ralphscott
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martedì 26 dicembre 2023
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scegli oggi il tuo domani.
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Sollima é ormai una firma da seguire a prescindere dalle recensioni, un film maker straordinario. In quest'opera - ancora una volta cupa, estrema ma, ancora una volta, senza eccessi e compiacimento - gli attori si muovono con credibilità e forza espressiva. Apre Favino, difficile da riconoscere, sulle prime, e via via ci godiamo una galleria di attori eccellenti: Servillo il solito mostro di bravura, sino al faccino che rivedremo sicuramente, con gli occhioni di Manuel. Il ragazzo, senza speranza (?) si muove lungo i marciapiedi della metro mentre lo spietato Giannini vorrebbe abbatterlo e, sullo sfondo, un manifesto pubblicitario recita ironicamente: "Scegli oggi il tuo domani".
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Sollima é ormai una firma da seguire a prescindere dalle recensioni, un film maker straordinario. In quest'opera - ancora una volta cupa, estrema ma, ancora una volta, senza eccessi e compiacimento - gli attori si muovono con credibilità e forza espressiva. Apre Favino, difficile da riconoscere, sulle prime, e via via ci godiamo una galleria di attori eccellenti: Servillo il solito mostro di bravura, sino al faccino che rivedremo sicuramente, con gli occhioni di Manuel. Il ragazzo, senza speranza (?) si muove lungo i marciapiedi della metro mentre lo spietato Giannini vorrebbe abbatterlo e, sullo sfondo, un manifesto pubblicitario recita ironicamente: "Scegli oggi il tuo domani". L'accanimento verso lo scomodo testimone mi fa pensare che ci sia anche una malata forma di invidia. Si, il più spietato dei tre poliziotti corrotti - Vasco - non tollera l'amore estremo che Servillo, seppur padre adottivo, ma soprattuttto Favino, dimostrano verso il giovane sbandato. Giannini, infatti, pare dedicarsi e far tutto per i due figlioli, ma per sbarcare il lunario, da padre separato, cade nell'errore e sprofonda in una spirale di crimine e, appunto, malcelata e malsana invidia. Il legame tra Cammello (Favino), sopravvissuto all'adorato figlio morto tragicamente, ed il ragazzino si fortifica via via ed alcune sequenze intime che li riguadano sono particolarmente toccanti, molto intense, commuovono. Roma é sapientemente raccontata, tra continui blackout ed un grande incendio che esaspera il calore insostenibile di quei mesi estivi. Ho visto il film e nei giorni a seguire, purtroppo, ecco l'incendio di Malagrotta, ma pure la corrente che salta e ferma la diretta della finale dello show di punta della Rai, di sabato sera.
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nino pellino
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venerdì 19 gennaio 2024
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inconfondibile lo stile del regista
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Il regista Stefano Sollima, con questa sua ultima fatica cinematografica, non si discosta dal suo inconfondibile stile. Ancora una volta i riflettori vengono puntati su una serie di personaggi attraverso i quali emerge un mondo sotterraneo fatto di corruzione e di malavita e tutto questo scenograficamente rappresentato da inquadrature che spesso risaltano una Roma spettrale e notturna, illuminata perlopiù da luci in chiaroscuro. Tra i protagonisti della vicenda di questo film abbiamo alcuni poliziotti che si vendono per soldi ad un losco uomo di affari, un sedicenne che si trova coinvolto suo malgrado in un giro pericoloso e probabilmente senza via di uscita e poi alcuni uomini, diciamo, in pensione che un tempo facevano parte della banda della Magliana.
