lky rock
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lunedì 26 gennaio 2009
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italians, ritratto degli italiani all'estero.
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"Italians" di Giovanni Veronesi è una commedia fresca, intelligente e istrionica con un buon senso dell'umorismo che fa parte di un film a sorpresa che scruta lo spettatore e lo porta ad immaginare la figura dell'italiano all'estero. Alcune scene del film rimarrano nella mente di molti, lo straniero che prende in giro l'italiano a suon di pernacchie stravolgendo la canzone di Modugno, la scena in cui Castellitto mostra a Scamarcio l'effetto della ferrari sul deserto, la sparatoria a San Pietroburgo, La lezione d'italiano di Verdone ai bambini russi e lo stesso Verdone alle prese con la sadica Master and commander ecc... Veronesi è attento nel descrivere l'italiano medio e soprattutto furbo a cogliere le esigenze del pubblico.
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"Italians" di Giovanni Veronesi è una commedia fresca, intelligente e istrionica con un buon senso dell'umorismo che fa parte di un film a sorpresa che scruta lo spettatore e lo porta ad immaginare la figura dell'italiano all'estero. Alcune scene del film rimarrano nella mente di molti, lo straniero che prende in giro l'italiano a suon di pernacchie stravolgendo la canzone di Modugno, la scena in cui Castellitto mostra a Scamarcio l'effetto della ferrari sul deserto, la sparatoria a San Pietroburgo, La lezione d'italiano di Verdone ai bambini russi e lo stesso Verdone alle prese con la sadica Master and commander ecc... Veronesi è attento nel descrivere l'italiano medio e soprattutto furbo a cogliere le esigenze del pubblico. Lo stile del regista nel raccontare un cinema italiano nuovo che si evolve grazie all' effetto sorpresa il quale inganna o appassiona il pubblico è aiutato da un sorprendente cast. Nel complesso i due episodi sono da prendere realmente in considerazione come la consacrazione di Veronesi, il suo mix tra comicità corrosiva e malinconia lo conforma come il vero erede di Monicelli. Da non dimenticare anche è la mimica facciale di Verdone, il quale con modesta eleganza riesce in una salita sempre più divertente e rilassante che porta lo spettatore a scoppiare in grandi e gustose risate. Sergio Castellitto è come sempre bravo e attento nell'interpretare i suoi personaggi mentre Scamarcio e Rappoport sono in ascesa.
La colonna sonora è firmata Negramaro/Modugno. Il montaggio e la fotografia sono discrete come ogni commedia all'Italiana che si rispetti salvo la scena dello stivale(trovata geniale) e le riprese nel deserto.
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djlova
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venerdì 30 gennaio 2009
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il ritorno del miglior verdone
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Il film segue lo stile caro a Veronesi riducendo stavolta a due gli episodi ma mantenendo la sostanza: si ride ma non solo.
C'è sempre da imparare da ogni situazione e niente è fine a se stesso. Il problema è capire quanto questo "buonismo" infici sulla riuscita finale del film, perchè in fondo l'episodio migliore è proprio quello più comico (il secondo con Verdone) e, a sua volta, le parti migliori di quest'ultimo sono quelle più esilaranti piuttosto che quelle più "moraliste" e più "sdolcinate".
L'episodio del Verdone in trasferta a San Pietroburgo, combattuto tra il cercare nel sesso la soluzione ai suoi problemi depressivi e il mantenere la professionalità del suo lavoro, è talmente riuscito da risollevare un film altrimenti lento, prevedibile e fin troppo leggero, piacevole nella sua prima parte più per la bellissima fotografia che per la trama.
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Il film segue lo stile caro a Veronesi riducendo stavolta a due gli episodi ma mantenendo la sostanza: si ride ma non solo.
C'è sempre da imparare da ogni situazione e niente è fine a se stesso. Il problema è capire quanto questo "buonismo" infici sulla riuscita finale del film, perchè in fondo l'episodio migliore è proprio quello più comico (il secondo con Verdone) e, a sua volta, le parti migliori di quest'ultimo sono quelle più esilaranti piuttosto che quelle più "moraliste" e più "sdolcinate".
