giampi desmond
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mercoledì 16 aprile 2014
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trama del film in ordine cronologico e spiegazione
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Diane è un attrice di Hollywood non realizzata professionalmente, che vive all’ombra della sua amica Camilla, un’attrice affermata e di buona qualità, grazie alla quale riesce ad ottenere piccole parti o comparse in qualche film.
Le due ragazze hanno una relazione amorosa, ma Camilla , al contrario di Diane, non è innamorata della compagna e gestisce il loro rapporto in maniera superficiale. Si scopre che Camilla ha una relazione parallela con Adam, un regista, con il quale ha deciso di sposarsi e di convivere nell’ appartamento che l’uomo ha ricevuto con la decisione di un giudice, nel corso della sentenza di separazione dalla moglie.
La mancata realizzazione nell’ambito lavorativo e sentimentale genera frustrazione in Diane, che si sente oltretutto presa in giro dal comportamento di Camilla.
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Diane è un attrice di Hollywood non realizzata professionalmente, che vive all’ombra della sua amica Camilla, un’attrice affermata e di buona qualità, grazie alla quale riesce ad ottenere piccole parti o comparse in qualche film.
Le due ragazze hanno una relazione amorosa, ma Camilla , al contrario di Diane, non è innamorata della compagna e gestisce il loro rapporto in maniera superficiale. Si scopre che Camilla ha una relazione parallela con Adam, un regista, con il quale ha deciso di sposarsi e di convivere nell’ appartamento che l’uomo ha ricevuto con la decisione di un giudice, nel corso della sentenza di separazione dalla moglie.
La mancata realizzazione nell’ambito lavorativo e sentimentale genera frustrazione in Diane, che si sente oltretutto presa in giro dal comportamento di Camilla. Da qui nasce il desiderio di vendetta che culmina nell’idea di uccidere la compagna assoldando un killer.
Camilla verrà uccisa dal killer (lo testimonia il fatto che il killer riconsegna la chiave promessa ad affare concluso) ma Diane comincia ad essere assalita dai sensi di colpa e dal pentimento: una notte sogna che la compagna si è salvata dall’assassinio (con la conseguente perdita di memoria dopo l’incidente si chiamerà Rita) , che il killer assoldato è in verità un tipo sconclusionato (inetto) e “vede” sé stessa come un’ottima attrice (Betty), che riesce a superare i provini brillantemente (il suo 1° motivo di frustrazione viene risolto). Nel sogno inoltre Adam riceve delle pressioni (da 2 uomini mafiosi e successivamente da un cowboy) affinchè prendesse una determinata attrice per un suo film. Uno dei due mafiosi ha il volto del giudice che nella “realtà” decise di assegnare la casa al regista, cosa che probabilmente spiega la una restituzione del “favore” al regista (a raccomandazione rispettata). Praticamente la realtà viene ribaltata nel sogno di Diane.
Prosegue intanto la ricerca della vera identità di Rita, che culmina nella scoperta della morte di Diane , amica e convivente di Rita. Betty evita che Rita abbia una crisi e la aiuta a cambiare identità, in realtà ciò rappresenta il desiderio inconscio della reale Diane in seguito alla morte di Camilla. Una volta che Rita-Camilla si innamora di Betty (fatto grazie al quale si risolve il 2° motivo di frustrazione di Diane) la messinscena onirica può terminare e non a caso al club “Silencio” si capisce che tutto è un’illusione. A quel punto Betty-Diane può consegnare una misteriosa scatola blu alla sua compagna amante che ha nella sua borsa la chiave per aprirla. Una volta aperta Camilla (Rita) pare , grazie un effetto della cinepresa, “entrare” nella scatola. E’ qui che il sogno può terminare e Diane può svegliarsi con i suoi sensi di colpa che la porteranno a breve al suicidio, dopo la visione della coppia di anziani (“visti” anche nel sogno, nella realtà sono i suoi genitori) che uscendo dalla scatola la terrorizzano nel delirio prima del suo suicidio.