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Il regista Stefano Sollima, con questa sua ultima fatica cinematografica, non si discosta dal suo inconfondibile stile. Ancora una volta i riflettori vengono puntati su una serie di personaggi attraverso i quali emerge un mondo sotterraneo fatto di corruzione e di malavita e tutto questo scenograficamente rappresentato da inquadrature che spesso risaltano una Roma spettrale e notturna, illuminata perlopiù da luci in chiaroscuro. Tra i protagonisti della vicenda di questo film abbiamo alcuni poliziotti che si vendono per soldi ad un losco uomo di affari, un sedicenne che si trova coinvolto suo malgrado in un giro pericoloso e probabilmente senza via di uscita e poi alcuni uomini, diciamo, in pensione che un tempo facevano parte della banda della Magliana. In base alle mie impressioni personali, ho trovato che il film raggiunge le vette più alte di bellezza ad esempio nel corso dei dialoghi tra il personaggio chiamato Daytona interpretato da Toni Servillo e il poliziotto corrotto di nome Vasco interpretato invece da Adriano Giannini, oppure la sparatoia finale nella stazione di Roma nel corso delle scene finali. In circostanze come queste mi sento di dire che ancora una volta il regista Stefano Sollima ha fatto perfettamente centro. Ma più in generale ho trovato la storia molto bella e narrativamente solida, supportata in tal caso da attori italiani di primo livello. Una pellicola fascinosamente decadente, noir, per un regista che sta facendo scuola nel suo genere.
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felicity
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giovedì 18 luglio 2024
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crime movie disperato
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Adagio è un noir metropolitano, un crime movie disperato che riposiziona i codici del genere e procede dilatando l’azione.
Calato dentro un continuo gioco di specchi e disvelamenti, mette al centro personaggi già morti, fantasmi che si muovono tra le ombre e le rovine.
La Roma di Sollima è inedita, emorragica e tentacolare.
Che sia la pioggia fitta di Suburra o la calura asfissiante di Adagio, è sempre la metafora di un mondo che sta per collassare.
Gli attori sono tutti straordinari, per mimica, gestica, corporalità.
Ma il Daytona di Servillo merita un discorso a parte. Il suo personaggio viene presentato svanito e senile.
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Adagio è un noir metropolitano, un crime movie disperato che riposiziona i codici del genere e procede dilatando l’azione.
Calato dentro un continuo gioco di specchi e disvelamenti, mette al centro personaggi già morti, fantasmi che si muovono tra le ombre e le rovine.
La Roma di Sollima è inedita, emorragica e tentacolare.
Che sia la pioggia fitta di Suburra o la calura asfissiante di Adagio, è sempre la metafora di un mondo che sta per collassare.
Gli attori sono tutti straordinari, per mimica, gestica, corporalità.
Ma il Daytona di Servillo merita un discorso a parte. Il suo personaggio viene presentato svanito e senile. Poi di colpo torna ad essere l’uomo ferino che azzanna, colpisce, intimidisce. Di quel vecchietto non c’è più traccia. Capiamo quindi che la sua era una recita, un travestimento. A Servillo basta una camminata lungo un passage per ripristinare la maschera del demente. Da spavaldo fino ad un attimo prima, spettinandosi solo un po’ i capelli e tornando a deambulare, il suo criminale Daytona ritorna nel buio surrettizio di una sopravvivenza mortifera.
Adagio è un film di semitoni, di chiaroscuri, di passi cadenzati che aprono voragini profonde e inquietanti sul rapporto pubblico/privato, sull’imprevedibilità del destino, sull’incombenza della morte.
Indefinibile nel genere, sospeso come è tra thriller e dramma esistenziale, sorprendente sia per la storia, sia per il suo svolgimento, sia per il dosaggio di suspance e ritratti di diverse fisionomie dell’Italia di oggi, racconta una vicenda che sembra iniziare per caso in attesa che prenda il via quella vera, per poi coinvolgere con una strana, inesorabile calma, ogni cosa e volto presente nel film.
Sollima sa dirigere con efficacia straordinaria attori a loro volta straordinari, disposti a farsi spostare dalle loro abituali zone di comfort. E curando i dettagli in modo maniacale.
Ma è l’atmosfera ad avvolgere. Quell’aria di sconfitta imminente, mentre il fuoco avanza dalla periferia e la stazione Tiburtina di Roma si appresta a trasformarsi in una sorta di nuova Grand Central Station di New York City.
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jonnylogan
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venerdì 15 dicembre 2023
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roma maledetta
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Stefano Sollima, coautore assieme a Stefano Bises di sceneggiatura e soggetto, mette presumibilmente la parola fine alla parabola narrativa della criminalità Romana d'un tempo, seguendo la fuga di Manuel, Giacomo Franchini, capace di permeare la figura del sedicenne figlio di Daytona (Toni Servillo) con tutti i tratti caratteriali di un adolescente allo sbando cresciuto senza i punti di riferimento di un padre un tempo temuto e oggi deriso perché vittima di una malattia spietata come la demenza senile.