L'episodio del Verdone in trasferta a San Pietroburgo, combattuto tra il cercare nel sesso la soluzione ai suoi problemi depressivi e il mantenere la professionalità del suo lavoro, è talmente riuscito da risollevare un film altrimenti lento, prevedibile e fin troppo leggero, piacevole nella sua prima parte più per la bellissima fotografia che per la trama. Qui il comico romano torna ad essere lui dopo alcuni film alle volte troppo calcati e torna a farci ridere a crepapelle col suo tipico stile che l'ha reso celebre: goffo, impacciato, romanesco.
L'accoppiata con Dario Bandiera, il giusto mix tra la comicità romana e quella meridionale e più propriamente siciliana, è formidabile ed è la vera impronta di "italianità" fedele al titolo (una trovata pubblicitaria assolutamente inutile l'accostamento con la rubrica di Severgnini che poco c'azzecca...).
E' un film piacevole che mette buonumore, forse eccessivamente "corretto", ma di questi tempi in fondo non fa poi così male.
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great steven
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martedì 15 luglio 2014
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come si comportano i nostri compaesani all'estero?
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ITALIANS (IT, 2009) diretto da GIOVANNI VERONESI. Interpretato da SERGIO CASTELLITTO – RICCARDO SCAMARCIO – CARLO VERDONE – KSENIA RAPPOPORT – DARIO BANDIERA – REMO GIRONE § 1° episodio: “Gli italiani sono il popolo che suona più di ogni altro al metal detector”. Dopo una vita passata a trasportare Ferrari rubate negli Emirati Arabi Uniti, il maturo Fortunato (Castellitto) ha bisogno di un sostituto più giovane che prenda il suo posto e continui i suoi viaggi, così, spinto dal datore di lavoro, recluta Marcello (Scamarcio) e, per avvezzarlo agli usi e costumi del Medio Oriente, lo porta con sé nel suo ultimo viaggio a Dubai.
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ITALIANS (IT, 2009) diretto da GIOVANNI VERONESI. Interpretato da SERGIO CASTELLITTO – RICCARDO SCAMARCIO – CARLO VERDONE – KSENIA RAPPOPORT – DARIO BANDIERA – REMO GIRONE § 1° episodio: “Gli italiani sono il popolo che suona più di ogni altro al metal detector”. Dopo una vita passata a trasportare Ferrari rubate negli Emirati Arabi Uniti, il maturo Fortunato (Castellitto) ha bisogno di un sostituto più giovane che prenda il suo posto e continui i suoi viaggi, così, spinto dal datore di lavoro, recluta Marcello (Scamarcio) e, per avvezzarlo agli usi e costumi del Medio Oriente, lo porta con sé nel suo ultimo viaggio a Dubai. Un posto di blocco nel deserto è solo il primo di tanti ostacoli imprevisti in questo on the road zeppo di colpi di scena, a cui si susseguono un imprigionamento temporaneo che viene riscattato con una vittoria in una gara di rally, e che si conclude con un finale a sorpresa in cui Marcello rivela a Fortunato la sua vera identità di poliziotto e si mostra al tempo stesso severo e clemente con lui, ora che ha scoperto il commercio illegale di autovetture. A migliaia di chilometri dalla città dei mercanti, l’impacciato Giulio (Verdone) deve presentarsi a San Pietroburgo per una conferenza dentistica che lui stesso ha organizzato ma alla quale non vorrebbe partecipare. Inconsolabile da quando è stato lasciato dalla moglie e in astinenza da circa un anno, è istigato da un collega a mettersi in contatto col promoter di una società russa che imbastisce viaggi extralusso a sfondo sessuale. Giulio, quindi, si impelaga a San Pietroburgo in una festa orgiastica finché la sua interprete (Rappoport) non lo salva portandolo con sé e facendogli scoprire la miseria, la lotta per la vita e la sincerità presso un orfanotrofio, i cui bambini simpatizzano ben presto col dentista. Veronesi ha messo in piedi un ritratto di cinema italiano old school piuttosto stereotipato e a tratti