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tomdoniphon
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mercoledì 28 ottobre 2015
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il cinema classico americano rivisitato da lynch
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Los Angeles, anni duemila. I fari di un’auto di notte illuminano un cartello con un nome, “Mulholland Drive”, celeberrima tortuosa strada della città che attraversa le colline da Santa Monica a Malibu.
È l’inizio di una storia strana, piena di misteri, crimini e amori.
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Los Angeles, anni duemila. I fari di un’auto di notte illuminano un cartello con un nome, “Mulholland Drive”, celeberrima tortuosa strada della città che attraversa le colline da Santa Monica a Malibu.
È l’inizio di una storia strana, piena di misteri, crimini e amori.
Una donna scampata ad un omicidio e senza memoria, che si fa chiamare Rita, indaga il proprio passato con l’aiuto di Betty (Naomi Watts), aspirante attrice di Hollywood. Nel frattempo, un regista cerca di realizzare un film che non s’ha da fare. Ma oltre la metà del film tutto si capovolge, e forse ci rendiamo conto che la parte precedente era stata tutta un sogno (ottimista) di Rita.
Atmosfera onirica, inquietante, con un occhio ai noir anni ’40, ma anche intrisa di humor nero, follia, melodramma ed erotismo, con al centro l’amore tra due donne: una, bruna misteriosa e preda di amnesia; l’altra, bionda ed esuberante, pronta a tentare la via del cinema.
Per quanto Lynch lasci lo spettatore desideroso di decifrare ogni singolo aspetto dell’intricata vicenda, in realtà sembra che il regista sia più che altro interessato a rappresentarci un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per focalizzarsi sull’impatto emotivo-sensoriale; un modo di girare non certo nuovo per lui (si veda la serie “Twin Peaks” ed i film “Strade perdute” e “Velluto blu”), ma che qui raggiunge un perfetto punto di equilibrio di stili e registri, oltre ad inserirsi in un racconto davvero avvincente, che abbraccia riflessioni su Hollywood (“la fabbrica dei sogni”), sull’amore e sul rapporto tra quest’ultimo e la morte.
Un film con evidenti rimandi a “Vale del tramonto” di Billy Wilder e a “La donna che visse due volte” di Alfred Hichcock, ma con una sensibilità ed un gusto propri di un cinema (per una volta davvero) d'autore moderno.
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subcomrix
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venerdì 6 aprile 2007
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splendido!
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Oltre qualsiasi interpretazione, bisogna evidenziare come tutto in questo film sia straordinariamente elegante. Il modo in cui Lynch dosa l'oscura storia di Rita con quella a tratti esilarante (nel suo essere agghiacciante) del regista, il sogno a occhi aperti di Diane, i numerosi incisi di stampo tipicamente lynchiano, l'uso della colonna sonora di Badalamenti (presente anche in un cameo, nei panni di uno dei fratelli Castiglioni). Questo film va dritto nella storia del cinema: per certi versi è corretto paragonare Lynch, per l'uso di un certo linguaggio, a Don Luis Bunuel, ma c'è molto anche di Hitchcock e di Welles (Touch of Evil, ad esempio) e Dreyer, persino al Bergman di Persona. Ciò che è più importante, quasi filologicamente, è il fatto che Lynch sia partito da un pilot per una serie TV, scartato, tra l'altro.
