Nehir Tuna • Regista di Dormitory
“Le storie di formazione sono il mio genere preferito”
di David Katz
- VENEZIA 2023: Il regista turco approfondisce le molte sfumature del suo primo lungometraggio, un film durante il quale sarebbe una follia dormire
Ahmet (Doğa Karakaş) ha due vite e si trova bloccato tra due stazioni. Siamo in Turchia, a metà degli anni novanta, e il Paese sta attraversando una scissione tra la sua identità laica e quella religiosa, rappresentata da Ahmet che frequenta una scuola moderna dove impara l'inglese, mentre vive e dorme in uno yurta, o dormitorio, dove ha la possibilità di imparare a essere un buon musulmano e di arricchire la sua vita spirituale. Dormitory [+leggi anche:
recensione
intervista: Nehir Tuna
scheda film] di Nehir Tuna, proiettato nella sezione Orizzonti di Venezia, si sviluppa in un racconto di formazione romanzesco dai toni austeri, girato in bianco e nero, e che non si risolve come ci si aspetta.
Cineuropa: Dormitory ha una sceneggiatura molto densa e ricca. Quanto tempo hai impiegato per svilupparla e scriverla?
Nehir Tuna: Ci è voluto molto tempo, e non perché ci lavorassi costantemente. Volevamo girare il film prima della pandemia ma prima di allora ci era stato negato il sostegno del governo. Cosa che però mi ha dato più tempo per pensare e ritoccare delle cose.
Ho usato molte rime visive nel corso del film, per strutturare una narrazione poetica. Credo che la ripetizione di queste immagini ricorrenti dia un significato maggiore alle storie e aiuti a creare un'economia narrativa. Ci sono molti motivi circolari nel film, come l'audiocassetta all'inizio, la moneta fortunata di Ahmet o la luna sul lago quando lui e Hakan [Can Bartu Arslan] scappano.
C'è equilibrio nella storia e nelle sue sfumature, anche se non si tratta di una copertura o di un atteggiamento difensivo. Puoi parlarci di come hai ottenuto questo risultato? Per me, che non conoscevo questo aspetto della Turchia, è stato illuminante.
La storia si svolge nel 1996 e nel 1997, una tappa fondamentale nella storica lotta per il potere in Turchia tra secolarismo e islamismo. Questi dormitori hanno cominciato ad essere aperti negli anni ottanta. In origine, erano i turchi musulmani devoti che cercavano di dare ai bambini poveri un posto dove stare, fornendo loro anche un'educazione religiosa. Allo stesso tempo, in televisione e nei media, questi giovani islamici sono stati mostrati come una potenziale minaccia per il governo e il sistema laico. C'era una tensione crescente. E le persone tenevano le distanze da questi dormitori, per evitare di essere visti come estremisti. Ma per altri, come il padre di Ahmet, rappresentano uno stile di vita nuovo e giusto.
Ho capito solo dopo aver visto il film che anche il padre di Ahmet si è convertito di recente.
Quando Ahmet torna a casa, si rende conto che i suoi poster sono stati rimossi perché altrimenti gli angeli non potrebbero entrare.
Lo stile visivo è degno di nota ed è molto diverso da quello di altri registi della tua generazione che potrebbero esordire nel lungometraggio. È classico, ma lascia spazio all'espressionismo e al sogno. È prevalentemente in bianco e nero, con un'inquadratura quadrata.
Fin dall'inizio sapevo come sarebbe stato questo film e perché, e durante il percorso molte persone mi hanno detto di non farlo! Per il bianco e nero ho insistito molto perché, per me, è una rappresentazione simbolica di una vita in cui il sistema di credenze non ammette colori, differenze o sfumature. Sei buono o cattivo, musulmano o non musulmano, devoto o infedele. E così, più tardi, si passa al colore, quando i ragazzi sperimentano per la prima volta la libertà.
Il formato mi ricorda film classici come Oliver Twist di David Lean. Questo formato lascia molto spazio ai corpi per esprimersi. Senza muovere la cinepresa, è possibile catturare il linguaggio del corpo. Volevamo che il nostro pubblico fosse in grado di vedere facilmente il mondo attraverso gli occhi di Ahmet e di immedesimarsi nelle sue lotte.
In che modo questo tuo primo film getta le basi per quello che vuoi fare in futuro?
Le storie di formazione sono il mio genere preferito. Mi interessano molto le persone che hanno subito traumi in giovane età e le conseguenze che ne derivano nel corso della vita. È quello che sto cercando di fare nel secondo film. Spero di poterne fare un secondo! È estremamente difficile al giorno d'oggi per un regista indipendente. Spero che Dormitory aiuti a far avanzare il prossimo progetto più velocemente, e spero che non ci voglia così tanto tempo come per questo.
(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)
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