irritante, che rispecchia i difetti dell’italico popolo soprattutto nelle relazioni coi Paesi esteri, iniettandovi una buona dose di verità ma senza rinunciare a luoghi comuni – effettivamente un po’ troppi – che rendono il nostro connazionale becero, burino, terrone e imbambolato agli occhi degli stranieri con cui si trova ad interagire, ponendosi sempre in una posizione di inferiorità non certo obbligatoria ma che arriva sempre a predominare i contatti internazionali ed interetnici. Il regista punta specialmente sulla capacità degli attori a comporre l’analisi dell’italiano medio (ben lontano, comunque, dal personaggio vittimista, servile e cattivo che interpretava Sordi nei suoi anni migliori) giocando sul loro brio che certamente non latita e non manca di graffiante ironia e nemmeno di un sottofondo di amarezza il quale tempra di buona qualità le interpretazioni dei tre personaggi principali. Castellitto è un camionista disonesto, ma pur sempre poetico, cortese e misericordioso; Scamarcio intinge un apprendista pragmatico, spavaldo e materialista, che guarda alla vecchia guardia con occhio indagatore e non troppo convinto; Verdone ci regala un medico timorato, depresso e passibile di brutte esperienze dalle quali però sa uscire con dignità e quella stessa dignità la riscopre in sé stesso quando entra a contatto con l’amabile forza infantile di riscattarsi e prendersi una rivincita su una vita sfortunata. La sceneggiatura è molto buona, e non dimentica di alternare dialoghi allegri e scoppiettanti a pause di riflessione che allentano la tensione e arricchiscono di bellezza contemplabile una pellicola che trova i suoi difetti maggiori in un certo manierismo cinematografico alquanto detestabile e onestamente evitabile, in una ricerca degli archetipi che ragiona troppo per modelli bifolchi e omologati e in due trame sicuramente non deboli ma che non sfruttano pienamente tutta la varietà di situazioni comicamente potenti da cui si poteva trarre appunto un potenziale superiore che avrebbe giovato alla stabilità e solidità del film, al quale non manca una discreta colonna sonora (la rivisitazione di “Meraviglioso” dei Negramaro, però, non brilla particolarmente, e forse l’originale cantato da Modugno sarebbe stato preferibile), una fotografia che bacia con soavità e leggerezza le dune sabbiose del deserto mediorientale e i parchi lussureggianti della Russia europea e un montaggio che segue con veloce sagacia lo svolgimento della doppia vicenda filmica con spezzoni che indubbiamente centrano il bersaglio e impreziosiscono l’opera di scene d’azione e di contenuta violenza (la corsa in macchina sulla pista, l’uccisione di D. Bandiera, la rissa nel night club con l’episodio razzista anti-italiano). Al passivo la pubblicità dei prodotti inseriti a pioggia nel film, che in gergo si chiama product placement, mentre all’attivo c’è l’ostentata e meritatissima bravura degli attori, che danno il tocco di grazia ad un film con qualche pecca tecnica ma che trae la sua acqua della vita da una recitazione preziosa, completa, di origine ancestrale e tutt’altro che compassata.
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martedì 14 aprile 2009
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gli italiani: non sempre bella gente
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Fedele alla linea del film a episodi, Veronesi sposta il tiro su vizi e virtù degli italiani all’estero. Nella prima parte Castellito inizia un giovane Scamarcio alla “professione” di ricettatore d’auto di lusso, lungo un viaggio con meta Dubai. Nel secondo, un dentista depresso (Verdone), cerca sollievo tra le bellissime ragazze di San Pietroburgo per poi trovarlo a sorpresa (mica tanto!) in altro.
Se il primo episodio passa nell’apatia dello spettatore (non si ride né si piange), il secondo, grazie alla garanzia Verdone, offre momenti d’ilarità.