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Oltre qualsiasi interpretazione, bisogna evidenziare come tutto in questo film sia straordinariamente elegante. Il modo in cui Lynch dosa l'oscura storia di Rita con quella a tratti esilarante (nel suo essere agghiacciante) del regista, il sogno a occhi aperti di Diane, i numerosi incisi di stampo tipicamente lynchiano, l'uso della colonna sonora di Badalamenti (presente anche in un cameo, nei panni di uno dei fratelli Castiglioni). Questo film va dritto nella storia del cinema: per certi versi è corretto paragonare Lynch, per l'uso di un certo linguaggio, a Don Luis Bunuel, ma c'è molto anche di Hitchcock e di Welles (Touch of Evil, ad esempio) e Dreyer, persino al Bergman di Persona. Ciò che è più importante, quasi filologicamente, è il fatto che Lynch sia partito da un pilot per una serie TV, scartato, tra l'altro. Poi, dove termini l'amore e abbia inizio l'ossessione, quella è tutta un'altra faccenda. La tecnica del rovesciamento escheriano, in cui tutto viene appunto rovesciato perché nulla muti, scale che salgono sempre per ritornare al punto di partenza, era già stata usata nel suo altro capolavoro, Lost Highways, lì evidenziata dal bunueliano cambio di protagonista, con relativa vita, età, partner, occupazione. Qui invece c'è la scatola ed il club Silencio. Credo sia quella la spiegazione della scena del club: quando le due donne vanno a letto insieme, Diane va troppo vicina alla verità: è una specie di soglia che viene superata, qualcosa che non può più ignorare. Nel club vige la regola che nulla è quello che sembra, che è tutto registrato, cioè già avvenuto. E' il segnale che è tempo di svegliarsi, il gioco è svelato, tutto quello che lei sta vivendo non c'è, ma appunto versione deforme delle proprie registrazioni mentali. Come chi pianga per un amore non corrisposto (la canzone stupenda di Rebecca Del Rio, Llorando, piangendo appunto), Diane si trova costretta a tornare Beth, per avviarsi al destino che l'attende. I due vecchini potrebbero rappresentare il sogno di Hollywood, del cinema, definitivamente distorto e perduto. Non c'è più tempo per alcuna battuta, che non sia proprio 'Silencio'.
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(di mz)
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micetto
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venerdì 7 gennaio 2011
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capolavoro!!
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Senza parole.
Ed è proprio questo che Lynch vuole da te: sconcertarti, sorprenderti, appassionarti, deluderti. Ti gira e rigira come un calzino, lasciandoti incollato allo schermo dal primo all'ultimo istante, sballottandoti tra presente e passato, tra sogno e realtà, tra mistero e vissuto, in una sliding door dell'immaginario, in un dejavù della realtà.
Ma dove inizia la realtà e dove finisce il sogno? In una scatola blu che, in fondo, non esiste? Le aspirazioni di una giovane attrice, il suo amore, il suo entusiasmo, la gelosia, l'invidia, la pazzia, sapientemente miscelate in un cocktail al Silencio (non c'è la banda - tutto è finzione), servito da un misterioso e oscuro traghettatore che fornisce, a piacere, sogni ed incubi.
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Senza parole.
Ed è proprio questo che Lynch vuole da te: sconcertarti, sorprenderti, appassionarti, deluderti. Ti gira e rigira come un calzino, lasciandoti incollato allo schermo dal primo all'ultimo istante, sballottandoti tra presente e passato, tra sogno e realtà, tra mistero e vissuto, in una sliding door dell'immaginario, in un dejavù della realtà.
Ma dove inizia la realtà e dove finisce il sogno? In una scatola blu che, in fondo, non esiste? Le aspirazioni di una giovane attrice, il suo amore, il suo entusiasmo, la gelosia, l'invidia, la pazzia, sapientemente miscelate in un cocktail al Silencio (non c'è la banda - tutto è finzione), servito da un misterioso e oscuro traghettatore che fornisce, a piacere, sogni ed incubi. A te la scelta.
Hai visto (e rivisto) il film? Sei ancora sconcertato, ti restano lati oscuri e dubbi?
Allora ti trovi, come me, come tutti, sulla strada giusta: Mulholland Drive!
Un film che non ha eguali. Qualsiasi paragone o richiamo (si potrebbe citare Kubrick, Altman, Scorsese o Ridley Scott stesso, ma sarebbe ingiusto nei confronti di Lynch) sarebbe inopportuno e limitativo.
