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Motherless Brooklyn, Edward Norton rivisita Marlowe e i suoi eredi

Chissà se Essrog, il protagonista, verrà inserito un giorno nella lista dei vari Marlowe, Speede, Hammer, Harper, Gittes. 
di Pino Farinotti

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Edward Norton (Edward Harrison Norton) (55 anni) 18 agosto 1969, Boston (Massachusetts - USA) - Leone. Interpreta Lionel Essrog nel film di Edward Norton Motherless Brooklyn - I segreti di una città.
martedì 26 novembre 2019 - Focus

Lionel Essrog è il poliziotto privato cui dà corpo e volto Edward Norton nel suo film, assolutamente suo: protagonista e regista - Motherless Brooklyn (guarda la video recensione). Chissà se Essrog, nel tempo, e nel numero dei ruoli, verrà inserito nella lista dei vari Marlowe, Speede, Hammer, Harper, Gittes. Mancano Holmes, Maigret, Poirot, il focus è sugli americani attivi nelle storie del secolo scorso, dagli anni  trenta ai sessanta.

Essrog-Norton agisce nel 1956 e il regista fornisce un’indicazione precisa, una locandina. È un sistema efficace. Per contestualizzare nel 1969 la tragedia di Sharon Tate, Tarantino, nel suo C’era una volta... a Hollywood (guarda la video recensione), abusa di manifesti di quell’anno. Certo occorre che le immagini evocative siano popolari. Il 1956 avrebbe potuto essere rappresentato da cartelloni de I dieci comandamenti, o da Sentieri selvaggi, e ancora da Il gigante, titoli da memoria  del cinema, identificativi, invece il regista sceglie di far passare, velocemente, un poster di "Look Back in Anger" (Ricorda con rabbia) un lavoro teatrale di John Osborne, il leader degli “arrabbiati” inglesi. Un segnale di... cultura.

Come tratto particolare, identitario, Norton attribuisce al suo personaggio la sindrome di Tourette, che gli provoca degli spasmi di gesto e di parola che lo condizionano pesantemente. Li supera grazie alla sua intelligenza e attitudine. C’è un altro elemento, questa volta tradizionale, che lega il protagonista ai suoi colleghi classici: il cappello Borsalino (o simile) grigio, a tese piuttosto larghe. Lo portavano Humphrey Bogart che faceva Marlowe e Speede, e anche Spillane che inventò Mike Hammer e lo interpretò sullo schermo. Altro elemento di identità è il racconto fuoricampo. Dalle parole di Essrog emerge la figura dell’antagonista, un costruttore di ponti, a Brooklyn ce ne sono molti, spietato e politicamente protetto. La voice-over connota all’istante il codice di Raymond Chandler (1888-1959), l’inventore di Marlowe.

Dagli anni trenta il chandlerismo ha dominato la scena e il giallista ha generato eredi più o meno legittimi. Tuttavia aveva un rivale dotato, Dashiell Hammett (1894-1961), più giovane di sei anni e creatore di Sam Spade. C’era naturale rivalità fra i due, che avevano stili diversi, ironico e appassionato quello di Chandler, conciso e raffinato quello di Hammett. Prevalse il primo per eredità e segnali. Ma Hammett aveva un privato più interessante, era un vero poliziotto, raccontava per esperienza. Era tanto interessante che Wim Wenders addirittura nel 1983 gli dedicò un film, HammettIndagine a Chinatown, protagonista Frederic Forrest. Non è finita, nel 1977, un altro grande autore di lingua tedesca Fred Zinneman, aveva diretto Giulia. La protagonista era Lillian Hellman (Jane Fonda) la grande commediografa, compagna, nella vita, di Hammett (Jason Robards) che le faceva da maestro di scrittura. 

Ma fu Chandler, come detto, a risultare caposcuola. Gli anni di Marlowe e Spade erano i Trenta e i Quaranta. Nel decennio successivo irruppe il coriaceo detective Mike Hammer di Mickey Spillane (1918-2006), un modello alla Callaghan di Eastwood

Jack Nicholson è l’investigatore privato J.J. Gettes in Chinatown, del 1974 firmato da Roman Polanski. L’inventore di Gettes è Robert Towne (1934), che non è uno specialista del genere ma sa approcciarlo con efficacia e non nasconde l’ispirazione del maestro Chandler, tanto da inserire la vicenda nel 1937, a Los Angeles, periodo e luogo perfettamente di Marlowe. In quel senso Gettes presenta dei buoni cromosomi. Tornerà nel 1990 nel film Il grande inganno, diretto dallo stesso Nicholson, sempre scritto da Towne.   

Detective’s Story e Detective Harper - Acqua alla gola, sono titoli culto degli appassionati di cinema poliziesco, grazie a Paul Newman nei panni dell’agente. Il nome letterario di Harper era Archer, nato dalla penna di Ross Macdonald (1915-1983), uno dei discendenti più fedeli di Chandler. Newman volle una acca davanti al nome, riteneva che gli portasse fortuna, ricordava due performance fortunate in Hud il selvaggio e Hombre

Nel 1969 il regista Paul Bogart firma L’investigatore Marlowe. Nei panni del detective viene scelto James Garner. Un inciso: Marlowe è stato interpretato da molti attori, merita una citazione Robert Mitchum che diede performance corrette in due episodi. Garner è più che corretto, dopo Bogart è il Marlowe più fedele. Tanto che il network NBC, nel 1974 incaricò il produttore Stephen J. Cannell di creare un “similmarlowe” per il piccolo schermo. Nacque Agenzia Rockford, con Garner protagonista. L’attore si limitò a un copia-incolla dei caratteri del “Marlowe” del 1969. Vive in una roulotte sulla spiaggia di Malibù, agisce nella zona fra Los Angeles e Hollywood, spesso non viene pagato ed è inviso alla polizia: anche questa è una costante di tutti gli investigatori. La serie ebbe grande successo, anche da noi. La prova sono i 123 episodi prodotti in cinque anni.      
 
Motherless Brooklyn è tratto da un romanzo di Jonathan Lethem che conosce bene Brooklyn, essendoci nato. La sua vocazione è più vicina al fantasy, ma non ha avuto problemi a inventare un poliziesco, ambientarlo in quella suddivisione di New York, in quel decennio. Direi che il suo modello, più che il solito Chandler, può essere James Ellroy (1948) forse l’ultimo chandleriano. Basta ricordare L.A. Confidential e Black Dahlia, storie complesse, di maggiore violenza e ambiguità, dove fra il bianco e il nero c’è il grigio, e dove l’eroe non è mai senza macchia. 

Un dato comune, decisivo, che lega quella gente è l’onestà, magari costosa, esercitata per vie traverse, attraverso compromessi. In Detective’s Story Harper ha capito che il suo migliore amico ha commesso un omicidio. Con la morte nel cuore lo denuncia. Ne Il Mistero del falco, Sam Speede arresta la donna di cui è innamorato quando scopre che è un’assassina.  

Essrog-Norton ha in mano un documento che incastra il costruttore senza scrupoli, che gli offre un mucchio di dollari. Gli si prospetta una vita diversa magari in una New York più ricca e felice. Ma lui è di Brooklyn, che non è il posto migliore del mondo. Ma è il suo posto. E poi ha un compito da portare a termine. E lì a Brooklyn c’è in giro una ragazza che forse lo ama. Giusto che il prepotente paghi. Edward ha ricostruito quegli anni con passione. Quattro stelle.  
 


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