L’idea era buona. Vederci al di fuori dei nostri confini amplifica nel bene e nel male le caratteristiche del popolo italico. Peccato che invece di insistere con un po’ di cinismo, si sia ceduto all’ottica del “volemose bene”, forzando anche la sceneggiatura (il risvolto tragico-mafioso dell’episodio di Verdone è veramente poco credibile) pur di offrire al protagonista l’occasione di divenire persona piacevole ai nostri occhi.
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Fedele alla linea del film a episodi, Veronesi sposta il tiro su vizi e virtù degli italiani all’estero. Nella prima parte Castellito inizia un giovane Scamarcio alla “professione” di ricettatore d’auto di lusso, lungo un viaggio con meta Dubai. Nel secondo, un dentista depresso (Verdone), cerca sollievo tra le bellissime ragazze di San Pietroburgo per poi trovarlo a sorpresa (mica tanto!) in altro.
Se il primo episodio passa nell’apatia dello spettatore (non si ride né si piange), il secondo, grazie alla garanzia Verdone, offre momenti d’ilarità.
L’idea era buona. Vederci al di fuori dei nostri confini amplifica nel bene e nel male le caratteristiche del popolo italico. Peccato che invece di insistere con un po’ di cinismo, si sia ceduto all’ottica del “volemose bene”, forzando anche la sceneggiatura (il risvolto tragico-mafioso dell’episodio di Verdone è veramente poco credibile) pur di offrire al protagonista l’occasione di divenire persona piacevole ai nostri occhi.
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baronessa23
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domenica 1 febbraio 2009
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italians…il trailer inganna
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Uscendo dal cinema qualche sere fa, mi sono interrogata sul fatto che chi ha montato le scene del trailer di questo film è stato un genio.
E’ riuscito a farlo passare come una commedia esilarante,un film dinamico, veloce e spensierato.Quando invece le luci si sono spente all’interno della sala e la prima scena è partita ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto.Il primo episodio vede protagonista Sergio Castelletto, dipendente di una società romana di trasporti e il suo futuro sostituto Riccardo Scamarcio.I due intraprendono un viaggio lunghissimo attraverso il deserto, con un carico di Ferrari “nuove “ di zecca da consegnare nelle mani di un illustre uomo d’affari negli Emirati Arabi, precisamente a Dubai.
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Uscendo dal cinema qualche sere fa, mi sono interrogata sul fatto che chi ha montato le scene del trailer di questo film è stato un genio.
E’ riuscito a farlo passare come una commedia esilarante,un film dinamico, veloce e spensierato.Quando invece le luci si sono spente all’interno della sala e la prima scena è partita ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto.Il primo episodio vede protagonista Sergio Castelletto, dipendente di una società romana di trasporti e il suo futuro sostituto Riccardo Scamarcio.I due intraprendono un viaggio lunghissimo attraverso il deserto, con un carico di Ferrari “nuove “ di zecca da consegnare nelle mani di un illustre uomo d’affari negli Emirati Arabi, precisamente a Dubai.L’episodio è davvero molto lento,le battute,i dialoghi sono davvero assenti. Tutto è sorretto malamente da dialoghi già sentiti, come se fossero stati copiati da altri film,dove la comicità e l’ilarità rasenta lo zero.Sono scene tristi quelle che si vedono. E’un’immagine triste che si da dell’Italia all’estero. Il fatto di rimarcare le assurdità di alcuni italiani non credo appartenga a tutti noi.Mi pongo poi un’altra domanda. Ma cosa ci troveranno tutte queste ragazzine in Scamarcio??Forse, avendo superato la boa dei 35 anni, non riesco ad essere obiettiva. Ma un bell’uomo credo di essere in grado di riconoscerlo. Forse, sarà un bravo attore??Ma anche qui mi devo ricredere. E’davvero mono espressione,e non trasmette alcunché. Purtroppo gli è rimasto attaccato il cliché del ragazzo dei lucchetti e difficilmente riuscirà a scrollarselo di dosso. È quindi poco credibile in tutto quello che combina. Sicuramente però il suo impiego è stato calcolato bene dai produttori. In quanto rimpolpa sicuramente le casse delle sale cinematografiche. Un po’ come l’operazione di invitare un super ospite a San Remo, è assodato che il volume di ascolti in quei 5 minuti di permanenza del personaggio di turno, arriva alle stelle. Bel piano di marketing.L’unico attimo di bellezza di quest’episodio me l’ha dato la vista della splendida Dubai, dove quest’estate ho lasciato il cuore.Le luci in sala si riaccendono, fine del primo tempo. Io e la mia amica ci guardiamo perplesse e in sala c’è un silenzio quasi spettrale. Per farvi un’idea, il tipico silenzio che si percepisce alla fine di una pièce teatrale particolarmente pesante.
