Per essere un film diretto da un esordiente è anche abbastanza buono. Si può tranquillamente dire che, l'influenza del capitolo quattro, ambientato sulla terra nel 1988 si sentono ancora, in questo sequel. Nella prima parte piuttosto spassosa in cui Kirk, McCoy e Spock fanno campeggio nel parco del Yosemite, si sente la vena umoristica, carta introdotta appunto dal capitolo quattro, ma che inizierà a imperversare anche i capitoli successivi. Dopo l'abbandono alla regia di Leonard Nimoy subentra il collega William Shatner che con inquadrature sgangherate gira un film discontinuo e altalenante che tranne nell'inizio e nel finale fa sbadigliare tante volte, ma se lo si guarda tutto ci scappa anche qualche sorriso.
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Per essere un film diretto da un esordiente è anche abbastanza buono. Si può tranquillamente dire che, l'influenza del capitolo quattro, ambientato sulla terra nel 1988 si sentono ancora, in questo sequel. Nella prima parte piuttosto spassosa in cui Kirk, McCoy e Spock fanno campeggio nel parco del Yosemite, si sente la vena umoristica, carta introdotta appunto dal capitolo quattro, ma che inizierà a imperversare anche i capitoli successivi. Dopo l'abbandono alla regia di Leonard Nimoy subentra il collega William Shatner che con inquadrature sgangherate gira un film discontinuo e altalenante che tranne nell'inizio e nel finale fa sbadigliare tante volte, ma se lo si guarda tutto ci scappa anche qualche sorriso. Ogni volta che nella scena ci sono McCoy, Kirk e Spock sembra una comica. Comunque l'unica cosa ben calibrata è l'ironia. Shatner tra gli altri compare anche nel soggetto. Musiche ordinarie e funzionali di Jerry Goldsmith.
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