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Stefano Sollima, coautore assieme a Stefano Bises di sceneggiatura e soggetto, mette presumibilmente la parola fine alla parabola narrativa della criminalità Romana d'un tempo, seguendo la fuga di Manuel, Giacomo Franchini, capace di permeare la figura del sedicenne figlio di Daytona (Toni Servillo) con tutti i tratti caratteriali di un adolescente allo sbando cresciuto senza i punti di riferimento di un padre un tempo temuto e oggi deriso perché vittima di una malattia spietata come la demenza senile. Allo stesso modo anche i due ex sodali di Daytona non se la passano molto meglio. Non certo il non vedente Palniuman (Valerio Mastandrea) che risiede nel solaio di un condominio fatiscente. E nemmeno Cammello, il dimagritissimo, per l'occasione, Pierfancesco Favino, ex carcerato con un vecchio conto personale da saldare proprio con il padre di Manuel.
Sullo sfondo Roma come l'abbiamo già vista in più occasioni, ovvero non la cartolina patinata offertaci nelle pellicole dei '60, ma un luogo crepuscolare attanagliato da traffico e degrado. L’ultimo film che ci ha offerto questo spaccato: Siccità, di Paolo Virzì (id.; 2022). In tal caso però non è più l'assenza di acqua e l'arrivo di una febbre mortale che contraddistinguono la narrazione, ma un incendio che pare indomabile e un via vai di continui blackout che non danno tregua a una capitale il cui tratto predominante sembra sempre l'essere vista attraverso i propri scorci più cupi e tetri.
L’autore sa dosare tutti gli elementi in proprio possesso: tre criminali perfettamente caratterizzati contro altrettanti tutori della legge, fra i quali spiccano Adriano Giannini e Francesco Di Leva, che però hanno preferito passare ai ricatti in cambio di molto denaro. La pellicola funzionerebbe quindi grazie anche alle eccellenti interpretazioni di tutti, con una particolare menzione per l’esordiente Giacomo Franchini che grazie al ruolo di Manuel ha vinto il Nuovo Imaie Talent Award 2023. Al tempo stesso l'idea è che il regista abbia preferito giocare in un terreno a lui consono, in cui non dover andare oltre a quello che già ci ha mostrato in passato. Purtroppo dal talento di Sollima esigiamo ben altro rispetto a una pellicola che si adagia sulla comodità del 'già visto' ma capiamo che, per chi è digiuno di un certo cinema d'azione, declinato in maniera differente, la caccia all'uomo possa essere intrigante esattamente quanto la redenzione dei tre ex malavitosi.
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rosebud
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martedì 14 maggio 2024
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una riflessione crepuscolare sull’apocalisse prossima ventura.
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Una Roma assediata da un incendio che pare inestinguibile ed oppressa da un’ondata di caldo eccezionale vede svilupparsi la vicenda di Vasco, carabiniere dal doppio volto, e di Manuel pischello senza esperienza di vita né di malavita. Ex malavitosi invece, membri di una banda della Magliana assurta quasi a valore di leggenda se paragonata allo sfacelo in cui oggi vivono, sono Daytona ( che di Manuel sarebbe pure il padre ) affetto da demenza senile, Polniuman diventato cieco ed Il Cammello, uscito di prigione sperando di trascorrere tranquillo gli ultimi mesi di vita. Ma quando, nel bel mezzo della notte Manuel bussa disperato alla sua porta, capisce che neppure questo gli sarà concesso, non dà in escandescenze e non segue neppure il consiglio della moglie : sceglie di aiutarlo e lo farà fino in fondo.