Dopo qualche minuto d’interruzione, le luci sfumano nuovamente e veniamo catapultati all’interno del nuovo episodio.Protagonista il dentista Carlo Verdone, sempre depresso e alle prese con centinaia di ansiolitici e farmaci vari,e l’organizzatore di viaggi a sfondo erotico,Dario Bandiera.Reduce da un matrimonio fallimentare il dentista parte per la Russia, per partecipare ad un convegno internazionale organizzato proprio da lui.Il suo socio gli consiglia di affidarsi alle cure di un noto organizzatore di soggiorni di lusso con annesse delle affascinanti “nipotine”.Carlo Verdone, in forma smagliante, recita la parte che gli viene più congeniale. Quella dell’impacciato,sfigato,goffo,ma bonaccione.Eccezion fatta di alcune battute carine, e delle splendide scene girate nella stupefacente San Pietroburgo, anche in questo caso emerge un’immagine che fa degli italiani, un popolo triste che cerca all’estero un qual cosa che da noi difficilmente si trova. Ma che cosa sta accadendo alla commedia italiana?E’ possibile che non si riescano a fare più dei bei film come invece accadeva negli anni ’80-’90? Che peccato
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robmamba
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domenica 25 gennaio 2009
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buonismo tricolore
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In questo film regna il buonismo!il regista cerca di mettere in mostra il mejo di noi....parlando del peggio...della nostra capacità di arrangiarci e di reagire a volte perchè no anche di vincere quando si è scoraggiati.A livello di sceneggiatura il film ha 1000 lacune...storie scritte con troppa ingenuità e smplicità...colpi di scena semplici e gratuiti.Otima la recitazione Verdone-Castellitto, molto meno quella di Scamarcio,bravi anche gli attori di contorno.
una visione poco lucida di Noi all'estero,però molto scorrevole e tutto sommato piacevole.Si poteva però attraversare il tema con un pò più di responsabilità però.
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esplosivo
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martedì 27 gennaio 2009
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non solo italiani posooo vedere il film
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Eccellente la regia di Veronesi, migliora sempre più. Sceneggiato arrangiato, che si riallaccia finalmente alla commedia all'italiana, prodotto quest'ultimo, a mio giudizio veramente buono (basti pensare alle commedie americane di cui andiamo pazzi ed analizzarne i contenuti e sceneggiato, quasi sempre sono delle vere e proprie ca...e). La vita dell'italiano è buffa di conseguenza basta raccontarla per far venire fuori una commedia...certo in questo sceneggiato spesso si esalta la parte migliore dell'italiano, ma è giusto che sia così, la peggiore sarebbe da eliminare in ognuno di noi ed in questo senso il film può esserci di aiuto. Per quanto concerne gli attori bhè che si può dire..Castellitto eccellente, Verdone altrettanto anche se a tratti la sua mimica a qualcuno può scocciare ma il suo ruolo consisteva proprio nel portare il suo personaggio avanti soprattutto con la mimica che poi è anche simpatica.