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diego
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sabato 30 marzo 2002
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giocare con la mente
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Dopo aver visto “Mulholland drive” la prima cosa che viene in mente allo spettatore è: “non ho capito nulla”.Deve essere cosi’.Lo stesso Lynch ha dichiarato più volte che è inutile cercare spiegazioni o significati evidenti.Certo,molti si sono sforzati di cogliere significati,ma cosi’ facendo si rischia automaticamente di cadere nel vuoto.Di certo quella che sto scrivendo è una breve recensione che non vuole spiegare proprio nulla della storia del film.David Lynch è il regista dell’ impatto visivo:mentre vediamo “Mulholland drive” veniamo catturati dal film,con il trascorrere del tempo,sempre di più,fino a quando,alla scena finale,ci sembra di impazzire.
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Dopo aver visto “Mulholland drive” la prima cosa che viene in mente allo spettatore è: “non ho capito nulla”.Deve essere cosi’.Lo stesso Lynch ha dichiarato più volte che è inutile cercare spiegazioni o significati evidenti.Certo,molti si sono sforzati di cogliere significati,ma cosi’ facendo si rischia automaticamente di cadere nel vuoto.Di certo quella che sto scrivendo è una breve recensione che non vuole spiegare proprio nulla della storia del film.David Lynch è il regista dell’ impatto visivo:mentre vediamo “Mulholland drive” veniamo catturati dal film,con il trascorrere del tempo,sempre di più,fino a quando,alla scena finale,ci sembra di impazzire.Ma quella che ci colpisce è una pazzia gradevole:ci vien vogli di gridare,ma di gioia. La storia scorre liscia:una donna perde la memoria,e cerca l’ aiuto di un’ altra donna.L’ atmosfera è da noir,e la sceneggiatura ha il tocco del giallo.Un giallo che si rifà(in chiave moderna) ad “Il grande sonno” della coppia Hawks-Chandler.Poi le due donne si recano in un teatro,una scatola blu si apre,e noi ci finiamo dentro.Una storia comincia,ed un’ altra termina restando in sospeso).Il rapporto che ha Lynch con Hollywood non è dei migliori,non a caso questo film è stato realizzato grazie a denaro francese.Hollywood è un luogo dove è difficile ragionare,dove il denaro ha (sempre) la meglio sulle idee.Questo film è una denuncia al sistema hollywoodiano.Come Hollywood è incomprensibile.Rispecchia Hollywood non all’ interno(nei film),ma all’ esterno(nei comportamenti).Un film sul cinema quindi,oltre che un film nel film. Cita quasi esplicitamente molti film dello stesso Lynch,ma senza essere tutto sommato soffocato nel suo autocitazionismo. Ricco di sensualità,e di un fascino che potrebbe provenire dall’ al di là (la discesa nella scatola come discesa negli inferi?O almeno nei meandri oscuri della memoria,nell’ inconscio),difetta di un paio di scene:la masturbazione,e la scena d’ amore fra le due donne(sequenza un po’ impacciata). Non è il Lynch migliore (imperfetto qua e là),ma è comunque un opera che seduce,inquieta,affascina e resta dentro (con retrogusto amarognolo,e con la consapevolezza di aver visto qualcosa di geniale).E’ in fondo anche un film sperimentale e coraggioso.Alternativo e deviante.Fastidioso e terribilmente contagioso. Rita perde la memoria,e le immagini giocano come un videoregistratore che riavvolge e avvolge una videocassetta. “Mulholland drive” è il delirio ipnotico di un autore geniale.
