Lamberto Bava • Regista
“Sono un amante del fantastico”
di Marta Bałaga
- Abbiamo fatto due chiacchiere con l'esperto regista italiano, protagonista della retrospettiva al Festival Night Visions in Finlandia
Nato nel 1944 e noto per Macabro, Dèmoni e la mini serie tv Fantaghirò, il regista italiano Lamberto Bava è l'ospite principale della retrospettiva del Night Visions International Film Festival in Finlandia. Come aiuto regista, Bava ha collaborato con Ruggero Deodato per Cannibal Holocaust e con Dario Argento per Inferno. Ma è stato suo padre, il grande Mario Bava, a fargli amare il cinema.
Cineuropa: Presentando Macabro, ha citato i suoi tre “angeli custodi”: suo padre, Mario Bava, Dario Argento e Pupi Avati.
Lamberto Bava: Mio padre ha capito che volevo fare quello che faceva lui. All'inizio non era così: sono nato timido. I set cinematografici mi spaventavano. Un giorno lui stava girando Sei donne per l’assassino a Roma, nella splendida Villa Sciarra. Ero seduto su una panchina verso mezzanotte e le luci si accesero: nacque la magia del cinema. Cominciai a pensare che forse partecipare a tutto questo non sarebbe stato così male.
Ho iniziato ad aiutare mio padre e abbiamo girato La Venere di Ille. Stavo lavorando molto, soprattutto come assistente alla regia, e Antonio Avati, il fratello di Pupi, mi chiamò. Quando entrai nel suo ufficio, Pupi mi raccontò una storia assurda che aveva letto su un giornale: una donna teneva la testa del marito in un frigorifero. Io dissi: “Pupi, questo è il tuo prossimo film”. Lui rispose: “No, è il tuo”. Stavo finendo Inferno con Dario [Argento] quando squillò di nuovo il telefono. Era Antonio: “Al produttore è piaciuta l’idea, il film si fa. Quando torni?”.
Macabro è una storia molto particolare, sulla famiglia e sul sesso.
È morbosa. Ma ha così tanti elementi diversi. Prendiamo la musica: a Pupi, che l'ha prodotto, piaceva molto il jazz. Il mio amico Ubaldo Continiello ha scritto le musiche e siamo finiti a girare a New Orleans, una delle mecche del jazz. Si trattava di una donna che conserva la testa del suo amante, ma quando ho finito questo film, i produttori mi hanno detto che avrei dovuto essere ancora più “duro”. Personalmente, non mi sono mai interessate le secchiate di sangue. Mi interessavano le storie e fantasticare sulle storie . Mi piace ciò che non si adatta alla realtà. Quarant'anni fa mi proposero un film sul Mostro di Firenze. Stefano Sollima sta facendo una serie su questo caso. Ma io dissi: “Per carità, è una storia vera. Non posso farlo”.
Oltre al jazz in Macabre, la musica è stata importante anche in Demoni. Come ha trovato tutte queste band?
Beh, Dario Argento è stato il mio terzo angelo custode. Ho fatto un film con Daria Nicolodi, che era la sua compagna e una grande attrice. Dario veniva sul set e qualche anno dopo mi disse che voleva produrre il mio film. Così è nato Demoni, che probabilmente è quello per cui sono più conosciuto. Io ero il regista, ma c'era ancora scritto: “Dario Argento presenta”. Sapevamo che era il suo nome a portare la gente nei cinema. C'era la colonna sonora di Claudio Simonetti, ma Claudio Messina, che lavorava alla RCA di Roma, era esperto della musica del momento. Dario gli disse: “Vogliamo sentire tutte queste band che stanno uscendo e che diventeranno importanti, ma che non costino troppo [ride]”. Ci mandò gli Scorpions, che all'epoca erano sconosciuti, i Mötley Crüe e i Frankie Goes to Hollywood.
Demoni mostra degli sconosciuti che vanno a vedere un film di cui non hanno mai sentito parlare. Finiscono per rimanervi intrappolati; pensa che in un certo senso parli del cinema?
Al momento ci sono almeno tre società che stanno cercando di farne un remake. Non amo i remake, ma mi è piaciuto quello che mi ha detto uno di loro: “È un film che racconta una storia che accade in un cinema, e potrebbe essere l'ultimo film ambientato in una sala”. Il cinema è quasi morto, ammettiamolo.
Scrivo da più di dieci anni, ho pubblicato dei romanzi. Tra questi, Demoni: La rinascita. È una storia sui demoni e su come potrebbero arrivare oggi. Nel primo film vengono dal cinema, nel secondo dalla televisione. Ora, immaginate cosa potrebbe arrivare da Internet!
Direbbe che non è mai stato interessato alla violenza sullo schermo?
Con Demoni, cercavamo di modificarlo per la TV e di renderlo adatto a un pubblico più giovane. Ricordo ancora una signora che disse: “Se volete fare un film per 14enni, fate un documentario”. Beh, scusate, io faccio film in cui i demoni escono dallo schermo, ma era tutto immaginario. Oppure prendete il mio ultimo film, Ghost Son. Vi ricordate di Ghost? Mi è piaciuto molto e mi sono chiesto cosa sarebbe successo dopo. Ho scritto di questo grande amore tra due persone: lui muore e lei rimane sola in un luogo dimenticato da Dio. Di notte sogna di fare l'amore con il marito morto e poi rimane incinta. Questo è il tipo di film che preferisco.
Gli elementi fantastici facevano parte anche di Fantaghirò.
Sono un amante del fantastico. È una favola - e le favole fanno paura. Quando ero bambino, dopo averle ascoltate, mi chiudevo in camera e guardavo sotto il letto. C'erano cose che facevano pensare all'horror. Oggi nessuno avrebbe i soldi per fare una cosa del genere, ma allora si cercava di mettere tutta la famiglia davanti alla TV. Credo che ci siamo riusciti, ma non ci saremmo mai aspettati che i giovani lo guardassero ancora oggi.
(Tradotto dall'inglese)
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