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Eccellente la regia di Veronesi, migliora sempre più. Sceneggiato arrangiato, che si riallaccia finalmente alla commedia all'italiana, prodotto quest'ultimo, a mio giudizio veramente buono (basti pensare alle commedie americane di cui andiamo pazzi ed analizzarne i contenuti e sceneggiato, quasi sempre sono delle vere e proprie ca...e). La vita dell'italiano è buffa di conseguenza basta raccontarla per far venire fuori una commedia...certo in questo sceneggiato spesso si esalta la parte migliore dell'italiano, ma è giusto che sia così, la peggiore sarebbe da eliminare in ognuno di noi ed in questo senso il film può esserci di aiuto. Per quanto concerne gli attori bhè che si può dire..Castellitto eccellente, Verdone altrettanto anche se a tratti la sua mimica a qualcuno può scocciare ma il suo ruolo consisteva proprio nel portare il suo personaggio avanti soprattutto con la mimica che poi è anche simpatica. Scamarcio invece, secondo me, sa fare di meglio, sarà stata la presenza di un Castellitto più anziano ed esperto di lui che forse l'avrà bloccato un po'...in effetti è stato l'uinco di cui l'interpretazione è stata leggermente scadente, speriamo che questa esperienza lo possa aiutare per il prossimo lavoro..Gli attori non protagonisti pure sono andati bene, colonna sonora azzeccata...Unica pecca è stato un intreccio scarso con la seconda storia, bisognava trovare un sistema per passare dalla prima alla seconda storia senza che lo spettatore se ne rendesse conto , invece si sente proprio la fine di un film per l'inizio di un altro film quasi come se fosse una miniserie di 2 puntate.Bhè del resto che dire, voto finale al film 8.
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sassolino
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domenica 1 febbraio 2009
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trainato da un verdone in stato di grazia
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Una certa simpatia per Giovanni Veronesi, che tenta un po maldestramente di imitare i mostri sacri di Risi e Monicelli, la mia toscanità e l'innata simpatia di Verdone mi impediscono di stroncare del tutto il film.
Nonostante i fili narrativi del primo episodio siano esili quanto una bolla di sapone; non si può ricattare gli spettatori al solo colpo di scena finale, peraltro troppo grottesco per convincere davvero.
La faccia di Scamarcio poi è di una motilità pressoché esigua, limitando la sua interpretazione a un canovaccio di belle pettinature controsole. Applausi per Castellitto che si conferma attore di mestiere e ottimo Virigilo dei deserti:
Con la chiusura semplicistica del primo episodio che comunque a tratti registra qualche sorriso ci si avvia verso la dilagante di Carlo Verdone, ci si inoltra spontaneamente nell'universo puttaniere tanto caro al nostro popolo.
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Una certa simpatia per Giovanni Veronesi, che tenta un po maldestramente di imitare i mostri sacri di Risi e Monicelli, la mia toscanità e l'innata simpatia di Verdone mi impediscono di stroncare del tutto il film.
Nonostante i fili narrativi del primo episodio siano esili quanto una bolla di sapone; non si può ricattare gli spettatori al solo colpo di scena finale, peraltro troppo grottesco per convincere davvero.
La faccia di Scamarcio poi è di una motilità pressoché esigua, limitando la sua interpretazione a un canovaccio di belle pettinature controsole. Applausi per Castellitto che si conferma attore di mestiere e ottimo Virigilo dei deserti:
Con la chiusura semplicistica del primo episodio che comunque a tratti registra qualche sorriso ci si avvia verso la dilagante di Carlo Verdone, ci si inoltra spontaneamente nell'universo puttaniere tanto caro al nostro popolo. Qui è la parte più riuscita.
L'imbarazzante fisico di Carlo farebbe ridere anche se lo tenessero fermo, la sua è una comicità naturale, una innata goffaggine per grandi e piccini, irresistibile quando si tratta di nascondersi sotto la nappa di un abat jour, esilarante se colpita dallo sfogo sadico di una sedicente ninfomane.
La Rapaport, nella sua erotica bellezza, non c'e' bisogno che sia dia troppo da fare, è aderente come sempre ai suoi personaggi dall'accento inconfondibile.
Come si evince, sono soprattutto gli attori a fare un film del genere, da collocare senz'altro nelle nuove commedie all'italiana non prive di una certa allegria.