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tiziana
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mercoledì 11 settembre 2002
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surreale, quasi bunel
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Mulholland Drive è una strada di Los Angeles sulla quale avviene l’incidente automobilistico dal quale si snoda tutta la trama del film. Lynch stesso ha definito la sua ultima creazione come "una semplice storia d'amore - omosessuale - nella città dei sogni". Da un’idea quasi banale, il Regista riesce a cavare un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un po’ di rimpianto per il “noir” anni quaranta ed una aperta ostilità verso l'attuale mondo hollywoodiano. Film onirico e astratto, con una straordinaria potenza visiva, è nello stesso tempo affascinante e bizantino. Difficile trovare una chiave di lettura razionale. Niente di nuovo, dunque: seguendo il linguaggio dei sogni voluto dal Regista, bisognerebbe limitarsi a viverne le emozioni, non senza un pizzico di nostalgia per ciò che furono “Cuore selvaggio” e “The elephant man”.
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costanza
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domenica 1 marzo 2009
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--silencio--
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Che sia sogno il fil rouge dell’opera linchiana è già banalità. Che sia maestria è sempre certezza, sia sogno che linch.
La trama non c’è o, anche se sembra esserci all’inizio per poi essere totalmente negata e capovolta alla fine, non preoccupa i “mangiatori di film” che si saziano dell’immagine, che vivono dello schermo, nello schermo. Perchè --Silencio-- disse la donna blu col neo sullo zigomo, qui parlano le immagini, ci dicono niente e ci ingannano, si prendono beffe dello spettartore che non sa. o no. Sono cinema e sono lì, in quella maniera, ingiustificate e volutamente(?) depistanti: solo che la pista non c’è. Significarebbe che ,dislocato da qualche parte, dovrebbe esserci un inizio.
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Che sia sogno il fil rouge dell’opera linchiana è già banalità. Che sia maestria è sempre certezza, sia sogno che linch.
La trama non c’è o, anche se sembra esserci all’inizio per poi essere totalmente negata e capovolta alla fine, non preoccupa i “mangiatori di film” che si saziano dell’immagine, che vivono dello schermo, nello schermo. Perchè --Silencio-- disse la donna blu col neo sullo zigomo, qui parlano le immagini, ci dicono niente e ci ingannano, si prendono beffe dello spettartore che non sa. o no. Sono cinema e sono lì, in quella maniera, ingiustificate e volutamente(?) depistanti: solo che la pista non c’è. Significarebbe che ,dislocato da qualche parte, dovrebbe esserci un inizio.e una fine. E infatti non ci sono neanche questi: puzzle di eventi che si perdono in una spirale senza fine? storia criptica il cui senso è posseduto solo dall’autore? o non-sense-film specchio della non-sense-life?
“magari non c’entra niente” “magari” “magari c’era qualcun altro in quella macchina” “potrebbe essere”
Nulla
Una Betty(Naomi Watts)ragazza-zucchero-aspirante attrice (grande attrice, grandissima metattrice) diventerà amante di un’inventata Rita (Laura Elena Harring) senza memoria dopo un incidente “losco” nella strada Mulholland Drive,un regista cornuto e poi anche corrotto,e poi anche marito di una nuova Rita—e sì perché a un’ora e 50 entriamo noi e m.d.p. dentro la scatola blu ed è caos.più di prima, non risolve, slegato e sempre più “maestro”—E’ Camilla e stavolta sembra sapere bene chi è e quello che vuole (divertendosi a giocare con donne-la ex betty nuova diane-ma decidendosi poi per gli uomini-il regista) E’ Diane che si distrugge per un’amore per Rita-Camilla già nato con e in Betty. Sono tutte e due,tutte e quattro;e quando sembra che l’una stia rivivendo la vita dell’altra o che ci sia una qualche possibilità di assurdo “scambio di personalità” o ancora che si sia dentro un flashback improbabile ma, con qualche sforzo di fantasia, verosimile, ecco che arriva “l’altro”,che si concatena all’ evento successivo. E sembra fare parte di qualche altra cosa (di un teatro notturno,di una cantante insospettabilmente in playback,del nome(x2) sul cartellino della ragazza del Winkie’s, del sogno-realtà dell’ uomo angosciato da un mostro-incubo, di una bizzarra signora Coco poi anche madre del regista, di un espresso sputato sul tovagliolo, di un coercitivo personaggio-cowboy che”l’atteggiamento di un uomo va di pari passo con quella che sarà la sua vita”, del corpo in putrefazione di una donna(Diane?) al numero 17)
