse un maiale (anche se avrebbe preferito farlo davvero, e farlo lui stesso), ma questo coup de maitre è quello che adora di più. Tutte le volte che ci ripensa, ride di gusto (è un regista pieno di sense of humor, ama specialmente ridere delle sofferenze altrui). Alla fine anche lui è altrettanto furbo come il protagonista del suo film: ha capito che in una società aperta e liberale, è inutile sporcarsi le mani, e rischiare la galera. In una società aperta e liberale, basta fare un film. In effetti lui non ha fatto nulla di male! Non ha ucciso nessuno: ha fatto solo un film! Certo, sarebbe inquietante pensare una società in cui i giovani non fossero educati dalle favole di Fedro e Collodi, piene di moralismo borghese, ma dai capolavori del nostro eroe: ma come ci si potrebbe permettere, noi cultori della libertà d’espressione, del politically correct, di tappargli la bocca? Abbiamo finito la nostra storiella del regista immaginario. Possiamo trovare UN SOLO dettaglio del suo film, in cui lo spettatore possa capire che Michael Haneke non è il protagonista del nostro racconto?
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sydbarrett94
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mercoledì 2 marzo 2011
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haneke è da rinchiudere!
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Glaciale e surreale. Questo è il genere di film che mi fa impazzire. Benny's video vuole rappresentare il vuoto dell'esistenza e la ricerca di emozioni forti di un ragazzo che, non sententosi pago della monotonia di una vita borghese, ricerca estremi distruttivi in grado di farlo sentire vivo. Proprio per questo motivo il giovane Benny si rifugia tra le sue violente videocassette. Tuttavia, non soddisfatto, mette in pratica ciò che tanto lo affascina nei video. Uccide una sconosciuta solo per il gusto di farlo e riprende l'accaduto con la sua fidata telecamera. Le scene principali sono cariche di pathos e lo spettatore non può non immedesimarsi ora nella madre durante la visione del video, ora nell'apatico Benny.
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Glaciale e surreale. Questo è il genere di film che mi fa impazzire. Benny's video vuole rappresentare il vuoto dell'esistenza e la ricerca di emozioni forti di un ragazzo che, non sententosi pago della monotonia di una vita borghese, ricerca estremi distruttivi in grado di farlo sentire vivo. Proprio per questo motivo il giovane Benny si rifugia tra le sue violente videocassette. Tuttavia, non soddisfatto, mette in pratica ciò che tanto lo affascina nei video. Uccide una sconosciuta solo per il gusto di farlo e riprende l'accaduto con la sua fidata telecamera. Le scene principali sono cariche di pathos e lo spettatore non può non immedesimarsi ora nella madre durante la visione del video, ora nell'apatico Benny. Un film incredibile e un finale sorprendente. Se avete gustato Funny Games (quello del 1997) o La Pianista, questo film vi prenderà senz'altro. Come non si può non adorare quel pazzo di Haneke?
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