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Una Roma assediata da un incendio che pare inestinguibile ed oppressa da un’ondata di caldo eccezionale vede svilupparsi la vicenda di Vasco, carabiniere dal doppio volto, e di Manuel pischello senza esperienza di vita né di malavita. Ex malavitosi invece, membri di una banda della Magliana assurta quasi a valore di leggenda se paragonata allo sfacelo in cui oggi vivono, sono Daytona ( che di Manuel sarebbe pure il padre ) affetto da demenza senile, Polniuman diventato cieco ed Il Cammello, uscito di prigione sperando di trascorrere tranquillo gli ultimi mesi di vita. Ma quando, nel bel mezzo della notte Manuel bussa disperato alla sua porta, capisce che neppure questo gli sarà concesso, non dà in escandescenze e non segue neppure il consiglio della moglie : sceglie di aiutarlo e lo farà fino in fondo. Un film tragico in cui nessun personaggio è positivo ad eccezione di Manuel e del figlio maggiore di Vasco che nell’ultima scena si incontrano e si scambiano un paio di cuffie, un regalo simbolo di una speranza, di un futuro che forse spetterà alle nuove generazioni realizzare visto che i loro genitori hanno fatto di tutto per rovinarglielo. Nell’attesa Sergio Sollima ci propone una serie eloquente di botte, sangue, pallottole ed ammazzamenti vari inseriti nel solito marciume della corruzione e dell’intrigo politico. Uno spaccato dell’Italia di oggi? Sì senza dubbio.
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jean
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martedì 14 maggio 2024
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l´ ultima parte della trilogia del roma criminale:
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Il Regista Sefano Solima presenta la sua ultima Pellicola "Adagio" un Noir- Thriller con sfaccettature drammatiche in una Roma Dark,
quasi irriconoscibile all occhio dell spettatore in certi versi passatemi il termine un po alla "Gotham City".
Il Regista ha provato a rappresentare e con grande sucesso una Roma di Viabilita, dispotica, di movimento, dove si adatta perfettamente
per la sua funzione narrativa incevce della solita citta famosa per i suoi bei monumenti.
In un Cast davvero azzecato per i ruoli uno su tutti il poliedrico Pierfrancesco Favino, anche se c´e da citare gli ottimi Toni Sevillo,Adriano Giannini,
e Valerio Mastroandrea che danno un certo verve hai personaggi interpetrati.
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Il Regista Sefano Solima presenta la sua ultima Pellicola "Adagio" un Noir- Thriller con sfaccettature drammatiche in una Roma Dark,
quasi irriconoscibile all occhio dell spettatore in certi versi passatemi il termine un po alla "Gotham City".
Il Regista ha provato a rappresentare e con grande sucesso una Roma di Viabilita, dispotica, di movimento, dove si adatta perfettamente
per la sua funzione narrativa incevce della solita citta famosa per i suoi bei monumenti.
In un Cast davvero azzecato per i ruoli uno su tutti il poliedrico Pierfrancesco Favino, anche se c´e da citare gli ottimi Toni Sevillo,Adriano Giannini,
e Valerio Mastroandrea che danno un certo verve hai personaggi interpetrati.
La pellicola e accompagnato dalle musiche dei Subsonica dove il film viene premiato come miglior compositore hai David di Donatello 2024
unico premio incassato su 5 nomiation totali.
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Cosa mi e piaciuto:
-Adriano Gianinni e perfetto nella parte dell Antagonista.
-ottima Fotografia anche se non ha vinto nessun premio.
- un Cast alla altezza
Cosa non va:
-Audio avvolte non perfetto, in alcune scene gli attori sussurrano o parlano piano o in dialetto e non si capisce bene cosa dicono.
-FIlm avvolte un po rude non adatto a tutti.
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jean
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martedì 14 maggio 2024
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l´ ultima parte della trilogia del roma criminale:
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Il Regista Sefano Solima presenta la sua ultima Pellicola "Adagio" un Noir- Thriller con sfaccettature drammatiche in una Roma Dark, quasi irriconoscibile all occhio dello spettatore.Il Regista ha provato a rappresentare con grande sucesso una Roma di Viabilita,dispotica,di movimento, che fa si adatta perfettamente per la sua funzione narrativa incevce della solita citta famosa per i suoi bei monumenti.
In un Cast davvero azzecato per i ruoli uno su tutti il poliedrico Pierfrancesco Favino,anche se c´e da citare gli ottimi Toni Sevillo,Adriano Giannini, e Valerio Mastroandrea che danno un certo verve hai personaggi interpetrati.