Nulla per la critica più tradizionalista, solo (SOLO?!) grande regia grande colonna sonora (musica e armonia) e grande visionaria novità moderna che conferma che nel “contemporaneo” esiste ,può esistere l’autore
Prendete una scena singola di Mulholland Drive(film fondamentalmente di scene,perché no?-volendo anche interscambiabili) e da lì nascerà un capolavoro.E prendetene più di una-tutte-e da queste nascerà il Cinema-di-oggi-ancora-possibile
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(di tobia22)
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no_data
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lunedì 12 gennaio 2015
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"l'oltrecinema"
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Una delle più emozionanti e controverse opere cinematografiche dei giorni nostri , concepita da una delle menti più geniali ed allo stesso tempo conturbanti che abbiamo la fortuna di avere con noi nel mondo in questo lassodi storia che ci vede protagonisti.Si , perchè in questa straordinaria pellicola di David Lynch i reali protagonisti sono coloro che osservano , che vivono quest'esperienza onirica che vi consiglio di intraprendere.
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Una delle più emozionanti e controverse opere cinematografiche dei giorni nostri , concepita da una delle menti più geniali ed allo stesso tempo conturbanti che abbiamo la fortuna di avere con noi nel mondo in questo lassodi storia che ci vede protagonisti.Si , perchè in questa straordinaria pellicola di David Lynch i reali protagonisti sono coloro che osservano , che vivono quest'esperienza onirica che vi consiglio di intraprendere.
Un film che va oltre ogni genere , oltre ogni concezione di Cinema , che invita a guardare più in profondità , a non fossilizzarsi alla ricerca di un ordine che le nostre menti spesso ci obbligano a trovare ma che in questo caso risulta effimero , non necessario. Il vero significato del film sta negli occhi di chi ha visto , di chi ha sentito.
Un' opera fortissima a livello visivo , i dialoghi sono al posto giusto , riescono a riempire bene quel silenzio che fa da attore principale. Bellissime le riprese che esaltano la bravura di un cast non troppo importante ma mirato e che funziona molto bene.
La fine del film è la fine di un sogno , ci si sveglia con quella sensazione che si è vissuto qualcosa di non comprensibile , stanchi e svuotati da un estenuante viaggio attraverso le emozioni umane, confusi da un terremoto emotivo che disorienta a tal punto da rendere difficoltoso il ritorno alla realtà.
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emmylemmonxd
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lunedì 25 settembre 2017
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silencio
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A causa di un incidente automobilistico sulla Mulholland Drive di Los Angeles, una donna (Laura Harring) perde la memoria e si rifugia in casa di una famosa attrice in procinto di partire per lavoro. Il giorno dopo si presenta Betty Elms (Naomi Watts), bellissima e solare aspirante attrice, nipote della proprietaria dell'abitazione, che si offrirà di aiutare la giovane superstite a scoprire la propria identità, finendo per innamorarsene.
Parallelamente vengono presentati altri tre flussi narrativi: un uomo atterrito da un incubo, un regista di nome Adam Kesher (Justin Theroux), costretto sotto minaccia da parte di criminali, a scegliere una giovane attrice di nome Camilla Rhodes per il suo nuovo film, e infine la grottesca vicenda di un killer maldestro.
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A causa di un incidente automobilistico sulla Mulholland Drive di Los Angeles, una donna (Laura Harring) perde la memoria e si rifugia in casa di una famosa attrice in procinto di partire per lavoro. Il giorno dopo si presenta Betty Elms (Naomi Watts), bellissima e solare aspirante attrice, nipote della proprietaria dell'abitazione, che si offrirà di aiutare la giovane superstite a scoprire la propria identità, finendo per innamorarsene.
