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Sebastião Salgado

Sebastião Salgado (Sebastião Ribeiro Salgado Júnior) è un attore brasiliano, è nato il 8 febbraio 1944 ad Aimorés (Brasile) ed è morto il 23 maggio 2025 all'età di 81 anni a Parigi (Francia). Oggi al cinema con il film Il sale della terra distribuito in 12 sale cinematografiche.

Una vita per la fotografia

A cura di Fabio Secchi Frau

Fotografo brasiliano di fama mondiale, Sebastião Salgado documentò la bellezza e la crudeltà della vita e si fece promotore dell'ambientalismo e della biodiversità con pluripremiate immagini della natura e dell'umanità.
Attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica, guardò ininterrottamente il mondo, rivelandone le contraddizioni e diventando uno dei migliori osservatori del nostro tempo.
La sua vita e il suo lavoro furono raccontati nel documentario co-diretto dal figlio Juliano Ribeiro Salgado e da Wim Wenders Il sale della terra del 2014. Celebrato anche dall'Accademia delle Arti e delle Scienze degli Stati Uniti e dall'Accademia francese di Belle Arti, era considerato un uomo eccezionale per la sua integrità morale, il suo carisma e il suo impegno al servizio dell'arte, lasciando ai posteri un'opera monumentale.

Studi
Nato nel 1944 nelle zone rurali della città di Aimores, nello stato brasiliano di Minas Gerais, Sebastião Salgado frequentò, a partire dal 1964, l'Università Federale dell'Espírito Santo, laureandosi nel 1967 in economia e conseguendo un master presso l'Universidade de São Paulo.
Insofferente alla dittatura militare, durata dal 1964 al 1985, Salgado si trasferì in Francia nel 1969 per un dottorato presso l'Università di Parigi, continuando a specializzarsi in economia.

La fotografia
Iniziò a dedicarsi completamente alla fotografia nel 1973, quando venne assunto come segretario per l'Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO), grazie alla quale poté viaggiare in Africa, spesso con lunghi soggiorni commissionati congiuntamente dalla Banca Mondiale.
Con le fotografie scattate in quei luoghi, usando la Leica della moglie, prese coscienza della sua passione, che trasformò in un lavoro quando scelse di intraprendere la professione di fotoreporter indipendente e tale rimanendo anche quando tornò a Parigi.
Impostosi per uno stile caratterizzato da immagini in bianco e nero, tonalità intense, scenari carichi di emotività e per il suo particolare interesse per le comunità povere di ben 130 Paesi, nonché per la distruzione del pianeta, nel 1979, dopo aver lavorato con le agenzie fotografiche Sygma e Gamma, si unì alla Magnum.
Uno dei suoi primi incarichi fu essere il responsabile di una serie di fotografie dei primi cento giorni del governo di Ronald Reagan, documentando così la sparatoria di John Hinckley Jr. contro l'allora Presidente degli Stati Uniti, il 30 marzo 1981, a Washington. La vendita di quegli scatti ai giornali di tutto il mondo gli permise di finanziare il suo primo progetto personale: un altro viaggio in Africa.
Il suo primo libro, "Other Americas", sui poveri in America Latina, fu pubblicato nel 1986. Successivamente, fece uscire nello stesso anno "Sahel: The 'Man in Panic'", risultato di una annuale collaborazione con l'organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere, con la quale testimoniò la siccità che colpiva il Nord Africa.
Tra il 1986 e il 1992, si concentrò sulla descrizione del lavoro manuale in tutto il mondo, pubblicando ed esponendo "Workers", un'impresa grandiosa che confermò la sua reputazione di fotografo documentarista di primissimo ordine.
Dal 1993 al 1999, rivolse la sua attenzione al fenomeno globale delle migrazioni di massa, realizzando "Exodus" (noto anche come "Migrations" o "In Cammino"), acclamato a livello internazionale.
Nell'introduzione al suo lavoro, scrisse: "Più che mai, sento che la razza umana è solo una. Ci sono differenze nei colori, nelle lingue, nelle culture e nelle opportunità, ma i sentimenti e le reazioni delle persone sono simili. Le persone fuggono dalle guerre per sfuggire alla morte, migrano per migliorare la loro fortuna, costruire nuove vite in terre straniere, adattarsi a situazioni estreme".
Nel settembre del Duemila, con il sostegno delle Nazioni Unite e dell'UNICEF, Sebastiào Salgado allestì una mostra presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a New York, con novanta ritratti di bambini sfollati estratti da "Exodus", che prese il nome di "The Children: Refugees and Migrants". Immagini che testimoniarono trenta milioni di persone che scappavano in altre parti del mondo, la maggior parte delle quali bambini e donne senza residenza fissa. Scatti che comunicarono il suo dissenso nei confronti di una società globale così diseguale e oppressiva, al fine di risvegliare la coscienza di tutte le nazioni.

L'insegnamento
Nel 1992, fu nominato membro onorario dell'Accademia delle Arti e delle Scienze di New York. Poi, nel 1994, fondò la sua agenzia di stampa, The Images of the Amazon, che rappresentò se stesso e il suo lavoro.
Nel 2016, venne invece accolto come membro dell'Académie des beaux-arts e prese possesso di una delle quattro di fotografia dell'Accademia, sostituendo Lucien Clergue, morto nel 2014.

Le attività ambientaliste
Profondamente ecologista, dagli Anni Novanta in poi, Salgado e sua moglie lavorarono per ripristinare parte della ricchezza della pluviale Foresta atlantica nel Minas Gerais e trasformarono un appezzamento di terreno di loro proprietà in una riserva naturale, fondando infine l'Instituto Terra, organizzazione no-profit per la salvaguardia dell'ambiente e che ancora oggi promuove la riforestazione (tre milioni di alberi in 22 anni) e l'educazione ambientale, con una forte sensibilizzazione sulla crescente minaccia della crisi climatica causata dalle attività umane. "Non possiamo costruire il nostro futuro basandoci solo sulla tecnologia", asseriva. "Dobbiamo guardare al nostro passato; dobbiamo prendere in considerazione tutto ciò che abbiamo fatto nella nostra storia. Gli esseri umani hanno un'enorme opportunità: la preistoria dell'umanità si trova ora in Amazzonia. Possiamo ricostruire il pianeta che abbiamo distrutto, e dobbiamo farlo".

Vita privata
Sebastião Salgado era sposato con la pianista Lélia Wanick Salgado, dalla quale ha avuto due figli, il regista Juliano Ribeiro Salgado e Rodrigo Salgado.

Morte
Salgado muore a 81 anni a Parigi il 25 maggio 2025. Nel 2010, aveva sviluppato la leucemia a causa di complicazioni della malaria contratta in Indonesia.

Ultimi film

News

Il documentario di Wim Wenders sul grande fotografo brasiliano, Il sale della terra, è di nuovo al cinema.
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