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Il Regista Sefano Solima presenta la sua ultima Pellicola "Adagio" un Noir- Thriller con sfaccettature drammatiche in una Roma Dark, quasi irriconoscibile all occhio dello spettatore.Il Regista ha provato a rappresentare con grande sucesso una Roma di Viabilita,dispotica,di movimento, che fa si adatta perfettamente per la sua funzione narrativa incevce della solita citta famosa per i suoi bei monumenti.
In un Cast davvero azzecato per i ruoli uno su tutti il poliedrico Pierfrancesco Favino,anche se c´e da citare gli ottimi Toni Sevillo,Adriano Giannini, e Valerio Mastroandrea che danno un certo verve hai personaggi interpetrati.
La pellicola e accompagnato dalle musiche dei Subsonica dove il film viene premiato come miglior compositore hai David di Donatello 2024
unico premio incassato su 5 nomiation totali.
Cosa va:
-Adriano Gianinni e perfetto nella parte dell Antagonista.
-ottima Fotografia anche se non ha vinto nessun premio.
Cosa non va:
- Audio avvolte non perfetto, in alcune scene gli attori sussurrano o parlano in dialetto e non si capisce bene cosa dicono.
-FIlm avvolte un po rude non adatto alla vista di tutti i spettatori.
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jean
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domenica 19 maggio 2024
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l´ ultima parte della trilogia del roma criminale:
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Il Regista Sefano Solima presenta la sua ultima Pellicola "Adagio" un Noir- Thriller con sfaccettature drammatiche in una Roma Dark, quasi irriconoscibile all occhio dello spettatore. Il Regista ha provato a rappresentare con grande sucesso una Roma di Viabilita,dispotica,di movimento, che sì adatta perfettamente per la sua funzione narrativa incevce della solita città famosa per i suoi bei monumenti. In un Cast davvero azzecato per i ruoli uno su tutti il poliedrico Pierfrancesco Favino, anche se c´e da citare le ottime interpretazioni di Toni Sevillo,Adriano Giannini, e Valerio Mastandrea che danno un certo verve hai personaggi interpetrati. La pellicola e accompagnato dalle musiche dei Subsonica dove il film viene premiato come miglior compositore hai David di Donatello 2024 unico premio incassato su 5 nomiation totali.
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Il Regista Sefano Solima presenta la sua ultima Pellicola "Adagio" un Noir- Thriller con sfaccettature drammatiche in una Roma Dark, quasi irriconoscibile all occhio dello spettatore. Il Regista ha provato a rappresentare con grande sucesso una Roma di Viabilita,dispotica,di movimento, che sì adatta perfettamente per la sua funzione narrativa incevce della solita città famosa per i suoi bei monumenti. In un Cast davvero azzecato per i ruoli uno su tutti il poliedrico Pierfrancesco Favino, anche se c´e da citare le ottime interpretazioni di Toni Sevillo,Adriano Giannini, e Valerio Mastandrea che danno un certo verve hai personaggi interpetrati. La pellicola e accompagnato dalle musiche dei Subsonica dove il film viene premiato come miglior compositore hai David di Donatello 2024 unico premio incassato su 5 nomiation totali.
Cosa va: -Adriano Gianinni è perfetto nella parte dell'Antagonista.
-Ottima Fotografia anche se non ha vinto nessun premio.
Cosa non va:
- Audio avvolte non perfetto, in alcune scene gli attori sussurrano o parlano in dialetto è non si capiscono le battute.
-FIlm avvolte un po rude non adatto alla vista di tutti i spettatori.
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figliounico
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lunedì 26 maggio 2025
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un altro episodio della serie
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Il film di Sollima quello che un tempo si sarebbe detto un polar alla francese si confonde sin da subito con un episodio di gomorra o di suburra o di romanzo criminale anzi sarebbe tal quale preso da una delle serie in cui eccelle sollima figlio del regista delle serie televisive famoso per sandokan se non fosse per la trovata fanta post apocalittica degli incendi perenni che ardono nelle periferie e minacciosi alle porte di una roma irriconoscibile invasa da cenere, traffico e bolgia umana, come irriconoscibile si presenta favino nel personaggio del cammello, che purtroppo somiglia a un willis anziano e ormai malato. Il quartiere dove abita il protagonista con il vecchio padre servillo, sempre eccezionale, sembra una scampia in formato ridotto, il boss della magliana cieco una invenzione azzeccata ma finisce troppo presto in una scena grandguignolesca e il mastandrea che cresce di film in film e se continua in tal modo finisce che alla fine diventa un grande attore, come pure convincente risulta la performance attoriale del figlio di giannini, cattivissimo e antipatico come peraltro deve essere, e che dire infine di di leva bravo come pochi.
