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Clooney è il perfetto candidato anti-Trump? Forse, ma forse no

È molto probabile che in queste ore l'attore e regista stia pensando di partecipare alle primarie dei democratici in vista delle elezioni del 2020.
di Pino Farinotti

George Clooney (George Timothy Clooney ) (64 anni) 6 maggio 1961, Lexington (Kentucky - USA) - Toro.
martedì 25 giugno 2019 - Focus

È davvero probabile che in questi giorni George Clooney reduce dall'incontro con Obama stia pensando di partecipare alle primarie dei democratici per contrastare il presidente uscente Trump l'anno prossimo. Le premesse ci sarebbero tutte. Clooney è un personaggio semplicemente "perfetto", anche per la politica, aggiungo, in apparenza. È affascinante, colto, ricco, ultrapopolare, fa parte attiva dell'intellighenzia progressista, di sinistra, prevalente nella cultura "artistica" americana. Inoltre è nato benissimo: madre, Nina, a suo tempo bella e famosa, così come il padre, Nick, anchorman apprezzato. C'è anche una memoria che affonda nella grande Storia, che tocca la mitologia: la sua quadrisavola, Mary Ann Sparrow, era la sorellastra di Nancy, madre del presidente Abraham Lincoln. Dunque George godrebbe di una piattaforma solida e sicura, magari nobile. Ma c'è molto di più, un indizio forte che indica un'intenzione pregressa. Un'ambizione coltivata da tempo.

Nel film Le idi di marzo, del 2011, Clooney, anche regista, è Mike Morris, governatore della Pennsylvania, e candidato alle primarie democratiche per la presidenza. Il film lo segue durante la campagna. Se davvero Clooney accetterà di combattere quella battaglia, basterà che entri nei panni di quel suo alter ego. L'azione, i comizi, i talk, le immagini e gli esempi, sono un esercizio e una palestra, e una premessa, impressionanti. Gli argomenti e le parole ci sono tutti. Un indizio che è una prova. È legittimo pensare che George avesse già "quell'idea" in testa.
Pino Farinotti

Qualche momento esemplare de Le idi di marzo. Prima sequenza e primo discorso, in televisione: "Non sono cristiano, non sono ateo, non sono ebreo e nemmeno musulmano. La mia religione, ciò in cui mi riconosco, è la sola Costituzione degli Stati Uniti d'America. Io difenderò fino alla morte il vostro diritto di praticare qualsiasi culto purché il farlo non danneggi il vostro prossimo. Questo paese va giudicato in base alla sicurezza che dà a quelle persone che non riescono a tutelarsi da sole, ecco la mia religione. Se io non sono abbastanza religioso non votatemi, se sono inesperto o non sono abbastanza alto non votatemi, non riesco a cambiare per essere eletto".

E ancora, altro stralcio, in un altro network:
"Io sono sposato da undici anni, il nostro è un matrimonio normale, il che significa che quando c'è disaccordo... vince lei, ma abbiamo le stesse idee su come deve essere il mondo da lasciare a nostra figlia. Glielo lasceremo migliore o peggiore?... nel nostro paese i più ricchi non pagano il giusto e quando viene chiesto loro di farlo urlano al socialismo, usano frasi come ridistribuzione della ricchezza e questo spauracchio induce a nascondersi. Sia chiaro, il mio programma è fortemente contrario alla distribuzione della ricchezza ai più ricchi d'America da parte del governo".

Argomenti forti, toccati i cuori e le menti. Se entrerà nell'agone, il cineasta farà bene a tenersi stretti lo sceneggiatore Grant Heslov e il commediografo Beau Willimon, autore del master teatrale. "Piattaforma sicura" ma... basterà? Ecco, quello è il quesito. Vale una prima considerazione: Clooney è il modello-idolo per popolo progressista, quello delle due coste, che sono strisce sottili a est e a ovest. A ovest c'è Hollywood, a est la grande editoria della carta e molto di più. Sono le correnti prevalenti della cultura e della comunicazione. Sono la terra di Clooney. Ma fra le due strisce ci sono tutti gli altri Stati, dove la gente legge pochi giornali e va meno al cinema. È la terra di Trump. Insomma George è pieno di tutte le qualità dette sopra, educato - certo più di Trump - e amatissimo negli schermi e nelle carte. Ma, ripeto, gli basterà?


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George Clooney alla Casa Bianca.

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