Parallelamente vengono presentati altri tre flussi narrativi: un uomo atterrito da un incubo, un regista di nome Adam Kesher (Justin Theroux), costretto sotto minaccia da parte di criminali, a scegliere una giovane attrice di nome Camilla Rhodes per il suo nuovo film, e infine la grottesca vicenda di un killer maldestro.
“Mulholland Drive” costituisce un'opera allo stesso tempo surreale e realistica, un precario equilibrio tra realtà e immaginazione. Lo spettatore è tenuto a seguire attentamente un'intricata ragnatela di eventi e personaggi, di cui troverà una (parziale) soluzione nella seconda metà della pellicola.
La scena in cui l'ambiguo cerchio degli eventi si rompe è quella ambientata al club Silencio, una delle sequenze più affascinanti ed esteticamente perfette della storia del cinema. Le due protagoniste ascoltano le parole di un presentatore che afferma: “E' tutto registrato... E' tutto un nastro... E' solo un'illusione”, poi rimangono in lacrime dinanzi alla straordinaria esibizione di una cantante sudamericana, scoprendo infine che la sua voce era registrata.
Un altro tema qui affrontato è l'aspra critica al business di Hollywood, dipinto da Finch come il regno dell'apparenza e della corruzione umana.
Oltre che di una sceneggiatura molto originale e ambigua, il film gode soprattutto di una regia impeccabile. Basti pensare alle riprese in soggettiva, oppure alla bellissima e onirica scena in cui la macchina da presa viene risucchiata all'interno di una scatola: tutto ciò rende la pellicola angosciante ed estremamente vera. Altri punti a favore sono la suggestiva colonna sonora di Angelo Badalamenti e l'intensa e sentita performance di una Naomi Watts brava come non mai.
“Mulholland Drive” non è altro che un viaggio all'interno della psiche umana, una simbolica rappresentazione di ciò che la nostra mente vede e desidera vedere.
Perciò... SILENCIO... guardate per credere.
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ennio
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venerdì 9 febbraio 2018
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troppi trucchi stroppiano
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Ho visto due volte questo affascinante film, perchè volevo rendermi conto se mi fosse sfuggito qualcosa nella prima visione. Ma, in sostanza, non ho svelato il dilemma che speravo. Questo perchè l'enigma non è risolvibile, è dissolto nel sogno o in una realtà parallela non accessibile al comune mortale.
A inizio secolo era molto di moda questa filmografia del dire non dire e del celare la realtà in simbologie allegorie e sogno. Per me questo significa, semplicemente, trucco scenico, legittimo e buono per ogni occasione ma ormai, fortunatamente, superato nella odierna cinematografia. A essere severi, la si può anche definire arte degradata, e forse così la definiranno i posteri.
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Ho visto due volte questo affascinante film, perchè volevo rendermi conto se mi fosse sfuggito qualcosa nella prima visione. Ma, in sostanza, non ho svelato il dilemma che speravo. Questo perchè l'enigma non è risolvibile, è dissolto nel sogno o in una realtà parallela non accessibile al comune mortale.
A inizio secolo era molto di moda questa filmografia del dire non dire e del celare la realtà in simbologie allegorie e sogno. Per me questo significa, semplicemente, trucco scenico, legittimo e buono per ogni occasione ma ormai, fortunatamente, superato nella odierna cinematografia. A essere severi, la si può anche definire arte degradata, e forse così la definiranno i posteri.
Per il resto, le atmosfere, l'ambientazione, i ritmi e le due protagoniste di questo film rendono la visione assai piacevole. Ma la presunzione da parte di Lynch di costruirsi sovrastrutture simboliche e indecifrabili per creare un enigma fine a sè stesso, lo allontana dai comuni mortali come me.
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