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jisco
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lunedì 9 febbraio 2009
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magari fossero tutti così
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Come da titolo.... MAGARI FOSSERO TUTTI COSI'. La verità è che quando sono entrato dubbioso nel cinema mi aspettavo la solità commediola, le solite scene telefonate, le gag standard, insomma un insieme di "già visto questo" e così in parte è stato. Il film come già ampliamente spiegato è suddiviso in 2 parti assolutamente non correlate tra loro se non comportamento "scorretto" ma contemporaneamente "corretto" dell'italiano all'estero. Il film complessivamente non può essere ritenuto eccelso, presto andrà nel dimenticatoio salvo un grande Castellitto che nella prima parte strappa-emozioni ed un sempreverde Verdone strappa-sorrisi. Ma ciò che mi piacerebbe focalizzare ed è il motivo per cui ho messo un giudizio alto consiste nel fatto che ieri finalmente ero nel bene ed anche nel male FIERO.
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Come da titolo.... MAGARI FOSSERO TUTTI COSI'. La verità è che quando sono entrato dubbioso nel cinema mi aspettavo la solità commediola, le solite scene telefonate, le gag standard, insomma un insieme di "già visto questo" e così in parte è stato. Il film come già ampliamente spiegato è suddiviso in 2 parti assolutamente non correlate tra loro se non comportamento "scorretto" ma contemporaneamente "corretto" dell'italiano all'estero. Il film complessivamente non può essere ritenuto eccelso, presto andrà nel dimenticatoio salvo un grande Castellitto che nella prima parte strappa-emozioni ed un sempreverde Verdone strappa-sorrisi. Ma ciò che mi piacerebbe focalizzare ed è il motivo per cui ho messo un giudizio alto consiste nel fatto che ieri finalmente ero nel bene ed anche nel male FIERO. FIERO di vedere come un italiano può emozionarsi solo salendo su una Ferrari(per me sarebbe così),FIERO di vedere Castellitto difendere in qualche modo il nostro onore nazionale, FIERO di vedere l'italiano come riferimento anche "positivo".
Ero stufo di vedere Film in cui la sola cosa che traspare è un Italia violenta, mafiosa. Bravo Veronesi, se in qualche modo questo film dovesse essere visto all'estero almeno non si tratta della solita zappa sui piedi.
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annalaura
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lunedì 9 febbraio 2009
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commedia sopravvalutata
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C' è poco da dire riguardo ad un film che tutti si aspettavano fossere " grandioso" ( forse dovuto anche all' abbondandissima pubblicità che lo ha sponsorizzato) ma che poi, ha lasciato tutti i veri intenditori senza parole dallo sconforto provato nel vedere per l ennesima volta una commedia che, a giudicare dal tema, sarebbe potuta anche essere piacevole. Al contrario mi sono trovata davanti colpi di scena affatto inaspettati, scene sempplici e banali e recitazione non degna nemmeno di una sit-com. Un qualsiasi cinefilo sarebbe stato capace di trattare il tema con maggiore consapevolezza e soprattutto con maggiore accuratezza. SE non altro sarebbe stato apprezzabile considerazione anche sui lati diciamo " buoni" dell' italiano.
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C' è poco da dire riguardo ad un film che tutti si aspettavano fossere " grandioso" ( forse dovuto anche all' abbondandissima pubblicità che lo ha sponsorizzato) ma che poi, ha lasciato tutti i veri intenditori senza parole dallo sconforto provato nel vedere per l ennesima volta una commedia che, a giudicare dal tema, sarebbe potuta anche essere piacevole. Al contrario mi sono trovata davanti colpi di scena affatto inaspettati, scene sempplici e banali e recitazione non degna nemmeno di una sit-com. Un qualsiasi cinefilo sarebbe stato capace di trattare il tema con maggiore consapevolezza e soprattutto con maggiore accuratezza. SE non altro sarebbe stato apprezzabile considerazione anche sui lati diciamo " buoni" dell' italiano.
un buono castellitto, non tanto verdone in quanto gli è stato affibbiato un ruolo a dir poco ridicolo e privo di inventiva, (scamarcio nemmeno menzionabile) e Veronesi "apatico". cosa dire?? magari ci potrebbero riprovare costruendo un seguito?? magari..." i veri italians"??
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