Cesare Balbo
L'Espresso
Si chiama Lords of Dogtown e nell'attuale trend 'sportivo'della stagione cinematografica americana è già diventato un vero e proprio fenomeno di culto. Diretto dalla regista Catherine Hardwicke, esperta del mondo dei teenager e già autrice di Thirteen, Lords of Dogtown è ambientato nel mondo dello skateboard e lo racconta come metafora di vite giovanili.
Nelle sale italiane dal 15 luglio, il film racconta con toni drammatici la vita irrequieta e veloce di tre ragazzi alla fine degli anni Settanta, sulla costa californiana vicino Los Angeles. I tre frequentano lo "Zephyr shop", un laboratorio di Venice dove Skip (Heath Ledger) costruisce le tavole. Collocato nella zona Dogtown di Venice, il negozio diventa il rifugio dei ragazzi, spiriti liberi e anticonformisti, skateboarder decisi di scendere dalle colline più glamour di Beverly Hills per vincere le gare di skate di Huntington Beach.
La sceneggiatura del film è firmata da Stacy Peralta, lo stesso autore che nel 2001 ha girato Dogtown and Z-Boys, in uscita questo finesettimana nelle sale italiane, e premiato all'edizione del Sundance Festival di quell'anno, dove si raccontava con la voce narrante di Sean Penn gli inizi del fenomeno dello skateboard.
In Lords of Dogtown il tono è meno documentaristico; il film della Hartwick scorre sulle note della musica della West Coast di quegli anni (Neil Young su tutti), e ripercorre le tappe dell'esordio di questo sport, diventato emblema della trasgressione e padre del nuovo fenomeno del Parkour, mix di sport acrobatico e libera interpretazione degli spazi urbani.
Molte le analogie tra Lords of Dogtown e Un mercoledì da leoni, il cult-film del 1978: oltre che nelle stesse location (Huntigton Beach), siamo di nuovo in una storia di amicizia e spericolata giovinezza. Come nel film di Milius, tre amici e l'estetica della libertà tipica della California, che rifugge schemi e stereotipi sociali. E la tavola da skateboard, come quella da surf ieri, a rappresentare il simbolo stesso dell'età ribelle.
Da L'Espresso, 8 luglio 2005
di Cesare Balbo, 8 luglio 2005