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Il film di Sollima quello che un tempo si sarebbe detto un polar alla francese si confonde sin da subito con un episodio di gomorra o di suburra o di romanzo criminale anzi sarebbe tal quale preso da una delle serie in cui eccelle sollima figlio del regista delle serie televisive famoso per sandokan se non fosse per la trovata fanta post apocalittica degli incendi perenni che ardono nelle periferie e minacciosi alle porte di una roma irriconoscibile invasa da cenere, traffico e bolgia umana, come irriconoscibile si presenta favino nel personaggio del cammello, che purtroppo somiglia a un willis anziano e ormai malato. Il quartiere dove abita il protagonista con il vecchio padre servillo, sempre eccezionale, sembra una scampia in formato ridotto, il boss della magliana cieco una invenzione azzeccata ma finisce troppo presto in una scena grandguignolesca e il mastandrea che cresce di film in film e se continua in tal modo finisce che alla fine diventa un grande attore, come pure convincente risulta la performance attoriale del figlio di giannini, cattivissimo e antipatico come peraltro deve essere, e che dire infine di di leva bravo come pochi. E tuttavia si rimane in superficie, forse per colpa dei troppi personaggi nessuno esce dalla striscia del fumetto, nessuno riesce ad essere vero, per un attimo soltanto il grande SERVILLO. Troppo poco per un grande film. Un altro episodio della serie
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fabriziog
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domenica 31 dicembre 2023
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film avvincente e convincente
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Fra i tempi musicali lenti troviamo l’adagio, che, come direbbe Sartre, è anche un avverbio che esaspera la lentezza di un movimento, ma persino un film, “Adagio” di Stefano Sollima, che porta sul Grande Schermo un’azione scenica in totale contrasto con avverbio e sostantivo.
Il sottobosco suburbano e dell’anima percorre le rotaie di esistenza fatte di baccanali orgiastici e dionisiaci moderni, non certamente dissimili da quelli antichi, lungo pendii di storie di corruzione in divisa, nella cornice di una nuova Suburra romana puntellata di volti pasoliniani, visi efebici e donne boccaccesche e felliniane.
Al ritmo del rap ed house, ma anche delle sonorità del Califfo, i migliori attori della cinematografia italiana (Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, accompagnati da un ottimo Adriano Giannini) fanno vivere le ultime battute degli epigoni degli uomini della Banda della Magliana.
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Fra i tempi musicali lenti troviamo l’adagio, che, come direbbe Sartre, è anche un avverbio che esaspera la lentezza di un movimento, ma persino un film, “Adagio” di Stefano Sollima, che porta sul Grande Schermo un’azione scenica in totale contrasto con avverbio e sostantivo.
Il sottobosco suburbano e dell’anima percorre le rotaie di esistenza fatte di baccanali orgiastici e dionisiaci moderni, non certamente dissimili da quelli antichi, lungo pendii di storie di corruzione in divisa, nella cornice di una nuova Suburra romana puntellata di volti pasoliniani, visi efebici e donne boccaccesche e felliniane.
Al ritmo del rap ed house, ma anche delle sonorità del Califfo, i migliori attori della cinematografia italiana (Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, accompagnati da un ottimo Adriano Giannini) fanno vivere le ultime battute degli epigoni degli uomini della Banda della Magliana.
Narrazione avvincente e convincente immersa nei fumi tossici di uno dei tanti incendi di rifiuti che hanno avviluppato la periferia romana, incorniciata in una fotografia a tinte accentuatamente accese di una Roma infuocata dai rovi e dal caldo asfissiante estivo.
I bassifondi che fungono da set della malavita ruotano intorno al primo tratto della Tangenziale Est della Capitale, riportando la memoria dello spettatore a “Suburra” (film e serie), “Non essere cattivo” e a “Lo chiamavano Jeeg Robot”.
Film che, come tutti quelli del filone cui appartiene, fa uscire l’ibristofilia che è in noi.
Fabrizio Giulimondi
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