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Un film di Lars von Trier.
Con Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg
Titolo originale Antichrist.
Horror,
durata 100 min.
- Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009.
- Lucky Red
uscita venerdì 22 maggio 2009.
- VM 18 -
MYMONETRO
Antichrist
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La lotta fra razionale e irrazionale
di dueparoleFeedback: 0 |
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lunedì 1 giugno 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film si divide in due parti (semplificando): nella prima si assiste alla gestazione del dolore per la morte del figlio e al percorso quasi psicoterapeutico per aiutare la donna a superare gli attacchi di panico che la colpiscono. E fin qui tutto bene, nel senso che, nonostante la staticità del film da un punto di vista di sviluppo della trama (lui, psicanalista, cerca di mettere a nudo il dolore di lei. Scarni dialoghi fra i due. Sesso tragico. Sofferenza allo stato puro), la fotografia è magistrale, così come la costruzione delle atmosfere, e crea una certa aspettativa. Poi però c'è la seconda parte, in cui al tono "terapeutico" si sovrappone e poi sostituisce quello esoterico. E il film si infarcisce di suggestioni e simbologie esplicite -tanto insistite da risultare a tratti banali- che o si condividono o diventano ridicole e alla lunga insopportabili, così come le follie di lei in preda all'ossessione torturatrice (che se non ci fosse la lettura esoterica, come infatti è nella prima parte, sembrerebbe quasi schizofrenica). Straordinarie le interpretazioni, ma (in fondo in fondo) è un film che non parla in maniera veramente innovativa di nessuno degli argomenti che vuole affrontare (misoginia, peccato originale, male). Un film in cui razionale e irrazionale si scontrano, non solo sullo schermo ma anche nello spettatore: la parte razionale infatti ne resta irritata per l'inconsistenza di certe posizioni e stratagemmi(sorvolo sulle voci off degli animali parlanti), quella irrazionale profondamente colpita dalla forza emotiva (che funziona meglio lì dove non dichiara ma evoca, insinua: lo sguardo di lei nella sequanza finale che riprende quella dell'inizio con le musiche di Handel). Comunque un film da vedere, per la potenza delle immagini che -almeno quelle- sanno lasciare tracce indelebili.
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